Papers by Valeria Ribeiro Corossacz
This paper is a contribution to understand the mechanisms of racism in Brazil through the study o... more This paper is a contribution to understand the mechanisms of racism in Brazil through the study of whiteness. In part one I introduce some of the most important theoretical contributions of critical whiteness studies, focusing on how whiteness has been defined as a condition of privilege. In part two I present a brief history of the role played by whiteness in the formation of Brazil as a nation with particular attention for the theory of branqueamento and for the specific characteristics of Brazilian color classification. This historical overview helps understand how whiteness became and still is a social position of structural advantage. In the last part I discuss some aspects of my ethnography on whiteness among men of upper-middle class self-identifying as white living in Rio de Janeiro. More specifically I analyze how class is perceived by them as the register to define their experience of whiteness.
In questo articolo analizzo l’esperienza del silenzio in due ricerche sul campo in Brasile, a Rio... more In questo articolo analizzo l’esperienza del silenzio in due ricerche sul campo in Brasile, a Rio de Janeiro, durante le quali ho indagato il tema delle molestie sessuali contro le lavoratrici domestiche da parte dei loro datori di lavoro. Nella prima ricerca ho intervistato un gruppo di uomini che si auto-identificano come bianchi di classe medio-alta. Con l’obiettivo di studiare i processi di apprendimento della bianchezza e della mascolinita, ho affrontato il tema dell’“iniziazione sessuale” con le lavoratrici domestiche. Gli uomini hanno presentato queste “iniziazioni sessuali” come una forma di “normale” violenza, ben conosciuta nella societa brasiliana. Benche per questi uomini fosse facile nominare queste molestie, ho dovuto confrontarmi con il modo in cui essi silenziavano le molteplici forme di dominazione racchiuse in esse (sessuale, razzista e di classe). Nella seconda ricerca sul campo, ho intervistato lavoratrici domestiche e attiviste del sindacato delle lavoratrici do...
The Journal of Latin American and Caribbean Anthropology
Archivio antropologico mediterraneo
Archivio antropologico mediterraneo
Societa Degli Individui, 1999
Confluenze, 2021
como um fenômeno político que transcende a própria figura de Jair Bolsonaro, e que se caracteriza... more como um fenômeno político que transcende a própria figura de Jair Bolsonaro, e que se caracteriza por uma visão de mundo ultraconservadora, que prega o retorno aos 'valores tradicionais' e assume uma retórica nacionalista e 'patriótica', sendo profundamente crítica a tudo aquilo que esteja minimamente identificado com a esquerda e o progressismo (2019, cap. 1).
La Ricerca Folklorica, 2004
... Dalle sue parole e chiaro che parlare di contraccezione significa parlare del corpo in quanto... more ... Dalle sue parole e chiaro che parlare di contraccezione significa parlare del corpo in quanto luogo della sessualita, dei rapporti sessuali, dei ... sotto le vesti di una questione riguardante la salute, d6 adito ad interventi statali e professionali sempre pib ampi" (Vance 1999: 47). ...
" In a penetrating analysis that is at once timely and long overdue, Ribeiro Corossacz examines t... more " In a penetrating analysis that is at once timely and long overdue, Ribeiro Corossacz examines the self-perceptions of Brazil's most privileged citizens: middle-class white men living in the nation's most iconic city. 'What makes a white man white?' she asks her interviewees—and is often met by a telling combination of silences and stories of domination. In highly readable prose, backed by thorough scholarship, Ribeiro Corossacz pursues what Laura Nader long ago called 'studying up'—investigating the lives of those, who by virtue of their constructed identities, wield power and privilege in the durable hierarchies of global capitalism. Readers will discover here a valuable contribution not just to Latin American studies but to urgent theories of intersectionality. "
—ROBIN SHERIFF, University of New Hampshire
" White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject by Valeria Ribeiro Corossacz is a beautifully written, rigorously researched, and groundbreaking ethnography of racial consciousness. This 'ethnography of consciousness' is a significant empirical and theoretical contribution to a critical race studies, whiteness studies, Latin American studies, and Brazilian studies. It is a standout and should be required reading for anyone interested in critical race theory. "
—FRANCE WINDDANCE TWINE, University of California, Santa Barbara
"Valeria Ribeiro Corossacz's book provides a much needed and powerful analysis of whiteness in Brazilian society. The stories of white Brazilian men and their relations with nonwhite domestic employees reveal white privilege unlike that discussed for the global North, illuminating an important aspect of the Brazilian racial system. "
—EDWARD TELLES, University of California, Santa Barbara
In this book based on the biographical accounts of upper-middle-class white men living in wealthy parts of Rio de Janeiro, Valeria Ribeiro Corossacz analyzes specific experiences of whiteness as they are produced at the intersection of multiple categories—in particular gender, class, and sexuality. White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject investigates what it means to be classified as a white person and a man in a society that is known for its valorization of racial mixing and yet deeply structured by racism, class, and gender inequalities. By examining instances of silence and what is left unsaid as well as precise descriptions of power relations and violent episodes, this book encourages the reader to observe the condition of dominant subjects as a keystone of the reproduction of social discrimination.
L'intersezione di razzismo e sessismo. Strumenti teorici per un'analisi della violenza maschile c... more L'intersezione di razzismo e sessismo. Strumenti teorici per un'analisi della violenza maschile contro le donne nel discorso pubblico sulle migrazioni Gli studi antropologici e femministi hanno messo in evidenza come la produzione di soggettività sia determinata dalla combinazione di diverse variabili che "anche noi abbiamo fatto nostro da poco tempo il concetto di eguaglianza, per esempio di diritti e doveri, tra adulti diversi -pensiamo alla discriminazione verso le donne, i disabili, i malati, le persone di razze differenti…" (2010, 13), e ancora "La sproporzione tra alunni di razza diversa, per esempio, crea con più facilità fraintendimenti e incomprensioni" (Ibidem, 19, in entrambe le citazioni, corsivo mio). Da queste frasi apprendiamo che le razze esistono, sono diverse tra di loro -unità discrete -e che realtà! Da notare come nella prima frase, le "razze differenti" sono equiparate a un altro gruppo differente, le donne: in entrambi i casi esistono dei gruppi sociali che sono differenti da un soggetto ritenuto normale, uomo bianco, e la differenza tra razze è messa sullo stesso piano della differenza tra sessi.
"Sesso e genere, oltre natura e cultura”, in Tempo, persona, valore. Saggi in omaggio a Pier Giorgio Solinas, a cura di Armando Cutolo, Simonetta Grilli, Fabio Viti, Argo, Lecce, 2015, pp. 127-144.
Latin American and Caribbean Ethnic Studies, 2015
Revista Estudos Feministas, 2014
Revista Crítica de Ciências Sociais, 2014
Neste artigo apresento dados de uma pesquisa realizada entre homens de classe média--alta do Rio ... more Neste artigo apresento dados de uma pesquisa realizada entre homens de classe média--alta do Rio de Janeiro, que se autodefinem como brancos. A pesquisa se insere no debate dos critical whiteness studies e tem como objetivo compreender a branquitude para avançar no estudo do racismo na sociedade brasileira. A análise de trechos de entrevistas demonstra como alguns entrevistados recorrem à figura da própria babá negra para poder dar um contorno à própria branquitude, embora a neguem como dado social no restante da entrevista. Neste sentido, discuto como a experiência da branquitude para esses entrevistados se concretizou no entrelaçamento entre as hierarquias de cor, gênero e classe.
La Ricerca Folklorica, 2005
La Ricerca Folklorica, 2004
... Dalle sue parole e chiaro che parlare di contraccezione significa parlare del corpo in quanto... more ... Dalle sue parole e chiaro che parlare di contraccezione significa parlare del corpo in quanto luogo della sessualita, dei rapporti sessuali, dei ... sotto le vesti di una questione riguardante la salute, d6 adito ad interventi statali e professionali sempre pib ampi" (Vance 1999: 47). ...
Books by Valeria Ribeiro Corossacz
EditPress, 2024
Questo volume nasce da alcuni interrogativi su come sia possibile affrontare gli studi decolonial... more Questo volume nasce da alcuni interrogativi su come sia possibile affrontare gli studi decoloniali in Italia e nell’università italiana. Come ci interrogano pratiche politiche, concetti, teorie, riflessioni prodotte in America Latina/Abya Yala tra la fine degli anni Ottanta e Duemila? A che punto sono le conoscenze di questi contributi in Italia e come possono alimentare e rinnovare quelle prodotte nel nostro contesto universitario e anche oltre di esso? Queste alcune delle domande che hanno fatto incontrare e dialogare, in una prospettiva interdisciplinare, i/le docenti, i ricercatori, le ricercatrici e attivisti/e che sono autrici e autori dei contributi contenuti in questo testo. Gli articoli riuniti compongono un mosaico di riflessioni utili a ricostruire genealogie e a discutere significati e implicazioni di prospettive che possono essere iscritte nel variegato campo degli studi decoloniali. Al centro del libro vi è il riconoscimento dell’importanza di diffondere in Italia, e in lingua italiana, pratiche, epistemologie, politiche, voci di autori, autrici e comunità che hanno tracciato e tracciano cammini pratici e teorici di opposizione e alternativa alla colonialità del nostro presente.
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Papers by Valeria Ribeiro Corossacz
—ROBIN SHERIFF, University of New Hampshire
" White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject by Valeria Ribeiro Corossacz is a beautifully written, rigorously researched, and groundbreaking ethnography of racial consciousness. This 'ethnography of consciousness' is a significant empirical and theoretical contribution to a critical race studies, whiteness studies, Latin American studies, and Brazilian studies. It is a standout and should be required reading for anyone interested in critical race theory. "
—FRANCE WINDDANCE TWINE, University of California, Santa Barbara
"Valeria Ribeiro Corossacz's book provides a much needed and powerful analysis of whiteness in Brazilian society. The stories of white Brazilian men and their relations with nonwhite domestic employees reveal white privilege unlike that discussed for the global North, illuminating an important aspect of the Brazilian racial system. "
—EDWARD TELLES, University of California, Santa Barbara
In this book based on the biographical accounts of upper-middle-class white men living in wealthy parts of Rio de Janeiro, Valeria Ribeiro Corossacz analyzes specific experiences of whiteness as they are produced at the intersection of multiple categories—in particular gender, class, and sexuality. White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject investigates what it means to be classified as a white person and a man in a society that is known for its valorization of racial mixing and yet deeply structured by racism, class, and gender inequalities. By examining instances of silence and what is left unsaid as well as precise descriptions of power relations and violent episodes, this book encourages the reader to observe the condition of dominant subjects as a keystone of the reproduction of social discrimination.
Books by Valeria Ribeiro Corossacz
—ROBIN SHERIFF, University of New Hampshire
" White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject by Valeria Ribeiro Corossacz is a beautifully written, rigorously researched, and groundbreaking ethnography of racial consciousness. This 'ethnography of consciousness' is a significant empirical and theoretical contribution to a critical race studies, whiteness studies, Latin American studies, and Brazilian studies. It is a standout and should be required reading for anyone interested in critical race theory. "
—FRANCE WINDDANCE TWINE, University of California, Santa Barbara
"Valeria Ribeiro Corossacz's book provides a much needed and powerful analysis of whiteness in Brazilian society. The stories of white Brazilian men and their relations with nonwhite domestic employees reveal white privilege unlike that discussed for the global North, illuminating an important aspect of the Brazilian racial system. "
—EDWARD TELLES, University of California, Santa Barbara
In this book based on the biographical accounts of upper-middle-class white men living in wealthy parts of Rio de Janeiro, Valeria Ribeiro Corossacz analyzes specific experiences of whiteness as they are produced at the intersection of multiple categories—in particular gender, class, and sexuality. White Middle-Class Men in Rio de Janeiro: The Making of a Dominant Subject investigates what it means to be classified as a white person and a man in a society that is known for its valorization of racial mixing and yet deeply structured by racism, class, and gender inequalities. By examining instances of silence and what is left unsaid as well as precise descriptions of power relations and violent episodes, this book encourages the reader to observe the condition of dominant subjects as a keystone of the reproduction of social discrimination.
Table of Contents:
Sabrina MARCHETTI, Vincenza PERILLI, and Elena PETRICOLA (Editors of the volume) Introduction
Barbara BIGLIA and Dominique GRISARD If I can’t dance, it ain't my revolution": Queer-Feminist Inquiries into Pink Bloque's Revolutionary Strategies
Norma Claire MORUZZI Gender and the Revolutions: Critique Interrupted
Valeria RIBEIRO COROSSACZ Feminism and Sexual and Reproductive Rights in Latin America and the Caribbean
Silke HEUMANN Gender, Sexuality, and Politics: Rethinking the Relationship Between Feminism and Sandinismo in Nicaragua
Cesare DI FELICIANTONIO Liberation or (Neoliberal) Freedom? Exploring the Evolution of Lesbian and Gay Urban Spaces in the Global North Peter DRUCKER Gay Normality and Queer Transformation
Elisabetta DONINI Feminism, Science, and the Feminist Critique of Science
Emilie BRETON, Sandra JEPPSEN, Anna KRUZYNSKI, and Rachel SARRASIN Anti-racist, Queer, and Radical Feminisms in the Quebec Antiauthoritarian Movement
Elena BIAGINI Family Problems: Debates over Coupling, Marriage, and Family within the Italian Lesbian Community, 1990s
Eileen BORIS Afterword, or Dreams of Revolution
The volume is accompanied by a selection of digital sources and documentation websites, as well as downloadable images and publications that relate to the theme of this volume. These sources are organised in the sections TODAY and YESTERDAY
Introduzione e cura di Sara Garbagnoli, Vincenza Perilli e Valeria Ribeiro Corossacz
Ombre Corte, 2020
Ancora poco nota in Italia, in ragione anche della scomoda radicalità del suo pensiero antiessenzialista, Colette Guillaumin ha teorizzato dalla fine degli anni Sessanta il carattere sistemico, non accidentale e non innato di sessismo e razzismo. Attraverso un'analisi storica e sociologica delle idee di sesso e di razza e dei rapporti sociali che le hanno prodotte, Guillaumin dimostra che le donne e le persone non-bianche sono gruppi oppressi e che è l'oppressione a creare questi gruppi. In altre parole, uomini e donne, bianchi e non-bianchi sono categorie che non hanno nulla di "naturale", e quindi nulla di eterno. Sono classi antagoniste prodotte da forme sistemiche di dominio, di sfruttamento, di appropriazione di una classe (di sesso, di razza) sull'altra, e trasformate in "gruppi naturali" da un'ideologia che fabbrica "l'idea di natura" per nascondere l'origine sociale dei rapporti asim-metrici tra gruppi di sesso e di razza. Impensabile, rivoluzionaria è la tesi sostenuta da Guillaumin in questo testo precursore e ormai classico. Una tale visione caratterizza, più in generale, l'approccio del "femminismo ma-terialista", svi-luppatosi in Francia, che conta tra le principali esponenti, oltre la stessa Guillaumin, Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu e Paola Tabet. I testi di Guillaumin hanno il grande pregio di essere vivi, aperti, inesauribili. Da un lato, ispirano senza sosta nuove ricerche (sui processi di razzizzazione, sulla performatività del linguaggio, sulla domina-zione adulta), dall'altro, costituiscono un contributo imprescindibile alla prospettiva detta oggi "interse-zionale", che guarda il reciproco riprodursi dei rapporti sociali di oppressione. Colette Guillaumin (1934-2017), sociologa femminista, è stata ricercatrice presso il CnrS di Parigi e ha tenuto se-minari nelle università di Amiens, Ottawa e Montréal. Ha fatto parte del collettivo della rivista "Questions Féministes" e della redazione di "Le Genre Humain". Ha scritto numerosi saggi in riviste e opere collettive, e pubblicato i volumi L'idéologie raciste. Genèse et langage actuel (Mouton 1972; Gallimard, 2002), Sexe, Race et Pratique du Pouvoir (côté-femmes,1992, riedito nel 2016 da iXe) e Racism, Sexism, Power and Ideology (Routledge, 1995).
Tension between the notions of revolution and the one of transformation lies at the heart of each of the essays in this volume. By focusing on the cases of international feminist and LGBTQI movements, this volume investigates different modalities of social and political change, questions the fundamental definitions in this debate and, most importantly, emphasizes the importance of gender and sexuality as a terrain of negotiation for political alternatives. In so doing, it unsettles the common view of revolutions as radical subversions of the existing order, and on transformations as the results of moderate compromises. Thus it overcomes a simplistic view on the dialectic between normalization and change. In fact, focusing on gender and sexuality opens the way for an analysis of the changes that have taken place within the intimate dimensions of everyday life. Doing so also provides us with the opportunity to talk about the embodied dimension of people’s experiences, and to question the gender biases that exist in the predominant political languages and imaginaries. Finally, it invites us to go beyond factual analysis and to look at the role of collective imagination and shared knowledge, and thus to interrogate how not only actions but also transformative desires can serve as revolutionary tools.
Per avanzare nella discussione sull’opportunità di abolire il termine razza dalla Costituzione è necessario soffermarsi sulle caratteristiche della nozione di razza, parlare del razzismo negato nella società italiana, e infine ritornare sul senso della Costituzione. Un’azione volta ad affrontare la proposta dei colleghi biologi senza che questi tre nodi siano affrontati, rischia infatti di essere inefficace.
Au cours des dernières années, les militantes du Syndicat de Travailleurs Domestiques, elles-mêmes travailleuses domestiques, ont réussi à obtenir d’importantes améliorations des conditions de travail, en tissant des forts liens avec le movimento negro. Chez les femmes pauvres et noires, ces changements ont contribué à renforcer leur estime de soi, la perception d’être un sujet de droits. Les luttes des travailleuses domestiques pour obtenir les mêmes droits que d’autres travailleurs ont toujours rencontré de fortes résistances, et non seulement parmi les secteurs les plus conservateurs. Leurs revendications basées sur le principe « domestic work is work » ouvrent en fait la possibilité de mettre en discussion la division socio-sexuée du travail, ainsi que son imbrication avec les hiérarchies de classe et race caractérisant la société brésilienne. Pendant les entretiens, certaines militantes ont parlé des difficultés ou des déceptions rencontrées dans les relations avec les femmes d’autres syndicats et institutions, ou avec des féministes, qui n’ont pas su soutenir leurs revendications. Les obstacles et les résistances aux revendications des travailleuses domestiques peuvent être envisagés comme une contre-réaction face à la possibilité de repenser l’entière distribution du travail domestique, mais aussi pour comprendre comment cette dernière est liée au racisme et aux inégalités de classe.
Quasi méconnue en Italie, entre autres en raison de l'inconfortable radicalité de ses théories, la sociologue française Colette Guillaumin nous a quitté.e.s le 10 mai dernier. Les féministes du monde entier perdent une immense intellectuelle qui depuis la fin des années 1960 a théorisé la nature systémique – c'est-à-dire non accidentelle, non psychologique – du sexisme et du racisme. Colette Guillaumin a été chercheuse au CNRS et, entre 1977 et 1980, a coanimé le formidable collectif de la revue Questions féministes. Ses ouvrages ont la vertu bénéfique d'être des claques. Les lire est un choc : ça dessille les yeux, ça permet de voir ce que, faute d'avoir été théorisé, on ne pouvait pas voir. À travers une analyse historique et sociologique de l'idée de sexe et de celle de race, Guillaumin théorise, montre et démontre que les femmes et les personnes racisé.e.s sont opprimé.e.s et que c'est l'oppression qui crée ces groupes. Ses analyses matérialistes insistent sur la nécessité d'étudier les rapports sociaux et de ne pas se focaliser de manière isolée sur les effets qu'ils produisent. Autrement dit, les hommes et les femmes, les blanch.e.s et les racisé.e.s sont des catégories qui n'ont rien de " naturel " , c'est-à-dire rien d'éternel. Plus précisément, les hommes et les femmes, les blanch.e.s et les racisé.e.s sont des classes antagonistes produites par des formes systémiques de domination, d'exploitation, d'appropriation d'une classe par l'autre. Impensable, révolutionnaire, telle est la thèse soutenue par Guillaumin dans des ouvrages précurseurs, prodigieux et désormais classiques tels L'idéologie raciste (1972) et Sexe, race et pratique du pouvoir. L'idée de nature (1992). Une telle vision caractérise, de manière plus générale, l'approche féministe du courant dit matérialiste qui compte parmi ses principales représentantes Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu et Paola Tabet. Le renversement de perspective pratiqué par Guillaumin – et par les féministes matérialistes – est total : s'il n'y avait pas d'oppression, la marque morphologique – le sexe anatomique, la couleur de la peau – qui paraît être la preuve, l'origine de la « naturalité » des groupes de sexe et de race, ne serait pas socialement pertinente. La marque serait totalement non signifiante, comme toutes les autres multiples différences qui sur un continuum différencient un individu d'un autre. Autrement dit, le sexe et la race ne sont pas des « faits de nature », antécédents à l'histoire, mais des catégories politiques générées par des systèmes d'oppression spécifiques – le sexisme, le racisme – différents et imbriqués qui imprègnent tous les rapports sociaux, les catégories mentales et institutionnelles en vigueur. Racisme et sexisme sont pour Guillaumin deux variantes de l'idéologie naturaliste fondée sur la croyance dans l'existence d'un « déterminisme endogène » caractérisant les groupes de sexe et les groupes de race. L'analyse de Guillaumin démontre que si une telle croyance est à ce point enracinée, solide et crédible, c'est parce qu'elle est créée par un enchevêtrement inextricable de l'ordre socio-économique et de l'ordre catégoriel, les « deux faces d'une même médaille ». Les textes de Guillaumin ont le don de demeurer vivants, ouverts, inépuisables. D'un côté, ils ne cessent d'inspirer des nouvelles recherches : sur les processus de racialisation, sur la construction hétérosexualisée des corps et des consciences, sur la performativité du langage, sur la domination adulte. De l'autre côté, ils peuvent être lus en dialogue avec d'autres théorisations qui analysent la nature et le statut du sexisme, du racisme, de l'hétéronormativité, de la domination de classe. Ses travaux demeurent une contribution incontournable pour développer une analyse féministe qui étudie l'imbrication des rapports sociaux d'oppression. Au-delà de ces vertus théoriques et politiques, les écrits de Guillaumin ont le mérite d'être une preuve vivante de ce que signifie l'irruption du féminisme dans la société en tant que mouvement politiquement et théoriquement révolutionnaire. Faire voir ce qu'on ne voyait pas, nommer ce qui n'avait pas de nom, dévoiler le privilège qu'à le groupe dominant de se percevoir et de se faire percevoir comme « universel » permet à nous, sujets minoritaires, de passer de la souffrance individuelle à la conscience de la position de classe que nous occupons dans les rapports de pouvoir. Il s'agit d'un saut vertigineux et nécessaire à partir duquel naît la possibilité de penser que l'oppression que nous subissons n'a rien de naturel : malgré sa force et sa férocité, elle n'est pas irrésistible. Depuis des années, nous bataillons pour traduire Guillaumin en italien. Sans succès. Mais on ne lâchera certainement pas le morceau : les féministes sont obstinées. Traduire ses textes nous paraît une entreprise encore plus indispensable et nécessaire dans la période historique que nous traversons : le discours sexiste, antiféministe, homophobe, transphobe ainsi que la pensée raciste reviennent dramatiquement et vigoureusement à la charge et se banalisent de plus en plus. • Tribune traduite de l'italien, parue dans le quotidien Il Manifesto le 16 mai 2017 avec le titre rédactionnel de « La natura sistemica di sessismo e razzismo »
Pubblicato su Manastabal il 25 settembre 2020
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Ancora poco nota in Italia, in ragione anche della scomoda radicalità del suo pensiero antiessenzialista, Colette Guillaumin ha teorizzato dalla fine degli anni Sessanta il carattere sistemico, non accidentale e non innato di sessismo e razzismo. Attraverso un'analisi storica e sociologica delle idee di sesso e di razza e dei rapporti sociali che le hanno prodotte, Guillaumin dimostra che le donne e le persone non-bianche sono gruppi oppressi e che è l'oppressione a creare questi gruppi. In altre parole, uomini e donne, bianchi e non-bianchi sono categorie che non hanno nulla di "naturale", e quindi nulla di eterno. Sono classi antagoniste prodotte da forme sistemiche di dominio, di sfruttamento, di appropriazione di una classe (di sesso, di razza) sull'altra, e trasformate in "gruppi naturali" da un'ideologia che fabbrica "l'idea di natura" per nascondere l'origine sociale dei rapporti asim-metrici tra gruppi di sesso e di razza. Impensabile, rivoluzionaria è la tesi sostenuta da Guillaumin in questo testo precursore e ormai classico. Una tale visione caratterizza, più in generale, l'approccio del "femminismo ma-terialista", svi-luppatosi in Francia, che conta tra le principali esponenti, oltre la stessa Guillaumin, Christine Delphy, Monique Wittig, Nicole-Claude Mathieu e Paola Tabet. I testi di Guillaumin hanno il grande pregio di essere vivi, aperti, inesauribili. Da un lato, ispirano senza sosta nuove ricerche (sui processi di razzizzazione, sulla performatività del linguaggio, sulla domina-zione adulta), dall'altro, costituiscono un contributo imprescindibile alla prospettiva detta oggi "interse-zionale", che guarda il reciproco riprodursi dei rapporti sociali di oppressione. Colette Guillaumin (1934-2017), sociologa femminista, è stata ricercatrice presso il CnrS di Parigi e ha tenuto se-minari nelle università di Amiens, Ottawa e Montréal. Ha fatto parte del collettivo della rivista "Questions Féministes" e della redazione di "Le Genre Humain". Ha scritto numerosi saggi in riviste e opere collettive, e pubblicato i volumi L'idéologie raciste. Genèse et langage actuel (Mouton 1972; Gallimard, 2002), Sexe, Race et Pratique du Pouvoir (côté-femmes,1992, riedito nel 2016 da iXe) e Racism, Sexism, Power and Ideology (Routledge, 1995).