Training for mentor teachers responsible for the new hired teachers is increasing in our country.... more Training for mentor teachers responsible for the new hired teachers is increasing in our country. It encourages activities implemented by Regional School Offices and Universities charged of design, organize and develop them. Newly hired teachers training and probationary periods are currently regulated by Decree-Law of the Minister of Education No. 226, August 16, 2022, which supplemented and amended the previous Decree-Law No. 850, October 27, 2015. By the law, mentor teacher jobs are clearly crucial. Through the training action, they are responsible to introduce the newly hired colleagues into the professional community. They should support, counsel, work with and listen to foster newly hires full and active participation within the school community life promoting professional development and learning perspectives. Mentor teachers and newly hires are called upon to elaborate, experiment and validate teaching resources by systematic mutual observation. Peer observation is the method par excellence, not surprisingly recalled by both Decree-Laws previously mentioned. Peer observation indeed refers to the shared recursive reflection on what is done during the live teaching experience, and that has also educational purposes. Regardless the nature of newly hired teachers, mentor teachers hold mentoring functions.
I linguaggi della Pedagogia Speciale La prospettiva dei valori e dei contesti di vita, 2024
La Convenzione ONU promulga l’autodeterminazione delle persone con disabilità e l’accessibilità d... more La Convenzione ONU promulga l’autodeterminazione delle persone con disabilità e l’accessibilità dei contesti. Relativamente agli ambienti di apprendimento, la lingua facile è uno strumento che rende le informazioni accessibili e, in tal senso, è inclusivo. Nell’ambito della formazione professionale, la lingua facile consente alle persone con disabilità intellettiva di prendervi parte e, quindi, di avere maggiori possibilità di accedere a posizioni lavorative favorendo così una vita indipendente e autodeterminata. Tuttavia, in Italia l’utilizzo della lingua facile resta ancora circoscritto a poche sperimentazioni (Guerini, 2024). Questa la ragione per cui tra maggio e dicembre 2023 abbiamo condotto una ricerca esplorativa con un gruppo di 114 futuri insegnanti ed educatori/ici al fine di sondare le loro opinioni circa il suo impiego in ambito scolastico e universitario.
Evolved language models can be considered cultural machines, as they produce culture in the form ... more Evolved language models can be considered cultural machines, as they produce culture in the form of common sense (O'Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) and, at the same time, devices ideological, as they bring the dominant ideology into emergence. This is why their use (and that of artificial intelligence more generally) poses a gigantic educational problem. In agreement with scholars like Timnit Gebru, rather than questioning the possibility of machines becoming sentient, we should focus our attention on the way in which algorithms are trained, which use words - and, consequently, convey meanings - that they do not choose themselves, but which are transferred to them by the designers (Vygotsky, 2008; Zona & De Castro, 2022). It is precisely because of generalisation errors and the perpetual recombination of information on the Web that supervised and pre-trained models through Skinnerian reinforcement - such as, for instance, ChatGPT or, in the case of the research we will present here, text-to-image-models such as AI Text Generator - can become the mouthpiece of racist, sexist, and racist expressions and representations.
I modelli linguistici evoluti possono essere considerati macchine culturali, in quanto producono cultura sotto forma di senso comune (O’Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) e, al contempo, dispositivi ideologici, poiché portano in emersione l’ideologia dominante. Per questo motivo il loro utilizzo (e quello dell’intelligenza artificiale più in generale) pone un gigantesco problema educativo. In accordo con studiose come Timnit Gebru, più che interrogarci sulla possibilità che le macchine possano divenire senzienti, dovremmo concentrare la nostra attenzione sulle modalità di addestramento degli algoritmi, i quali utilizzano parole – e, di conseguenza, veicolano significati – che non scelgono autonomamente, ma che vengono loro trasferiti dai progettisti (Vygotskij, 2008; Zona & De Castro, 2022). È proprio a causa di errori di generalizzazione e della ricombinazione perpetua di informazioni presenti in Rete che modelli supervisionati e preaddestrati attraverso il rinforzo skinneriano – come, ad esempio, ChatGPT o, nel caso della ricerca che presenteremo in questa sede, Text-to-image-model come AI Text Generator – possono farsi portavoce di espressioni e rappresentazioni razziste, sessiste e, più in generale, discriminatorie.
Quando pensiamo a insegnanti, l’immagine che ne scaturisce è abbastanza convenzionale (Bocci, 200... more Quando pensiamo a insegnanti, l’immagine che ne scaturisce è abbastanza convenzionale (Bocci, 2002; Zona & De Castro, 2020). Questa raffigurazione è, almeno in parte, confermata dai dati: nelle nostre scuole, le insegnanti di genere femminile rappresentano l’81,4% mentre quelli di genere maschile il 18,6% (MIUR, 31/08/2023). Cosa possiamo dire, invece, di tutt coloro che non si riconoscono nel binarismo di genere? E, soprattutto, come si sentono all’interno di un contesto – quello scolastico – nel quale non sono neanche contemplate, tanto da non rientrare nelle statistiche ufficiali? Queste sono le domande dalle quali si è originata la nostra ricerca, che sul piano metodologico ha assunto la forma di uno studio di caso.
Italian Journal of Special Education for Inclusion, 2023
The development of platforms such as YouTube, Instagram, TikTok and so on has significantly ampli... more The development of platforms such as YouTube, Instagram, TikTok and so on has significantly amplified the ability of ordinary people not only to consume content but also to create it directly. In recent years, the number of creators-people who plan, produce and package their own messages-has progressively increased. There are certainly economic reasons behind this phenomenon: the possibility-offered by Internet-to obtain new forms of independent income. However, many creators seem to be motivated above all by the desire to create social content and denounce inequalities and injustices. Taking these assumptions as a background-and adopting an intersectional perspective-the authors of this paper present the first results of a research-training experience conducted with 99 students (that is teacher in training) attending the Inclusive Teaching Laboratory activated at the degree course of Primary Education Sciences (Department of Education, Roma Tre University). The aim of the project was to verify whether and to what extent the products created by social creators can be perceived by teachers in training as possible didactic aids to be used at school to address the topic of human differences and inclusive processes.
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposiz... more Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
La colonizzazione dell’immaginario nell’ecosistema social. Un’analisi intersezionale della rappre... more La colonizzazione dell’immaginario nell’ecosistema social. Un’analisi intersezionale della rappresentazione delle differenze estetico-culturali nelle politiche di marketing dei brand
Sommario
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
As early as the 1970s, activists such as Assata Shakur addressed the issue of the imposition of white cultural and aesthetic models and the risk of these being uncritically acquired by the new generations of the African American community. Today, the space of social networks seems to allow greater freedom in the representation of the self and in the choice of contents to follow, enabling modes of self-representation and processes of empowerment. However, in the virtual dimension of the Web, the social, class, race, dis/ability and gender asymmetries that characterise onlife seem to be replicated. Assuming an intersectional perspective, the authors of this contribution propose the first results of an exploratory research aimed at investigating the degree of inclusiveness of companies operating on the Net and their effective capacity to offer, within the advertising campaigns, a representation of the multiform identity spectrum. Specifically, the Instagram profiles of well-known brands in the fields of cosmetics, make-up and fashion are analysed as case studies.
Keywords: cultural models, inclusion, intersectionality, brand, Instagram.
Gli algoritmi sono convenzionalmente descritti come processi logico-formali che, muovendo da una ... more Gli algoritmi sono convenzionalmente descritti come processi logico-formali che, muovendo da una condizione di partenza e utilizzando una serie di parametri, consentono la risoluzione dei problemi più disparati, venendo in soccorso dell'essere umano nell'espletamento delle sue incombenze quotidiane (Zona e De Castro, 2020; Zona e De Castro, 2022). I vantaggi che ne scaturiscono non sono sicuramente trascurabili ma, allo stesso tempo, andrebbero contemplate e analizzate le implicazioni di carattere etico che il ricorso a essi comporta e, in particolare, la funzione svolta nei processi di condizionamento delle condotte umane, soprattutto in considerazione del larghissimo utilizzo che degli algoritmi si fa in Rete. Da alcuni anni, un filone di ricerca sempre più rilevante si sforza di analizzare gli algoritmi come costrutti culturali, come espressione, cioè, della cultura di appartenenza del progettista e, più in generale, della vision delle aziende che li utilizzano. Questa circostanza è decisiva poiché-come dimostrano i "Report sulla diversità" rilasciati da Google (2021), Apple (2020) e Facebook (15 luglio 2022)-i progettisti sono in larghissima parte maschi bianchi eterosessuali e abili, e hanno il privilegio non solo di predeterminare domande e risposte che l'algoritmo deve fornire, ma anche di scegliere il dataset su cui farlo esercitare. Per analizzare i processi di apprendimento/addestramento degli algoritmi e, in particolare, gli errori più frequenti in cui essi incorrono-e che svolgono un ruolo non secondario nella propalazione di stereotipi sessisti, razzisti, classisti e abilisti-, ci siamo riferiti alle teorie di Lev Vygotskij (2008; Vygotskij e Lurija, 1987) sull'apprendimento infantile. È evidente, a nostro avviso, che tra il progettista e l'algoritmo si instauri un rapporto che, per molti versi, è analogo a quello che fin dai primi mesi di vita si istituisce fra il bambino e l'adulto e che poi, nel corso degli anni, può dare luogo alla Zona di Sviluppo Prossimo, nella quale-come è noto-il soggetto più esperto interviene a supporto di quello con minori competenze. Anche il progettista interviene in soccorso del costrutto algoritmico, fornendogli i criteri per una organizzazione sistematica dei concetti.
Roblox come prima porta d'accesso al Metaverso? Opportunità per lo sviluppo della creatività e ri... more Roblox come prima porta d'accesso al Metaverso? Opportunità per lo sviluppo della creatività e rischi per la privacy degli adolescenti
I termini “felicità” e “benessere” vengono spesso considerati dei sinonimi e utilizzati come tali... more I termini “felicità” e “benessere” vengono spesso considerati dei sinonimi e utilizzati come tali nel linguaggio corrente ma, nonostante essi presentino dei tratti comuni, rimandano a concezioni della vita molto diverse fra loro: non a caso, con “felicità” si intende in genere uno stato emotivo/affettivo positivo e gratificante per il soggetto mentre con “benessere” si allude a una condizione di agiatezza ottenuta grazie a una larga disponibilità di beni materiali e di consumo. Partendo da questa considerazione, gli autori, assumendo come sfondo la questione dell’inclusione collocata nell’alveo della prospettiva dei Disability Studies, sostengono però che solo la fruizione collettiva e condivisa del benessere può dar luogo a una felicità autenticamente inclusiva e, a tale scopo, recuperano la lezione di C.R.L. James, il grande intellettuale e attivista caraibico autore de I giacobini neri, che nei suoi scritti ha messo proprio la “lotta per la felicità” al centro dell’azione politica, sulla scia di Saint Just e degli ideali della Rivoluzione francese ma anche de i grandi movimenti novecenteschi anticolonialisti. In tal senso, attualizzano il discorso nel dibattito attuale sui processi inclusivi a scuola e nella società.
The terms "happiness" and "well-being" are often considered synonyms and used as such in everyday language, but although they share common features, they refer to very different concept ions of life: not coincidentally, "happiness" generally means a positive and gratifying emotional/affective state for the subject while "well-being" alludes to a condition of affluence obtained through a wide availability of material and consumer goods. Starting from this consideration, however, the authors, taking as a background the issue of inclusion and the Disability Studies perspective as theoretical framework, argue that only the collective and shared enjoyment of well-being can give rise to a genuinely inclusive happiness and, to this end, they recover the lesson of C.R.L. James, the great Caribbean intellectual and activist author of The Black Jacobins, who in his writings placed precisely the "struggle for happiness" at the center of political action, in the wake of Saint Just and the ideals of the French Revolution but also of the great twentieth-century anticolonialist movements. In this way, in the conclusions, they update the discourse in the current debate on inclusive processes in school and in society.
Italian Journal of Special Education for inclusion, 2022
Body, in its incessant process of mutation, reflects the complexity of the dynamics that today co... more Body, in its incessant process of mutation, reflects the complexity of the dynamics that today contribute to defining the concept of identity, which can no longer be circumscribed within the binary logic based on sex and gender variants, but is destined to assume a fluid and multiform dimension. Although with difficulty, western culture is beginning to acknowledge this change in horizon, which has obvious repercussions on the level of social behaviour and human relations, while it dedicates very little attention to the technological transformations of the body, which is set to emancipate itself from the chains of the flesh and to hybridise itself ever more profoundly with machines. Yet cyborgs, through an intricate network of grafts, mechanical and electronic prostheses, have long been among us, while, thanks to the continuous progress made in the field of artificial intelligence and new materials, androids now represent the near future of the post-human condition. The essay sets out to analyse developments in human/machine interaction, reflecting in particular on its repercussions in the field of identity and the ethical and philosophical questions it introduces. Therefore, is machine education new frontier of pedagogy.
Technological artifacts represent the historical-cultural products able to mediate our relationsh... more Technological artifacts represent the historical-cultural products able to mediate our relationship with a world in continuous and rapid transformation. They, therefore, act as intermediaries with the environment around us and especially with the Other with which we are in “connection”. Therefore, while technology is affected by the cultural influences of those who produce it, it also directly affects the process of individuation of subjects, social organization and politics, re-proposing and amplifying power relations. In a digitalized capitalist universe, where the dominant paradigms of reference are still white, cisgender, and able-bodied men, the proposal is to adopt an intersectional approach – one that simultaneously takes into account variables of gender, race, class, sexuality, and ability – to reread the bias of cultural choices and responses provided by algorithms.
Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (Statcounter, 2022) e molti utenti lo riten... more Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (Statcounter, 2022) e molti utenti lo ritengono uno strumento indispensabile per accedere a qualsiasi contenuto presente in Rete. Tuttavia, non si può sottacere il fatto che il servizio offerto dall’azienda di Mountain View sia subordinato ai profitti che essa ricava dalla vendita a terze parti – per fini pubblicitari – dei dati degli utenti. Durante la pandemia, quest’ultimo aspetto è divenuto ancora più evidente e ha assunto una particolare rilevanza
nel caso dei minori che, per seguire la didattica a distanza, sono stati obbligati dalle scuole ad aprire una propria mail istituzionale per poter utilizzare le piattaforme di Google. Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire i preoccupanti risvolti che questa imponente migrazione digitale verso l’impero creato da Page & Brin comporta sul piano della privacy e, più in generale, della democrazia.
Google is the most widely used search engine in the world (Statcounter, 2022) and many users consider it an indispensable tool for accessing any content on the Web. Nevertheless, one cannot overlook the fact that the service offered by the Mountain View company is subordinate to the profits it makes from selling user data to third parties-for advertising purposes. During the pandemic, the latter aspect became even more evident and took on particular relevance in the case of minors who,
in order to follow distance education, were forced by schools to open their own institutional email in order to use Google's platforms. The objective of this paper is to explore the worrying implications that this massive digital migration to the empire created by Page & Brin entails in terms of privacy
and, more generally, of democracy.
Il concetto di benessere può essere affrontato da varie prospettive che hanno, però, un minimo co... more Il concetto di benessere può essere affrontato da varie prospettive che hanno, però, un minimo comune denominatore e cioè il godimento collettivo di relazioni, beni, opportunità. Date queste condizioni di partenza, nel concetto di benessere è necessariamente presente un rimando all'inclusione sociale, come contesto ineludibile all'interno del quale sperimentare la misura effettiva e le ricadute materiali generate dalla sua applicazione.
Algorithmic machines need, on the one hand, the technical knowledge of the designers who instruct... more Algorithmic machines need, on the one hand, the technical knowledge of the designers who instruct them and, on the other, of the streams of social knowledge circulating on the Net, produced by the multitude of people who frequent it. It is, in essence, a circular process: the answers that the algorithm provides at the moment it is queried - as in the case of search engines search engines - are conditioned by the cultural criteria adopted in design and supervision, and may in turn influence (or reinforce) the belief set and imaginary of end users. At the same time, however, algorithms sift through the communicative/linguistic magma of the Web and, where they intercept relevant cultural manifestations or social behaviors in the context of public debate, they may pander to them or, at any rate, take them into account. Algorithms, therefore, cannot be considered as mere mathematical constructs, but rather real cultural machines capable of conditioning people's conducts and building social consensus around a given set of values and practices.
Le macchine algoritmiche necessitano, da un lato, del sapere tecnico dei progettisti che le istruiscono e, dall’altro, dei flussi di sapere sociale che circolano in Rete, prodotti dalla moltitudine di persone che la frequentano. Si tratta, in sostanza, di un processo circolare: le risposte che l‘algoritmo fornisce nel momento in cui viene interrogato — come nel caso dei motori di ricerca - sono condizionate dai criteri culturali adottati in fase di progettazione e di supervisione e possono a loro volta influenzare (o rafforzare) il set di credenze e l'immaginario degli utilizzatori finali. Allo stesso tempo, però, gli algoritmi passano al setaccio il magma comunicativo/linguistico della Rete e, laddove intercettino manifestazioni culturali o comportamenti sociali rilevanti nell’ambito del dibattito pubblico, possono assecondarli o, comunque, tenerne conto. Gli algoritmi, perciò, non possono essere considerati come semplici costrutti matematici, ma piuttosto delle vere e proprie macchine culturali in grado di condizionare le condotte delle persone, e di costruire consenso sociale attorno a un determinato set di valori e di pratiche.
La fase di transizione dal periodo feudale a quello capitalistico introduce una serie di strategi... more La fase di transizione dal periodo feudale a quello capitalistico introduce una serie di strategie di disciplinamento e addestramento dei corpi, che legano il concetto di “normalità” a quello di produttività. Ciò comporta un’adesione sempre più forte ai principi morali e religiosi che penalizzano i corpi altri. In questo contesto culturale, si sviluppa il proletariato e, parallelamente, viene portato un attacco al corpo femminile, culminato nella cosiddetta caccia alle streghe, ma che coinvolge anche altre figure perturbanti, socialmente incompatibili poiché ritenute improduttive, come lo “storpio segnato da Dio”, o in quanto ricorrono all’uso della forza per emanciparsi dalla cultura patriarcale, come le donne pirata. Tutto ciò si riflette nell’immaginario collettivo fino ai giorni nostri, a testimonianza del peso esercitato dalle culture del potere.
The transition phase from feudal to capitalist society introduces a series of strategies for disciplining and training bodies,linking the concept of 'normality' to that of productivity. This involves an increasingly strong adherence to moral and re‐ligious principles that penalise other bodies. In this cultural context, the proletariat develops and, in parallel, an attack is carried out on the female body, culminating in the so‐called witch‐hunt, but also involving other disturbing figures, sociallyincompatible because they are considered unproductive, such as the 'cripple marked by God', or because they use forceto emancipate themselves from patriarchal culture, such as female pirates. All this is reflected in the social imaginary upto the present day, testifying the influence exercised by cultures of power.
This book contains a series of essays linked by a common thread: the relationship between technol... more This book contains a series of essays linked by a common thread: the relationship between technology, languages and informal educational practices. Connecting these three subsets is the concept of culture, understood not as a simple common denominator but as a lens for reading all the phenomena examined. This means attempting to read technology from the subjects and not from the tools they use. It is a distinction, we think, not insignificant. If, in fact, we consider digital technologies to be mere tools, whose value changes according to the use made of them, we risk falling into an obsolete determinism that cannot tell us anything about the transformations that these technologies have triggered. If, instead, we bring to light their nature of social devices we can try to grasp their constituent power. It is not a gamble to say that devices produce subjectivity: we need only think of the set of social and communicative practices that have arisen around the use of Apps, of the subcultures generated by video games, of the online communities that, thanks to connective psycho-technologies, have chosen the Net as their home. All this inevitably reverberates on learning processes, which today must be contextualized within the multiplicity of environments – real and virtual – in which they are located. The complex nature of these processes, moreover, directly influences the modes, forms and times of teaching, whose territories now expand far beyond the institutional boundaries of the school and are threatened by the proliferation of informal educational agencies and didactic strategies that are often difficult to understand but, not for this reason, less effective.
Algorithms are conventionally described (Zona & De Castro, 2020) as logical-formal processes that... more Algorithms are conventionally described (Zona & De Castro, 2020) as logical-formal processes that, moving from a starting condition and using a series of parameters, allow the resolution of the most different problems, helping human beings in their daily tasks. Advantages are certainly not negligible, but at the same time, the ethical implications of using algorithms should be considered and analysed, in particular the role played in the processes of conditioning human behaviour, especially in view of the widespread use of algorithms on the Net. For some years now, an increasingly relevant line of research (
Training for mentor teachers responsible for the new hired teachers is increasing in our country.... more Training for mentor teachers responsible for the new hired teachers is increasing in our country. It encourages activities implemented by Regional School Offices and Universities charged of design, organize and develop them. Newly hired teachers training and probationary periods are currently regulated by Decree-Law of the Minister of Education No. 226, August 16, 2022, which supplemented and amended the previous Decree-Law No. 850, October 27, 2015. By the law, mentor teacher jobs are clearly crucial. Through the training action, they are responsible to introduce the newly hired colleagues into the professional community. They should support, counsel, work with and listen to foster newly hires full and active participation within the school community life promoting professional development and learning perspectives. Mentor teachers and newly hires are called upon to elaborate, experiment and validate teaching resources by systematic mutual observation. Peer observation is the method par excellence, not surprisingly recalled by both Decree-Laws previously mentioned. Peer observation indeed refers to the shared recursive reflection on what is done during the live teaching experience, and that has also educational purposes. Regardless the nature of newly hired teachers, mentor teachers hold mentoring functions.
I linguaggi della Pedagogia Speciale La prospettiva dei valori e dei contesti di vita, 2024
La Convenzione ONU promulga l’autodeterminazione delle persone con disabilità e l’accessibilità d... more La Convenzione ONU promulga l’autodeterminazione delle persone con disabilità e l’accessibilità dei contesti. Relativamente agli ambienti di apprendimento, la lingua facile è uno strumento che rende le informazioni accessibili e, in tal senso, è inclusivo. Nell’ambito della formazione professionale, la lingua facile consente alle persone con disabilità intellettiva di prendervi parte e, quindi, di avere maggiori possibilità di accedere a posizioni lavorative favorendo così una vita indipendente e autodeterminata. Tuttavia, in Italia l’utilizzo della lingua facile resta ancora circoscritto a poche sperimentazioni (Guerini, 2024). Questa la ragione per cui tra maggio e dicembre 2023 abbiamo condotto una ricerca esplorativa con un gruppo di 114 futuri insegnanti ed educatori/ici al fine di sondare le loro opinioni circa il suo impiego in ambito scolastico e universitario.
Evolved language models can be considered cultural machines, as they produce culture in the form ... more Evolved language models can be considered cultural machines, as they produce culture in the form of common sense (O'Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) and, at the same time, devices ideological, as they bring the dominant ideology into emergence. This is why their use (and that of artificial intelligence more generally) poses a gigantic educational problem. In agreement with scholars like Timnit Gebru, rather than questioning the possibility of machines becoming sentient, we should focus our attention on the way in which algorithms are trained, which use words - and, consequently, convey meanings - that they do not choose themselves, but which are transferred to them by the designers (Vygotsky, 2008; Zona & De Castro, 2022). It is precisely because of generalisation errors and the perpetual recombination of information on the Web that supervised and pre-trained models through Skinnerian reinforcement - such as, for instance, ChatGPT or, in the case of the research we will present here, text-to-image-models such as AI Text Generator - can become the mouthpiece of racist, sexist, and racist expressions and representations.
I modelli linguistici evoluti possono essere considerati macchine culturali, in quanto producono cultura sotto forma di senso comune (O’Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) e, al contempo, dispositivi ideologici, poiché portano in emersione l’ideologia dominante. Per questo motivo il loro utilizzo (e quello dell’intelligenza artificiale più in generale) pone un gigantesco problema educativo. In accordo con studiose come Timnit Gebru, più che interrogarci sulla possibilità che le macchine possano divenire senzienti, dovremmo concentrare la nostra attenzione sulle modalità di addestramento degli algoritmi, i quali utilizzano parole – e, di conseguenza, veicolano significati – che non scelgono autonomamente, ma che vengono loro trasferiti dai progettisti (Vygotskij, 2008; Zona & De Castro, 2022). È proprio a causa di errori di generalizzazione e della ricombinazione perpetua di informazioni presenti in Rete che modelli supervisionati e preaddestrati attraverso il rinforzo skinneriano – come, ad esempio, ChatGPT o, nel caso della ricerca che presenteremo in questa sede, Text-to-image-model come AI Text Generator – possono farsi portavoce di espressioni e rappresentazioni razziste, sessiste e, più in generale, discriminatorie.
Quando pensiamo a insegnanti, l’immagine che ne scaturisce è abbastanza convenzionale (Bocci, 200... more Quando pensiamo a insegnanti, l’immagine che ne scaturisce è abbastanza convenzionale (Bocci, 2002; Zona & De Castro, 2020). Questa raffigurazione è, almeno in parte, confermata dai dati: nelle nostre scuole, le insegnanti di genere femminile rappresentano l’81,4% mentre quelli di genere maschile il 18,6% (MIUR, 31/08/2023). Cosa possiamo dire, invece, di tutt coloro che non si riconoscono nel binarismo di genere? E, soprattutto, come si sentono all’interno di un contesto – quello scolastico – nel quale non sono neanche contemplate, tanto da non rientrare nelle statistiche ufficiali? Queste sono le domande dalle quali si è originata la nostra ricerca, che sul piano metodologico ha assunto la forma di uno studio di caso.
Italian Journal of Special Education for Inclusion, 2023
The development of platforms such as YouTube, Instagram, TikTok and so on has significantly ampli... more The development of platforms such as YouTube, Instagram, TikTok and so on has significantly amplified the ability of ordinary people not only to consume content but also to create it directly. In recent years, the number of creators-people who plan, produce and package their own messages-has progressively increased. There are certainly economic reasons behind this phenomenon: the possibility-offered by Internet-to obtain new forms of independent income. However, many creators seem to be motivated above all by the desire to create social content and denounce inequalities and injustices. Taking these assumptions as a background-and adopting an intersectional perspective-the authors of this paper present the first results of a research-training experience conducted with 99 students (that is teacher in training) attending the Inclusive Teaching Laboratory activated at the degree course of Primary Education Sciences (Department of Education, Roma Tre University). The aim of the project was to verify whether and to what extent the products created by social creators can be perceived by teachers in training as possible didactic aids to be used at school to address the topic of human differences and inclusive processes.
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposiz... more Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
La colonizzazione dell’immaginario nell’ecosistema social. Un’analisi intersezionale della rappre... more La colonizzazione dell’immaginario nell’ecosistema social. Un’analisi intersezionale della rappresentazione delle differenze estetico-culturali nelle politiche di marketing dei brand
Sommario
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
As early as the 1970s, activists such as Assata Shakur addressed the issue of the imposition of white cultural and aesthetic models and the risk of these being uncritically acquired by the new generations of the African American community. Today, the space of social networks seems to allow greater freedom in the representation of the self and in the choice of contents to follow, enabling modes of self-representation and processes of empowerment. However, in the virtual dimension of the Web, the social, class, race, dis/ability and gender asymmetries that characterise onlife seem to be replicated. Assuming an intersectional perspective, the authors of this contribution propose the first results of an exploratory research aimed at investigating the degree of inclusiveness of companies operating on the Net and their effective capacity to offer, within the advertising campaigns, a representation of the multiform identity spectrum. Specifically, the Instagram profiles of well-known brands in the fields of cosmetics, make-up and fashion are analysed as case studies.
Keywords: cultural models, inclusion, intersectionality, brand, Instagram.
Gli algoritmi sono convenzionalmente descritti come processi logico-formali che, muovendo da una ... more Gli algoritmi sono convenzionalmente descritti come processi logico-formali che, muovendo da una condizione di partenza e utilizzando una serie di parametri, consentono la risoluzione dei problemi più disparati, venendo in soccorso dell'essere umano nell'espletamento delle sue incombenze quotidiane (Zona e De Castro, 2020; Zona e De Castro, 2022). I vantaggi che ne scaturiscono non sono sicuramente trascurabili ma, allo stesso tempo, andrebbero contemplate e analizzate le implicazioni di carattere etico che il ricorso a essi comporta e, in particolare, la funzione svolta nei processi di condizionamento delle condotte umane, soprattutto in considerazione del larghissimo utilizzo che degli algoritmi si fa in Rete. Da alcuni anni, un filone di ricerca sempre più rilevante si sforza di analizzare gli algoritmi come costrutti culturali, come espressione, cioè, della cultura di appartenenza del progettista e, più in generale, della vision delle aziende che li utilizzano. Questa circostanza è decisiva poiché-come dimostrano i "Report sulla diversità" rilasciati da Google (2021), Apple (2020) e Facebook (15 luglio 2022)-i progettisti sono in larghissima parte maschi bianchi eterosessuali e abili, e hanno il privilegio non solo di predeterminare domande e risposte che l'algoritmo deve fornire, ma anche di scegliere il dataset su cui farlo esercitare. Per analizzare i processi di apprendimento/addestramento degli algoritmi e, in particolare, gli errori più frequenti in cui essi incorrono-e che svolgono un ruolo non secondario nella propalazione di stereotipi sessisti, razzisti, classisti e abilisti-, ci siamo riferiti alle teorie di Lev Vygotskij (2008; Vygotskij e Lurija, 1987) sull'apprendimento infantile. È evidente, a nostro avviso, che tra il progettista e l'algoritmo si instauri un rapporto che, per molti versi, è analogo a quello che fin dai primi mesi di vita si istituisce fra il bambino e l'adulto e che poi, nel corso degli anni, può dare luogo alla Zona di Sviluppo Prossimo, nella quale-come è noto-il soggetto più esperto interviene a supporto di quello con minori competenze. Anche il progettista interviene in soccorso del costrutto algoritmico, fornendogli i criteri per una organizzazione sistematica dei concetti.
Roblox come prima porta d'accesso al Metaverso? Opportunità per lo sviluppo della creatività e ri... more Roblox come prima porta d'accesso al Metaverso? Opportunità per lo sviluppo della creatività e rischi per la privacy degli adolescenti
I termini “felicità” e “benessere” vengono spesso considerati dei sinonimi e utilizzati come tali... more I termini “felicità” e “benessere” vengono spesso considerati dei sinonimi e utilizzati come tali nel linguaggio corrente ma, nonostante essi presentino dei tratti comuni, rimandano a concezioni della vita molto diverse fra loro: non a caso, con “felicità” si intende in genere uno stato emotivo/affettivo positivo e gratificante per il soggetto mentre con “benessere” si allude a una condizione di agiatezza ottenuta grazie a una larga disponibilità di beni materiali e di consumo. Partendo da questa considerazione, gli autori, assumendo come sfondo la questione dell’inclusione collocata nell’alveo della prospettiva dei Disability Studies, sostengono però che solo la fruizione collettiva e condivisa del benessere può dar luogo a una felicità autenticamente inclusiva e, a tale scopo, recuperano la lezione di C.R.L. James, il grande intellettuale e attivista caraibico autore de I giacobini neri, che nei suoi scritti ha messo proprio la “lotta per la felicità” al centro dell’azione politica, sulla scia di Saint Just e degli ideali della Rivoluzione francese ma anche de i grandi movimenti novecenteschi anticolonialisti. In tal senso, attualizzano il discorso nel dibattito attuale sui processi inclusivi a scuola e nella società.
The terms "happiness" and "well-being" are often considered synonyms and used as such in everyday language, but although they share common features, they refer to very different concept ions of life: not coincidentally, "happiness" generally means a positive and gratifying emotional/affective state for the subject while "well-being" alludes to a condition of affluence obtained through a wide availability of material and consumer goods. Starting from this consideration, however, the authors, taking as a background the issue of inclusion and the Disability Studies perspective as theoretical framework, argue that only the collective and shared enjoyment of well-being can give rise to a genuinely inclusive happiness and, to this end, they recover the lesson of C.R.L. James, the great Caribbean intellectual and activist author of The Black Jacobins, who in his writings placed precisely the "struggle for happiness" at the center of political action, in the wake of Saint Just and the ideals of the French Revolution but also of the great twentieth-century anticolonialist movements. In this way, in the conclusions, they update the discourse in the current debate on inclusive processes in school and in society.
Italian Journal of Special Education for inclusion, 2022
Body, in its incessant process of mutation, reflects the complexity of the dynamics that today co... more Body, in its incessant process of mutation, reflects the complexity of the dynamics that today contribute to defining the concept of identity, which can no longer be circumscribed within the binary logic based on sex and gender variants, but is destined to assume a fluid and multiform dimension. Although with difficulty, western culture is beginning to acknowledge this change in horizon, which has obvious repercussions on the level of social behaviour and human relations, while it dedicates very little attention to the technological transformations of the body, which is set to emancipate itself from the chains of the flesh and to hybridise itself ever more profoundly with machines. Yet cyborgs, through an intricate network of grafts, mechanical and electronic prostheses, have long been among us, while, thanks to the continuous progress made in the field of artificial intelligence and new materials, androids now represent the near future of the post-human condition. The essay sets out to analyse developments in human/machine interaction, reflecting in particular on its repercussions in the field of identity and the ethical and philosophical questions it introduces. Therefore, is machine education new frontier of pedagogy.
Technological artifacts represent the historical-cultural products able to mediate our relationsh... more Technological artifacts represent the historical-cultural products able to mediate our relationship with a world in continuous and rapid transformation. They, therefore, act as intermediaries with the environment around us and especially with the Other with which we are in “connection”. Therefore, while technology is affected by the cultural influences of those who produce it, it also directly affects the process of individuation of subjects, social organization and politics, re-proposing and amplifying power relations. In a digitalized capitalist universe, where the dominant paradigms of reference are still white, cisgender, and able-bodied men, the proposal is to adopt an intersectional approach – one that simultaneously takes into account variables of gender, race, class, sexuality, and ability – to reread the bias of cultural choices and responses provided by algorithms.
Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (Statcounter, 2022) e molti utenti lo riten... more Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (Statcounter, 2022) e molti utenti lo ritengono uno strumento indispensabile per accedere a qualsiasi contenuto presente in Rete. Tuttavia, non si può sottacere il fatto che il servizio offerto dall’azienda di Mountain View sia subordinato ai profitti che essa ricava dalla vendita a terze parti – per fini pubblicitari – dei dati degli utenti. Durante la pandemia, quest’ultimo aspetto è divenuto ancora più evidente e ha assunto una particolare rilevanza
nel caso dei minori che, per seguire la didattica a distanza, sono stati obbligati dalle scuole ad aprire una propria mail istituzionale per poter utilizzare le piattaforme di Google. Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire i preoccupanti risvolti che questa imponente migrazione digitale verso l’impero creato da Page & Brin comporta sul piano della privacy e, più in generale, della democrazia.
Google is the most widely used search engine in the world (Statcounter, 2022) and many users consider it an indispensable tool for accessing any content on the Web. Nevertheless, one cannot overlook the fact that the service offered by the Mountain View company is subordinate to the profits it makes from selling user data to third parties-for advertising purposes. During the pandemic, the latter aspect became even more evident and took on particular relevance in the case of minors who,
in order to follow distance education, were forced by schools to open their own institutional email in order to use Google's platforms. The objective of this paper is to explore the worrying implications that this massive digital migration to the empire created by Page & Brin entails in terms of privacy
and, more generally, of democracy.
Il concetto di benessere può essere affrontato da varie prospettive che hanno, però, un minimo co... more Il concetto di benessere può essere affrontato da varie prospettive che hanno, però, un minimo comune denominatore e cioè il godimento collettivo di relazioni, beni, opportunità. Date queste condizioni di partenza, nel concetto di benessere è necessariamente presente un rimando all'inclusione sociale, come contesto ineludibile all'interno del quale sperimentare la misura effettiva e le ricadute materiali generate dalla sua applicazione.
Algorithmic machines need, on the one hand, the technical knowledge of the designers who instruct... more Algorithmic machines need, on the one hand, the technical knowledge of the designers who instruct them and, on the other, of the streams of social knowledge circulating on the Net, produced by the multitude of people who frequent it. It is, in essence, a circular process: the answers that the algorithm provides at the moment it is queried - as in the case of search engines search engines - are conditioned by the cultural criteria adopted in design and supervision, and may in turn influence (or reinforce) the belief set and imaginary of end users. At the same time, however, algorithms sift through the communicative/linguistic magma of the Web and, where they intercept relevant cultural manifestations or social behaviors in the context of public debate, they may pander to them or, at any rate, take them into account. Algorithms, therefore, cannot be considered as mere mathematical constructs, but rather real cultural machines capable of conditioning people's conducts and building social consensus around a given set of values and practices.
Le macchine algoritmiche necessitano, da un lato, del sapere tecnico dei progettisti che le istruiscono e, dall’altro, dei flussi di sapere sociale che circolano in Rete, prodotti dalla moltitudine di persone che la frequentano. Si tratta, in sostanza, di un processo circolare: le risposte che l‘algoritmo fornisce nel momento in cui viene interrogato — come nel caso dei motori di ricerca - sono condizionate dai criteri culturali adottati in fase di progettazione e di supervisione e possono a loro volta influenzare (o rafforzare) il set di credenze e l'immaginario degli utilizzatori finali. Allo stesso tempo, però, gli algoritmi passano al setaccio il magma comunicativo/linguistico della Rete e, laddove intercettino manifestazioni culturali o comportamenti sociali rilevanti nell’ambito del dibattito pubblico, possono assecondarli o, comunque, tenerne conto. Gli algoritmi, perciò, non possono essere considerati come semplici costrutti matematici, ma piuttosto delle vere e proprie macchine culturali in grado di condizionare le condotte delle persone, e di costruire consenso sociale attorno a un determinato set di valori e di pratiche.
La fase di transizione dal periodo feudale a quello capitalistico introduce una serie di strategi... more La fase di transizione dal periodo feudale a quello capitalistico introduce una serie di strategie di disciplinamento e addestramento dei corpi, che legano il concetto di “normalità” a quello di produttività. Ciò comporta un’adesione sempre più forte ai principi morali e religiosi che penalizzano i corpi altri. In questo contesto culturale, si sviluppa il proletariato e, parallelamente, viene portato un attacco al corpo femminile, culminato nella cosiddetta caccia alle streghe, ma che coinvolge anche altre figure perturbanti, socialmente incompatibili poiché ritenute improduttive, come lo “storpio segnato da Dio”, o in quanto ricorrono all’uso della forza per emanciparsi dalla cultura patriarcale, come le donne pirata. Tutto ciò si riflette nell’immaginario collettivo fino ai giorni nostri, a testimonianza del peso esercitato dalle culture del potere.
The transition phase from feudal to capitalist society introduces a series of strategies for disciplining and training bodies,linking the concept of 'normality' to that of productivity. This involves an increasingly strong adherence to moral and re‐ligious principles that penalise other bodies. In this cultural context, the proletariat develops and, in parallel, an attack is carried out on the female body, culminating in the so‐called witch‐hunt, but also involving other disturbing figures, sociallyincompatible because they are considered unproductive, such as the 'cripple marked by God', or because they use forceto emancipate themselves from patriarchal culture, such as female pirates. All this is reflected in the social imaginary upto the present day, testifying the influence exercised by cultures of power.
This book contains a series of essays linked by a common thread: the relationship between technol... more This book contains a series of essays linked by a common thread: the relationship between technology, languages and informal educational practices. Connecting these three subsets is the concept of culture, understood not as a simple common denominator but as a lens for reading all the phenomena examined. This means attempting to read technology from the subjects and not from the tools they use. It is a distinction, we think, not insignificant. If, in fact, we consider digital technologies to be mere tools, whose value changes according to the use made of them, we risk falling into an obsolete determinism that cannot tell us anything about the transformations that these technologies have triggered. If, instead, we bring to light their nature of social devices we can try to grasp their constituent power. It is not a gamble to say that devices produce subjectivity: we need only think of the set of social and communicative practices that have arisen around the use of Apps, of the subcultures generated by video games, of the online communities that, thanks to connective psycho-technologies, have chosen the Net as their home. All this inevitably reverberates on learning processes, which today must be contextualized within the multiplicity of environments – real and virtual – in which they are located. The complex nature of these processes, moreover, directly influences the modes, forms and times of teaching, whose territories now expand far beyond the institutional boundaries of the school and are threatened by the proliferation of informal educational agencies and didactic strategies that are often difficult to understand but, not for this reason, less effective.
Algorithms are conventionally described (Zona & De Castro, 2020) as logical-formal processes that... more Algorithms are conventionally described (Zona & De Castro, 2020) as logical-formal processes that, moving from a starting condition and using a series of parameters, allow the resolution of the most different problems, helping human beings in their daily tasks. Advantages are certainly not negligible, but at the same time, the ethical implications of using algorithms should be considered and analysed, in particular the role played in the processes of conditioning human behaviour, especially in view of the widespread use of algorithms on the Net. For some years now, an increasingly relevant line of research (
Learning Analytics aims to build a pedagogical approach adapted to the complexity of contemporary... more Learning Analytics aims to build a pedagogical approach adapted to the complexity of contemporary society. In order to profile the students and get detailed feedback on their learning, L.A. techniques use Big Data, managed by algorithms that feed on the sensitive data of the students in order to control their performance and orient - in an educational sense - their behaviors. Each student is systematically monitored during his or her activities on the Net, which, on the one hand, may favour the personalization of the teaching-learning process, but on the other hand it raises questions about respect for privacy and the protection of the personal data collected. The combination of Learning Analytics and Social Network Analysis, then, offers the opportunity to frame students in those virtual social environments from which they usually get information, cultural content and behavioral patterns. In monitoring students within their relational networks, however, it is necessary to consider the multiple pitfalls that they may encounter when they abandon dedicated educational platforms and navigate the "open sea" of the Net. The tools to be used in support of L.A. should therefore include training activities for teachers, aimed at making them aware of the difficulties associated with monitoring students in the "social" universe, within which informal learning processes are often contaminated by cultural, ethnic and gender stereotypes.
Il Learning Analytics ha l'obiettivo di costruire un approccio pedagogico adeguato alla complessità della società contemporanea. Per profilare gli studenti e avere feedback dettagliati sul loro apprendimento, le tecniche di LA si servono di Big Data, gestiti da algoritmi che si alimentano dei dati sensibili degli studenti al fine di controllarne le prestazioni e orientarne-in senso educativo-i comportamenti. Ciascuno studente viene sistematicamente monitorato nel corso delle sue attività in Rete, il che se, da una parte, può favorire la personalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento, pone comunque interrogativi sul rispetto della privacy e sulla tutela dei dati personali raccolti. La saldatura tra Learning Analytics e Social Network Analysis, poi, offre l'opportunità di inquadrare gli studenti in quegli ambienti sociali virtuali dai quali essi solitamente traggono informazioni, contenuti culturali e modelli comportamentali. Nel monitorare gli studenti all'interno delle loro reti relazionali, tuttavia, occorre considerare le molteplici insidie nelle quali essi possono imbattersi quando, abbandonate le piattaforme didattiche dedicate, prendono a navigare nel "mare aperto" della Rete. Tra gli strumenti da utilizzare a supporto della LA
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Papers by umberto zona
accessibili e, in tal senso, è inclusivo. Nell’ambito della formazione professionale, la lingua facile consente alle persone con disabilità intellettiva di prendervi parte e, quindi, di avere maggiori possibilità di accedere a posizioni lavorative favorendo così una vita indipendente e autodeterminata. Tuttavia, in Italia l’utilizzo della lingua facile resta ancora circoscritto a poche sperimentazioni (Guerini, 2024). Questa la ragione per
cui tra maggio e dicembre 2023 abbiamo condotto una ricerca esplorativa con un gruppo di 114 futuri insegnanti ed educatori/ici al fine di sondare le loro opinioni circa il suo impiego in ambito scolastico e universitario.
I modelli linguistici evoluti possono essere considerati macchine culturali, in quanto producono cultura sotto forma di senso comune (O’Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) e, al contempo, dispositivi ideologici, poiché portano in emersione l’ideologia dominante. Per questo motivo il loro utilizzo (e quello dell’intelligenza artificiale più in generale) pone un gigantesco problema educativo. In accordo con studiose come Timnit Gebru, più che interrogarci sulla possibilità che le macchine possano divenire senzienti, dovremmo concentrare la nostra attenzione sulle modalità di addestramento degli algoritmi, i quali utilizzano parole – e, di conseguenza, veicolano significati – che non scelgono autonomamente, ma che vengono loro trasferiti dai progettisti (Vygotskij, 2008; Zona & De Castro, 2022). È proprio a causa di errori di generalizzazione e della ricombinazione perpetua di informazioni presenti in Rete che modelli supervisionati e preaddestrati attraverso il rinforzo skinneriano – come, ad esempio, ChatGPT o, nel caso della ricerca che presenteremo in questa sede, Text-to-image-model come AI Text Generator – possono farsi portavoce di espressioni e rappresentazioni razziste, sessiste e, più in generale, discriminatorie.
Sommario
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
As early as the 1970s, activists such as Assata Shakur addressed the issue of the imposition of white cultural and aesthetic models and the risk of these being uncritically acquired by the new generations of the African American community. Today, the space of social networks seems to allow greater freedom in the representation of the self and in the choice of contents to follow, enabling modes of self-representation and processes of empowerment. However, in the virtual dimension of the Web, the social, class, race, dis/ability and gender asymmetries that characterise onlife seem to be replicated. Assuming an intersectional perspective, the authors of this contribution propose the first results of an exploratory research aimed at investigating the degree of inclusiveness of companies operating on the Net and their effective capacity to offer, within the advertising campaigns, a representation of the multiform identity spectrum. Specifically, the Instagram profiles of well-known brands in the fields of cosmetics, make-up and fashion are analysed as case studies.
Keywords: cultural models, inclusion, intersectionality, brand, Instagram.
The terms "happiness" and "well-being" are often considered synonyms and used as such in everyday language, but although they share common features, they refer to very different concept ions of life: not coincidentally, "happiness" generally means a positive and gratifying emotional/affective state for the subject while "well-being" alludes to a condition of affluence obtained through a wide availability of material and consumer goods. Starting from this consideration, however, the authors, taking as a background the issue of inclusion and the Disability Studies perspective as theoretical framework, argue that only the collective and shared enjoyment of well-being can give rise to a genuinely inclusive happiness and, to this end, they recover the lesson of C.R.L. James, the great Caribbean intellectual and activist author of The Black Jacobins, who in his writings placed precisely the "struggle for happiness" at the center of political action, in the wake of Saint Just and the ideals of the French Revolution but also of the great twentieth-century anticolonialist movements. In this way, in the conclusions, they update the discourse in the current debate on
inclusive processes in school and in society.
nel caso dei minori che, per seguire la didattica a distanza, sono stati obbligati dalle scuole ad aprire una propria mail istituzionale per poter utilizzare le piattaforme di Google. Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire i preoccupanti risvolti che questa imponente migrazione digitale verso l’impero creato da Page & Brin comporta sul piano della privacy e, più in generale, della democrazia.
Google is the most widely used search engine in the world (Statcounter, 2022) and many users consider it an indispensable tool for accessing any content on the Web. Nevertheless, one cannot overlook the fact that the service offered by the Mountain View company is subordinate to the profits it makes from selling user data to third parties-for advertising purposes. During the pandemic, the latter aspect became even more evident and took on particular relevance in the case of minors who,
in order to follow distance education, were forced by schools to open their own institutional email in order to use Google's platforms. The objective of this paper is to explore the worrying implications that this massive digital migration to the empire created by Page & Brin entails in terms of privacy
and, more generally, of democracy.
Le macchine algoritmiche necessitano, da un lato, del sapere tecnico dei progettisti che le istruiscono e, dall’altro, dei flussi di sapere sociale che circolano in Rete, prodotti dalla moltitudine di persone che la frequentano. Si tratta, in sostanza, di un processo circolare: le risposte che l‘algoritmo fornisce nel momento in cui viene interrogato — come nel caso dei motori di ricerca - sono condizionate dai criteri culturali adottati in fase di progettazione e di supervisione e possono a loro volta influenzare (o rafforzare) il set di credenze e l'immaginario degli utilizzatori finali. Allo stesso tempo, però, gli algoritmi passano al setaccio il magma comunicativo/linguistico della Rete e, laddove intercettino manifestazioni culturali o comportamenti sociali rilevanti nell’ambito del dibattito pubblico, possono assecondarli o, comunque, tenerne conto. Gli algoritmi, perciò, non possono essere considerati come semplici costrutti matematici, ma piuttosto delle vere e proprie macchine culturali in grado di condizionare le condotte delle persone, e di costruire consenso sociale attorno a un determinato set di valori e di pratiche.
The transition phase from feudal to capitalist society introduces a series of strategies for disciplining and training bodies,linking the concept of 'normality' to that of productivity. This involves an increasingly strong adherence to moral and re‐ligious principles that penalise other bodies. In this cultural context, the proletariat develops and, in parallel, an attack is carried out on the female body, culminating in the so‐called witch‐hunt, but also involving other disturbing figures, sociallyincompatible because they are considered unproductive, such as the 'cripple marked by God', or because they use forceto emancipate themselves from patriarchal culture, such as female pirates. All this is reflected in the social imaginary upto the present day, testifying the influence exercised by cultures of power.
accessibili e, in tal senso, è inclusivo. Nell’ambito della formazione professionale, la lingua facile consente alle persone con disabilità intellettiva di prendervi parte e, quindi, di avere maggiori possibilità di accedere a posizioni lavorative favorendo così una vita indipendente e autodeterminata. Tuttavia, in Italia l’utilizzo della lingua facile resta ancora circoscritto a poche sperimentazioni (Guerini, 2024). Questa la ragione per
cui tra maggio e dicembre 2023 abbiamo condotto una ricerca esplorativa con un gruppo di 114 futuri insegnanti ed educatori/ici al fine di sondare le loro opinioni circa il suo impiego in ambito scolastico e universitario.
I modelli linguistici evoluti possono essere considerati macchine culturali, in quanto producono cultura sotto forma di senso comune (O’Neil 2017; Noble, 2018; Zona & De Castro, 2020) e, al contempo, dispositivi ideologici, poiché portano in emersione l’ideologia dominante. Per questo motivo il loro utilizzo (e quello dell’intelligenza artificiale più in generale) pone un gigantesco problema educativo. In accordo con studiose come Timnit Gebru, più che interrogarci sulla possibilità che le macchine possano divenire senzienti, dovremmo concentrare la nostra attenzione sulle modalità di addestramento degli algoritmi, i quali utilizzano parole – e, di conseguenza, veicolano significati – che non scelgono autonomamente, ma che vengono loro trasferiti dai progettisti (Vygotskij, 2008; Zona & De Castro, 2022). È proprio a causa di errori di generalizzazione e della ricombinazione perpetua di informazioni presenti in Rete che modelli supervisionati e preaddestrati attraverso il rinforzo skinneriano – come, ad esempio, ChatGPT o, nel caso della ricerca che presenteremo in questa sede, Text-to-image-model come AI Text Generator – possono farsi portavoce di espressioni e rappresentazioni razziste, sessiste e, più in generale, discriminatorie.
Sommario
Già negli anni Settanta, alcune attiviste come Assata Shakur affrontano la questione dell'imposizione dei modelli culturali ed estetici bianchi e il rischio che questi siano acquisiti acriticamente dalle nuove generazioni della comunità afroamericana. Oggi, lo spazio dei social network sembra consentire maggiore libertà nella rappresentazione del Sé e nella scelta dei contenuti da seguire, permettendo modalità di autorappresentazione e processi di empowerment. Tuttavia, nella dimensione virtuale della Rete, sembrano replicarsi le asimmetrie sociali, di classe, di razza, di dis/abilità e di genere che caratterizzano l'onlife. Assumendo una prospettiva intersezionale, gli autori e le autrici del presente contributo propongono i primi esiti di una ricerca esplorativa finalizzata a indagare il grado di inclusività di aziende che operano in Rete e la loro effettiva capacità di offrire, nell'ambito delle campagne pubblicitarie, una rappresentazione del multiforme spettro identitario. Nello specifico della ricerca sono analizzati come casi di studio i profili Instagram di brand molto noti nel campo della cosmesi, del make-up e del fashion.
As early as the 1970s, activists such as Assata Shakur addressed the issue of the imposition of white cultural and aesthetic models and the risk of these being uncritically acquired by the new generations of the African American community. Today, the space of social networks seems to allow greater freedom in the representation of the self and in the choice of contents to follow, enabling modes of self-representation and processes of empowerment. However, in the virtual dimension of the Web, the social, class, race, dis/ability and gender asymmetries that characterise onlife seem to be replicated. Assuming an intersectional perspective, the authors of this contribution propose the first results of an exploratory research aimed at investigating the degree of inclusiveness of companies operating on the Net and their effective capacity to offer, within the advertising campaigns, a representation of the multiform identity spectrum. Specifically, the Instagram profiles of well-known brands in the fields of cosmetics, make-up and fashion are analysed as case studies.
Keywords: cultural models, inclusion, intersectionality, brand, Instagram.
The terms "happiness" and "well-being" are often considered synonyms and used as such in everyday language, but although they share common features, they refer to very different concept ions of life: not coincidentally, "happiness" generally means a positive and gratifying emotional/affective state for the subject while "well-being" alludes to a condition of affluence obtained through a wide availability of material and consumer goods. Starting from this consideration, however, the authors, taking as a background the issue of inclusion and the Disability Studies perspective as theoretical framework, argue that only the collective and shared enjoyment of well-being can give rise to a genuinely inclusive happiness and, to this end, they recover the lesson of C.R.L. James, the great Caribbean intellectual and activist author of The Black Jacobins, who in his writings placed precisely the "struggle for happiness" at the center of political action, in the wake of Saint Just and the ideals of the French Revolution but also of the great twentieth-century anticolonialist movements. In this way, in the conclusions, they update the discourse in the current debate on
inclusive processes in school and in society.
nel caso dei minori che, per seguire la didattica a distanza, sono stati obbligati dalle scuole ad aprire una propria mail istituzionale per poter utilizzare le piattaforme di Google. Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire i preoccupanti risvolti che questa imponente migrazione digitale verso l’impero creato da Page & Brin comporta sul piano della privacy e, più in generale, della democrazia.
Google is the most widely used search engine in the world (Statcounter, 2022) and many users consider it an indispensable tool for accessing any content on the Web. Nevertheless, one cannot overlook the fact that the service offered by the Mountain View company is subordinate to the profits it makes from selling user data to third parties-for advertising purposes. During the pandemic, the latter aspect became even more evident and took on particular relevance in the case of minors who,
in order to follow distance education, were forced by schools to open their own institutional email in order to use Google's platforms. The objective of this paper is to explore the worrying implications that this massive digital migration to the empire created by Page & Brin entails in terms of privacy
and, more generally, of democracy.
Le macchine algoritmiche necessitano, da un lato, del sapere tecnico dei progettisti che le istruiscono e, dall’altro, dei flussi di sapere sociale che circolano in Rete, prodotti dalla moltitudine di persone che la frequentano. Si tratta, in sostanza, di un processo circolare: le risposte che l‘algoritmo fornisce nel momento in cui viene interrogato — come nel caso dei motori di ricerca - sono condizionate dai criteri culturali adottati in fase di progettazione e di supervisione e possono a loro volta influenzare (o rafforzare) il set di credenze e l'immaginario degli utilizzatori finali. Allo stesso tempo, però, gli algoritmi passano al setaccio il magma comunicativo/linguistico della Rete e, laddove intercettino manifestazioni culturali o comportamenti sociali rilevanti nell’ambito del dibattito pubblico, possono assecondarli o, comunque, tenerne conto. Gli algoritmi, perciò, non possono essere considerati come semplici costrutti matematici, ma piuttosto delle vere e proprie macchine culturali in grado di condizionare le condotte delle persone, e di costruire consenso sociale attorno a un determinato set di valori e di pratiche.
The transition phase from feudal to capitalist society introduces a series of strategies for disciplining and training bodies,linking the concept of 'normality' to that of productivity. This involves an increasingly strong adherence to moral and re‐ligious principles that penalise other bodies. In this cultural context, the proletariat develops and, in parallel, an attack is carried out on the female body, culminating in the so‐called witch‐hunt, but also involving other disturbing figures, sociallyincompatible because they are considered unproductive, such as the 'cripple marked by God', or because they use forceto emancipate themselves from patriarchal culture, such as female pirates. All this is reflected in the social imaginary upto the present day, testifying the influence exercised by cultures of power.
L.A. techniques use Big Data, managed by algorithms that feed on the sensitive data of the students in order to control their performance and orient - in an educational sense - their behaviors. Each student is systematically monitored during his or her activities on the Net, which, on the one hand, may favour the personalization of the teaching-learning process, but on the other hand it raises questions about respect for privacy and the protection of the personal data collected. The combination of Learning Analytics and Social Network Analysis, then, offers the opportunity to frame students in those virtual social environments from which they usually get information, cultural content and behavioral patterns. In monitoring students within their relational networks, however, it is necessary to consider the multiple pitfalls that they may encounter when they abandon dedicated educational platforms and navigate the "open sea" of the Net. The tools to be used in support of L.A. should therefore include training activities for teachers, aimed at making them aware of the difficulties associated with monitoring students in the "social" universe, within which informal learning processes are often contaminated by cultural, ethnic and gender stereotypes.
Il Learning Analytics ha l'obiettivo di costruire un approccio pedagogico adeguato alla complessità della società contemporanea. Per profilare gli studenti e avere feedback dettagliati sul loro apprendimento, le tecniche di LA si servono di Big Data, gestiti da algoritmi che si alimentano dei dati sensibili degli studenti al fine di controllarne le prestazioni e orientarne-in senso educativo-i comportamenti. Ciascuno studente viene sistematicamente monitorato nel corso delle sue attività in Rete, il che se, da una parte, può favorire la personalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento, pone comunque interrogativi sul rispetto della privacy e sulla tutela dei dati personali raccolti. La saldatura tra Learning Analytics e Social Network Analysis, poi, offre l'opportunità di inquadrare gli studenti in quegli ambienti sociali virtuali dai quali essi solitamente traggono informazioni, contenuti culturali e modelli comportamentali. Nel monitorare gli studenti all'interno delle loro reti relazionali, tuttavia, occorre considerare le molteplici insidie nelle quali essi possono imbattersi quando, abbandonate le piattaforme didattiche dedicate, prendono a navigare nel "mare aperto" della Rete. Tra gli strumenti da utilizzare a supporto della LA