Papers by Renato Marvaso
The essay reconstructs the image of the woman in the literature of the second half of the ninetee... more The essay reconstructs the image of the woman in the literature of the second half of the nineteenth century, paying particular attention to what is described and represented in the narrative of Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Grazia Deledda. The socio-economic analysis of rural communities is accompanied by definitions and concepts that are usual in cultural anthropology (historical time and cyclical time, cold society), while the report of textual loci support the thesis of sn italian literary naturalism projected to the epochal cultural and political changes taking place such as the introduction, the denied, of the institution of divorce in Italy.
La geografia di un romanzo generazionale: «L’uomo d’argento» di Claudio Morici in Geografie della... more La geografia di un romanzo generazionale: «L’uomo d’argento» di Claudio Morici in Geografie della modernità letteraria, Atti del XVII Convegno Internazionale della MOD (10-13 giugno 2015, Perugia), a c. di Siriana Sgavicchia e Massimiliano Tortora, t. II, Pisa, Edizioni ETS, 2017, pp. 523-530.
Il sublime nel paesaggio verghiano, in Scrittori, stile e sublime, a c. C. Messina e P. Rigo, Rom... more Il sublime nel paesaggio verghiano, in Scrittori, stile e sublime, a c. C. Messina e P. Rigo, Roma, Aracne, 2017, pp. 207-227.
Avvento Notturno, in Nel mondo di Mario Luzi. Guida di lettura, a c. di P. Rigo, Roma, Ensemble, ... more Avvento Notturno, in Nel mondo di Mario Luzi. Guida di lettura, a c. di P. Rigo, Roma, Ensemble, 2016, pp. 29-42.
Gregorio Scalise, la vita di un poeta. Dall’amicizia con Adriano Spatola al prestigioso premio Mo... more Gregorio Scalise, la vita di un poeta. Dall’amicizia con Adriano Spatola al prestigioso premio Mondello del 2009, in «Aeolo», Pisa, Felici, a. II, nr. 3, 2011, pp. 16-31.
Gli Incendiati di Moresco e la cosmologia dantesca in La funzione Dante e i paradigmi della moder... more Gli Incendiati di Moresco e la cosmologia dantesca in La funzione Dante e i paradigmi della modernità, Atti del XVI Convegno Internazionale della MOD (Lumsa, Roma, 10-13 giugno 2014), a c. di Patrizia Bertini Malgarini, Nicola Merola e Caterina Verbaro, Pisa, Edizioni ETS, 2015, pp. 521-528.
Strategie testuali da Argonauts a Gomorra, in «Studi culturali», 1, 2014, pp. 125-136.
Book Reviews by Renato Marvaso
Recensione di “Rosalba Galvagno, La litania del potere e altre illusioni. Leggere Federico De Rob... more Recensione di “Rosalba Galvagno, La litania del potere e altre illusioni. Leggere Federico De Roberto”
Marvaso, Renato, “Pierluigi Pellini, Naturalismo e modernismo. Zola, Verga e la poetica dell’insignificante”, Schermi. Rappresentazioni, immagini, transmedialità, Eds. F. Agamennoni, M. Rima, S. Tani, Between, VIII.16 (2018), http://www.betweenjournal.it/ Recensione di “Pierluigi Pellini, Naturalismo e modernismo. Zola, Verga e la poetica dell’insigni... more Recensione di “Pierluigi Pellini, Naturalismo e modernismo. Zola, Verga e la poetica dell’insignificante”
Pirandello in chiave esistenzialista Roma Bulzoni Editore 2015 ISBN: 978-88-6897-011-6 I sei sagg... more Pirandello in chiave esistenzialista Roma Bulzoni Editore 2015 ISBN: 978-88-6897-011-6 I sei saggi di cui si compone Pirandello in chiave esistenzialista sono interlacciati tra loro da un continuum di levatura filosofica, oltreché critico-letteraria: dapprincipio ci si chiede se nella poetica pirandelliana possa intravedersi «un'attenzione radicale all'esistente» (p. 9), ovvero una trama connotata in senso esistenzialistico. Se sì, come sostiene Salsano, occorre rispondere a un interrogativo, di fatto cogente, sull'essenza, ontica e ontologica, di questa relazione cruciale tra essere e mondo in Pirandello. Da questa prospettiva, è detto che le vibrazioni che muovono la psicologia dell'individuo borghese scaturiscono, a loro volta, da un «bisogno dell'io di esistere» (p. 9) ed echeggiano, in un momento di profonda crisi dell'Erlebnis, la «precarietà ontica, oltre che ontologica» (p. 11) tramite la quale lo scrittore tratteggiò, in anticipò, alcune risoluzioni del successivo corso del pensiero filosofico occidentale. Il rapporto tra l'opera dell'Agrigentino e l'epistème dell'esistenzialismo è posto al centro di una ricerca innovativa e di marca testualista. Tuttavia, l'apertura verso la metafisica non si fonda, certo, su un rapporto di «derivazione» (p. 14)le date non coinciderebbero: Essere e tempo è del '26 -, per cui l'opera pirandelliana e la «filosofia dell'esistenza del Novecento» (p. 14) vengono prima accostate per categorie e temi e, successivamente, dialettizzate tra loro per sintesi. A interessare sono soprattutto i temi pirandelliani dell'Io, del doppio, della transitorietà della forma, mentre nella produzione narrativa è prestata maggiore attenzione al processo di modellamento che coinvolge il self del personaggio pirandelliano in novelle come Il viaggio, Il piacere dell'onestà, Tutto per bene. Nel saggio Incunaboli di esistenzialismo, Salsano consolida l'approccio metodologico fin qui messo in mostra, battendosi per una lettura e un'esegesi che approfondiscano fino in fondo la «problematica virtualità di identificazione» (p. 9) vissuta dal soggetto; nella vicenda di Tommasino Unzio in Canta l'epistola essa va compresa attraverso una doppia oscillazione interpretativa, ondeggiante tra il polo del sociale e quello del soggettivo; perché la virtualità è, secondo l'esistenzialismo heideggeriano, una forma del dispiegamento dell'essere, in quanto «da una parte, vitale e sociale, dall'altra, tendenzialmente ontologica» (p. 9). Sicché lo studioso afferma che «l'identità divisibile, scomponibile dell'io» (p. 9) non è che un fuoriuscito della «crisi epocale di certi statuti di pensiero e di poetica» (p.10), nella supposizione che la «crisi del concetto sistematico di verità» (p. 12) fosse a tal punto preponderante nella psiche dell'uomo moderno che Pirandello pensò ed immaginò l'individuo come il movimento verso l'esistenza di uno fra gli «enti limitati» (p. 12). In Sei personaggi in cerca d'autore Salsano ha poi segnalato i luoghi della commedia in cui -espressamente -si «allude a un bisogno dell'io di esistere» (p. 9), mentre, più indietro, nel romanzo d'impianto naturalistico Suo marito è addirittura scorto, nella tribolata vicenda della Roncella, un incipitario «bisogno di essere» (p. 9). La «drammaturgia dell'essere» (p. 14) viene riconosciuta come una «vocazione ad un'interiore libertà» (p. 12) e nella Roncella essa apre al destino il dominio dell'«incontenibilità dell'individuo» (p. 12). Qui, mi pare, che si tenti (opportunamente) di esorbitare dalla critica moderna, ferma alle istanze interpretative dettate dalla sola «forte istanza vitalistica» (p. 11). Nel secondo saggio è rilevato, innanzitutto, il rifiuto che Pirandello espresse nei confronti sia di un'idea dell'Oltre metafisico, inficiata di religiosità, che di una concezione, spiritualista e filocousiniana, del vivente umano e dell'anima. Al drammaturgo interessò ritrarre la «crisi dell'Erlebnis» (p. 35), di cui «il naufragio dell'identità costituita o sociale» (p. 44) non era che un
Il volume, edito da Effigie (Milano, 2016, pp. 191), consta della trascrizione letterale di un di... more Il volume, edito da Effigie (Milano, 2016, pp. 191), consta della trascrizione letterale di un dialogo tra studiosi a proposito delle strutture mentali dei moderni e di alcune concezioni antiche, ben presenti nelle civiltà classiche, in particolare tra i greci e i romani. La conversazione tra Maurizio Bettini e Carla Benedetti è densa e attuale potendo attraversare, dati alcuni temi mediani, le rispettive conoscenze e competenze disciplinari. Il colloquio, suddiviso in quattro giornate, è nato dal casuale incontro tra i due nel 2013 presso l'Università di Berkeley, dove entrambi svolgevano la docenza in qualità di visiting professor. Bettini, antropologo del mondo antico, arricchisce il quadro di nessi e rimandi storici, facenti spesso da supporto alle sollecitazioni critiche di Benedetti; entrambi lamentano la loro insoddisfazione per lo stato della cultura o per la prassi dei reception studies ridotti a «riattualizzazione dell'antico» (Bettini, p. 70): «In realtà però quando parlavamo di ri-attualizzazione dell'antico avevo in mente qualcosa di differente: ossia la tendenza, piuttosto dilagante, a sottolineare preferibilmente gli aspetti cosiddetti contemporanei (o presunti tali) dei classici, gli antichi come noi anzi, "proprio come noi"» (Bettini, p. 70). Le questioni poste, tutte d'impianto teoretico e filosofico, rimettono al centro del dibattito culturale il peso dell'eredità classica. Tuttavia -e qui sta la critica al mondo della cultura attuale -se è vero che alcune tra le maggiori opere dell'epoca antica sono state tramandate e comprese, a mancare sono soprattutto i quadri concettuali degli antichi, dileguati o incompresi nella nostra società della tecnica; come esempio Benedetti e Bettini portano il caso della nozione di metamorfosi: «L'idea che si possano cambiare certe strutture mentali, o quanto meno modificarle, correggerle, non sfiora neppure la mente. In questo crederci destinati alla fissità dell'umano così come noi lo conosciamo o crediamo di conoscerlo, la metamorfosi è esclusa» (Benedetti, p. 17). L'essenza naturale del molteplice, per cui nemmeno l'umano è riducibile alla fissità dell'Io, marcava nel mondo antico la trasmutabilità delle esistenze terrene, in uno scenario religioso che mediante i culti politeisti garantiva maggiore libertà nell'immaginazione. Il culto di Giove, dio multiplo e multiforme per antonomasia, è un perfetto specimen di quella mentalità comune secondo la quale vigeva la continuità tra i regni naturali: «Certi miti, come quelli di Proteo -che ha la capacità di diventare pianta, fuoco, animale o acquapresuppongono che ci sia una continuità tra gli elementi, che invece nella percezione comune dei moderni non sembra esserci. Continuiamo ostinatamente a dividere il mondo fra gli umani -per i quali il mondo sarebbe stato creato -e tutto ciò che umano non è» (Bettini, p. 12). Il ritorno al presente convoca un altro tipo di percezione comune: l'epoca in cui viviamo, afferma Benedetti, è quella della fine delle «illusioni della modernità» (p. 5). Una riconsiderazione dei quadri mentali degli antichi può invece condurre l'uomo contemporaneo a ripensare il suo posto rispetto alla natura e alle specie animali. Si tratta di un necessario cambio di paradigma, che rifacendosi a una visione del mondo premoderna e pre-cristiana apra finalmente nuovi scenari al futuro collettivo dell'umanità. L'analisi delle radici della cultura occidentale si serve dell'enumerazione dei principali «caratteri recessivi» segnalati da Bettini (p. 72). La proficua dialettica tra un'esperta di teoria della letteratura e un conoscitore della storia dei processi culturali rifiuta le contaminazioni negative dello storicismo e dell'idealismo. Cosicché un mito come
L'ultima raccolta di saggi critici di Roberto Salsano è incentrata sulle tragedie dell'Alfieri. S... more L'ultima raccolta di saggi critici di Roberto Salsano è incentrata sulle tragedie dell'Alfieri. Si tratta di un nuovo tassello nell'analisi delle strategie compositive di alcuni tra i maggiori drammaturghi e prosatori italiani. L'analisi delle fasi preparatorie alla stesura del Filippo, del Polinice e della Merope alfieriani segue gli studi genetici -editi entrambi negli anni ottanta -sulla ritrattistica manzoniana o sui primi rilievi stilistici del Verga del ciclo mondano ancora in formazione. Non è la prima volta che Salsano si dedica allo studio del «background dell'atto di scrittura» (p. 11), uno dei filoni principali delle sue indagini letterarie. Questa volta l'elemento di novità sta soprattutto nell'abbandono temporaneo di tematiche e autori ottocenteschi. Soffermandosi sulle manifestazioni palesi dell'«autocoscienza dell'Astigiano», Salsano racconta di un Alfieri fortemente combattuto tra istanze razionali ed emotive. Da un lato, vi sono il «bollore» e il «fermento» dei sentimenti derivati da un sensismo di marca francese, dall'altro un'attività costante di «vigilanza critica», basata essenzialmente sul confronto intertestuale con la classicità. I primi saggi della raccolta hanno una loro valenza autonoma e teorica. In essi Salsano stabilisce i necessari riferimenti disciplinari, da Lukács a Bloom. Le fonti utilizzate sono soprattutto i commenti inseriti nei Pareri alfieriani, l'Introduzione alla Vita o, ancora, le postille apposte da Alfieri sui margini di una copia della Merope maffeiana. Il lettore si accorge immediatamente che nell'intenzione dell'essayiste c'è l'idea di variare gli approcci metodologici, contrastando così l'andamento meccanico ed eccessivamente metodico della critica letteraria di tradizione positivista. Salsano si preoccupa di far emergere sensibilità e prospettive extra-testuali: egli nota, ad esempio, che nel Parere sulle tragedie l'Alfieri si esprime sull'impatto dell'opera sul pubblico, nell'hic et nunc della messa in scena. In una versione romantica e al tempo stesso razionale e preventiva, l'autore di opere tragiche teme di non «commisurare la propria prassi artistica con risultati di effetto sul pubblico, nell'esigenza non solo di funzionalità dell'invenzione alla res scenica, ma di quell'amalgama di idea e teatralità che renda collegata l'esperienza drammaturgica a ciò che si aspetta il pubblico nell'hic et nunc, sulla soglia, significativamente, di una cultura illuministica e romantica» (p. 11). Nella parte seconda della raccolta, dal titolo Scritture e riscritture, il focus dell'attenzione si sposta sui lasciti della classicità e dell'illuminismo. Due fascinazioni opposte, ma la cui convergenza è data dall'attenzione dell'Alfieri per le traduzioni coeve delle opere tragiche classiche. La Tebaide di Stazio tradotta dal Bentivoglio o Eschilo tradotto dal Brumoy acquistano perciò il peso di riferimenti essenziali per un ritorno della tradizione. Al termine di una ricca, ma ben scandita, parte introduttiva, la trattazione verte su una serie di opposizioni, abilmente setacciate. La prima, esplicitata nei Pareri, tratta della differenza tra «soggetto» e «tema». Tale contrasto funziona nelle tragedie dell'Alfieri come una forza motrice finalizzata al movimento drammatico: «Non casuale, a questo proposito è l'alternativa terminologica tra due termini significativamente ravvicinati e contrapposti, "soggetto" e "tema" (ovverosia determinatezza statica di una condizione o di un fatto da focalizzare, da una parte, svolgimento dinamico, in atto, dall'altra parte), che dall'inizio del parere sulla Stuarda indizia un'attitudine a fissare distinzioni e correlazioni maturate all'interno della tensione elaborativa» (pp. 27-28). L'altra opposizione messa in luce -valida anche per una storia della creazione drammaturgica -è quella tra «carattere» e «funzione» dei singoli personaggi: «Si delinea per certi aspetti, entro il pensiero critico e autocritico alfieriano una tendenza, pur
La logica del giallo di Carlo Zaza è un ampio e particolareggiato studio sulla letteratura gialli... more La logica del giallo di Carlo Zaza è un ampio e particolareggiato studio sulla letteratura giallistica, ricco di interessanti spunti e in grado di proporre una nuova e fresca metodologia per un'analisi innovativa dei procedimenti propri del genere. L'esperienza da magistrato dell'autore e il contenuto dei suoi numerosi saggi giuridici si fondono con la passione letteraria per il genere, producendo un approccio critico inedito quanto effervescente. Già nella tesi di partenza vi sono tutte le premesse per una serie di scoperte e illuminazioni a proposito delle tecniche narrative utilizzate: l'idea è quella di prendere in esame alcune tra le più famose trame della letteratura giallistica dell'Ottocento e del Novecento, con l'obiettivo dichiarato di appurarne la riferibilità «a determinate metodologie in tema di prova penale» (p. 12). Necessariamente, gli ambiti semici toccati saranno almeno due: da una parte Zaza sintetizza le moderne procedure investigative, mentre dall'altra ricostruisce le trame dei romanzi scelti evidenziando, al loro interno, quei procedimenti riconducibili agli schemi logici della ricerca della prova penale. Il rigore metodologico richiede che il passo iniziale della ricerca sia di carattere divulgativo e didattico, in modo da familiarizzare il pubblico dei lettori con i concetti tipici dell'indagine investigativa: il primo capitolo è dedicato all'esatta definizione dei principali ragionamenti inferenziali, quali la deduzione, l'induzione e l'abduzione. E non si tratta di una semplice toccata di liuto bensì di una bella lezione per il letterato, o per il semplice lettore, che aspirino a più esperite conoscenze nel campo della logica. Si viene così a scoprire che la buona riuscita di ogni indagine di polizia è fondata su un «sillogismo condizionale» (p. 23), ovvero su un «collegamento logico di due fatti» (p. 22), individuabile con certezza solo attraverso prove, testimonianze o altri fatti che, nel loro insieme, escludano con certezza tutti gli antecedenti possibili, tranne uno. Subito dopo la parte introduttiva, l'autore entra nel vivo della trattazione citando una frase di Sherlock Holmes sull'arte di investigare come «scienza della deduzione e dell'analisi». Il personaggio di Conan Doyle gli permette di soffermarsi sul ragionamento regressivo che si trova, secondo le ampie fonti giuridiche riportate, alla base di ogni «procedura di eliminazione degli antecedenti possibili» (p. 46). Infatti in Uno studio in rosso Sherlock Holmes esplica la logica di verificazione che permette di risalire con puntiglio da un «fatto implicante» e «noto» a un «fatto implicato» e «ignoto». L'investigatore londinese si avvale di quel procedimento abduttivo intorno al quale Zaza edifica la sua teoria dei rapporti tra scienza investigativa e romanzo giallistico. Il pregio di tale approccio critico è che, basandosi sulle più avanzate convinzioni in materia giuridica, sa individuare le differenti prospettive tramite cui i protagonisti dei romanzi gialli si sono orientati, per quasi due secoli, nel campo di ricerca degli elementi utili all'indagine, individuando la direzione in cui gli stessi dovevano essere valutati. La seconda parte dello studio è suddivisa in capitoli, dedicati ognuno a una coppia di autore e personaggio protagonista, muniti della loro specifica logica di ricostruzione ex post: si comincia con il più rappresentativo, ovvero Arthur Conan Doyle, il suo Sherlock Holmes e la «logica della coerenza» (p. 69), si passa poi a Edgar Allan Poe, Auguste Dupin e «la logica della raffigurazione» (p. 85), e nella parte centrale Zaza si concentra soprattutto su Agatha Christie e i suoi personaggi Miss Marple e Poirot, ma anche su Van Dine e Philo Vance, Nero Wolfe e Rex Stout, chiudendo con il punto d'incontro tra il genere giallo e il fantastico di Asimov. Insomma, c'è davvero spazio per ogni gusto, e con accortezza si evita che la tavola imbandita con troppe cibarie spaventi lo smagrito lettore oramai disabituato a tanta abbondanza o a
La recensione del volume di F. Lioce ""Dalla Colonia Felice alla "Colonia Eritrea". Cultura e ide... more La recensione del volume di F. Lioce ""Dalla Colonia Felice alla "Colonia Eritrea". Cultura e ideologia in Carlo Dossi" riassume per singoli capitoli la parabola seguita dall'autore nella descrizione dei principali passaggi della biografia umana e intellettuale del grande scrittore lombardo.
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REWIEWS: Andrea Bressa, Quotidiano.net (16/12/17); Marzia Apice, Ansa.it (28/12/16); Massimiliano... more REWIEWS: Andrea Bressa, Quotidiano.net (16/12/17); Marzia Apice, Ansa.it (28/12/16); Massimiliano Panarari, «Il Venerdì di Repubblica» (27/1/17); Alice Pisu, Leggere Grazia Deledda oggi, «La Repubblica, ed. di Parma» (6/12/17); Monica Bardi, «L'indice del mese» (Luglio/Agosto 2017, Anno XXXIV, n. 7/8); Alessandro Marongiu, Dopo il divorzio. Il romanzo sparito di Grazia Deledda, «La Nuova Sardegna»; Fabio Marcello, L’amore proibito di Grazia Deledda, «L’Unione Sarda» (4/3/17); Paolo di Paolo, «Il Messaggero di Roma» (22/12/17); Giovanna Amato, Grazia Deledda-Dopo il divorzio, Poetarum Silvae (14/5/17); Adriano Fischer, Dopo il divorzio, Senza Audio (31/3/17); Matteo Moca, Rileggere Grazia Deledda, Minima&moralia (27/2/17).
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Bilal svela le sofferenze e le enormi difficoltà che i migranti devono superare prima di arrivare... more Bilal svela le sofferenze e le enormi difficoltà che i migranti devono superare prima di arrivare in Europa. Da questo punto di vista si tratta di un testo rivelatore e in grado di capovolgere in parte i tanti stereotipi, spesso negativi, sui migranti. Credi che il tuo libro abbia aiutato a riconfigurare l'opinione comune sui migranti e ad aprire nuove vie al pensiero?
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