The restoration needs to confront the issues of environmental sustainability. But to do this it n... more The restoration needs to confront the issues of environmental sustainability. But to do this it needs an update in the theories and practical aspects in the design and the construction site. For this reason, you must strive to identify the procedures that are respectful of the achievements already reached doctrinal but they are also capable of responding to new needs ethical needs. The goal of sustainability is the compatible use of resources, to be preserved for future generations. This is also the objective of the restoration. Then talk about sustainable restoration is possible, but you must expand the boundaries of the responsibility to do this again. There are no longer just the responsibility of conservation of matter, but you must also add the anthropological and ecological responsibility. The structure resulting from these three references is complex and for this reason the decision-making process becomes very complicated. In an attempt to streamline the assessment process and to reach a solution as possible without getting lost in the many analyzes that are needed has been selected MCDA method. The results obtained through this process of assessment can not be considered unique and not exhaustive, they represent only a trace of design, however, useful to those who must navigate the many options offered by technology
L’idea dirompente della “distinguibilità” introdotta da Camillo Boito nel quarto congresso degli ... more L’idea dirompente della “distinguibilità” introdotta da Camillo Boito nel quarto congresso degli Ingegneri e Architetti italiani nel 1883 ha avuto un’immensa fortuna; un favore che trova eco sia negli enunciati giovannoniani, sia nei principi della Carta di Venenzia del 1964. Si tratta di un concetto “usurato dalla sua stessa fortuna”, come giustamente scrive Alberto Grimoldi [1], che spesso ha condotto gli architetti verso l’impiego di una diversità fine a se stessa e gli storici verso all’incomprensione pregiudiziosa delle azioni boitiane che erano realizzate all’interno della complessa stagione dell’eclettismo. Ripartendo dalla lettura del rapporto tra imitazione e invenzione per la definizione formale della reintegrazione nel restauro architettonico, con questo breve saggio si ha l’obiettivo di mettere meglio a fuoco il concetto di “invisceramento” che il nuovo deve avere per l’esistente. Tale concetto è stabilito da Quatremère quale nesso tra “imitazione non letterale” e “l’inv...
“module of destruction alfa”, a considerable work of art installed in Gibellina, has been removed... more “module of destruction alfa”, a considerable work of art installed in Gibellina, has been removed. it is a work-in progress realized from 1978 to 1991 for Gibellina, the Sicilian city seriously damaged by the 1968 earthquake and now capital of contemporary art, by the “pataphysic” Brazilian architect-artist milton machado
L’identificazione del sistema di valori del costruito e l’assunzione del patrimonio urbano come e... more L’identificazione del sistema di valori del costruito e l’assunzione del patrimonio urbano come eredità da riutilizzare per soddisfare nuovi bisogni è stata la premessa sulla quale si è appoggiato il progetto di recupero di un antico tracciato storico nel centro storico di Trivento, un piccolo paese dell’entroterra molisano. La proposta progettuale (parzialmente attuata e in via di completamento) si è sviluppata intorno all’idea di valorizzare, attraverso lo stru- mento della tutela dell’identità del sistema urbano, quegli spazi dismessi, quelle "zone grigie" prodotte dal metabolismo urbano e diventati spazi stranian- ti, interpretabili, in fondo come dei non-luoghi, per ricondurli alla funzione sociale della strada intesa come territorio votato all’interconnessione, all’incon- tro, quindi per la conoscenza e la riappropriazione del valore storico della città, oltre che per la rivalu- tazione del sistema paesaggistico in cui questa è collocata. L'azione di rinnovamento...
Libro: “La committenza medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” edi... more Libro: “La committenza medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” edito dalla Gangemi nel 2004. Esito: finalista Motivazione: “La giuria per la saggistica ha utilizzato lo strumento della domanda. Cercando di trovare le coordinate per comprendere chi siamo e dove vogliamo andare. Ma per farlo dobbiamo tornare a capire ... quali strumenti e quali linguaggi utilizzare per “costruire” bellezza ...” Pagina internet: https://premiocarver.wordpress.com/2017/10/12/i-finalisti-del-carver- contropremio-letterario-edizione-2017
l concetto di sostenibilità è recente: esso nasce nell’ambito delle consultazioni interne alle Na... more l concetto di sostenibilità è recente: esso nasce nell’ambito delle consultazioni interne alle Nazio- ni Unite e la sua definizione si trova nell’Our Common Future, il resoconto stilato dalla Commissione Mondiale nel 1987, un documento che ai più è noto come Rap- porto Burtland. La Commissione adotta questa locuzione per definire il pensiero vasto dell’equilibrio ottenuto con il soddisfacimento delle esigenze presenti, senza compro- mettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie. Provando a sovrapporre i concetti teorici delineati dai padri fondatori al restauro con l’idea di sostenibilità. consegnata dal rapporto Burtland, i primi non sembrano vacillare. Al contrario, la sostenibilità appare accrescere le premesse dottrinali della conservazione. Il restauro, infatti, per definizione nasce come un’attività volta alla conservazione dei beni, i quali non essendo altro che componenti fondamentali dell’ambiente, peribili, irriproducibili per via dell’autentici...
The geometric conventionality shown by the eighteenth- century portico of santa maria in Trasteve... more The geometric conventionality shown by the eighteenth- century portico of santa maria in Trastevere is only apparent and represents a sort of simulation of a universally accepted rule, in fact denied in defining the single detail. By analysing the composition, it has been possible to identify numerous “anomalies”, which seem to concern the close link between the portico and the architectural and urban pre-existences. The ambiguity of the forms has prompted numerous observations. about the possibility of recognizing no simple inaccuracies, but knowingly established connections in the architectural elements. The several enigmatic aspects of the portico include the singularities that distinguish the ionic capitals of the jutting part. The interpretative hypotheses elaborated seem to reveal the sensibility of an architect open to european theoretical suggestions and available to gather the voices of the environmental context in his architectural work
La vicenda dei nuovi ascensori al Vittoriano è vista come l’occasione per riflettere sul senso de... more La vicenda dei nuovi ascensori al Vittoriano è vista come l’occasione per riflettere sul senso della storia, sul significato di tutela, sul tema del possibile incontro del nuovo con l’antico. Da una parte si è cercato di ricomporre la complessa storia del monumento partendo dal momento della sua stessa ideazione ed in particolare dalla “questione dello stile” che è la ragione prima di ogni polemica. Soprattutto, però, si cerca di comprendere quali sono stati i modi in cui l’Italia di fine Ottocento si promuove la produzione artistica e si tende a coniugare il nuovo con l’antico, nel momento si precisano i termini del restauro inteso come lettura filologica dell’esistente. Richiamata la definizione di tutela data dal nuovo Codice dei Beni culturali, si evidenzia come il concetto di tutela è legato a quello di valorizzazione. Il valore di un manufatto, infatti, deve essere cercato nella continuità del suo processo generatore e la tutela del medesimo non può non passare attraverso il conflitto prodotto dal ‘ri-uso’. Il tema del linguaggio che bisogna adottare nel caso in cui si voglia aggiungere qualcosa d’altro a ciò che di per sé esiste, è visto come uno dei problemi che dovrebbero essere già stati risolti ma che, invece, perdurano nel dibattito disciplinare. Questo rapporto di sintonia del nuovo con l’antico può essere produttivo nella misura in cui è generato dal riconoscimento di un comune carattere formativo all’interno del quale le discontinuità, le deroghe e i conflitti, tendono a sfumarsi e le preesistenze convivono nell’originalità delle forme attuali. La continuità del processo storico presuppone la capacità nell’architetto di oggi di trovare nei limiti posti alla propria operatività le ragioni stesse del progetto, in virtù delle quali pur rimanendo all’interno della tradizione è possibile rinnovarla, cogliendone l’anima più profonda.
Una ricerca che voglia affrontare lo studio del ruolo assunto dalla vegetazione nella pianificazi... more Una ricerca che voglia affrontare lo studio del ruolo assunto dalla vegetazione nella pianificazione urbana di Roma Capitale e negli anni del Governatorato non può non trovare l’avvio che nel piano redatto nel 1870 dalla Commissione di Ingegneri e Architetti presieduta da Pietro Camporese . In questo documento, benché consistente in una relazione priva di allegato grafico, il verde evocato dallo scritto possiede una valenza paesaggistica pressoché lirica, dotata di tonalità pittoresche che sono apertamente legate al gusto dei giardini all’inglese, introdotto in Italia da Ercole Silva e diffuso a Roma con l’arte di Francesco Bettini, architetto, botanico e giardiniere del cardinale Doria sul finire del XVIII secolo
n 1981, Burri created an artwork in Gibellina, on the site of an old village destroyed by the ear... more n 1981, Burri created an artwork in Gibellina, on the site of an old village destroyed by the earthquake that hit Belìce in 1968. Cretto, with its 65,000 square meters, is the largest known works of Land Art. It was realized in three years. Its realization stopped in 1984, due to lack of funds, and remains unfinished for long time. After thirty years, the work has nowadays been completed. This action is useless because it breaks the figurative unity, distorting the percep- tion of the landscaping work. Cretto just needs care. to enhance and promote this art work, conservation must try to remove the degradatio
Il saggio si propone di ricomporre l’architettura medievale della facciata del duomo fiorentino. ... more Il saggio si propone di ricomporre l’architettura medievale della facciata del duomo fiorentino. Come sostegno all’ipotesi ricostruttiva si sono cercate testimonianze iconografiche in dipinti, affreschi e miniature relative all’aspetto assunto dalla fabbrica nell’articolazione della suo fronte. L’analisi grafica e prospettica del disegno realizzato da Bernardino Poccetti, insieme con il rilievo di statue e vari frammenti architettonici conservati presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, ha rappresentato il punto di partenza dell’ipotesi ricostruttiva. Tuttavia, soprattutto attraverso la comprensione della concezione spaziale espressa nell’arte di Arnolfo che s’imposta la validità dell’ipotesi formulata, per la quale l’architetto propone nell’articolazione spaziale dell’angolo, un trattamento plastico della massa
Lo studio affronta le problematiche esposte dalle teorie architettoniche di Claude Perrault nell’... more Lo studio affronta le problematiche esposte dalle teorie architettoniche di Claude Perrault nell’ambito del linguaggio artistico del classicismo nella Francia del XVII secolo. L’analisi condotta non si ferma alla ricerca della portata innovativa di affermazioni quali: la diversa interpretazione del concetto di proporzione in architettura e la revisione delle categorie vitruviane della firmitas, utilitas e venustas, ma ne indaga il nesso, apparentemente inesistente, tra queste e le sue opere architettoniche. La facciata del Louvre, l’osservatorio del Faubourg Saint-jaques a Parigi, infatti, devono essere interpretati nell’artificiosità del processo creativo che li ha generati, nel quale l’allusione alla tradizione locale è la giustificazione dell’innovazione introdotta nel tessuto formale classicista
Il saggio affronta i temi legati alla tutela dei beni culturali di interesse religioso, nell’ambi... more Il saggio affronta i temi legati alla tutela dei beni culturali di interesse religioso, nell’ambito del contesto normativo di riferimento (previsioni di diritto canonico, d.lvo 490/1999, legge 1089/1939, intese tra il Ministero per i Beni e le attività culturali e la Conferenza episcopale italiana), ma anche in considerazione della particolarità per quantità, diffusione sul territorio e qualità in termini di materia, tipologia e linguaggio stilistico del patrimonio artistico appartenente alla Chiesa cattolica ed all’organizzazione della stess
L’analisi delle proposte del piano regolatore del 1883 per il centro storico di Roma prende inizi... more L’analisi delle proposte del piano regolatore del 1883 per il centro storico di Roma prende inizio dalle prime indicazioni e realizzazioni dei programmi per il centro divenuto capitale del regno. In una città legata alle sue Basiliche, che ne hanno intessuto ‘il senso’. La giunta del governo Cadorna delibera una serie di progetti che ne ribaltano la logica, puntando alla realizzazione di un sistema formale, politico e sociale che parte dall’idea della centralità di una capitale. Un’idea legata alle origini della città di cui l’area archeologica è ritenuta depositaria, e che ritrova in queste vestigia il nuovo centro del regno. Tutto confluisce in questa logica, dall’intasamento ai tagli della trama cittadina generati dai nuovi tracciati viari disegnati a modello degli ampi viali parigini, lungo i quali le emergenze architettoniche esistenti vengono riplasmate attraverso azioni restaurative disparate. In questo coacervo di intenti e di interessi i “monumenti” divengono fondamentali nell’ordine della nuova città e sembrano orientare la direzione di una strada, di uno slargo, condizionando quindi l’azione pianificatoria. L’aspetto, dunque, che il nucleo antico della città assume oggi, gli è impresso proprio dalle trasformazioni urbane necessarie a far assolvere alla città il nuovo ruolo di capitale; un programma la cui attuazione è stata giudicata in maniera controversa soprattutto quando sul finire del secolo i temi del ruolo della città antica nella nuova cominciano ad essere sempre più presenti sia a livello di approfondimenti teorici, che operativi.
The recent earthquake that in 2009 hit the territory of L'Aquila has brought out the devastat... more The recent earthquake that in 2009 hit the territory of L'Aquila has brought out the devastated reality of small towns of the hinterland of the Abruzzi. The inland foothill who had already suffered from the second half of the 19th century, with the decline of transhumance, a progressive depopulation, today sees the total abandon of those small towns. Ghost houses and fragments of walls dot the land leaving a sense of desolation and despair in those who pass through. On the other hand, suddenly the same lands in places never before populated teem with life and new homes. On the one hand there are Ghost Town, on the other the new towns. The landscape of the reconstruction requires a sensitivity and new thinking that the reconstruction plans not always face: the return value of the architectural and urban centers destroyed by the earthquake and the restoration of the identity values of the landscap
Since ancient times the Pincio and the Janiculum Hill are home to villas. Furthermore, the sitès ... more Since ancient times the Pincio and the Janiculum Hill are home to villas. Furthermore, the sitès proximity to the Vatican makes it appealing to religious centers and the Renaissance of Tuscan families buildings related to the papal court. Within this system of buildings must remember the Casino Riario. This is the initial core of expanded by Corsini possessions, that during the seventeenth century, with Ferdinando Fuga, expand the palace in via Lungara and give a magnificent planning to the garden. Here the architectural components are emphasized scenically and become key elements also watching landscape. With the establishment of Roma Capitale green areas are becoming spaces of social representation. democratized landscape vision, namely, requires the construction of public walks like the one made to the Janiculum. this results in a radical change of the green meaning. Then it, the Corsini garden is transformed, broken down by ownership and use. The symbolic-dramatic system is dele...
Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione d... more Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione di strutturare l'habitat e consente a chi percepisce, di comporre delle mappe cognitive che hanno la funzione di riconoscere e di riconoscersi in un luogo. La fisionomia di un paesaggio, sia esso naturale sia esso urbano, porta con sé non solo forma ma luce e con la luce il colore. Alla scala urbana, come a quella paesaggistico-territoriale, la presenza del colore è fondamentale, dunque, per la costruzione di un'immagine. Quali gli elementi che concorrono a comporre la mappa cognitiva che facilita la percezione e la relativa formazione dell'immagine di un ambito urbano? Quali le componenti che favoriscono la ricomposizione e l'identificazione di un paesaggio antropico e quali quelle di un paesaggio naturale? Quanto la presenza del colore nell'architettura e nella natura contribuisca alla costruzione del significato di una immagine urbana e quanto l'applicazione del...
Per comprendere il modo in cui la generazione di architetti “manieristi”, spesso definiti ‘grigi’... more Per comprendere il modo in cui la generazione di architetti “manieristi”, spesso definiti ‘grigi’ dalla storiografia, si apre alla formatività barocca, è apparso necessario seguire non solo le tematiche principali, ma anche il singolo processo formativo. A tal fine è stato reputato utile rintracciare nei lavori di Martino e Onorio Longhi il sistema linguistico-architettonico che ad essi è sotteso. Ripercorrendo l’intero arco della produzione artistica di questi, è stata posta l’attenzione sull’architettura nelle sue diverse scale, sia sulla definizione volumetrica, sia sulle singole forme variamente applicate, ma anche nel nuovo rapporto, che proprio in quegli anni viene a precisarsi, tra pittura e scultura, in un ricercato contrasto tra forme, colori e materiali diversi. Si è osservata la morfologia degli elementi caratterizzanti i vari organismi, nei quali è stata analizzata l’applicazione, più o meno variata, dell’ordine architettonico, la sintassi aggregativa, le modalità costru...
The restoration needs to confront the issues of environmental sustainability. But to do this it n... more The restoration needs to confront the issues of environmental sustainability. But to do this it needs an update in the theories and practical aspects in the design and the construction site. For this reason, you must strive to identify the procedures that are respectful of the achievements already reached doctrinal but they are also capable of responding to new needs ethical needs. The goal of sustainability is the compatible use of resources, to be preserved for future generations. This is also the objective of the restoration. Then talk about sustainable restoration is possible, but you must expand the boundaries of the responsibility to do this again. There are no longer just the responsibility of conservation of matter, but you must also add the anthropological and ecological responsibility. The structure resulting from these three references is complex and for this reason the decision-making process becomes very complicated. In an attempt to streamline the assessment process and to reach a solution as possible without getting lost in the many analyzes that are needed has been selected MCDA method. The results obtained through this process of assessment can not be considered unique and not exhaustive, they represent only a trace of design, however, useful to those who must navigate the many options offered by technology
L’idea dirompente della “distinguibilità” introdotta da Camillo Boito nel quarto congresso degli ... more L’idea dirompente della “distinguibilità” introdotta da Camillo Boito nel quarto congresso degli Ingegneri e Architetti italiani nel 1883 ha avuto un’immensa fortuna; un favore che trova eco sia negli enunciati giovannoniani, sia nei principi della Carta di Venenzia del 1964. Si tratta di un concetto “usurato dalla sua stessa fortuna”, come giustamente scrive Alberto Grimoldi [1], che spesso ha condotto gli architetti verso l’impiego di una diversità fine a se stessa e gli storici verso all’incomprensione pregiudiziosa delle azioni boitiane che erano realizzate all’interno della complessa stagione dell’eclettismo. Ripartendo dalla lettura del rapporto tra imitazione e invenzione per la definizione formale della reintegrazione nel restauro architettonico, con questo breve saggio si ha l’obiettivo di mettere meglio a fuoco il concetto di “invisceramento” che il nuovo deve avere per l’esistente. Tale concetto è stabilito da Quatremère quale nesso tra “imitazione non letterale” e “l’inv...
“module of destruction alfa”, a considerable work of art installed in Gibellina, has been removed... more “module of destruction alfa”, a considerable work of art installed in Gibellina, has been removed. it is a work-in progress realized from 1978 to 1991 for Gibellina, the Sicilian city seriously damaged by the 1968 earthquake and now capital of contemporary art, by the “pataphysic” Brazilian architect-artist milton machado
L’identificazione del sistema di valori del costruito e l’assunzione del patrimonio urbano come e... more L’identificazione del sistema di valori del costruito e l’assunzione del patrimonio urbano come eredità da riutilizzare per soddisfare nuovi bisogni è stata la premessa sulla quale si è appoggiato il progetto di recupero di un antico tracciato storico nel centro storico di Trivento, un piccolo paese dell’entroterra molisano. La proposta progettuale (parzialmente attuata e in via di completamento) si è sviluppata intorno all’idea di valorizzare, attraverso lo stru- mento della tutela dell’identità del sistema urbano, quegli spazi dismessi, quelle "zone grigie" prodotte dal metabolismo urbano e diventati spazi stranian- ti, interpretabili, in fondo come dei non-luoghi, per ricondurli alla funzione sociale della strada intesa come territorio votato all’interconnessione, all’incon- tro, quindi per la conoscenza e la riappropriazione del valore storico della città, oltre che per la rivalu- tazione del sistema paesaggistico in cui questa è collocata. L'azione di rinnovamento...
Libro: “La committenza medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” edi... more Libro: “La committenza medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” edito dalla Gangemi nel 2004. Esito: finalista Motivazione: “La giuria per la saggistica ha utilizzato lo strumento della domanda. Cercando di trovare le coordinate per comprendere chi siamo e dove vogliamo andare. Ma per farlo dobbiamo tornare a capire ... quali strumenti e quali linguaggi utilizzare per “costruire” bellezza ...” Pagina internet: https://premiocarver.wordpress.com/2017/10/12/i-finalisti-del-carver- contropremio-letterario-edizione-2017
l concetto di sostenibilità è recente: esso nasce nell’ambito delle consultazioni interne alle Na... more l concetto di sostenibilità è recente: esso nasce nell’ambito delle consultazioni interne alle Nazio- ni Unite e la sua definizione si trova nell’Our Common Future, il resoconto stilato dalla Commissione Mondiale nel 1987, un documento che ai più è noto come Rap- porto Burtland. La Commissione adotta questa locuzione per definire il pensiero vasto dell’equilibrio ottenuto con il soddisfacimento delle esigenze presenti, senza compro- mettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie. Provando a sovrapporre i concetti teorici delineati dai padri fondatori al restauro con l’idea di sostenibilità. consegnata dal rapporto Burtland, i primi non sembrano vacillare. Al contrario, la sostenibilità appare accrescere le premesse dottrinali della conservazione. Il restauro, infatti, per definizione nasce come un’attività volta alla conservazione dei beni, i quali non essendo altro che componenti fondamentali dell’ambiente, peribili, irriproducibili per via dell’autentici...
The geometric conventionality shown by the eighteenth- century portico of santa maria in Trasteve... more The geometric conventionality shown by the eighteenth- century portico of santa maria in Trastevere is only apparent and represents a sort of simulation of a universally accepted rule, in fact denied in defining the single detail. By analysing the composition, it has been possible to identify numerous “anomalies”, which seem to concern the close link between the portico and the architectural and urban pre-existences. The ambiguity of the forms has prompted numerous observations. about the possibility of recognizing no simple inaccuracies, but knowingly established connections in the architectural elements. The several enigmatic aspects of the portico include the singularities that distinguish the ionic capitals of the jutting part. The interpretative hypotheses elaborated seem to reveal the sensibility of an architect open to european theoretical suggestions and available to gather the voices of the environmental context in his architectural work
La vicenda dei nuovi ascensori al Vittoriano è vista come l’occasione per riflettere sul senso de... more La vicenda dei nuovi ascensori al Vittoriano è vista come l’occasione per riflettere sul senso della storia, sul significato di tutela, sul tema del possibile incontro del nuovo con l’antico. Da una parte si è cercato di ricomporre la complessa storia del monumento partendo dal momento della sua stessa ideazione ed in particolare dalla “questione dello stile” che è la ragione prima di ogni polemica. Soprattutto, però, si cerca di comprendere quali sono stati i modi in cui l’Italia di fine Ottocento si promuove la produzione artistica e si tende a coniugare il nuovo con l’antico, nel momento si precisano i termini del restauro inteso come lettura filologica dell’esistente. Richiamata la definizione di tutela data dal nuovo Codice dei Beni culturali, si evidenzia come il concetto di tutela è legato a quello di valorizzazione. Il valore di un manufatto, infatti, deve essere cercato nella continuità del suo processo generatore e la tutela del medesimo non può non passare attraverso il conflitto prodotto dal ‘ri-uso’. Il tema del linguaggio che bisogna adottare nel caso in cui si voglia aggiungere qualcosa d’altro a ciò che di per sé esiste, è visto come uno dei problemi che dovrebbero essere già stati risolti ma che, invece, perdurano nel dibattito disciplinare. Questo rapporto di sintonia del nuovo con l’antico può essere produttivo nella misura in cui è generato dal riconoscimento di un comune carattere formativo all’interno del quale le discontinuità, le deroghe e i conflitti, tendono a sfumarsi e le preesistenze convivono nell’originalità delle forme attuali. La continuità del processo storico presuppone la capacità nell’architetto di oggi di trovare nei limiti posti alla propria operatività le ragioni stesse del progetto, in virtù delle quali pur rimanendo all’interno della tradizione è possibile rinnovarla, cogliendone l’anima più profonda.
Una ricerca che voglia affrontare lo studio del ruolo assunto dalla vegetazione nella pianificazi... more Una ricerca che voglia affrontare lo studio del ruolo assunto dalla vegetazione nella pianificazione urbana di Roma Capitale e negli anni del Governatorato non può non trovare l’avvio che nel piano redatto nel 1870 dalla Commissione di Ingegneri e Architetti presieduta da Pietro Camporese . In questo documento, benché consistente in una relazione priva di allegato grafico, il verde evocato dallo scritto possiede una valenza paesaggistica pressoché lirica, dotata di tonalità pittoresche che sono apertamente legate al gusto dei giardini all’inglese, introdotto in Italia da Ercole Silva e diffuso a Roma con l’arte di Francesco Bettini, architetto, botanico e giardiniere del cardinale Doria sul finire del XVIII secolo
n 1981, Burri created an artwork in Gibellina, on the site of an old village destroyed by the ear... more n 1981, Burri created an artwork in Gibellina, on the site of an old village destroyed by the earthquake that hit Belìce in 1968. Cretto, with its 65,000 square meters, is the largest known works of Land Art. It was realized in three years. Its realization stopped in 1984, due to lack of funds, and remains unfinished for long time. After thirty years, the work has nowadays been completed. This action is useless because it breaks the figurative unity, distorting the percep- tion of the landscaping work. Cretto just needs care. to enhance and promote this art work, conservation must try to remove the degradatio
Il saggio si propone di ricomporre l’architettura medievale della facciata del duomo fiorentino. ... more Il saggio si propone di ricomporre l’architettura medievale della facciata del duomo fiorentino. Come sostegno all’ipotesi ricostruttiva si sono cercate testimonianze iconografiche in dipinti, affreschi e miniature relative all’aspetto assunto dalla fabbrica nell’articolazione della suo fronte. L’analisi grafica e prospettica del disegno realizzato da Bernardino Poccetti, insieme con il rilievo di statue e vari frammenti architettonici conservati presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, ha rappresentato il punto di partenza dell’ipotesi ricostruttiva. Tuttavia, soprattutto attraverso la comprensione della concezione spaziale espressa nell’arte di Arnolfo che s’imposta la validità dell’ipotesi formulata, per la quale l’architetto propone nell’articolazione spaziale dell’angolo, un trattamento plastico della massa
Lo studio affronta le problematiche esposte dalle teorie architettoniche di Claude Perrault nell’... more Lo studio affronta le problematiche esposte dalle teorie architettoniche di Claude Perrault nell’ambito del linguaggio artistico del classicismo nella Francia del XVII secolo. L’analisi condotta non si ferma alla ricerca della portata innovativa di affermazioni quali: la diversa interpretazione del concetto di proporzione in architettura e la revisione delle categorie vitruviane della firmitas, utilitas e venustas, ma ne indaga il nesso, apparentemente inesistente, tra queste e le sue opere architettoniche. La facciata del Louvre, l’osservatorio del Faubourg Saint-jaques a Parigi, infatti, devono essere interpretati nell’artificiosità del processo creativo che li ha generati, nel quale l’allusione alla tradizione locale è la giustificazione dell’innovazione introdotta nel tessuto formale classicista
Il saggio affronta i temi legati alla tutela dei beni culturali di interesse religioso, nell’ambi... more Il saggio affronta i temi legati alla tutela dei beni culturali di interesse religioso, nell’ambito del contesto normativo di riferimento (previsioni di diritto canonico, d.lvo 490/1999, legge 1089/1939, intese tra il Ministero per i Beni e le attività culturali e la Conferenza episcopale italiana), ma anche in considerazione della particolarità per quantità, diffusione sul territorio e qualità in termini di materia, tipologia e linguaggio stilistico del patrimonio artistico appartenente alla Chiesa cattolica ed all’organizzazione della stess
L’analisi delle proposte del piano regolatore del 1883 per il centro storico di Roma prende inizi... more L’analisi delle proposte del piano regolatore del 1883 per il centro storico di Roma prende inizio dalle prime indicazioni e realizzazioni dei programmi per il centro divenuto capitale del regno. In una città legata alle sue Basiliche, che ne hanno intessuto ‘il senso’. La giunta del governo Cadorna delibera una serie di progetti che ne ribaltano la logica, puntando alla realizzazione di un sistema formale, politico e sociale che parte dall’idea della centralità di una capitale. Un’idea legata alle origini della città di cui l’area archeologica è ritenuta depositaria, e che ritrova in queste vestigia il nuovo centro del regno. Tutto confluisce in questa logica, dall’intasamento ai tagli della trama cittadina generati dai nuovi tracciati viari disegnati a modello degli ampi viali parigini, lungo i quali le emergenze architettoniche esistenti vengono riplasmate attraverso azioni restaurative disparate. In questo coacervo di intenti e di interessi i “monumenti” divengono fondamentali nell’ordine della nuova città e sembrano orientare la direzione di una strada, di uno slargo, condizionando quindi l’azione pianificatoria. L’aspetto, dunque, che il nucleo antico della città assume oggi, gli è impresso proprio dalle trasformazioni urbane necessarie a far assolvere alla città il nuovo ruolo di capitale; un programma la cui attuazione è stata giudicata in maniera controversa soprattutto quando sul finire del secolo i temi del ruolo della città antica nella nuova cominciano ad essere sempre più presenti sia a livello di approfondimenti teorici, che operativi.
The recent earthquake that in 2009 hit the territory of L'Aquila has brought out the devastat... more The recent earthquake that in 2009 hit the territory of L'Aquila has brought out the devastated reality of small towns of the hinterland of the Abruzzi. The inland foothill who had already suffered from the second half of the 19th century, with the decline of transhumance, a progressive depopulation, today sees the total abandon of those small towns. Ghost houses and fragments of walls dot the land leaving a sense of desolation and despair in those who pass through. On the other hand, suddenly the same lands in places never before populated teem with life and new homes. On the one hand there are Ghost Town, on the other the new towns. The landscape of the reconstruction requires a sensitivity and new thinking that the reconstruction plans not always face: the return value of the architectural and urban centers destroyed by the earthquake and the restoration of the identity values of the landscap
Since ancient times the Pincio and the Janiculum Hill are home to villas. Furthermore, the sitès ... more Since ancient times the Pincio and the Janiculum Hill are home to villas. Furthermore, the sitès proximity to the Vatican makes it appealing to religious centers and the Renaissance of Tuscan families buildings related to the papal court. Within this system of buildings must remember the Casino Riario. This is the initial core of expanded by Corsini possessions, that during the seventeenth century, with Ferdinando Fuga, expand the palace in via Lungara and give a magnificent planning to the garden. Here the architectural components are emphasized scenically and become key elements also watching landscape. With the establishment of Roma Capitale green areas are becoming spaces of social representation. democratized landscape vision, namely, requires the construction of public walks like the one made to the Janiculum. this results in a radical change of the green meaning. Then it, the Corsini garden is transformed, broken down by ownership and use. The symbolic-dramatic system is dele...
Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione d... more Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione di strutturare l'habitat e consente a chi percepisce, di comporre delle mappe cognitive che hanno la funzione di riconoscere e di riconoscersi in un luogo. La fisionomia di un paesaggio, sia esso naturale sia esso urbano, porta con sé non solo forma ma luce e con la luce il colore. Alla scala urbana, come a quella paesaggistico-territoriale, la presenza del colore è fondamentale, dunque, per la costruzione di un'immagine. Quali gli elementi che concorrono a comporre la mappa cognitiva che facilita la percezione e la relativa formazione dell'immagine di un ambito urbano? Quali le componenti che favoriscono la ricomposizione e l'identificazione di un paesaggio antropico e quali quelle di un paesaggio naturale? Quanto la presenza del colore nell'architettura e nella natura contribuisca alla costruzione del significato di una immagine urbana e quanto l'applicazione del...
Per comprendere il modo in cui la generazione di architetti “manieristi”, spesso definiti ‘grigi’... more Per comprendere il modo in cui la generazione di architetti “manieristi”, spesso definiti ‘grigi’ dalla storiografia, si apre alla formatività barocca, è apparso necessario seguire non solo le tematiche principali, ma anche il singolo processo formativo. A tal fine è stato reputato utile rintracciare nei lavori di Martino e Onorio Longhi il sistema linguistico-architettonico che ad essi è sotteso. Ripercorrendo l’intero arco della produzione artistica di questi, è stata posta l’attenzione sull’architettura nelle sue diverse scale, sia sulla definizione volumetrica, sia sulle singole forme variamente applicate, ma anche nel nuovo rapporto, che proprio in quegli anni viene a precisarsi, tra pittura e scultura, in un ricercato contrasto tra forme, colori e materiali diversi. Si è osservata la morfologia degli elementi caratterizzanti i vari organismi, nei quali è stata analizzata l’applicazione, più o meno variata, dell’ordine architettonico, la sintassi aggregativa, le modalità costru...
www.altralineaedizioni.it Tutti i diritti sono riservati: nessuna parte di questa pubblicazione p... more www.altralineaedizioni.it Tutti i diritti sono riservati: nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, o utilizzata in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso scritto della Casa Editrice / All rights reserved: no part of this publication may be reproduced or utilised in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying and recording, without permission in writing from the Publisher.
EDIFICI E STRUTTURE RURALI - ARCHITETTURA E AMBIENTI RURALI
- ARCHITETTURE RURALI E XX SECOLO - P... more EDIFICI E STRUTTURE RURALI - ARCHITETTURA E AMBIENTI RURALI - ARCHITETTURE RURALI E XX SECOLO - PROGRESSI NELLA RICERCA SULL’ARCHITETTURA RURALE - CONSERVAZIONE E RESTAURO DELL’ARCHITETTURA RURALE - PAESAGGI RURALI E ITINERARI CULTURALI - ISTRUZIONE E ADVOCACY - PATRIMONIO RURALE: RISCHIO E VULNERABILITÀ - CURA DA E PER LE COMUNITÀ
Danni per guerre Prefazione. La cura della città dopo il conflitto mondiale. Dalla città all'arch... more Danni per guerre Prefazione. La cura della città dopo il conflitto mondiale. Dalla città all'architettura Daniela Esposito La ricostruzione dimenticata. Il destino del patrimonio minore colpito dalla seconda guerra
Il volume ripercorre in una nuova lettura le sistemazioni, gli ampliamenti, i restauri realizzat... more Il volume ripercorre in una nuova lettura le sistemazioni, gli ampliamenti, i restauri realizzati nella basilica trasteverina nel corso dei secoli XVI e XVIII, svolgendo approfondimenti riguardo la possibilità di riconoscere che le aggiunte e i mutamenti subiti dalla struttura in quest’arco temporale rappresentino dei graduali stadi di realizzazione di un unico disegno di trasformazione, attribuibile alla volontà del cardinale Marco Sittico Altemps. Ma, soprattutto, lo studio cerca di dare una definizione al valore attribuito alla preesistenza in tali diverse ‘operazioni restaurative’. E’ solo rispetto qualificazione della preesistenza, infatti, è possibile comprendere la portata innovativa dell’azione di restauro condotta dai diversi artisti che tra Cinquecento, Seicento e Settecento hanno lavorato nel cantiere di S. Maria. L’approfondimento delle vicende che investono l’architettura della basilica trasteverina in quest’arco temporale conduce, appunto, al riconoscimento di una variegata considerazione della preesistenza nelle trasformazioni introdotte nella basilica e un diverso “uso ”, nel nuovo, delle forme originarie
L’ecologia applicata al restauro non deve essere immaginata in riferimento ai paesaggi o ai conte... more L’ecologia applicata al restauro non deve essere immaginata in riferimento ai paesaggi o ai contesti naturali, ma calata nell’ampliamento dei legami biologici che l’uomo stringe con l’ecosistema ambientale in cui vive, appropriandosi del territorio e delle sue risorse. Il restauro si trova, in questo momento di crisi ambientale, a dover riflettere se continuare ad essere uno strumento di conservazione di artefatti o cominciare a farsi carico delle sfide aperte per la preservazione di un pianeta danneggiato dall'uomo.
L'interrogativo si pone nella possibilità di accogliere i principi ecologici all'interno della disciplina della conservazione e quanto le basi costituite dai "padri fondatori" possano essere ampliate. Considerare il restauro da una prospettiva ecologica richiede, infatti, la specificazione di posizioni teoriche, la revisione di prassi metodologiche, ma soprattutto l'affermazione della natura complessa del patrimonio culturale. L'ecologia applicata al restauro non deve essere immaginata in riferimento ai paesaggi o ai contesti naturali, ma calata nell'ampliamento dei legami biologici che l'uomo stringe con l'ecosistema ambientale in cui vive, appropriandosi del territorio e delle risorse che in questo sono riposte. Il testo si svolge intorno a quattro parole chiave: ecologia, sostenibilità, compatibilità, modificabilità. Ciascuna un capitolo. In ciascuno sono richiamati i passaggi storici che hanno portato alla formazione della coscienza ecologica e dello sviluppo sostenibile e sono individuati i punti di tangenza e di intersezione con le teorie del restauro che in parallelo si venivano a definire anche intorno ai concetti di compatibilità e modificabilità. I suggerimenti per il fare pratico si fanno gradualmente più concreti, riducendo lo iato tra approccio teorico e proposte operative, benché il discorso, in generale, sia impostato su un livello prettamente concettuale
L’ipotesi di partenza dello studio è scaturita da una semplice domanda: le preferenze, i programm... more L’ipotesi di partenza dello studio è scaturita da una semplice domanda: le preferenze, i programmi e gli interessi dei diversi membri della famiglia Medici si possono riferire ad un unico paradigma. Nel loro insieme costituiscono la manifestazione di un linguaggio che si pone come interpretazione dell’antico nella rilettura degli aspetti essenziali di quell’architettura. La prima parte del testo è dedicata al “mecenatismo mediceo”. Questa si articola in sei momenti corrispondenti a ciascun componente della famiglia Medici: Giovanni di Bicci; Cosimo; Piero; Giovanni; Lorenzo; Giovanni (Leone X), ed è costituita dall’analisi delle opere architettoniche-scultoree, ma anche scultoree-pittoriche riferibili a ciascun committente. Per ognuno è analizzato: l’impianto tipologico spazio-strutturale, la sintassi architettonica, gli elementi decorativi. Nella seconda parte, invece, si è tentata una ricostruzione della definizione politica dei programmi artistici della famiglia Medici e delle innovazioni introdotte dal gusto mediceo nel linguaggio architettonico rinascimentale
Il testo affronta tutte le tematiche che afferiscono all’istituzione museale, da quelle conservat... more Il testo affronta tutte le tematiche che afferiscono all’istituzione museale, da quelle conservative a quelle più eminentemente progettuali connesse all’allestimento museografico. Viene tracciata un’ampia ricostruzione della storia dell’arte sacra della Diocesi triventina; è ricostruita l’evoluzione architettonica della chiesa della Ss. Trinità, sede del museo, e sono illustrati i criteri progettuali sui quali si è impostato l’allestimento museografico, fino alla descrizione degli oggetti d’arte ivi raccolti in stretta connessione con i temi propri della liturgia
Il testo propone una nuova lettura degli affreschi della cappella Carafa scaturita dal riconoscim... more Il testo propone una nuova lettura degli affreschi della cappella Carafa scaturita dal riconoscimento di alcune tematiche fondamentali del dibattito artistico della Firenze del Quattrocento: la prospettiva e l’archittettura quale concretizzazione dello spazio pittorico e manifestazione della munificenza dello Stato come del singolo cittadino. Per giungere a questa nuova interpretazione è stato necessario partire dalla lettura del dato formale, dalla ricerca dei modelli architettonici e dei riferimenti alla trattatistica.
Di pari passo è stata indagata la composizione prospettica attraverso la quale è stato possibile rintracciare gli schemi compositivi che hanno guidato l’artista nella progettazione dello spazio architettonico dipinto
RETROFIT AS COMPATIBLE CONSERVATIVE ACTION
The reuse of the ancient architectures needs an organi... more RETROFIT AS COMPATIBLE CONSERVATIVE ACTION The reuse of the ancient architectures needs an organic approach to the pre-existence. The project, in other words, must be the result of a decoding process suitable to frame in a non-self qualities of each of the parts that compose the historical building, but must also be suitable to check a priori that the graft of new elements does not alter the set starting structure. Only in this case the innovations introducted in existing architectures can actually be considered as positive developments, therefore, a progress for building. The energy retrofit requires the adaptation of the existing to new performance standards. So this implies the transfer to pre-industrial buildings of new products and technologies to improve comfort levels. this, also claims as design support, a series of checks. The role of compatibility in this process is essential. Compatibility, in fact, directly and indirectly, creates a dense system of circuits: states actors, tools and flows. Identifies ways to interpret a situation and provides the scalability parameters.
Per "Camillo Boito moderno", Milano 3-4 dicembre 2014. Convegno promosso dall’Accademia di Bell... more Per "Camillo Boito moderno", Milano 3-4 dicembre 2014. Convegno promosso dall’Accademia di Belle Arti di Brera con il sostegno del Politecnico di Milano, responsabile scientifico Sandro Scarrocchia
Le ‘gare artistiche’ sono le forme più diffuse con cui vengono progettati i grandi edifici del nuovo regno d’Italia e restaurati i monumenti del passato rimasti incompiuti. Queste consentono di scegliere un buon progetto ma soprattutto sollecitano l’attenzione del pubblico, della stampa, degli esperti e dell’uomo qualunque verso le problematiche delle arti, dell’architettura della cura dei monumenti. Il concorso, in tal modo, da vecchia pratica accademica rompe i confini delle mura scolastiche e si apre alla dimensione educativa dei cittadini, incrementando i dibattiti sulla funzione unificante della cultura, dello “stile nazionale” e sulla “questione restauro”. Camillo Boito vive questa temperie culturale sia in modo diretto come accademico, sia nella duplice figura di concorrente e membro delle commissioni di concorso. Le contraddizioni che caratterizzano l’incontro tra “l’antico e il nuovo” si palesano in lui in un dialogo continuo che è di confronto, ma anche di scontro e si rivolgono parimenti al patrimonio del passato nella sua oggettiva realtà storica e manifestano attraverso il bisogno di coniugare le esigenze di ammodernamento con quelle della conservazione tanto e al suo contesto, aprendo i primi spiragli alla considerazione dell’ambiente all’interno del campo disciplinare del restauro. Egli da restauratore avverte la difficoltà di un confronto diretto con il passato, sente l’esigenza di riconoscere la distanza che separa ciò che è accaduto da ciò che oggi è cogliendo il “dove” dell’antico, misurandolo e percependone i confini. In ciò risiede la definizione del canone della “distinguibilità” che sarà un punto fondamentale del suo pensiero; una distinguibilità che è insieme conservazione del presente e aggiunta e che nell’ottica di una cultura idealista, alla quale Boito non risulta estraneo, richiede ad ogni ulteriore inserzione sulla preesistenza il manifestarsi come opera del “genio creatore”. In questa prospettiva il rapporto “antico–nuovo” nel progetto di restauro, non diversamente da quanto accade per la formazione della linguistica architettonica contemporanea, si scioglie non attraverso il ricorso all’imitazione degli stilemi esistenti, ma nella ricerca di una composizione modernamente intesa che si muova oltre l’eclettismo, con un atteggiamento fondamentalmente volto al reinveramento e alla semplificazione delle forme antiche. Per analizzare questi aspetti del pensiero e dell’azione boitiana si è fatto ricorso allo studio di due importanti concorsi d’architettura avviati sul finire del XIX secolo: quello per la realizzazione dell’Emanuelion e quello per il restauro del Duomo fiorentino. L’uno si apre con la “questione dello stile nazionale” che è la ragione prima di ogni diatriba, ma ha sullo sfondo le problematiche del risanamento della città storica e del rispetto degli elementi che ne determinano i tratti caratteristici. Nell’altro la ricerca del localismo nella definizione del linguaggio architettonico regionale lascia emergere con pienezza le conflittualità proprie dell’integrazione e quelle della distinzione delle parti aggiunte all’esistente. Così il monumento al re Vittorio viene scelto a seguito di due ‘gare’, di lunghe discussioni interne al parlamento e con una infinita serie di relazioni della commissione; un lavorio fine che Boito racconta in “Questioni pratiche di belle arti” attraverso un ampio resoconto, nel quale è descritta, con toni equilibrati quanto lievemente faceti, la scalata del monumento al colle cittadino. Non diversamente da quanto accade per il Vittoriano, anche la realizzazione della facciata di Santa Maria del Fiore è accompagnata da dibattiti e polemiche. Già dai primi anni 40 dell’Ottocento rinasce l’interesse per quest’opera, ma per vederne l’esecuzione bisognerà aspettare il 1887 e il compimento di tre concorsi, ognuno dei quali è presieduto da commissioni formate dai Principi delle Accademie italiane, da figure di storici, critici e architetti di risalto internazionale come Gottfried Semper ed Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc. Capire le ragioni per le quali delle forme architettoniche del Vittoriano derivino da modelli antichi, oppure quanto per il progetto della facciata del duomo fiorentino siano stati importanti i riferimenti medioevali o rinascimentali non è tra gli obiettivi di questo studio. Qui, piuttosto, si è cercato di comprendere quali siano state le modalità in cui nell’Italia di fine Ottocento si promuove la produzione artistica e si tende a coniugare il nuovo con l’antico, nel momento in cui anche per opera di Camillo Boito si vanno precisando i termini del restauro inteso come lettura filologica dell’esistente e si va definendo la figura del’architetto come strumento addensante dei saperi e delle arti
I paesaggi periurbani sono luoghi di limite. Questi hanno l’identità di un confine figurale: quel... more I paesaggi periurbani sono luoghi di limite. Questi hanno l’identità di un confine figurale: quello del nucleo urbano che tende a dissolversi in forme fluide nel paesaggio agricolo. Le costruzioni che connotano la periferia mediano la densità dell’urbano e s’inseriscono indifferentemente nel paesaggio, che è insieme naturale e antropico, agrario e infrastrutturato, generando confini residuali: frammentati e diversificati, nei quali vivono relitti di case, territorio naturale, resti di antiche vestigia, nuove abitazioni e bidonville. Restaurare paesaggi di limite significa andare contro la superficialità dello sguardo, riconoscendo i valori dell'ambiente naturale, antropologico e socio-economico, che aiutano a comprendere il significato dei luoghi e il loro senso nella storia.La storia è il fondamento di ogni azione di riparazione, poiché nella sua evoluzione si comprendono le modificazioni del paesaggio, ma essa nei luoghi di margine si incarna nel senso di identità, nella riconoscibilità dei luoghi, nel senso di comunità che gli elementi strutturanti il paesaggio possono offrire. Questi elementi sono le parole dell’identità e sono sempre diverse, poiché contrariamente da quanto comunemente si ritiene, le periferie non sono tutte uguali, ognuna ha un suo segno, possiede una propria individualità ed è su questa che si deve ricercare la storia e porre a fondamento l’azione del restauro
La collana editoriale esempi di architettura nasce per divulgare pubblicazioni scientifiche edite... more La collana editoriale esempi di architettura nasce per divulgare pubblicazioni scientifiche edite dal mondo universitario e dai centri di ricerca, che focalizzino l'attenzione sulla lettura critica dei proget ti. si vuole così creare un luogo per un dibattito culturale su argomenti interdisciplinari con la finalità di approfondire tematiche attinenti a differenti ambiti di studio che vadano dalla storia, al restauro, alla progettazione architettonica e strutturale, all'analisi tecnologica, al paesaggio e alla città.
Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione d... more Nella percezione dello spazio circostante il colore ha un ruolo importante. Esso ha la funzione di strutturare l'habitat e consente a chi percepisce, di comporre delle mappe cognitive che hanno la funzione di riconoscere e di riconoscersi in un luogo.
La fisionomia di un paesaggio, sia esso naturale sia esso urbano, porta con sé non solo forma ma luce e con la luce il colore. Alla scala urbana, come a quella paesaggistico-territoriale, la presenza del colore è fondamentale, dunque, per la costruzione di un'immagine.
Quali gli elementi che concorrono a comporre la mappa cognitiva che facilita la percezione e la relativa formazione dell'immagine di un ambito urbano? Quali le componenti che favoriscono la ricomposizione e l'identificazione di un paesaggio antropico e quali quelle di un paesaggio naturale? Quanto la presenza del colore nell'architettura e nella natura contribuisca alla costruzione del significato di una immagine urbana e quanto l'applicazione del colore all'architettura può mutare questi rapporti?
All'interno di una cornice teorica, si andranno ad analizzare gli elementi che concorrono alla costruzione di questo rapporto d'identificazione insito nel legame forma-colore-individuo presente alla scala architettonica come in quella urbana oppure anche in quella paesaggistica, attraverso la lettura di alcuni esempi in cui sarà possibile analizzare alle differenti scale il ruolo giocato dal colore in ognuno dei casi citati.
Nel corso di questo lavoro, dunque, si proporranno schemi e indagini finalizzate allo scandaglio del ruolo giocato dal colore in ognuno dei casi suddetti. Nella dimensione dell'architettura e del suo materiale da costruzione; Nella dimensione della fisionomia urbana data dall'uomo che lo percorre, dalle automobili, dagli alberi, dagli edifici ecc…, e quella più dilatata del paesaggio in cui tutto questo si ritrova come elemento di un insieme più ampio che si confronta con la misura più ampia del territorio e della natura.
Questo è un processo importante per una corretta analisi dei luoghi, e ancor più in quella processo di composizione architettonica, che riguarda la scelta dei materiali da costruzione e ancor più quella dei piani del colore, in quanto rappresentano un elemento di mediazione tra la misura dell'architettura e quella vasta del territorio.
Il lavoro costituisce il risultato conclusivo del progetto di Piano di Valorizzazione dei Beni Cu... more Il lavoro costituisce il risultato conclusivo del progetto di Piano di Valorizzazione dei Beni Culturali della Regione Molise. Il Piano è stato impostato in diverse sezioni che permettono di illustrare approfonditamente le analisi, le elaborazioni e i risultati specifici degli ambiti disciplinari interessati dalla pianificazione in azioni di conservazione e valorizzazione integrata delle risorse culturali. I beni costituiscono quel “sistema” si cose che compongono il patrimonio di un popolo, sia sul piano culturale sia, per definizione stessa, su quello economico, anche se il valore che si considera non è esprimibile in termini strettamente monetari. Si trattadi un valore complesso sottoposto alla variabilità delle componenti che lo definiscono: oggetti d’arte, monumenti, musei, case, paesaggi, città, costumi, tradizioni, un insieme definito ma non chiuso, suscettibile di continui ampliamenti poiché esso è legato al territorio che lo ha prodotto e non può essere offerto come una entità data ma derivata. Tale patrimonio costituisce un elemento portante della nostra società poiché è parte essenziale dell’identità di ciascuno di noi, rappresenta la ricchezza di un popolo, di un paese, di una nazione, del singolo che riconosce in esso le sue radici, le sue origini. Su di esso, sulla riscoperta della cultura locale in senso conservativo e in senso creativo che è stato impostato il piano, finalizzandolo alla conservazione e tutela del patrimonio locale ma anche alla valorizzazione della diversità che sono alla base delle identità dei nostri popoli.
La sostenibilità di un’architettura, ancor più se si discute di edifici storici, non può essere m... more La sostenibilità di un’architettura, ancor più se si discute di edifici storici, non può essere misurata esclusivamente rispetto ai soli risparmi energetici, ai giusti consumi o a parametri di prestazionali. Anche, ma non solo. Va misurata in funzione della qualità e la sostenibilità di chi quei luoghi, architettura e città storica, li vive nel quotidiano. Quanto, cioè, certi posti siano effettivamente in grado di rispondere, nel loro insieme e non solo nelle singole componenti, che pure importanto nella valutazione generale sel sistema, a rendere sostenibili la vita nella sua complessità. Si è cercato di mettere a punto un sistema valutativo capace di coinvolgere la stima degli impatti in termini di perdita di materia, di aspetto, di innovazione tecnologica compatibile, in rapporto alla storicità dei luoghi, delle loro consistenze, sempre letta all’interno di un organismo articolato e complesso quale è quello di un centro storico, nel quale la scala del dettaglio e quella dei sistemi urbani non possono essere scisse
La reintegrazione delle lacune nel restauro architettonico costituisce un tema da sempre oggetto ... more La reintegrazione delle lacune nel restauro architettonico costituisce un tema da sempre oggetto di dibattiti vivi e stimolanti nel mondo scientifico e tra gli esperti del settore. La questione del trattamento della “mancanza”, infatti, genera riflessioni che investono problemi nodali dell’intervento sul costruito; problemi relativi alle diverse tesi sulla conservazione materiale dell’opera d’arte e alle teorie del progetto e della composizione architettonica. Tali tematiche risultano centrali sia negli studi di storia dell’architettura, che in quelli del restauro e della conservazione dei beni culturali. Le recenti ricorrenze del bicentenario della nascita di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (Parigi, 27 gennaio 1814 – Losanna, 17 settembre 1879), del centenario della morte di Camillo Boito (Roma, 30 ottobre 1836 – Milano, 28 giugno 1914) e del cinquantenario dell’emanazione della Carta del Restauro di Venezia (Congresso Internazionale degli Architetti e Tecnici dei Monumenti, 31 maggio 1964) hanno offerto lo spunto per rinnovare il confronto scientifico sul tema della reintegrazione della lacuna – che oramai vanta una felice e ricca fortuna bibliografica – e per fare un punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive future in questo ambito, sia dal punto di vista storico-critico, sia da quello dell’esperienza progettuale.
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Papers by maria vitiello
- ARCHITETTURE RURALI E XX SECOLO - PROGRESSI NELLA RICERCA
SULL’ARCHITETTURA RURALE - CONSERVAZIONE E RESTAURO
DELL’ARCHITETTURA RURALE - PAESAGGI RURALI E ITINERARI CULTURALI -
ISTRUZIONE E ADVOCACY - PATRIMONIO RURALE: RISCHIO E VULNERABILITÀ
- CURA DA E PER LE COMUNITÀ
L'interrogativo si pone nella possibilità di accogliere i principi ecologici all'interno della disciplina della conservazione e quanto le basi costituite dai "padri fondatori" possano essere ampliate. Considerare il restauro da una prospettiva ecologica richiede, infatti, la specificazione di posizioni teoriche, la revisione di prassi metodologiche, ma soprattutto l'affermazione della natura complessa del patrimonio culturale. L'ecologia applicata al restauro non deve essere immaginata in riferimento ai paesaggi o ai contesti naturali, ma calata nell'ampliamento dei legami biologici che l'uomo stringe con l'ecosistema ambientale in cui vive, appropriandosi del territorio e delle risorse che in questo sono riposte. Il testo si svolge intorno a quattro parole chiave: ecologia, sostenibilità, compatibilità, modificabilità. Ciascuna un capitolo. In ciascuno sono richiamati i passaggi storici che hanno portato alla formazione della coscienza ecologica e dello sviluppo sostenibile e sono individuati i punti di tangenza e di intersezione con le teorie del restauro che in parallelo si venivano a definire anche intorno ai concetti di compatibilità e modificabilità. I suggerimenti per il fare pratico si fanno gradualmente più concreti, riducendo lo iato tra approccio teorico e proposte operative, benché il discorso, in generale, sia impostato su un livello prettamente concettuale
Di pari passo è stata indagata la composizione prospettica attraverso la quale è stato possibile rintracciare gli schemi compositivi che hanno guidato l’artista nella progettazione dello spazio architettonico dipinto
The reuse of the ancient architectures needs an organic approach to the pre-existence. The project, in other words, must be the result of a decoding process suitable to frame in a non-self qualities of each of the parts that compose the historical building, but must also be suitable to check a priori that the graft of new elements does not alter the set starting structure. Only in this case the innovations introducted in existing architectures can actually be considered as positive developments, therefore, a progress for building. The energy retrofit requires the adaptation of the existing to new performance standards. So this implies the transfer to pre-industrial buildings of new products and technologies to improve comfort levels. this, also claims as design support, a series of checks. The role of compatibility in this process is essential. Compatibility, in fact, directly and indirectly, creates a dense system of circuits: states actors, tools and flows. Identifies ways to interpret a situation and provides the scalability parameters.
Le ‘gare artistiche’ sono le forme più diffuse con cui vengono progettati i grandi edifici del nuovo regno d’Italia e restaurati i monumenti del passato rimasti incompiuti. Queste consentono di scegliere un buon progetto ma soprattutto sollecitano l’attenzione del pubblico, della stampa, degli esperti e dell’uomo qualunque verso le problematiche delle arti, dell’architettura della cura dei monumenti. Il concorso, in tal modo, da vecchia pratica accademica rompe i confini delle mura scolastiche e si apre alla dimensione educativa dei cittadini, incrementando i dibattiti sulla funzione unificante della cultura, dello “stile nazionale” e sulla “questione restauro”.
Camillo Boito vive questa temperie culturale sia in modo diretto come accademico, sia nella duplice figura di concorrente e membro delle commissioni di concorso. Le contraddizioni che caratterizzano l’incontro tra “l’antico e il nuovo” si palesano in lui in un dialogo continuo che è di confronto, ma anche di scontro e si rivolgono parimenti al patrimonio del passato nella sua oggettiva realtà storica e manifestano attraverso il bisogno di coniugare le esigenze di ammodernamento con quelle della conservazione tanto e al suo contesto, aprendo i primi spiragli alla considerazione dell’ambiente all’interno del campo disciplinare del restauro.
Egli da restauratore avverte la difficoltà di un confronto diretto con il passato, sente l’esigenza di riconoscere la distanza che separa ciò che è accaduto da ciò che oggi è cogliendo il “dove” dell’antico, misurandolo e percependone i confini. In ciò risiede la definizione del canone della “distinguibilità” che sarà un punto fondamentale del suo pensiero; una distinguibilità che è insieme conservazione del presente e aggiunta e che nell’ottica di una cultura idealista, alla quale Boito non risulta estraneo, richiede ad ogni ulteriore inserzione sulla preesistenza il manifestarsi come opera del “genio creatore”. In questa prospettiva il rapporto “antico–nuovo” nel progetto di restauro, non diversamente da quanto accade per la formazione della linguistica architettonica contemporanea, si scioglie non attraverso il ricorso all’imitazione degli stilemi esistenti, ma nella ricerca di una composizione modernamente intesa che si muova oltre l’eclettismo, con un atteggiamento fondamentalmente volto al reinveramento e alla semplificazione delle forme antiche.
Per analizzare questi aspetti del pensiero e dell’azione boitiana si è fatto ricorso allo studio di due importanti concorsi d’architettura avviati sul finire del XIX secolo: quello per la realizzazione dell’Emanuelion e quello per il restauro del Duomo fiorentino. L’uno si apre con la “questione dello stile nazionale” che è la ragione prima di ogni diatriba, ma ha sullo sfondo le problematiche del risanamento della città storica e del rispetto degli elementi che ne determinano i tratti caratteristici.
Nell’altro la ricerca del localismo nella definizione del linguaggio architettonico regionale lascia emergere con pienezza le conflittualità proprie dell’integrazione e quelle della distinzione delle parti aggiunte all’esistente.
Così il monumento al re Vittorio viene scelto a seguito di due ‘gare’, di lunghe discussioni interne al parlamento e con una infinita serie di relazioni della commissione; un lavorio fine che Boito racconta in “Questioni pratiche di belle arti” attraverso un ampio resoconto, nel quale è descritta, con toni equilibrati quanto lievemente faceti, la scalata del monumento al colle cittadino.
Non diversamente da quanto accade per il Vittoriano, anche la realizzazione della facciata di Santa Maria del Fiore è accompagnata da dibattiti e polemiche. Già dai primi anni 40 dell’Ottocento rinasce l’interesse per quest’opera, ma per vederne l’esecuzione bisognerà aspettare il 1887 e il compimento di tre concorsi, ognuno dei quali è presieduto da commissioni formate dai Principi delle Accademie italiane, da figure di storici, critici e architetti di risalto internazionale come Gottfried Semper ed Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc.
Capire le ragioni per le quali delle forme architettoniche del Vittoriano derivino da modelli antichi, oppure quanto per il progetto della facciata del duomo fiorentino siano stati importanti i riferimenti medioevali o rinascimentali non è tra gli obiettivi di questo studio.
Qui, piuttosto, si è cercato di comprendere quali siano state le modalità in cui nell’Italia di fine Ottocento si promuove la produzione artistica e si tende a coniugare il nuovo con l’antico, nel momento in cui anche per opera di Camillo Boito si vanno precisando i termini del restauro inteso come lettura filologica dell’esistente e si va definendo la figura del’architetto come strumento addensante dei saperi e delle arti
La fisionomia di un paesaggio, sia esso naturale sia esso urbano, porta con sé non solo forma ma luce e con la luce il colore. Alla scala urbana, come a quella paesaggistico-territoriale, la presenza del colore è fondamentale, dunque, per la costruzione di un'immagine.
Quali gli elementi che concorrono a comporre la mappa cognitiva che facilita la percezione e la relativa formazione dell'immagine di un ambito urbano? Quali le componenti che favoriscono la ricomposizione e l'identificazione di un paesaggio antropico e quali quelle di un paesaggio naturale? Quanto la presenza del colore nell'architettura e nella natura contribuisca alla costruzione del significato di una immagine urbana e quanto l'applicazione del colore all'architettura può mutare questi rapporti?
All'interno di una cornice teorica, si andranno ad analizzare gli elementi che concorrono alla costruzione di questo rapporto d'identificazione insito nel legame forma-colore-individuo presente alla scala architettonica come in quella urbana oppure anche in quella paesaggistica, attraverso la lettura di alcuni esempi in cui sarà possibile analizzare alle differenti scale il ruolo giocato dal colore in ognuno dei casi citati.
Nel corso di questo lavoro, dunque, si proporranno schemi e indagini finalizzate allo scandaglio del ruolo giocato dal colore in ognuno dei casi suddetti. Nella dimensione dell'architettura e del suo materiale da costruzione; Nella dimensione della fisionomia urbana data dall'uomo che lo percorre, dalle automobili, dagli alberi, dagli edifici ecc…, e quella più dilatata del paesaggio in cui tutto questo si ritrova come elemento di un insieme più ampio che si confronta con la misura più ampia del territorio e della natura.
Questo è un processo importante per una corretta analisi dei luoghi, e ancor più in quella processo di composizione architettonica, che riguarda la scelta dei materiali da costruzione e ancor più quella dei piani del colore, in quanto rappresentano un elemento di mediazione tra la misura dell'architettura e quella vasta del territorio.
Le recenti ricorrenze del bicentenario della nascita di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (Parigi, 27 gennaio 1814 – Losanna, 17 settembre 1879), del centenario della morte di Camillo Boito (Roma, 30 ottobre 1836 – Milano, 28 giugno 1914) e del cinquantenario dell’emanazione della Carta del Restauro di Venezia (Congresso Internazionale degli Architetti e Tecnici dei Monumenti, 31 maggio 1964) hanno offerto lo spunto per rinnovare il confronto scientifico sul tema della reintegrazione della lacuna – che oramai vanta una felice e ricca fortuna bibliografica – e per fare un punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive future in questo ambito, sia dal punto di vista storico-critico, sia da quello dell’esperienza progettuale.