Books by Pietro Masciullo
Il cinema è ancora qualcos’altro rispetto al suo dispositivo? Se il cinema nel nuovo millennio è ... more Il cinema è ancora qualcos’altro rispetto al suo dispositivo? Se il cinema nel nuovo millennio è sempre più pensato, prodotto, fruito e studiato come medium digitalizzato, softwarizzato, deistituzionalizzato e tendenzialmente musealizzato, come rintracciare ancora un’identità riconoscibile? Dalla recente produzione hollywoodiana alle selezioni sempre più sperimentali dei festival internazionali – le analisi qui proposte spazieranno dai blockbuster americani alle nuove onde sudamericane, cinesi, filippine – si tenterà di riportare al centro della riflessione il film sia nella sua singolarità testuale sia nelle sue interrelazioni con ogni audiovisivo di confine. Domandandosi se il cinema contemporaneo possa ancora essere in grado di produrre teoria, di riflettere su se stesso e sul proprio posto nel mondo, quindi di riflettere sulla nostra mutata soggettività e sui sempre differenti regimi di sguardo filtrati dalla tecnica. E rivendicando così, indirettamente, anche una “rinnovata” identità nel complesso panorama mediale odierno.
Con analisi di film come: Il grande e potente Oz, Jurassic World, The Visit, Nemico pubblico, Sils Maria, Adieu au langage, Holy Motors, Jauja, A Lullaby to the Sorrowful Mystery, I Wish I Knew, ecc.
Edited Books and Special Issues by Pietro Masciullo
CINEMA E STORIA 2020. A cura di Giovanni Gozzini e Pietro Masciullo, 2020
A quasi vent’anni dall’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 la tendenziale mediatizzazio... more A quasi vent’anni dall’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 la tendenziale mediatizzazione degli eventi di guerra ha imposto una urgente riflessione sul valore testimoniale delle immagini. Questo numero di «Cinema e Storia», pertanto, intende riflettere sui rinnovati regimi di rappresentazione della guerra (cinematografica, seriale, videoludica) facendo il punto su una serie di dibattiti teorici nati intorno ai nuovi mediascapes digitalizzati e convergenti. I saggi qui raccolti si interrogano innanzitutto sulla contemporanea riconfigurazione delle guerre del passato, soffermandosi poi sul post-11 settembre e sui nuovi scenari della guerra globale al terrore tra cinema e nuovi media, per riflettere infine sui regimi di visione in era postmediale che sfruttano le potenzialità dei portable device e dei droni a pilotaggio remoto. Come di consueto, il numero monografico vuole adottare un approccio apertamente interdisciplinare (spaziando dalla storiografia contemporanea all’estetica, dai film studies ai media studies, dall’iconologia critica ai cultural studies) per fornire un contributo utile all’urgente riflessione sui profondi mutamenti esperienziali avvenuti nell’odierna cultura visuale.
Imago, 2018
«IMAGO n. 17», 2018
Wes Anderson è uno dei più importanti e celebrati cineasti degli ultimi vent’anni. Dal 1996, anno... more Wes Anderson è uno dei più importanti e celebrati cineasti degli ultimi vent’anni. Dal 1996, anno del suo esordio nel lungometraggio con Bootle Rocket – Un colpo da dilettanti, il giovane autore texano è riuscito a erigere un “suo” mondo immaginario governato da personalissime regole: i personaggi fragili, fumettistici e infantili che assurgono a caratteri universali; la coalescenza di epoche storiche evocate nella curatissima scenografia; la sovraccarica colonna sonora infarcita da una miriade di canzoni pop; la dichiarata tensione demiurgica verso l’amata letteratura; infine la composizione dell’inquadratura che bilancia ossessivamente il rapporto tra lo spazio scenico e i suoi attori. Insomma: un vero e proprio universo parallelo che fagocita innumerevoli riferimenti culturali novecenteschi partorendo, paradossalmente, un’originale e riconoscibile messa in scena. La sotterranea evasione da queste regole, però, fa esplodere costantemente una struggente dimensione sentimentale. Gli autori di questo libro sono partiti proprio da tali consapevolezze, aprendosi alle più varie suggestioni (il cinema, la moda, la musica, la letteratura, la filosofia ecc.) per offrire al lettore una fertile riflessione critica sugli interessantissimi aspetti del fare-cinema à la Wes Anderson.
Papers by Pietro Masciullo
IMAGO. Studi di cinema e media, 2018
In which ways is contemporary Hollywood cinema reflecting on the movie theatre's loss of centrali... more In which ways is contemporary Hollywood cinema reflecting on the movie theatre's loss of centrality and the deep mutation of its audience’s experience in the “streaming culture” era? The essay will advance three possible interpretative hypotheses starting from this question. In the Hollywood movies of the last decade, the image of the movie theater has been often associated with the sudden resurfacing of anachronistic elements, which Thomas Elsaesser defines as poetics of the “obsolescence”. In Hugo (Scorsese, 2011) or The Shape of Water (Del Toro, 2017) the return of the image of the movie theatre gives a new function to the twentieth‐century physical space as a figure of the imaginary which exhibits always new meanings: from the nostalgia (of the classic style) to the “technostalgia” (of the cinematographic apparatus). In movies with a modern setting such as Vanishing on 7th Street (Anderson, 2010) or La La Land (Chazelle, 2016) we have a sequence of interrupted projections and empty movie theatres showing a “traumatic absence”. Finally, in movies which show a near future such as Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children (Burton, 2016) or Arrival (Villeneuve, 2016), the new hybrid bodies of their respective protagonists interact with the big screen by setting up a “premediation” of future viewing ways. Analysing single sequences of these six movies the essay reflects on the persistence of the twentieth‐century viewing experience in contemporary digital cinema. The corpus of texts taken into consideration stretches along a vast but defined perimeter: the totality of American movies released into the international market between January 1st, 2008 and December 31st, 2017. Lastly, the
three interpretative hypotheses originate from just as many questions strictly related to the current theoretical reflection: technostalgia, trauma, premediation.
LA VALLE DELL’EDEN semestrale di cinema e audiovisivi, 2018
Confrontandosi apertamente con Blade Runner (Scott, 1982) – uno dei testi cardine per la riflessi... more Confrontandosi apertamente con Blade Runner (Scott, 1982) – uno dei testi cardine per la riflessione postmoderna sul cinema –, il recente sequel Blade Runner 2049 (Villeneuve, 2017) nasce come consapevole iper-testo che estende quell’immaginario di riferimento. Come? Partendo innanzitutto da una capillare narrazione transmediale: i tre cortometraggi 2022, 2036 e 2048 sono stati distribuiti direttamente su YouTube creando strategici link tra i due film. Per arrivare poi a configurare una teorica coalescenza tra diversi regimi di sguardo e statuti dell’immagine nella Los Angeles del 2049:
- Il confronto tra ologrammi in CGI e replicanti bio-ingegnerizzati (la digitalizzazione dei processi e la clonazione come campo fecondo della nostra cultura visuale);
- L’archeologia dei dispositivi e la diffusa “retromania” (i diversi supporti analogici riemergono come tracce memoriali del passato);
- La visualità dronistica e la guerra geolocalizzabile.
Il film, allora, configura una dettagliata indagine sulla nostra memoria mediale che termina non a caso a Las Vegas. La città postmoderna per eccellenza – dall’architettura di Robert Venturi in poi – dove le macerie post-apocalittiche del 2049 conservano solo “reliquie” dell’immaginario popolare. Ecco che le riconoscibili icone novecentesche balenano come glitch dell’immagine digitale: Harrison Ford/Rick Deckard si muove tra gli ologrammi di Marylin Monroe, Frank Sinatra o Elvis Presley, come corpo ibridato ma ancora capace di custodire una traccia referenziale.
Fata Morgana, Sep 2017
Olivier Assayas è stato spesso indicato come l’erede diretto delle rivoluzioni estetiche della No... more Olivier Assayas è stato spesso indicato come l’erede diretto delle rivoluzioni estetiche della Nouvelle Vague. La sua cifra stilistica, del resto, è sempre stata debitrice di un realismo fenomenologico di stampo baziniano (sin dall’esordio Desordre nel 1986). Questo consapevole “realismo estetico”, però, si fonde sempre più con un’altrettanto consapevole riflessione sul cinema come dispositivo di memoria (come in Irma Vep, 1996), in grado di sondare le potenze perturbanti del pictorial turn digitale (come negli ultimi Sils Maria e Personal Shopper). Il saggio, quindi, analizza la filmografia recente di Assayas indagando le mediazioni estetiche che permettono al cinema di persistere nel nuovo millennio.
Fata Morgana 29 (Mito), 2016
In Transformers: Age of Extinction (M. Bay, 2014) una materia sintetica isolata in laboratorio (s... more In Transformers: Age of Extinction (M. Bay, 2014) una materia sintetica isolata in laboratorio (soprannominata “transformio”) crea nuovi corpi clonati programmabili e modificabili nella forma e nel movimento. Il viaggio per riacquisire una soggettività, quindi, deve attraversare per l’ennesima volta la Monument Valley: luogo iconico dove tutti gli Autobot superstiti si sono rifugiati. Lo spazio immaginario per eccellenza del cinema americano si configura come "origine" sempre in divenire dell’immagine anche in era di Transformio digitale. Approcciando in maniera interdisciplinare strumenti di analisi che spaziano dai Film Studies ai Visual Studies, il saggio si concentra sulle inquadrature della Monument Valley che (creando scarti in una convergenza senza scarti) riesce a far sopravvivere il Mito.
Fata Morgana 26 (Teoria), 2015
Public Enemies (2009, Michael Mann) configura un rilevante scarto tra il rinnovato regime immersi... more Public Enemies (2009, Michael Mann) configura un rilevante scarto tra il rinnovato regime immersivo delle immagini cinematografiche (HD) e la consapevole adozione di archetipi mutuati dal sistema dei generi hollywoodiani (il gangster movie). La ri-articolazione della memoria del cinema classico, pertanto, interfaccia una palese riflessione teorica sui nuovi dispositivi di visione: queste sopravvivenze di un immaginario novecentesco nei nuovi domini della techne digitale rendono Public Enemies un testo particolarmente fertile per analizzare il cinema contemporaneo come dispositivo ancora in grado di riflettere su se stesso e produrre Teoria.
Fata Morgana 24 (Dispositivo), 2014
I Wish I Knew (2010, del regista cinese Jia Zhangke) configura una feconda indagine sulle tracce ... more I Wish I Knew (2010, del regista cinese Jia Zhangke) configura una feconda indagine sulle tracce mediali della città di Shanghai attraverso la coalescenza di tre forme discorsive differenti: quella documentale, quella finzionale, le “sopravvivenze” dell’archivio novecentesco. Un’ebbrezza anamnestica, per dirla con Walter Benjamin, che fa balenare la memoria in immagine. Il saggio, pertanto, analizza il cinema come dispositivo autoriflessivo capace ancora oggi di stimolare un confronto attivo tra le immagini e favorire una riflessione critica dello spettatore.
Book Chapters by Pietro Masciullo
Re-directing. La regia nello spettacolo del XXI secolo, a cura di Luca Bandirali, Daniela Castaldo, Francesco Ceraolo (Salento University Publishing), 2020
Fata Morgana Web 2019. Un anno di visioni, a cura di A. Canadè e R. De Gaetano, Pellegrini, 2019
Negli ultimi anni grandi autori come i fratelli Coen, Paul Greengrass, Paul Thomas Anderson, Stev... more Negli ultimi anni grandi autori come i fratelli Coen, Paul Greengrass, Paul Thomas Anderson, Steven Soderbergh, Alfonso Cuarón, Martin Scorsese si sono affiancati nel variegato catalogo di Netflix a giovani frequentatori dei festival internazionali come Noah Baumbach, Bong Joon-ho, i fratelli Safdie o Cary Fukunaga. Al di là delle complesse strategie di mercato sperimentate dalle piattaforme subscription video on demand – che implicano in questo caso una lucida strategia di legittimazione culturale –, ciò che risulta interessante analizzare è la persistenza del cinema nei nuovi ambienti mediali. In che modo i “testi” riflettono su questo radicale salto di paradigma?
Steven Spielberg, a cura di Andrea Minuz, Marsilio, 2019
Analisi del film
Fata Morgana Web 2018. Un anno di visioni, a cura di A. Canadè e R. De Gaetano, Pellegrini, Cosenza, 2018
Che mondo hanno "immaginato" i film del 2018? E prima ancora: come si riconosce un’immagine cinem... more Che mondo hanno "immaginato" i film del 2018? E prima ancora: come si riconosce un’immagine cinematografica negli ambienti mediali sempre più ibridati del 2018? Dai grandi schermi dei più importanti festival internazionali ai piccoli display delle nuove piattaforme streaming, il cinema sta tornando periodicamente a porsi queste domande originarie.
Atti critici in luoghi pubblici. Scrivere di cinema, TV e media dal dopoguerra al web, a cura di Michele Guerra e Sara Martin (Diabasis, 2019), 2019
Questo saggio trae origine da una più ampia ricerca in corso sui rapporti sistemici e intermedial... more Questo saggio trae origine da una più ampia ricerca in corso sui rapporti sistemici e intermediali tra cinema e televisione in Italia tra gli anni Cinquanta e Settanta. Nell'epoca della convergenza digitale, così come se si vuole adottare un punto di vista diacronico sulla storia dei media, occuparsi di cinema e televisione vuol dire soprattutto fare i conti con un sistema complesso, che preveda l'esistenza e l'interrelazione dell'uno e con l'altro medium 2 . Non si tratta soltanto di inserire la storia del cinema o della televisione all'interno di una più ampia storia della cultura visiva, né di occuparsi unicamente delle evoluzioni del linguaggio cinematografico su quello televisivo, o viceversa 3 . L'idea alla base di questa ricerca è, anzitutto, quella di considerare cinema e televisione come parti dello stesso universo culturale e simbolico, di un sistema mediale integrato fatto di scosse di assestamen-
SHOOTING FROM HEAVEN - Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre , 2012
Saggio tratto dal Libro SHOOTING FROM HEAVEN -
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla... more Saggio tratto dal Libro SHOOTING FROM HEAVEN -
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre (A cura di Giulia Fanara)
SHOOTING FROM HEAVEN. Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre., 2012
Saggio tratto dal Libro SHOOTING FROM HEAVEN
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla s... more Saggio tratto dal Libro SHOOTING FROM HEAVEN
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre.
(A cura di Giulia Fanara)
IL PASSATO NEL CINEMA CONTEMPORANEO, 2013
Tratto dal Libro:
IL PASSATO NEL CINEMA CONTEMPORANEO
(A cura di Giulia Fanara)
Articles by Pietro Masciullo
Sentieri Selvaggi 21st, Mar 2019
Come "raccontare per immagini" la Prima Guerra Mondiale a cento anni di distanza dall'armistizio ... more Come "raccontare per immagini" la Prima Guerra Mondiale a cento anni di distanza dall'armistizio dell'11 novembre 1918? Come approcciare l'immenso materiale d'archivio a disposizione e farlo "testimoniare" ancora oggi? Insomma come far rivivere negli attuali regimi di visione quelle tracce così preziose rispettando la memoria di chi le ha attraversate? They Shall Not Grow Old è forse il primo blockbuster sulle immagini d’archivio mai prodotto. Un film che pone non pochi problemi etici sull’odierno limite del rappresentabile e del rifigurabile, gettando però un pionieristico sguardo “futuro” sulle “immagini del passato”
Fata Morgana Web, 2018
Il libro delle (nuove) immagini 14 MAGGIO 2018 15 maggio 2018 CANNES 71, PIETRO MASCIULLO, SPECIA... more Il libro delle (nuove) immagini 14 MAGGIO 2018 15 maggio 2018 CANNES 71, PIETRO MASCIULLO, SPECIALI, USCENDO DAL CINEMA di PIETRO MASCIULLO Le livre d'image di Jean-Luc Godard.
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Books by Pietro Masciullo
Con analisi di film come: Il grande e potente Oz, Jurassic World, The Visit, Nemico pubblico, Sils Maria, Adieu au langage, Holy Motors, Jauja, A Lullaby to the Sorrowful Mystery, I Wish I Knew, ecc.
Edited Books and Special Issues by Pietro Masciullo
Papers by Pietro Masciullo
three interpretative hypotheses originate from just as many questions strictly related to the current theoretical reflection: technostalgia, trauma, premediation.
- Il confronto tra ologrammi in CGI e replicanti bio-ingegnerizzati (la digitalizzazione dei processi e la clonazione come campo fecondo della nostra cultura visuale);
- L’archeologia dei dispositivi e la diffusa “retromania” (i diversi supporti analogici riemergono come tracce memoriali del passato);
- La visualità dronistica e la guerra geolocalizzabile.
Il film, allora, configura una dettagliata indagine sulla nostra memoria mediale che termina non a caso a Las Vegas. La città postmoderna per eccellenza – dall’architettura di Robert Venturi in poi – dove le macerie post-apocalittiche del 2049 conservano solo “reliquie” dell’immaginario popolare. Ecco che le riconoscibili icone novecentesche balenano come glitch dell’immagine digitale: Harrison Ford/Rick Deckard si muove tra gli ologrammi di Marylin Monroe, Frank Sinatra o Elvis Presley, come corpo ibridato ma ancora capace di custodire una traccia referenziale.
Book Chapters by Pietro Masciullo
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre (A cura di Giulia Fanara)
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre.
(A cura di Giulia Fanara)
Articles by Pietro Masciullo
Con analisi di film come: Il grande e potente Oz, Jurassic World, The Visit, Nemico pubblico, Sils Maria, Adieu au langage, Holy Motors, Jauja, A Lullaby to the Sorrowful Mystery, I Wish I Knew, ecc.
three interpretative hypotheses originate from just as many questions strictly related to the current theoretical reflection: technostalgia, trauma, premediation.
- Il confronto tra ologrammi in CGI e replicanti bio-ingegnerizzati (la digitalizzazione dei processi e la clonazione come campo fecondo della nostra cultura visuale);
- L’archeologia dei dispositivi e la diffusa “retromania” (i diversi supporti analogici riemergono come tracce memoriali del passato);
- La visualità dronistica e la guerra geolocalizzabile.
Il film, allora, configura una dettagliata indagine sulla nostra memoria mediale che termina non a caso a Las Vegas. La città postmoderna per eccellenza – dall’architettura di Robert Venturi in poi – dove le macerie post-apocalittiche del 2049 conservano solo “reliquie” dell’immaginario popolare. Ecco che le riconoscibili icone novecentesche balenano come glitch dell’immagine digitale: Harrison Ford/Rick Deckard si muove tra gli ologrammi di Marylin Monroe, Frank Sinatra o Elvis Presley, come corpo ibridato ma ancora capace di custodire una traccia referenziale.
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre (A cura di Giulia Fanara)
Trauma e soggettività nel cinema americano: dalla seconda guerra mondiale al post 11 settembre.
(A cura di Giulia Fanara)
d'Arte Cinematografica” – è intimamente legata al Novecento come secolo che fa esplodere su larga scala la rivoluzione spaziale ottocentesca. Pertanto: qual è il senso di un festival di cinema in un tempo di costanti mutazioni dell'immagine (cinematografica) e della sua fruizione?
obiettiva fragilità con lucida consapevolezza, sottolineando e sfidando l’eclissi di molte sue prerogative novecentesche come la perdita del “monopolio” sull’immagine in movimento che deteneva incontrastato. Ri-partiamo da qui. Dal seminale discorso soderberghiano sulla “riconquista” di un’esperienza
cinematografica nella progressiva de-realizzazione dei fenomeni esperiti in immagine.
dispositivi, immagini che riflettono, nel quotidiano, paure, terrori e aspettative di un mondo globalizzato. A questo proposito, il numero monografico 1/2020 di «Cinema e Storia» si concentrerà sulla proliferazione delle immagini di guerra e sulle riletture del passato bellico nella cultura visiva del XXI secolo, dando particolare attenzione alle forme attraverso cui si costruiscono e si diffondono gli immaginari di guerra in era digitale.
Gli interventi potranno concentrarsi su casi di studio relativi a singoli film o autori, oppure allargare lo sguardo alle dinamiche di costruzione e circolazione dell’immaginario post-11 settembre in determinati contesti, utilizzando specifici corpus di analisi.