Papers by Alessandro Pulimanti
Quaderni di filologia romanza, 2022
This article points out the modern appeal on troubadours’ lyric by analyzing the role of
trouba... more This article points out the modern appeal on troubadours’ lyric by analyzing the role of
troubadours’ topoi in the works of Peter Handke. This analysis was possible thanks to a comparison of themes with reference to contemporary German literature which was not studied enough
before. The two elements analyzed are the literary concept of 'dream’ and the topic of 'snow' as
well, which seem to be connected to the mythical “Holy Grail”.

Academic Journal of Modern Philology, 2022
The aim of this paper is to reflect on Handke's reception of Spanish and Friulian traditions. The... more The aim of this paper is to reflect on Handke's reception of Spanish and Friulian traditions. The first part of this paper will mention Miguel de Cervantes', Teresa of Ávila's and John of the Cross' influence on Handke's works, while also focusing on Handke's fascination with the Spanish tradition and Pasolini's works through the use of the comparative method. Pasolini's vision of modern cultural customs is also taken into consideration in Handke's "Essay on the Jukebox", where clear references to Spanish authors also appear. The same occurs in Handke's "Glowworm Epopee", where Pasolini's critical view of the 'vanishing of the fireflies' indirectly shines throughout a tribute to the "Poems in Casarsa". In the second section, an anthropological perspective will be employed, seeing as Handke's 'mysticism' can be said to have drawn inspiration from the Romantic motif of "Mother Holle" (Höller 2013). In this regard, Ginzburg's (1989) and Nardon's (1999) studies will be used to assume Handke's attachment to Friulian folk topics dating back to the 17th century. As opposed to Handke's reception of Pasolini's critical views and of Spanish mysticism, the influence of Friulian ethno-anthropological aspects on the Carinthian author's works still needs to be demonstrated and its study improved.

"'The knight of knights': The Role of Percival in Peter Handke's Plays. Considerations on a Modern Kind of 'Vaterloser'", 2021
The aim of this paper is to underline the role of Percival in Peter Handke’s novels and plays. Ki... more The aim of this paper is to underline the role of Percival in Peter Handke’s novels and plays. Kitzmüller’s (2001) and Höller’s (2013) literary studies show how the Arthurian knight becomes an alter ego of the author himself and a symbol of collective memory in Handke’s
literature. By following Assmann’s (1999) anthropological research, the topics of ‘Space of Remembrance’ and ‘Place of Memory’ will be identified in the selected works. In conclusion, the paper aims to investigate how Peter Handke’s ‘places’, lacerated by war, can be transformed into new forms of ‘space’. As a representation of a utopic collective memory, these spaces describe Handke’s production as a map of fictional worlds, where history, (Arthurian) legend and memory
act as essential features.
Conference Presentations by Alessandro Pulimanti

"Angelo Maria Ripellino letto da giovani studiosi: due tavole rotonde per il centenario", 2024
Slavista, poeta, traduttore di fama europea, Angelo Maria Ripellino (1923-1978) mostra, nei suoi ... more Slavista, poeta, traduttore di fama europea, Angelo Maria Ripellino (1923-1978) mostra, nei suoi scritti, una passione evidente per le sfumature più disparate della realtà praghese.
Meta e teatro di circoli letterari, scuole di pensiero, gruppi d’avanguardia, Praga è al centro, in particolare, delle considerazioni teorico-saggistiche dello studioso palermitano.
Scopo del presente contributo è stato l’approfondire, attraverso richiami diretti al testo, le connotazioni che in 'Praga magica' fanno della capitale boema un crogiolo di fiabesco, mistico e poetico.
Sono stati dunque presi in considerazione i passaggi che, nel saggio apparso per Einaudi nel 1973, meglio descrivono il carattere onirico, quasi immaginario, di una capitale cantata anche da voci afferenti al panorama surrealista internazionale, come nel caso del francese Breton.
La presente relazione ha voluto dare spazio, in conclusione, a un volto, quello della Praga fiabesco-esoterica, che il siciliano presenta già nelle prime pagine del saggio attraverso un linguaggio denso di sfumature pseudopoetiche, riferimenti letterari e rimandi intertestuali.
Approccio, quello del Ripellino della Praga ‘magica’, che merita dunque uno spazio sempre maggiore nell’ambito di futuri studi inerenti alla Praga poetico-letteraria, e non solo nel settore della boemistica ma anche, e soprattutto, nell’ambito della futura comparatistica letteraria.

Perdere il mondo, perdersi nel mondo: Riflessione ed espressione dello spaesamento
Scopo del presente convegno dottorale internazionale è riflettere sui concetti di estraniamento, ... more Scopo del presente convegno dottorale internazionale è riflettere sui concetti di estraniamento, spaesamento e perdita di stabilità identitaria come fenomeni culturali legati a fratture storiche, traumi collettivi e crollo di sistemi di valori e di pensiero, con una particolare enfasi sulle manifestazioni di tali fenomeni nei paesi di lingua germanica e di lingua slava.
Prendendo spunto dagli interrogativi posti da Ernesto De Martino ne La fine del mondo si intende, nello specifico, indagare il senso di naufragio e spaesamento legato all’esperienza – emblematica e per sua natura visceralmente ‘doppia’ – di perdita ‘del’ mondo, e perdita ‘nel’ mondo (De Martino 1977) in seguito a fratture culturali traumatiche che possono essere intese come momenti di crisi, incontri e scontri con culture diverse o manifestazioni di catastrofi sociali e naturali.
Spaesamento e difficoltà di relazione si fanno conseguenza (im)prevedibile di un trauma inteso come termine di un legame personale – o collettivo – con un universo caratterizzato da tratti predefiniti e apparentemente sicuri: si pensi per esempio allo spaesamento portato dalla scomparsa o trasformazione di tradizioni legate a gruppi etnici costretti a uniformarsi a tendenze dominanti. Pensiamo, a tal proposito, ad Ancora tempesta, “pièce slovena” (Höller 2013) handkeana in cui la “panca senza tempo” si fa, da omaggio alla tradizione dell’assurdo, punto di partenza per riabbracciare in un’illusoria fuga verso le origini, il ritratto di sloveni di Carinzia; antenati, questi, spazzati via – così come la loro lingua – dalla barbarie nazista, dalla dominazione britannica, dall’egemonia dell’Austria del secondo dopoguerra. Analogamente, la fine di un sistema politico o culturale può generare un senso di completa instabilità: questa è ad esempio la prospettiva esposta da Stefan Zweig in Il mondo di ieri (Die Welt von Gestern, 1941), in cui viene descritto il sentimento di incertezza provocato dalla fine dell’Impero Austro-Ungarico; un simile senso di spaesamento emerge poi dalle testimonianze raccolte in Tempo di seconda mano (Время Секонд Хэнд, 2013), dove il senso di cesura tra uno spazio sovietico e postsovietico e il conseguente senso di smarrimento risultano preponderanti.
Inscritti nella memoria, associati al quotidiano, i capisaldi della tradizione vengono scardinati dai traumi della Storia, e l’essere-nel-mondo rende nella rappresentazione artistico-letteraria il proprio carattere destabilizzato e perso. Affrontare il tema dello spaesamento significa dunque, nella nostra prospettiva, soffermarsi nell’analizzare i processi e i volti che corrispondono al senso di crisi e di cesura, sia essa storica o culturale. In questo senso sono significativi i fenomeni della riscrittura e dell’intertestualità, ma anche la messa in discussione della tradizione canonica, linguistica, letteraria, artistica, filosofica, e ideologica, che possa portare in alcuni casi a rimarcare un legame con elementi culturali perduti o antichi, fino a costruire un rapporto con un passato immaginario e/o ricostruito e, in alcuni contesti, a una conseguente rielaborazione storica e culturale. A tal proposito, si incoraggia a riflettere sul ruolo della nostalgia, intesa da Svetlana Boym in The Future of Nostalgia come desiderio del ritorno a un passato confortante, ricostruito e idealizzato che si scontra con una realtà indesiderata. Questa riflessione è pertinente in merito al contesto russo postsovietico, per il quale si è fatto riferimento al fenomeno del Nostal’jaščee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002).
Molteplici sono i casi di eroi e personaggi che abbracciano strategie di fuga dal reale, per poi congiungersi con realtà prive ormai di slanci e speranze – si pensi al personaggio di Tunda di Fuga senza fine che, spinto dal vento della storia, compie le tappe di un inesausto e allegorico pellegrinaggio in un mondo, ormai, perpetuamente estraneo (Die Flucht ohne Ende, 1927) - ma anche con mondi distanti dall’ordinario e universi mitici, si pensi al fiorire di gruppi esoterici in Europa all’inizio del Novecento. Nella stessa ottica si può riflettere sul rifugiarsi nell’immaginazione attraverso l’uso dell’assurdo e del fantascientifico nella letteratura russa contemporanea, di cui sono esempio Kys’ (Кысь, 2000) di Tat’jana Tolstaja o le opere di Viktor Pelevin, il quale, per esempio, in Omor Ra (Омон Ра, 1992) e Generation P (Generation «П» 1999) decontestualizza forme e simboli del passato Sovietico. Si pensi infine in questo senso al ruolo del perturbante, considerando l’uso di visioni grottesche antipositiviste nelle scienze letterarie e figurative dei primi anni del XX secolo, così come alle rappresentazioni di paesaggi apocalittici e di mondi in decomposizione (es. L’altra parte, Kubin 1908).
Verranno, quindi, presi in particolare considerazione contributi e proposte afferenti alle seguenti aree disciplinari: (geo-)letteratura e letterature comparate, discipline linguistico-filologiche, studi storico-comparatistici, studi etno-antropologici, filosofia, arti figurative. Si privilegiano interventi inerenti al contesto germanico e slavo.
Si accettano abstract in italiano e in inglese di una lunghezza massima di 250 parole (spazi inclusi), esclusi il titolo, eventuali cenni bibliografici e biografia dell’autore/autrice. Le proposte dovranno pervenire entro il 30/4/2022 in formato pdf ed essere rinominate come segue: “Nome_Cognome_GCSapienza2022”. Gli interventi, eventualmente corredati da una presentazione power point, dovranno avere una durata massima di 20 minuti.
L’eventuale accettazione delle proposte verrà comunicata entro il 15/05/2022. È prevista una pubblicazione degli atti della conferenza. La Graduate Conference è, attualmente, prevista in modalità mista. Al seguito della selezione dei contributi si forniranno maggiori dettagli. Per ulteriori informazioni, si prega di rivolgersi al Comitato organizzativo all’indirizzo mail: [email protected].

Losing the world, losing the Self within the world:observations and expressions concerning estrangement, 2022
The aim of this international doctoral conference is to reflect on the concepts of estrangement, ... more The aim of this international doctoral conference is to reflect on the concepts of estrangement, alienation, lack of orientation, disorientation and the loss of a stable identity understood as cultural phenomena related to historical fractures, collective traumas and the collapse of value and thought systems, with special attention going to the manifestations of these phenomena in the countries belonging to Germanic and Slavic areas.
Taking a cue from the questions posed by Ernesto De Martino in The End of the World (La fine del mondo, 1977), we intend, specifically, to investigate the sense of being shipwrecked and disorientated as linked to the experience - emblematic and viscerally 'double' by nature - of loss 'of’ the world, and loss ‘within’ the world, following traumatic cultural fractures that can be understood as moments of crisis, encounters and clashes with different cultures or manifestations of social and natural disasters. Estrangement and change of cultural paradigms become direct consequences, albeit unpredictable and traumatic, of the end of a personal or collective identification with a predefined context; the estrangement connected to the cultural disappearance and transformation of specific ethnical groups that were forced to align with a dominant culture could serve as an example. In this regard, we can look at Still Storm, the "Slovenian play" (Höller 2013) by Peter Handke, where the "timeless bench", in accordance with the Theatre of the Absurd's tradition, becomes a starting point for an illusory return to the image of Carinthian Slovenes. These ancestors were eradicated, along with their Language, by the brutality of Nazism, by Britain's rule and by Austria's hegemony after the Second World War. Similarly, the end of a political and cultural system evokes a feeling of instability, as explained in Stefan Zweig’s The World of Yesterday (Die Welt von Gestern, 1942), which describes the uncertainty provoked by the end of the Austro-Hungarian empire, and in Svetlana Aleksievich’s Secondhand Time (Время Секонд Хэнд, 2013), which recounts the historical fracture between a Soviet and Post-Soviet space and the resulting feeling of estrangement.
Inscribed in memory, associated with everyday life, the cornerstones of tradition are unhinged by the traumas of History, and being-in-the-world renders one's own character destabilized and lost within the artistic-literary representation. The discussion of estrangement involves, in our perspective, the analysis of the concepts of crisis and fracture, as related to an historical or cultural context; special attention is therefore devoted to the notion of rewriting and intertextuality, as well as the act of questioning the literary, linguistic, ideological, philosophical and artistic canon. The aim is to reconstruct a bond with lost or ancient cultural elements, with an imaginary or reconstructed past, which sometimes leads to historical and cultural revisionism.
In this regard, it is advisable to consider the role of nostalgia, depicted by Svetlana Boym in The Future of Nostalgia as a desired return to a comforting, reconstructed and idealized past which clashes with a disappointing reality; when it comes to the Russian post-soviet context, the concept of Nostalyaschee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002) is equally relevant. Furthermore, there are several fictional characters who embrace strategies in order to flee real life but later end up reuniting with motionless and hopeless realities. This is the case of Tunda from Flight without End (Die Flucht ohne Ende, 1927), carried by the wind of history and forced to undertake an allegorical pilgrimage through a perpetually unfamiliar world, or escape into an extraordinary and mythological world. Following this perspective, we can reflect on the theme of escaping to an imaginary world, which is expressed through the use of the absurd and of science fiction in contemporary Russian literature, as seen in Tatiana Tolstaja's The Slynx (Кысь, 2000) or in Viktor Pelevin's works Omon Ra (Омон Ра, 1992) and Generation P (Generation «П», 1999), which decontextualize Soviet forms and symbols of the past. In addition to this, this attitude is also exemplified by the role of the "uncanny", as seen in the use of grotesque anti-positivist visions throughout literary and figurative sciences of the early twentieth century, as well as being noticeable in the representations of apocalyptic landscapes and decaying worlds (see also: The Other Side, Kubin 1914).
We encourage proposals concerning Germanic and Slavic contexts and related to the following research areas: (geo-)literature and comparative literature, linguistics, philology, comparative history, ethno-anthropological disciplines, philosophy, visual arts.
Proposals, redacted in Italian or in English, should be no longer than 250 words (title and references not included), come with a short biography of the speaker and be sent as a PDF file renamed as follows: Name_Surname_GCSapienza2022. The deadline for submissions is April 30th 2022. The graduate conference refers to an international audience, therefore English will be the speakers’ lingua franca. The presentations should not exceed 20 minutes and include a power point presentation. Acceptances will be communicated by May 15th 2022. The papers submitted by the speakers will then be published prior approval of the Conference Committee and the Scientific Board. At the present time, the Graduate Conference is planned to be held in a hybrid format. More details and any updates will be provided after acceptance has been confirmed (May 15th). For further information, please contact the Conference Committee via email at [email protected]
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Papers by Alessandro Pulimanti
troubadours’ topoi in the works of Peter Handke. This analysis was possible thanks to a comparison of themes with reference to contemporary German literature which was not studied enough
before. The two elements analyzed are the literary concept of 'dream’ and the topic of 'snow' as
well, which seem to be connected to the mythical “Holy Grail”.
literature. By following Assmann’s (1999) anthropological research, the topics of ‘Space of Remembrance’ and ‘Place of Memory’ will be identified in the selected works. In conclusion, the paper aims to investigate how Peter Handke’s ‘places’, lacerated by war, can be transformed into new forms of ‘space’. As a representation of a utopic collective memory, these spaces describe Handke’s production as a map of fictional worlds, where history, (Arthurian) legend and memory
act as essential features.
Conference Presentations by Alessandro Pulimanti
Meta e teatro di circoli letterari, scuole di pensiero, gruppi d’avanguardia, Praga è al centro, in particolare, delle considerazioni teorico-saggistiche dello studioso palermitano.
Scopo del presente contributo è stato l’approfondire, attraverso richiami diretti al testo, le connotazioni che in 'Praga magica' fanno della capitale boema un crogiolo di fiabesco, mistico e poetico.
Sono stati dunque presi in considerazione i passaggi che, nel saggio apparso per Einaudi nel 1973, meglio descrivono il carattere onirico, quasi immaginario, di una capitale cantata anche da voci afferenti al panorama surrealista internazionale, come nel caso del francese Breton.
La presente relazione ha voluto dare spazio, in conclusione, a un volto, quello della Praga fiabesco-esoterica, che il siciliano presenta già nelle prime pagine del saggio attraverso un linguaggio denso di sfumature pseudopoetiche, riferimenti letterari e rimandi intertestuali.
Approccio, quello del Ripellino della Praga ‘magica’, che merita dunque uno spazio sempre maggiore nell’ambito di futuri studi inerenti alla Praga poetico-letteraria, e non solo nel settore della boemistica ma anche, e soprattutto, nell’ambito della futura comparatistica letteraria.
Prendendo spunto dagli interrogativi posti da Ernesto De Martino ne La fine del mondo si intende, nello specifico, indagare il senso di naufragio e spaesamento legato all’esperienza – emblematica e per sua natura visceralmente ‘doppia’ – di perdita ‘del’ mondo, e perdita ‘nel’ mondo (De Martino 1977) in seguito a fratture culturali traumatiche che possono essere intese come momenti di crisi, incontri e scontri con culture diverse o manifestazioni di catastrofi sociali e naturali.
Spaesamento e difficoltà di relazione si fanno conseguenza (im)prevedibile di un trauma inteso come termine di un legame personale – o collettivo – con un universo caratterizzato da tratti predefiniti e apparentemente sicuri: si pensi per esempio allo spaesamento portato dalla scomparsa o trasformazione di tradizioni legate a gruppi etnici costretti a uniformarsi a tendenze dominanti. Pensiamo, a tal proposito, ad Ancora tempesta, “pièce slovena” (Höller 2013) handkeana in cui la “panca senza tempo” si fa, da omaggio alla tradizione dell’assurdo, punto di partenza per riabbracciare in un’illusoria fuga verso le origini, il ritratto di sloveni di Carinzia; antenati, questi, spazzati via – così come la loro lingua – dalla barbarie nazista, dalla dominazione britannica, dall’egemonia dell’Austria del secondo dopoguerra. Analogamente, la fine di un sistema politico o culturale può generare un senso di completa instabilità: questa è ad esempio la prospettiva esposta da Stefan Zweig in Il mondo di ieri (Die Welt von Gestern, 1941), in cui viene descritto il sentimento di incertezza provocato dalla fine dell’Impero Austro-Ungarico; un simile senso di spaesamento emerge poi dalle testimonianze raccolte in Tempo di seconda mano (Время Секонд Хэнд, 2013), dove il senso di cesura tra uno spazio sovietico e postsovietico e il conseguente senso di smarrimento risultano preponderanti.
Inscritti nella memoria, associati al quotidiano, i capisaldi della tradizione vengono scardinati dai traumi della Storia, e l’essere-nel-mondo rende nella rappresentazione artistico-letteraria il proprio carattere destabilizzato e perso. Affrontare il tema dello spaesamento significa dunque, nella nostra prospettiva, soffermarsi nell’analizzare i processi e i volti che corrispondono al senso di crisi e di cesura, sia essa storica o culturale. In questo senso sono significativi i fenomeni della riscrittura e dell’intertestualità, ma anche la messa in discussione della tradizione canonica, linguistica, letteraria, artistica, filosofica, e ideologica, che possa portare in alcuni casi a rimarcare un legame con elementi culturali perduti o antichi, fino a costruire un rapporto con un passato immaginario e/o ricostruito e, in alcuni contesti, a una conseguente rielaborazione storica e culturale. A tal proposito, si incoraggia a riflettere sul ruolo della nostalgia, intesa da Svetlana Boym in The Future of Nostalgia come desiderio del ritorno a un passato confortante, ricostruito e idealizzato che si scontra con una realtà indesiderata. Questa riflessione è pertinente in merito al contesto russo postsovietico, per il quale si è fatto riferimento al fenomeno del Nostal’jaščee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002).
Molteplici sono i casi di eroi e personaggi che abbracciano strategie di fuga dal reale, per poi congiungersi con realtà prive ormai di slanci e speranze – si pensi al personaggio di Tunda di Fuga senza fine che, spinto dal vento della storia, compie le tappe di un inesausto e allegorico pellegrinaggio in un mondo, ormai, perpetuamente estraneo (Die Flucht ohne Ende, 1927) - ma anche con mondi distanti dall’ordinario e universi mitici, si pensi al fiorire di gruppi esoterici in Europa all’inizio del Novecento. Nella stessa ottica si può riflettere sul rifugiarsi nell’immaginazione attraverso l’uso dell’assurdo e del fantascientifico nella letteratura russa contemporanea, di cui sono esempio Kys’ (Кысь, 2000) di Tat’jana Tolstaja o le opere di Viktor Pelevin, il quale, per esempio, in Omor Ra (Омон Ра, 1992) e Generation P (Generation «П» 1999) decontestualizza forme e simboli del passato Sovietico. Si pensi infine in questo senso al ruolo del perturbante, considerando l’uso di visioni grottesche antipositiviste nelle scienze letterarie e figurative dei primi anni del XX secolo, così come alle rappresentazioni di paesaggi apocalittici e di mondi in decomposizione (es. L’altra parte, Kubin 1908).
Verranno, quindi, presi in particolare considerazione contributi e proposte afferenti alle seguenti aree disciplinari: (geo-)letteratura e letterature comparate, discipline linguistico-filologiche, studi storico-comparatistici, studi etno-antropologici, filosofia, arti figurative. Si privilegiano interventi inerenti al contesto germanico e slavo.
Si accettano abstract in italiano e in inglese di una lunghezza massima di 250 parole (spazi inclusi), esclusi il titolo, eventuali cenni bibliografici e biografia dell’autore/autrice. Le proposte dovranno pervenire entro il 30/4/2022 in formato pdf ed essere rinominate come segue: “Nome_Cognome_GCSapienza2022”. Gli interventi, eventualmente corredati da una presentazione power point, dovranno avere una durata massima di 20 minuti.
L’eventuale accettazione delle proposte verrà comunicata entro il 15/05/2022. È prevista una pubblicazione degli atti della conferenza. La Graduate Conference è, attualmente, prevista in modalità mista. Al seguito della selezione dei contributi si forniranno maggiori dettagli. Per ulteriori informazioni, si prega di rivolgersi al Comitato organizzativo all’indirizzo mail: [email protected].
Taking a cue from the questions posed by Ernesto De Martino in The End of the World (La fine del mondo, 1977), we intend, specifically, to investigate the sense of being shipwrecked and disorientated as linked to the experience - emblematic and viscerally 'double' by nature - of loss 'of’ the world, and loss ‘within’ the world, following traumatic cultural fractures that can be understood as moments of crisis, encounters and clashes with different cultures or manifestations of social and natural disasters. Estrangement and change of cultural paradigms become direct consequences, albeit unpredictable and traumatic, of the end of a personal or collective identification with a predefined context; the estrangement connected to the cultural disappearance and transformation of specific ethnical groups that were forced to align with a dominant culture could serve as an example. In this regard, we can look at Still Storm, the "Slovenian play" (Höller 2013) by Peter Handke, where the "timeless bench", in accordance with the Theatre of the Absurd's tradition, becomes a starting point for an illusory return to the image of Carinthian Slovenes. These ancestors were eradicated, along with their Language, by the brutality of Nazism, by Britain's rule and by Austria's hegemony after the Second World War. Similarly, the end of a political and cultural system evokes a feeling of instability, as explained in Stefan Zweig’s The World of Yesterday (Die Welt von Gestern, 1942), which describes the uncertainty provoked by the end of the Austro-Hungarian empire, and in Svetlana Aleksievich’s Secondhand Time (Время Секонд Хэнд, 2013), which recounts the historical fracture between a Soviet and Post-Soviet space and the resulting feeling of estrangement.
Inscribed in memory, associated with everyday life, the cornerstones of tradition are unhinged by the traumas of History, and being-in-the-world renders one's own character destabilized and lost within the artistic-literary representation. The discussion of estrangement involves, in our perspective, the analysis of the concepts of crisis and fracture, as related to an historical or cultural context; special attention is therefore devoted to the notion of rewriting and intertextuality, as well as the act of questioning the literary, linguistic, ideological, philosophical and artistic canon. The aim is to reconstruct a bond with lost or ancient cultural elements, with an imaginary or reconstructed past, which sometimes leads to historical and cultural revisionism.
In this regard, it is advisable to consider the role of nostalgia, depicted by Svetlana Boym in The Future of Nostalgia as a desired return to a comforting, reconstructed and idealized past which clashes with a disappointing reality; when it comes to the Russian post-soviet context, the concept of Nostalyaschee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002) is equally relevant. Furthermore, there are several fictional characters who embrace strategies in order to flee real life but later end up reuniting with motionless and hopeless realities. This is the case of Tunda from Flight without End (Die Flucht ohne Ende, 1927), carried by the wind of history and forced to undertake an allegorical pilgrimage through a perpetually unfamiliar world, or escape into an extraordinary and mythological world. Following this perspective, we can reflect on the theme of escaping to an imaginary world, which is expressed through the use of the absurd and of science fiction in contemporary Russian literature, as seen in Tatiana Tolstaja's The Slynx (Кысь, 2000) or in Viktor Pelevin's works Omon Ra (Омон Ра, 1992) and Generation P (Generation «П», 1999), which decontextualize Soviet forms and symbols of the past. In addition to this, this attitude is also exemplified by the role of the "uncanny", as seen in the use of grotesque anti-positivist visions throughout literary and figurative sciences of the early twentieth century, as well as being noticeable in the representations of apocalyptic landscapes and decaying worlds (see also: The Other Side, Kubin 1914).
We encourage proposals concerning Germanic and Slavic contexts and related to the following research areas: (geo-)literature and comparative literature, linguistics, philology, comparative history, ethno-anthropological disciplines, philosophy, visual arts.
Proposals, redacted in Italian or in English, should be no longer than 250 words (title and references not included), come with a short biography of the speaker and be sent as a PDF file renamed as follows: Name_Surname_GCSapienza2022. The deadline for submissions is April 30th 2022. The graduate conference refers to an international audience, therefore English will be the speakers’ lingua franca. The presentations should not exceed 20 minutes and include a power point presentation. Acceptances will be communicated by May 15th 2022. The papers submitted by the speakers will then be published prior approval of the Conference Committee and the Scientific Board. At the present time, the Graduate Conference is planned to be held in a hybrid format. More details and any updates will be provided after acceptance has been confirmed (May 15th). For further information, please contact the Conference Committee via email at [email protected]
troubadours’ topoi in the works of Peter Handke. This analysis was possible thanks to a comparison of themes with reference to contemporary German literature which was not studied enough
before. The two elements analyzed are the literary concept of 'dream’ and the topic of 'snow' as
well, which seem to be connected to the mythical “Holy Grail”.
literature. By following Assmann’s (1999) anthropological research, the topics of ‘Space of Remembrance’ and ‘Place of Memory’ will be identified in the selected works. In conclusion, the paper aims to investigate how Peter Handke’s ‘places’, lacerated by war, can be transformed into new forms of ‘space’. As a representation of a utopic collective memory, these spaces describe Handke’s production as a map of fictional worlds, where history, (Arthurian) legend and memory
act as essential features.
Meta e teatro di circoli letterari, scuole di pensiero, gruppi d’avanguardia, Praga è al centro, in particolare, delle considerazioni teorico-saggistiche dello studioso palermitano.
Scopo del presente contributo è stato l’approfondire, attraverso richiami diretti al testo, le connotazioni che in 'Praga magica' fanno della capitale boema un crogiolo di fiabesco, mistico e poetico.
Sono stati dunque presi in considerazione i passaggi che, nel saggio apparso per Einaudi nel 1973, meglio descrivono il carattere onirico, quasi immaginario, di una capitale cantata anche da voci afferenti al panorama surrealista internazionale, come nel caso del francese Breton.
La presente relazione ha voluto dare spazio, in conclusione, a un volto, quello della Praga fiabesco-esoterica, che il siciliano presenta già nelle prime pagine del saggio attraverso un linguaggio denso di sfumature pseudopoetiche, riferimenti letterari e rimandi intertestuali.
Approccio, quello del Ripellino della Praga ‘magica’, che merita dunque uno spazio sempre maggiore nell’ambito di futuri studi inerenti alla Praga poetico-letteraria, e non solo nel settore della boemistica ma anche, e soprattutto, nell’ambito della futura comparatistica letteraria.
Prendendo spunto dagli interrogativi posti da Ernesto De Martino ne La fine del mondo si intende, nello specifico, indagare il senso di naufragio e spaesamento legato all’esperienza – emblematica e per sua natura visceralmente ‘doppia’ – di perdita ‘del’ mondo, e perdita ‘nel’ mondo (De Martino 1977) in seguito a fratture culturali traumatiche che possono essere intese come momenti di crisi, incontri e scontri con culture diverse o manifestazioni di catastrofi sociali e naturali.
Spaesamento e difficoltà di relazione si fanno conseguenza (im)prevedibile di un trauma inteso come termine di un legame personale – o collettivo – con un universo caratterizzato da tratti predefiniti e apparentemente sicuri: si pensi per esempio allo spaesamento portato dalla scomparsa o trasformazione di tradizioni legate a gruppi etnici costretti a uniformarsi a tendenze dominanti. Pensiamo, a tal proposito, ad Ancora tempesta, “pièce slovena” (Höller 2013) handkeana in cui la “panca senza tempo” si fa, da omaggio alla tradizione dell’assurdo, punto di partenza per riabbracciare in un’illusoria fuga verso le origini, il ritratto di sloveni di Carinzia; antenati, questi, spazzati via – così come la loro lingua – dalla barbarie nazista, dalla dominazione britannica, dall’egemonia dell’Austria del secondo dopoguerra. Analogamente, la fine di un sistema politico o culturale può generare un senso di completa instabilità: questa è ad esempio la prospettiva esposta da Stefan Zweig in Il mondo di ieri (Die Welt von Gestern, 1941), in cui viene descritto il sentimento di incertezza provocato dalla fine dell’Impero Austro-Ungarico; un simile senso di spaesamento emerge poi dalle testimonianze raccolte in Tempo di seconda mano (Время Секонд Хэнд, 2013), dove il senso di cesura tra uno spazio sovietico e postsovietico e il conseguente senso di smarrimento risultano preponderanti.
Inscritti nella memoria, associati al quotidiano, i capisaldi della tradizione vengono scardinati dai traumi della Storia, e l’essere-nel-mondo rende nella rappresentazione artistico-letteraria il proprio carattere destabilizzato e perso. Affrontare il tema dello spaesamento significa dunque, nella nostra prospettiva, soffermarsi nell’analizzare i processi e i volti che corrispondono al senso di crisi e di cesura, sia essa storica o culturale. In questo senso sono significativi i fenomeni della riscrittura e dell’intertestualità, ma anche la messa in discussione della tradizione canonica, linguistica, letteraria, artistica, filosofica, e ideologica, che possa portare in alcuni casi a rimarcare un legame con elementi culturali perduti o antichi, fino a costruire un rapporto con un passato immaginario e/o ricostruito e, in alcuni contesti, a una conseguente rielaborazione storica e culturale. A tal proposito, si incoraggia a riflettere sul ruolo della nostalgia, intesa da Svetlana Boym in The Future of Nostalgia come desiderio del ritorno a un passato confortante, ricostruito e idealizzato che si scontra con una realtà indesiderata. Questa riflessione è pertinente in merito al contesto russo postsovietico, per il quale si è fatto riferimento al fenomeno del Nostal’jaščee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002).
Molteplici sono i casi di eroi e personaggi che abbracciano strategie di fuga dal reale, per poi congiungersi con realtà prive ormai di slanci e speranze – si pensi al personaggio di Tunda di Fuga senza fine che, spinto dal vento della storia, compie le tappe di un inesausto e allegorico pellegrinaggio in un mondo, ormai, perpetuamente estraneo (Die Flucht ohne Ende, 1927) - ma anche con mondi distanti dall’ordinario e universi mitici, si pensi al fiorire di gruppi esoterici in Europa all’inizio del Novecento. Nella stessa ottica si può riflettere sul rifugiarsi nell’immaginazione attraverso l’uso dell’assurdo e del fantascientifico nella letteratura russa contemporanea, di cui sono esempio Kys’ (Кысь, 2000) di Tat’jana Tolstaja o le opere di Viktor Pelevin, il quale, per esempio, in Omor Ra (Омон Ра, 1992) e Generation P (Generation «П» 1999) decontestualizza forme e simboli del passato Sovietico. Si pensi infine in questo senso al ruolo del perturbante, considerando l’uso di visioni grottesche antipositiviste nelle scienze letterarie e figurative dei primi anni del XX secolo, così come alle rappresentazioni di paesaggi apocalittici e di mondi in decomposizione (es. L’altra parte, Kubin 1908).
Verranno, quindi, presi in particolare considerazione contributi e proposte afferenti alle seguenti aree disciplinari: (geo-)letteratura e letterature comparate, discipline linguistico-filologiche, studi storico-comparatistici, studi etno-antropologici, filosofia, arti figurative. Si privilegiano interventi inerenti al contesto germanico e slavo.
Si accettano abstract in italiano e in inglese di una lunghezza massima di 250 parole (spazi inclusi), esclusi il titolo, eventuali cenni bibliografici e biografia dell’autore/autrice. Le proposte dovranno pervenire entro il 30/4/2022 in formato pdf ed essere rinominate come segue: “Nome_Cognome_GCSapienza2022”. Gli interventi, eventualmente corredati da una presentazione power point, dovranno avere una durata massima di 20 minuti.
L’eventuale accettazione delle proposte verrà comunicata entro il 15/05/2022. È prevista una pubblicazione degli atti della conferenza. La Graduate Conference è, attualmente, prevista in modalità mista. Al seguito della selezione dei contributi si forniranno maggiori dettagli. Per ulteriori informazioni, si prega di rivolgersi al Comitato organizzativo all’indirizzo mail: [email protected].
Taking a cue from the questions posed by Ernesto De Martino in The End of the World (La fine del mondo, 1977), we intend, specifically, to investigate the sense of being shipwrecked and disorientated as linked to the experience - emblematic and viscerally 'double' by nature - of loss 'of’ the world, and loss ‘within’ the world, following traumatic cultural fractures that can be understood as moments of crisis, encounters and clashes with different cultures or manifestations of social and natural disasters. Estrangement and change of cultural paradigms become direct consequences, albeit unpredictable and traumatic, of the end of a personal or collective identification with a predefined context; the estrangement connected to the cultural disappearance and transformation of specific ethnical groups that were forced to align with a dominant culture could serve as an example. In this regard, we can look at Still Storm, the "Slovenian play" (Höller 2013) by Peter Handke, where the "timeless bench", in accordance with the Theatre of the Absurd's tradition, becomes a starting point for an illusory return to the image of Carinthian Slovenes. These ancestors were eradicated, along with their Language, by the brutality of Nazism, by Britain's rule and by Austria's hegemony after the Second World War. Similarly, the end of a political and cultural system evokes a feeling of instability, as explained in Stefan Zweig’s The World of Yesterday (Die Welt von Gestern, 1942), which describes the uncertainty provoked by the end of the Austro-Hungarian empire, and in Svetlana Aleksievich’s Secondhand Time (Время Секонд Хэнд, 2013), which recounts the historical fracture between a Soviet and Post-Soviet space and the resulting feeling of estrangement.
Inscribed in memory, associated with everyday life, the cornerstones of tradition are unhinged by the traumas of History, and being-in-the-world renders one's own character destabilized and lost within the artistic-literary representation. The discussion of estrangement involves, in our perspective, the analysis of the concepts of crisis and fracture, as related to an historical or cultural context; special attention is therefore devoted to the notion of rewriting and intertextuality, as well as the act of questioning the literary, linguistic, ideological, philosophical and artistic canon. The aim is to reconstruct a bond with lost or ancient cultural elements, with an imaginary or reconstructed past, which sometimes leads to historical and cultural revisionism.
In this regard, it is advisable to consider the role of nostalgia, depicted by Svetlana Boym in The Future of Nostalgia as a desired return to a comforting, reconstructed and idealized past which clashes with a disappointing reality; when it comes to the Russian post-soviet context, the concept of Nostalyaschee (Ностальящее. Собрание наблюдений, 2002) is equally relevant. Furthermore, there are several fictional characters who embrace strategies in order to flee real life but later end up reuniting with motionless and hopeless realities. This is the case of Tunda from Flight without End (Die Flucht ohne Ende, 1927), carried by the wind of history and forced to undertake an allegorical pilgrimage through a perpetually unfamiliar world, or escape into an extraordinary and mythological world. Following this perspective, we can reflect on the theme of escaping to an imaginary world, which is expressed through the use of the absurd and of science fiction in contemporary Russian literature, as seen in Tatiana Tolstaja's The Slynx (Кысь, 2000) or in Viktor Pelevin's works Omon Ra (Омон Ра, 1992) and Generation P (Generation «П», 1999), which decontextualize Soviet forms and symbols of the past. In addition to this, this attitude is also exemplified by the role of the "uncanny", as seen in the use of grotesque anti-positivist visions throughout literary and figurative sciences of the early twentieth century, as well as being noticeable in the representations of apocalyptic landscapes and decaying worlds (see also: The Other Side, Kubin 1914).
We encourage proposals concerning Germanic and Slavic contexts and related to the following research areas: (geo-)literature and comparative literature, linguistics, philology, comparative history, ethno-anthropological disciplines, philosophy, visual arts.
Proposals, redacted in Italian or in English, should be no longer than 250 words (title and references not included), come with a short biography of the speaker and be sent as a PDF file renamed as follows: Name_Surname_GCSapienza2022. The deadline for submissions is April 30th 2022. The graduate conference refers to an international audience, therefore English will be the speakers’ lingua franca. The presentations should not exceed 20 minutes and include a power point presentation. Acceptances will be communicated by May 15th 2022. The papers submitted by the speakers will then be published prior approval of the Conference Committee and the Scientific Board. At the present time, the Graduate Conference is planned to be held in a hybrid format. More details and any updates will be provided after acceptance has been confirmed (May 15th). For further information, please contact the Conference Committee via email at [email protected]