Edited volumes by Dino Ranieri Scandariato
Edizioni Museo Pasqualino, 2021
The advent of the Anthropocene, an era in which the human being has become a geological force, up... more The advent of the Anthropocene, an era in which the human being has become a geological force, upsets the division of knowledge between the human and natural sciences. To understand this, it is necessary to build new forms of alliance between disciplines. This is what the phenomenon of dendrolatries also invites us to do. Widespread in every place and in every age, the cult of trees testifies how the arboreal world has shaped ways of living and thinking, being in turn transformed. To delve into the complexity of this exchange, the volume collects the fruits of the dialogue between an interdisciplinary group of researchers who explore the arboreal imaginary in three directions: that of studies on memory and contemporary heritage; that of anthropology and the history of ancient religions; and that of the aesthetic, Marxian and decolonial critique of cultural studies. In these studies, we do not find a forgotten nature that it is about rediscovering. Instead, we find an assemblage of nature-cultures to rearticulate: while the ecological crisis erodes our certainties and the earth seems to slip away from under our feet, the trees, with their substratum of myths, memories, figurations, and landscapes, help us to find a common thought.
In the volume essays by:
Giuseppe Barbera, Emanuela Caravello, Alessandro Casula, Nicola Cusumano, Pietro Maltese, Gianfranco Marrone, Sofia Matta, Gabriella Palermo, Francesca Sabatini, Dino Ranieri Scandariato, Igor Spanò, Carlo Andrea Tassinari, Andrea Govinda Tusa, Gioele Zisa.
Papers by Dino Ranieri Scandariato
D.R. Scandariato, C.A. Tassinari, & G. Zisa (eds.), Dendrolatrie. Miti e pratiche dell'immaginario arboreo, Edizioni del Museo Pasqualino, Palermo 2021: 133-157.
This paper investigates the mythical and ritual background of Dionysus’ representation as “fir-be... more This paper investigates the mythical and ritual background of Dionysus’ representation as “fir-bender” in Euripides’ "Bacchae" (ll. 1061 ff.), in an attempt to shed light not only on the dramaturgical aspects of the tragic plot, but also on the cultural categories that make this representation intelligible to the Athenian audience at the end of the fifth century BC. Following Louis Gernet’s historical-anthropological approach based on the notion of "polyvalence des images", this paper aims to define a mythical pattern – the connection between the bending of a tree and the dismemberment of a human victim – already attested in the Attic legend of Theseus and Sinis, in which both characters seem to be ‘specialised’ in bending pine trees. Through a comparative analysis of this mythical dossier it is possible to show how the Euripidean scene of the bending of the fir tree on mount Cithaeron can be interpreted as a tragic resemantisation of mythical ordeals concerning the construction of power and the performance of royal identity in archaic Greece, without necessarily postulating a "passive" reception of the Dionysian imagery or the survival of a remote Frazerian “tree-cult”.
Edizioni Museo Pasqualino, 2021
Whatever. A transdisciplinary journal of queer theories and studies, 2020
Starting from the definition of "performativity" and "gender parody" developed by Judith Butler, ... more Starting from the definition of "performativity" and "gender parody" developed by Judith Butler, this paper aims to investigate the performative functions of male cross-dressing within the dynamics of social categorization in classical Athens. For this purpose I have adopted an eclectic hermeneutic toolbox, borrowing elements from Harvey Sacks' Membership Catego-rization Analysis to René Girard's scapegoat theory. Through the philological analysis of some literary representations of transvestism, such as Pentheus' cross-dressing in Euripides' Bacchae, and the anthropological interpretation of the mythical-ritual complex relating to the effeminacy of Dionysus, my work focuses on the polyvalence of cross-dressing as an example of "rite of pas-sage" that works subliminally, despite the subversive appearance, functioning as an instrument of cultural hegemony.
Tesi di Laurea Magistrale / MA Thesis by Dino Ranieri Scandariato
Frontespizio, indice e introduzione della mia tesi di laurea magistrale in Antropologia del Mondo... more Frontespizio, indice e introduzione della mia tesi di laurea magistrale in Antropologia del Mondo Antico (relatore: Andrea Taddei; correlatore: Alessandro Grilli). Il lavoro analizza l’immaginario mitico-rituale del dionisismo del V secolo - così come declinato nelle "Baccanti" euripidee - in relazione alle dinamiche di costruzione dell’identità sociale dei "politai" ateniesi.
Talks by Dino Ranieri Scandariato
Il lavoro che propongo indaga il carattere performativo e le funzioni implicitamente normative e ... more Il lavoro che propongo indaga il carattere performativo e le funzioni implicitamente normative e categorizzanti di alcuni rituali di "cross-dressing" connessi al culto estatico di Dioniso, la divinità che nel sistema religioso della Grecia antica detiene l’ambiguo statuto di signore dello scatenamento frenetico e della confusione categoriale. L’analisi si concentra principalmente: 1) sul travestitismo dei "paides" ateniesi nella festa delle Oscoforie come esempio di "rito di passaggio" volto ad asseverare la rigida separazione tra le categorie di genere; 2) sulla funzione 'espiatoria' (in senso girardiano) del "cross-dressing" di Penteo nelle "Baccanti" di Euripide (405 a.C.), esempio tragico che permette di comprendere il trattamento stigmatizzante subito dal maschio adulto che non performa correttamente la sua appartenenza alla categoria sociale dominante. Tale lavoro si giova di una metodologia eclettica che va dalle modellizzazioni dell’antropologia del mondo antico fino al più recente approccio della "queer theory" (con particolare riferimento alle nozioni di "performativity" e "gender parody" in Judith Butler).
Conferences, workshops, and seminars by Dino Ranieri Scandariato
Le figure della natura e della naturalità sono sempre più implicate nei discorsi e nelle pratiche... more Le figure della natura e della naturalità sono sempre più implicate nei discorsi e nelle pratiche sociali. Il rilievo che tale orizzonte assume nel panorama contemporaneo, complici l’urgenza della questione ambientale e la spinta propulsiva dei movimenti ecologici, sollecita nuovi percorsi di ricerca della cui produttività le scienze della cultura devono tener conto. Con questa giornata di studi intendiamo prendere in esame la rappresentazione culturalmente condizionata delle figure arboree. In particolare, ci proponiamo l’obiettivo di approfondire le specificità (funzionali, simboliche, rituali etc.) che l’immaginario arboreo assume di volta in volta in un dato contesto (storico, sociale, culturale etc.). Il nostro obbiettivo sarà dispiegare questa molteplicità “in situazione” (Polanyi 1966; Varela, Thompson, Rosch 1992; Latour 2002; Buttitta 2008; Gallagher 2017), all’interno di pratiche, rituali, immagini e discorsi.
Ci sono poche figure in grado di federare ambiti culturali, epoche e luoghi tra loro così diversi e lontani come quelle legate all’immaginario arboreo. Nella storia delle religioni, la figura dell’albero occorre in modo così frequente e dominante che alcune lingue prevedono un termine specifico per il suo culto, com’è il caso per l’italiano “dendrolatria”. La diffusione della “dendrolatria” sembra fare dell’albero una figura archetipica, o quantomeno un dato antropologico di estrema costanza.
Gli alberi (Eliade 1949; anche Chevalier e Gheerbrant 1982), come oggetti di culto e di figurazione iconografica, sono simboli marcatamente polivalenti: funzionano come metafore del cosmo; sono simboli della vita, della ciclicità del tempo e della rigenerazione; sono centri o sostegni del mondo; membri di una comunità con cui costruire alleanze o rapporti di parentela. Ma l’albero è una potenza semiotica che dispiega il suo valore simbolico ben al di là della storia delle religioni. Oggetto di addomesticamento mitico e di trattamenti rituali differenziati, le diverse tipologie di alberi sono anche eccellenti operatori che, mediando tra funzioni diverse, si caricano di molteplici significati, oscillando tra l’oggettivazione di una puissance divina e la reificazione all’interno di un circuito economico (Gartziou-Tatti e Zografou 2019).
Queste brevi considerazioni bastano a mostrare come l’immaginario arboreo solleciti una riflessione sul modo in cui le comunità umane, al di qua e al di là dei confini dell’“occidente”, si rappresentano il loro universo, creano un’ontologia operante nelle loro scelte, distinguono natura e cultura, sacro e profano, soggetti e oggetti, mondi umani, animali, vegetali (Descola 2004, 2009; Ingold 2013; Khon 2013). La nostra giornata di studi intende sviluppare questa prospettiva in cerca di uno sguardo “simmetrico” (Latour 1991), che metta sullo stesso piano il vicino e il lontano, il moderno e l’antico. Per questo, gli interventi non si concentreranno solo sui classici “altrove” degli studi storico-antropologici, ma anche sui discorsi, le iconografie e le pratiche sociali delle società occidentali, cercando di evidenziare la comunicazione tra questi ambiti
Gli oggetti di ricerca saranno quindi disparati, ma riuniti dalla figura dell’albero e dell’immaginario arboreo, scelto come nodo e punto d’ingresso di una rete di significati quanto mai interculturale (e “internaturale”; cf. Haraway 2016; Bertrand e Marrone 2019). Ci focalizzeremo ad esempio sul ruolo della vegetazione nei sistemi cultuali della Grecia antica o nelle religioni indiane; ma anche sul modo in cui il discorso giuridico o la rappresentazione cartografica valorizzano la figura dell’albero nella mappatura dei territori; esploreremo come la ritualità del moderno movimento antimafia pone al centro di una retorica di rigenerazione morale la figura dell’Albero (Falcone, ma non solo), generatore e custode di memoria civile; vedremo come la vegetazione e il verde pubblico vengono patrimonializzati, proiettando i paesaggi, sia urbani che rurali, in uno spessore storico che conferisce loro nuovo valore simbolico.
Particolare attenzione verrà data, inoltre, al campo metaforico (Lakoff e Johnson 1980) dell’albero e ai suoi plurimi impieghi: particolarmente produttivo è, ad esempio, il valore cognitivo della nozione di “albero genealogico”, che nasce nell'ambito dell'immaginario della parentela e che poi trova applicazione euristica nei diagrammi classificatori delle scienze naturali e nella filologia testuale (Ginzburg 2004). Vedremo come, infine, l’albero è anche un’importante figura del pensiero filosofico (Coccia 2019) e contribuisce a definire orientamenti epistemologici i quali, come pensieri della validità del sapere rispetto al mondo, sono anche pensiero sul mondo (Latour 1999), e dunque forme di cosmologia occidentale
Giuseppe Barbera,
2017 Abbracciare gli alberi, Milano, Il Saggiatore.
Denis Bertrand - Gianfranco Marrone (a cura di), 2019 La sfera umanimale: Valori, racconti, rivendicazioni, Milano, Meltemi.
Ignazio E. Buttitta,
2008 “Desuz un pin…”. La lunga strada dell’albero, in Id., Verità e menzogna dei simboli, Roma, Meltemi, pp. 29-60.
Jean Chevalier e Alain Gheerbrant,
1982 Dictionnaire des symboles. Mythes, rêves, coutumes, gestes, formes, figures, couleurs, nombres, Paris, Jupiter (tr. it. Dizionario dei simboli. Miti sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Milano, BUR).
Emanuele Coccia
2018 La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Bologna, Il Mulino.
Philippe Descola
2004 Par-delà nature et culture, Paris, Gallimard (tr. it. Oltre natura e cultura, Firenze, Seid, 2014).
2009 L’écologie des autres. L’anthropologie et la question de la nature, Paris, Quae (tr. it. L’ecologia degli altri. L’ecologia e la questione della natura, Roma, Linaria, 2013).
Mircea Eliade
1949 Traité d’histoire des religions, Paris Payot, (tr. it. Trattato di storia delle religioni, Torino, Bollati Boringhieri, 2008).
Ariadni Gartziou-Tatti - Athanassia Zografou (edd.)
2019 Des dieux et des plantes. Monde végétal et religion en Grèce ancienne, “Kernos” supplément 34, Liège, Presses Universitaires de Liège.
Carlo Ginzburg
2004 Family Resemblances and Family Trees: Two Cognitive Metaphors, “Critical Inquiry”
vol. 30, n. 3 (2004), pp. 537-556.
Donna J. Haraway
2016 Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Durham, Duke University Press.
Eduardo Kohn
2013 How Forests Think. Toward an Anthropology beyond the Human, Berkeley-Los Angeles, University of California Press.
Tim Ingold
2013 Making: Anthropology, Archaeology, Art and Architecture, New York, Routledge (tr. it. Making. Antropologia, archeologia, arte e architettura, Milano, Raffaello Cortina 2019).
Bruno Latour
1991 Nous n’avons jamais été modernes. Essai d’anthropologie symétrique, Paris, La Découverte, (tr. it. Non siamo mai stati moderni, Milano, Eleuthera 2015).
1999 Politiques de la nature. Comme faire entrer les sciences en démocratie, Paris, La Découverte (tr. it. Politiche della natura. Come far entrare le scienze in democrazia, Milano, Raffaello Cortina).
2002 “Una sociologia senza oggetto? Note sull’interoggettività”, in E. Landowski e G. Marrone, La società degli oggetti. Problemi di interoggettività, Milano, Meltemi. Disponibile su: http://www.ec-aiss.it/biblioteca/3_landowski_marrone_la_societa_degli_oggetti.php
George Lakoff; Mark Johnson,
1980 Metaphors We Live By, University of Chicago Press.
Stefano Mancuso,
2019 La nazione delle piante, Roma-Bari, Laterza.
Michael Polanyi
1966, The tacit dimension (tr. it. La conoscenza inespressa, Armando Editore, Roma 1979).
Francisco J. Varela; Evan T. Thompson; Eleanor Rosch,
1992 The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience, Cambridge, MA: The MIT Press.
Eduardo Viveiros de Castro,
2010 Métaphysiques cannibales, Parigi, PUF (tr. it. Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale, Verona, Ombre Corte, 2017).
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Edited volumes by Dino Ranieri Scandariato
In the volume essays by:
Giuseppe Barbera, Emanuela Caravello, Alessandro Casula, Nicola Cusumano, Pietro Maltese, Gianfranco Marrone, Sofia Matta, Gabriella Palermo, Francesca Sabatini, Dino Ranieri Scandariato, Igor Spanò, Carlo Andrea Tassinari, Andrea Govinda Tusa, Gioele Zisa.
Papers by Dino Ranieri Scandariato
Tesi di Laurea Magistrale / MA Thesis by Dino Ranieri Scandariato
Talks by Dino Ranieri Scandariato
Conferences, workshops, and seminars by Dino Ranieri Scandariato
Ci sono poche figure in grado di federare ambiti culturali, epoche e luoghi tra loro così diversi e lontani come quelle legate all’immaginario arboreo. Nella storia delle religioni, la figura dell’albero occorre in modo così frequente e dominante che alcune lingue prevedono un termine specifico per il suo culto, com’è il caso per l’italiano “dendrolatria”. La diffusione della “dendrolatria” sembra fare dell’albero una figura archetipica, o quantomeno un dato antropologico di estrema costanza.
Gli alberi (Eliade 1949; anche Chevalier e Gheerbrant 1982), come oggetti di culto e di figurazione iconografica, sono simboli marcatamente polivalenti: funzionano come metafore del cosmo; sono simboli della vita, della ciclicità del tempo e della rigenerazione; sono centri o sostegni del mondo; membri di una comunità con cui costruire alleanze o rapporti di parentela. Ma l’albero è una potenza semiotica che dispiega il suo valore simbolico ben al di là della storia delle religioni. Oggetto di addomesticamento mitico e di trattamenti rituali differenziati, le diverse tipologie di alberi sono anche eccellenti operatori che, mediando tra funzioni diverse, si caricano di molteplici significati, oscillando tra l’oggettivazione di una puissance divina e la reificazione all’interno di un circuito economico (Gartziou-Tatti e Zografou 2019).
Queste brevi considerazioni bastano a mostrare come l’immaginario arboreo solleciti una riflessione sul modo in cui le comunità umane, al di qua e al di là dei confini dell’“occidente”, si rappresentano il loro universo, creano un’ontologia operante nelle loro scelte, distinguono natura e cultura, sacro e profano, soggetti e oggetti, mondi umani, animali, vegetali (Descola 2004, 2009; Ingold 2013; Khon 2013). La nostra giornata di studi intende sviluppare questa prospettiva in cerca di uno sguardo “simmetrico” (Latour 1991), che metta sullo stesso piano il vicino e il lontano, il moderno e l’antico. Per questo, gli interventi non si concentreranno solo sui classici “altrove” degli studi storico-antropologici, ma anche sui discorsi, le iconografie e le pratiche sociali delle società occidentali, cercando di evidenziare la comunicazione tra questi ambiti
Gli oggetti di ricerca saranno quindi disparati, ma riuniti dalla figura dell’albero e dell’immaginario arboreo, scelto come nodo e punto d’ingresso di una rete di significati quanto mai interculturale (e “internaturale”; cf. Haraway 2016; Bertrand e Marrone 2019). Ci focalizzeremo ad esempio sul ruolo della vegetazione nei sistemi cultuali della Grecia antica o nelle religioni indiane; ma anche sul modo in cui il discorso giuridico o la rappresentazione cartografica valorizzano la figura dell’albero nella mappatura dei territori; esploreremo come la ritualità del moderno movimento antimafia pone al centro di una retorica di rigenerazione morale la figura dell’Albero (Falcone, ma non solo), generatore e custode di memoria civile; vedremo come la vegetazione e il verde pubblico vengono patrimonializzati, proiettando i paesaggi, sia urbani che rurali, in uno spessore storico che conferisce loro nuovo valore simbolico.
Particolare attenzione verrà data, inoltre, al campo metaforico (Lakoff e Johnson 1980) dell’albero e ai suoi plurimi impieghi: particolarmente produttivo è, ad esempio, il valore cognitivo della nozione di “albero genealogico”, che nasce nell'ambito dell'immaginario della parentela e che poi trova applicazione euristica nei diagrammi classificatori delle scienze naturali e nella filologia testuale (Ginzburg 2004). Vedremo come, infine, l’albero è anche un’importante figura del pensiero filosofico (Coccia 2019) e contribuisce a definire orientamenti epistemologici i quali, come pensieri della validità del sapere rispetto al mondo, sono anche pensiero sul mondo (Latour 1999), e dunque forme di cosmologia occidentale
Giuseppe Barbera,
2017 Abbracciare gli alberi, Milano, Il Saggiatore.
Denis Bertrand - Gianfranco Marrone (a cura di), 2019 La sfera umanimale: Valori, racconti, rivendicazioni, Milano, Meltemi.
Ignazio E. Buttitta,
2008 “Desuz un pin…”. La lunga strada dell’albero, in Id., Verità e menzogna dei simboli, Roma, Meltemi, pp. 29-60.
Jean Chevalier e Alain Gheerbrant,
1982 Dictionnaire des symboles. Mythes, rêves, coutumes, gestes, formes, figures, couleurs, nombres, Paris, Jupiter (tr. it. Dizionario dei simboli. Miti sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Milano, BUR).
Emanuele Coccia
2018 La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Bologna, Il Mulino.
Philippe Descola
2004 Par-delà nature et culture, Paris, Gallimard (tr. it. Oltre natura e cultura, Firenze, Seid, 2014).
2009 L’écologie des autres. L’anthropologie et la question de la nature, Paris, Quae (tr. it. L’ecologia degli altri. L’ecologia e la questione della natura, Roma, Linaria, 2013).
Mircea Eliade
1949 Traité d’histoire des religions, Paris Payot, (tr. it. Trattato di storia delle religioni, Torino, Bollati Boringhieri, 2008).
Ariadni Gartziou-Tatti - Athanassia Zografou (edd.)
2019 Des dieux et des plantes. Monde végétal et religion en Grèce ancienne, “Kernos” supplément 34, Liège, Presses Universitaires de Liège.
Carlo Ginzburg
2004 Family Resemblances and Family Trees: Two Cognitive Metaphors, “Critical Inquiry”
vol. 30, n. 3 (2004), pp. 537-556.
Donna J. Haraway
2016 Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Durham, Duke University Press.
Eduardo Kohn
2013 How Forests Think. Toward an Anthropology beyond the Human, Berkeley-Los Angeles, University of California Press.
Tim Ingold
2013 Making: Anthropology, Archaeology, Art and Architecture, New York, Routledge (tr. it. Making. Antropologia, archeologia, arte e architettura, Milano, Raffaello Cortina 2019).
Bruno Latour
1991 Nous n’avons jamais été modernes. Essai d’anthropologie symétrique, Paris, La Découverte, (tr. it. Non siamo mai stati moderni, Milano, Eleuthera 2015).
1999 Politiques de la nature. Comme faire entrer les sciences en démocratie, Paris, La Découverte (tr. it. Politiche della natura. Come far entrare le scienze in democrazia, Milano, Raffaello Cortina).
2002 “Una sociologia senza oggetto? Note sull’interoggettività”, in E. Landowski e G. Marrone, La società degli oggetti. Problemi di interoggettività, Milano, Meltemi. Disponibile su: http://www.ec-aiss.it/biblioteca/3_landowski_marrone_la_societa_degli_oggetti.php
George Lakoff; Mark Johnson,
1980 Metaphors We Live By, University of Chicago Press.
Stefano Mancuso,
2019 La nazione delle piante, Roma-Bari, Laterza.
Michael Polanyi
1966, The tacit dimension (tr. it. La conoscenza inespressa, Armando Editore, Roma 1979).
Francisco J. Varela; Evan T. Thompson; Eleanor Rosch,
1992 The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience, Cambridge, MA: The MIT Press.
Eduardo Viveiros de Castro,
2010 Métaphysiques cannibales, Parigi, PUF (tr. it. Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale, Verona, Ombre Corte, 2017).
In the volume essays by:
Giuseppe Barbera, Emanuela Caravello, Alessandro Casula, Nicola Cusumano, Pietro Maltese, Gianfranco Marrone, Sofia Matta, Gabriella Palermo, Francesca Sabatini, Dino Ranieri Scandariato, Igor Spanò, Carlo Andrea Tassinari, Andrea Govinda Tusa, Gioele Zisa.
Ci sono poche figure in grado di federare ambiti culturali, epoche e luoghi tra loro così diversi e lontani come quelle legate all’immaginario arboreo. Nella storia delle religioni, la figura dell’albero occorre in modo così frequente e dominante che alcune lingue prevedono un termine specifico per il suo culto, com’è il caso per l’italiano “dendrolatria”. La diffusione della “dendrolatria” sembra fare dell’albero una figura archetipica, o quantomeno un dato antropologico di estrema costanza.
Gli alberi (Eliade 1949; anche Chevalier e Gheerbrant 1982), come oggetti di culto e di figurazione iconografica, sono simboli marcatamente polivalenti: funzionano come metafore del cosmo; sono simboli della vita, della ciclicità del tempo e della rigenerazione; sono centri o sostegni del mondo; membri di una comunità con cui costruire alleanze o rapporti di parentela. Ma l’albero è una potenza semiotica che dispiega il suo valore simbolico ben al di là della storia delle religioni. Oggetto di addomesticamento mitico e di trattamenti rituali differenziati, le diverse tipologie di alberi sono anche eccellenti operatori che, mediando tra funzioni diverse, si caricano di molteplici significati, oscillando tra l’oggettivazione di una puissance divina e la reificazione all’interno di un circuito economico (Gartziou-Tatti e Zografou 2019).
Queste brevi considerazioni bastano a mostrare come l’immaginario arboreo solleciti una riflessione sul modo in cui le comunità umane, al di qua e al di là dei confini dell’“occidente”, si rappresentano il loro universo, creano un’ontologia operante nelle loro scelte, distinguono natura e cultura, sacro e profano, soggetti e oggetti, mondi umani, animali, vegetali (Descola 2004, 2009; Ingold 2013; Khon 2013). La nostra giornata di studi intende sviluppare questa prospettiva in cerca di uno sguardo “simmetrico” (Latour 1991), che metta sullo stesso piano il vicino e il lontano, il moderno e l’antico. Per questo, gli interventi non si concentreranno solo sui classici “altrove” degli studi storico-antropologici, ma anche sui discorsi, le iconografie e le pratiche sociali delle società occidentali, cercando di evidenziare la comunicazione tra questi ambiti
Gli oggetti di ricerca saranno quindi disparati, ma riuniti dalla figura dell’albero e dell’immaginario arboreo, scelto come nodo e punto d’ingresso di una rete di significati quanto mai interculturale (e “internaturale”; cf. Haraway 2016; Bertrand e Marrone 2019). Ci focalizzeremo ad esempio sul ruolo della vegetazione nei sistemi cultuali della Grecia antica o nelle religioni indiane; ma anche sul modo in cui il discorso giuridico o la rappresentazione cartografica valorizzano la figura dell’albero nella mappatura dei territori; esploreremo come la ritualità del moderno movimento antimafia pone al centro di una retorica di rigenerazione morale la figura dell’Albero (Falcone, ma non solo), generatore e custode di memoria civile; vedremo come la vegetazione e il verde pubblico vengono patrimonializzati, proiettando i paesaggi, sia urbani che rurali, in uno spessore storico che conferisce loro nuovo valore simbolico.
Particolare attenzione verrà data, inoltre, al campo metaforico (Lakoff e Johnson 1980) dell’albero e ai suoi plurimi impieghi: particolarmente produttivo è, ad esempio, il valore cognitivo della nozione di “albero genealogico”, che nasce nell'ambito dell'immaginario della parentela e che poi trova applicazione euristica nei diagrammi classificatori delle scienze naturali e nella filologia testuale (Ginzburg 2004). Vedremo come, infine, l’albero è anche un’importante figura del pensiero filosofico (Coccia 2019) e contribuisce a definire orientamenti epistemologici i quali, come pensieri della validità del sapere rispetto al mondo, sono anche pensiero sul mondo (Latour 1999), e dunque forme di cosmologia occidentale
Giuseppe Barbera,
2017 Abbracciare gli alberi, Milano, Il Saggiatore.
Denis Bertrand - Gianfranco Marrone (a cura di), 2019 La sfera umanimale: Valori, racconti, rivendicazioni, Milano, Meltemi.
Ignazio E. Buttitta,
2008 “Desuz un pin…”. La lunga strada dell’albero, in Id., Verità e menzogna dei simboli, Roma, Meltemi, pp. 29-60.
Jean Chevalier e Alain Gheerbrant,
1982 Dictionnaire des symboles. Mythes, rêves, coutumes, gestes, formes, figures, couleurs, nombres, Paris, Jupiter (tr. it. Dizionario dei simboli. Miti sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Milano, BUR).
Emanuele Coccia
2018 La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Bologna, Il Mulino.
Philippe Descola
2004 Par-delà nature et culture, Paris, Gallimard (tr. it. Oltre natura e cultura, Firenze, Seid, 2014).
2009 L’écologie des autres. L’anthropologie et la question de la nature, Paris, Quae (tr. it. L’ecologia degli altri. L’ecologia e la questione della natura, Roma, Linaria, 2013).
Mircea Eliade
1949 Traité d’histoire des religions, Paris Payot, (tr. it. Trattato di storia delle religioni, Torino, Bollati Boringhieri, 2008).
Ariadni Gartziou-Tatti - Athanassia Zografou (edd.)
2019 Des dieux et des plantes. Monde végétal et religion en Grèce ancienne, “Kernos” supplément 34, Liège, Presses Universitaires de Liège.
Carlo Ginzburg
2004 Family Resemblances and Family Trees: Two Cognitive Metaphors, “Critical Inquiry”
vol. 30, n. 3 (2004), pp. 537-556.
Donna J. Haraway
2016 Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Durham, Duke University Press.
Eduardo Kohn
2013 How Forests Think. Toward an Anthropology beyond the Human, Berkeley-Los Angeles, University of California Press.
Tim Ingold
2013 Making: Anthropology, Archaeology, Art and Architecture, New York, Routledge (tr. it. Making. Antropologia, archeologia, arte e architettura, Milano, Raffaello Cortina 2019).
Bruno Latour
1991 Nous n’avons jamais été modernes. Essai d’anthropologie symétrique, Paris, La Découverte, (tr. it. Non siamo mai stati moderni, Milano, Eleuthera 2015).
1999 Politiques de la nature. Comme faire entrer les sciences en démocratie, Paris, La Découverte (tr. it. Politiche della natura. Come far entrare le scienze in democrazia, Milano, Raffaello Cortina).
2002 “Una sociologia senza oggetto? Note sull’interoggettività”, in E. Landowski e G. Marrone, La società degli oggetti. Problemi di interoggettività, Milano, Meltemi. Disponibile su: http://www.ec-aiss.it/biblioteca/3_landowski_marrone_la_societa_degli_oggetti.php
George Lakoff; Mark Johnson,
1980 Metaphors We Live By, University of Chicago Press.
Stefano Mancuso,
2019 La nazione delle piante, Roma-Bari, Laterza.
Michael Polanyi
1966, The tacit dimension (tr. it. La conoscenza inespressa, Armando Editore, Roma 1979).
Francisco J. Varela; Evan T. Thompson; Eleanor Rosch,
1992 The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience, Cambridge, MA: The MIT Press.
Eduardo Viveiros de Castro,
2010 Métaphysiques cannibales, Parigi, PUF (tr. it. Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale, Verona, Ombre Corte, 2017).