Edited books by Vanessa Bilancetti
Gramsci contemporaneo Discorsi e modelli (contro) egemonici, 2019
A ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci, la sua opera conosce un successo crescente su scala... more A ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci, la sua opera conosce un successo crescente su scala globale, la cui portata merita di essere vagliata criticamente. A tal fine l’Istituto Gramsci Marche ha organizzato due giornate di studi, volte ad aprire un confronto sugli usi del pensiero gramsciano nel mondo contemporaneo, di cui si presentano in questo libro i contributi principali. Il volume, sulla scia della discussione delle giornate, è volto ad analizzare quei discorsi e modelli che, dopo la crisi del 2008, sono divenuti “(contro)egemonici” per un numero considerevole di intellettuali e politici attivi in Europa e in America. Quest’ultimi hanno sostenuto di ispirarsi a Gramsci, o di prendere spunto da elementi importanti della sua riflessione, al fine di contrastare efficacemente il paradigma neo-liberale. I saggi contenuti in questo testo consentono di farsi un’idea critica in merito a tali posizioni e di problematizzare aspetti rilevanti del dibattito politico contemporaneo.
The Crisis behind the Eurocrisis. The Eurocrisis as a Multidimensional Systemic Crisis of the EU, 2019
This chapter analyses the Treaty on Stability Coordination and Governance (TSCG), as an emblemati... more This chapter analyses the Treaty on Stability Coordination and Governance (TSCG), as an emblematic example of the New Economic Governance.
The incapacity to recognise any other structural problem beyond fiscal stability, we argue, reflects, above all, a broader problem about the way European integration has been traditionally conceptualised, that is to say a theoretical failure of European Studies itself. In that sense, this chapter seeks to contribute to the call for more dissenting voices in European Studies, going beyond the debate between neofunctionalism
and intergovernmentalism. It does so by drawing upon two critical approaches, namely governmentalities studies, and historical materialism, inspired by Gramsci and the neo-Gramscian in International Relations (IR).
L'Europa della crisi, 2019
Il Fiscal compact: una macchina di governo fiscale
1.1. Introduzione 9
1.2. Quadro concettuale 1... more Il Fiscal compact: una macchina di governo fiscale
1.1. Introduzione 9
1.2. Quadro concettuale 11
1.3. Il processo di negoziazione del Trattato:
un attacco fallito alle costituzioni nazionali 17
1.4. Una macchina di governo fiscale 20
1.4.1. Il meccanismo correttivo automatico 23
1.4.2. Autorità indipendenti a livello nazionale 24
1.5. Conclusioni 26
Academic articles by Vanessa Bilancetti
Interdisciplinary Political Studies, 2021
This article engages critically with the International Governmentality Studies, delineating a new... more This article engages critically with the International Governmentality Studies, delineating a new use of Foucault's toolbox applied to analyse the New Economic Governance (NEG) reforms. The main argument is that the NEG is a reaffirmation and a reinforcement of the fiscal governance machine established with the Stability and Growth Pact (SGP). The fiscal governance machine is an ensemble of techniques shaped by and through which the European art of government is able to work in the entire European space. The article analyses how the Treaty on Stability Coordination and Governance reaffirms this fiscal governance machine. By looking at three techniques-the structural deficit, the Fiscal Council, and the Automatic Mechanism-it shows some key features of this fiscal governance machine: a new discretional power in the hand of the European Commission and of its DG Finance, a decentralised and semi-automatic form of control on Member states, the structuration of a euro-national ensemble of executives and finance institutions.
Articles by Vanessa Bilancetti
DWF - DonnaWomanFemme, 2020
La Muay Thai è un’antica arte marziale thailandese che utilizza pugni, calci, ginocchiate, gomita... more La Muay Thai è un’antica arte marziale thailandese che utilizza pugni, calci, ginocchiate, gomitate, e prese (clinch), ora diffusa in tutto il mondo. Se da una parte, come in molti altri sport, la presenza di atlete donne è osteggiata da un sistema tradizionalista e da un ideale normativo di femminilità, delicata e da proteggere, dall’altra l’esperienza effettiva delle combattenti mostra il processo di profondo empowering avviato nella pratica di uno sport da combattimento. Le autrici, appassionate di Muay Thai, ripercorrono la loro esperienza, la scoperta, i primi allenamenti, i combattimenti e la fatica, ma soprattutto il processo di profonda ridefinizione del rapporto con il proprio corpo, con il corpo delle altre e con lo spazio circostante. Nel tratteggiare questo percorso, è l’idea stessa di forza che acquisisce nuovo senso: forza come osservazione, forza come capacità di sentirsi, forza come relazione.
This article points to the challenges met by European studies in facing the series of socio-polit... more This article points to the challenges met by European studies in facing the series of socio-political and economic crises brought about by the financial collapse of 2008. Suggesting that European studies have shaped integration through the questions it has asked and how it has asked them, she bolsters the necessity for a “critical” European studies approach that combines Foucault’s governmentality tenets with neo-Gramscian analyses to reformulate the interrogations that steer European studies. This would allow for the field to better insert power, hegemony, and rationality in an examination of institutions and integration goals and processes―asking, not only the what, but the why and the how. Whenever speaking about criticality, it is useful to sort out what is meant and what critical scholarship encompasses.
State of Power , 2019
Rome’s municipality has accumulated enormous debt, creating an emergency used to close any sort o... more Rome’s municipality has accumulated enormous debt, creating an emergency used to close any sort of public space, both physical and discussion. The narrative regarding the debt has been used to attack what we call the city of solidarity – groups, associations, and occupied places that are working to build community as opposed to accumulating profit.
How can we create spaces for critical discussion about the European Union? Vanessa Bilancetti wri... more How can we create spaces for critical discussion about the European Union? Vanessa Bilancetti writes in response to Rachael Dickson Hillyard’s article on alternative approaches to EU Studies. Through her own research on institutional responses to the economic crisis, Vanessa Bilancetti identifies dissenting voices that can enrich an ongoing debate.
Feminist political economy can help to reveal subordination in a labour market built on gendered ... more Feminist political economy can help to reveal subordination in a labour market built on gendered economic relations
Alcune considerazioni sul Manifesto, a partire dalla discussione tenuta durante la sua presentazi... more Alcune considerazioni sul Manifesto, a partire dalla discussione tenuta durante la sua presentazione con l'autore Karl Heinz Roth e Sergio Bologna, il 6 giugno nella facoltà di Scienze politiche della Sapienza, nell'ambito del meeting No Jobs Let's Act.
Mentre in questi giorni abbondano definizioni ed analisi, proviamo ad aprire un dibattito. Per co... more Mentre in questi giorni abbondano definizioni ed analisi, proviamo ad aprire un dibattito. Per costruire una possibile risposta politica agli attacchi di Parigi abbiamo la necessità e il dovere di comprenderli, per quanto sia doloroso e difficile. È guerra, questo è chiaro. E vorremo azzardare di più su questo: è guerra civile mondiale, perché è organizzata direttamente su base transnazionale sia dal fondamentalismo islamico che dai patrioti occidentali, che rispondono nelle proprie società con guerre civili striscianti contro tutti i musulmani, contro tutti i migranti e contro tutti i diversi. Ma è allo stesso tempo guerra civile all'interno degli stati: in Siria, in Turchia con forme più velate, come in Nigeria, in Tunisia, in Kenya… ed è guerra ai confini d'Europa, dove lasciamo che migliaia di rifugiati muoiano pur di non farli arrivare nella nostra "pace". I migliori patrioti occidentali giocando al peggior gioco lanciato dagli integralisti islamici hanno reso questa guerra civile e permanente, perché l'hanno costruita come scontro religioso e di civiltà, togliendo così qualsiasi umanità al nemico. Così, gli attacchi di Parigi diventano la risposta diretta all'offensiva nel Sinjar, dove, sotto il cappello della Coalizione Internazionale, il PKK curdo insieme ai Peshmerga, con la copertura aerea degli USA e il supporto dal lato siriano da parte delle YPG, ha riconquistato la città da Daesh e tagliato la linea di collegamento principale tra Mosul e Raqqa. È guerra civile e quindi senza regole, così lo stato francese non attende niente e nessuno e bombarda Raqqa, mentre decreta lo stato di emergenza permanente. Eppure nelle guerre civili siamo abituati ad avere uno stato oppressore e dei partigiani che lottano per la libertà, mentre in questa guerra civile mondiale si stenta a comprendere chi non sia oppressore. Se volessimo ricostruire un discorso di libertà, di uguaglianza e di fratellanza, certo oggi non dovremmo guardare alla Francia e forse nemmeno all'Europa. Ma dovremmo andare a scoprire chi si è organizzato per autodifendersi dagli attacchi del Daesh: i curdi siriani e con loro le varie minoranze oppresse e massacrate dai miliziani del Califfato. Lì nel cuore di questa guerra civile mondiale che è la Siria, i curdi siriani stanno lottando per la loro sopravvivenza, ma soprattutto per costruire un possibile futuro di pace per la Siria e per il Medioriente. Un futuro che non può passare dall'accettazione del regime di Assad, come il male minore nella regione. Ancora, bisognerebbe andare a vedere le manifestazioni avvenute in Iraq pochi mesi fa contro la corruzione e per i diritti, e le manifestazioni in Afghanistan da parte delle minoranze per rivendicare un paese sicuro dove vivere. In questi giorni molti hanno commentato che dovrebbero essere le "masse islamiche" a piangere per Beirut o per la Siria e loro a ribellarsi contro questo massacro. Non esistono masse islamiche, ma centinaia di giovani di tanti e diversi paesi arabi che nel 2011
Pubblicato su Stati Uniti d'Europa -Luglio 2015 http://www.criticaliberale.it/news/234156 «Ieri è... more Pubblicato su Stati Uniti d'Europa -Luglio 2015 http://www.criticaliberale.it/news/234156 «Ieri è stato un brutto giorno per l'Europa. I più forti hanno umiliato i più deboli. O firmavamo o saremmo falliti». Così Tsipras ha commentato l'accordo con i creditori, quello che è stato definito da molti "la capitolazione" del governo Syriza. Che cos'è accaduto? Il 25 giugno Tsipras ha deciso di lasciare il tavolo delle trattative in corso da cinque mesi a Bruxelles e rimettere nelle mani del popolo greco la decisione sulla bozza di accordo. Quelle che sono seguite sono state settimane storiche per l'Unione Europea, ma a differenza di ciò che ci raccontano gli approcci funzionalisti degli studi europei questa (ennesima) crisi non ha rafforzato l'Unione, non l'ha resa più coesa e probabilmente non la porterà verso una maggiore integrazione. Dopo la decisione del Primo Ministro greco, le istituzioni europee si sono dimostrate inflessibili: il programma di aiuti in scadenza il 30 giugno non è stato rinnovato, e la Banca Centrale Europea ha congelato l'Emergency Liquidity Agreement, costringendo la Grecia a un controllo stretto dei capitali, avvenuto tramite la chiusura delle banche e la possibilità di ritirare non più di 60 euro al giorno. Il clima si è fatto rovente nel momento in cui non solo i governi europei si sono schierati tutti per il si, ma anche le istituzioni europee. Juncker, così come Shultz, ha chiamato il popolo greco a votare Si, perché indipendentemente dalla questione posta, il referendum sarebbe stato un voto sull'Europa. Il Presidente Renzi ha subito rilanciato via twitter, e il referendum greco è diventato un derby tra l'euro e la drachma. La campagna mediatica sul referendum è stata a dir poco schierata, con importanti giornali europei costretti a smentire l'utilizzo di sondaggi poco validi, rettificare l'uso di fotografie non corrette, per arrivare in Grecia ad aprire un'inchiesta sull'uso del tempo dedicato in televisione al Siprobabilmente più del doppio -e al No. Il venerdì precedente al voto Tsipras infiamma la stracolma piazza Sintagma: "ci vuole molto coraggio per essere liberi". Mentre in tutta Europa tante piazze si riempivano per il No. Il 5 luglio l'Europa è sospesa, i sondaggi non sono più così chiari e regna l'incertezza sull'esito del voto. I primi exit poll sono ancora in bilico, ma dalle otto di sera è evidente che il voto dei greci è stato "Oxi", non un "Oxi" indeciso, ma ben un 61% della popolazione è contraria alla bozza di accordo proposto. Atene festeggia di nuovo in piazza Sintagma, ma a notte inoltrata il fronte del No comprende la difficoltà della propria vittoria. Cosa si cela dietro quel voto? La volontà di uscire dall'euro? Di non siglare a nessuna condizione un accordo con le istituzioni europee? Di riaprire il tavolo delle trattative per negoziare condizioni migliori?
troverà confortevole appoggiarvisi. Solo nel caso in cui la partecipazione alle istituzioni inter... more troverà confortevole appoggiarvisi. Solo nel caso in cui la partecipazione alle istituzioni internazionali si fondasse su una chiara sfida sociopolitica all'egemonia -su un blocco storico e su una controegemonia nascenti -lavorare al suo interno potrebbe rappresentare una minaccia reale.» 1 Così scriveva Robert Cox nel 1983 in uno dei suoi primi articoli sulla rilettura di Gramsci nel campo delle relazioni internazionali. L'egemonia mondiale non è semplicemente il dominio di uno stato più forte sugli altri stati all'interno di un sistema internazionale di stampo anarchico, così come vorrebbero le letture classiche delle relazioni internazionali e anche una certa geopolitica. Gli ordini mondiali si basano su un modo di produzione dominante e su strutture sociali, economiche, politiche e ideologiche. Tutti questi aspetti devono essere tenuti in considerazione per poter analizzare i possibili mutamenti strutturali nell'ordine mondiale. Inoltre, ci sembra necessario aggiungere che l'egemonia mondiale oggi non è solo un affaire tra stati, ma coinvolge forze transnazionali molto potenti, come ad esempio i grandi fondi finanziari di investimento, capaci di mettere sotto scacco intere economie nazionali. Nel novembre del 2005 a Mar del Plata in Argentina si tenne l'ultimo incontro sull'accordo di libero scambio delle Americhe (ALCA), l'accordo non venne mai siglato grazie all'opposizione di diversi capi di stato sudamericani, guidati dal Presidente Chávez. La strategia statunitense fallì di fronte alla 1 Robert Cox, Gramsci, l'egemonia e le relazioni internazionali, in Studi Gramsciani nel mondo, G. Vacca et al. (a cura di), il Mulino, Bologna 2009, p. 50. 23 spinta congiunta di movimenti sociali moltitudinari e la capacità di saper dire no dei nuovi dirigenti politici latinoamericani. Solo 5 sui 33 paesi presenti nella conferenza si rifiutarono di firmare l'accordo, ma quel trattato non vide mai luce. Quel no congiunto fece scricchiolare per la prima volta l'egemonia statunitense sul continente americano e la strategia di Bush si rivelò essere completamente perdente. Oggi la vittoria di Syriza alle elezioni in Grecia apre una breccia nell'egemonia del progetto neoliberale dell'Unione Europea. Il governo greco oggi non accetta più l'austerità come condizione obbligatoria per continuare a far parte dell'Unione Europea, al contrario richiede una rinegoziazione del memorandum firmato con la Troika. C'è chi si ostina a leggere il nuovo governo greco come antieuropeo o euroscettico, accostandolo alle nuove destre populiste. Questo accostamento divide il campo in europeisti convinti, cioè tutti coloro che appoggiano l'Unione Europea esistente, e antieuropeisti o euroscettici, cioè tutti coloro che non vorrebbero altro che rompere l'euro e ritornare alla centralità dello stato nazione sovrano. Così molto spesso si accostano partiti come il Front National e Syriza accomunati secondo alcuni dal loro essere contro l'Unione Europea. Eppure questa lettura ci sembra non cogliere l'altezza della sfida che il nuovo governo greco pone alle istituzioni europee. Se le nuove destre populiste, con il loro eterno ritorno alla centralità dello spazio nazionale, non fanno che rafforzare "il grande centro" che domina l'Europa, la rottura istituzionale che si è prodotta in Grecia fa intravedere la possibilità per un progetto alternativo di governo in Europa. I primi provvedimenti del governo greco -alzare il salario minimo, bloccare le privatizzazioni, riassumere nel settore pubblico -sono esattamente l'opposto di ciò che è stato imposto alla Grecia. La Grecia non vuole distruggere l'Unione tout court, ma rappresenta la possibilità che l'Europa cambi a partire dalla rinegoziazione del memorandum greco, per arrivare alla revisione dei trattati fondativi, tra cui quello che istituisce l'euro. Il governo greco rompe l'incanto neoliberale del "there is no alternative". Oggi un'alternativa c'è, è reale, è possibile ed è stata votata in elezioni democratiche. «I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all'Europa, una nuova Europa basata sulla solidarietà: la troika è una cosa del passato. Il voto contro l'austerità è stato forte e chiaro. Oggi chiudiamo il circolo vizioso dell'austerità. È tornata la speranza, la dignità, l'ottimismo». Queste sono state le prime parole di Tsipras appena è stato eletto. Forse tutto questo non costituisce ancora un vero programma politico capace di imporsi in tutta 24 Europa, ma per la prima volta dopo anni "la speranza" torna al centro del dibattito politico europeo, imponendosi con forza contro il discorso dominante dei "sacrifici e dei compiti a casa". Riprendendo ciò che scriveva Cox, gli ordini mondiali si
Book Reviews by Vanessa Bilancetti
Journal of common market studies, 2020
podcast by Vanessa Bilancetti
Welcome to another episode of Fully Automated!
Today, we’re bringing you an interview with Dr. V... more Welcome to another episode of Fully Automated!
Today, we’re bringing you an interview with Dr. Vanessa Bilancetti, Lecturer in Political Sociology at UniNettuno University, in Rome. Vanessa is one of those rare scholars who can bring together Foucault and Marx, and apply them both to the interesting empirical questions of our time. In this episode, she’ll be talking with us about how we can approach their scholarship as a toolbox for analyzing European Governmentality in the context of post-financial crisis political economy.
Vanessa’s research interests include the European Union, financialisation, feminist political economy and critical European studies. I had the good fortune of meeting Vanessa at an online conference this summer, held by the Critical Political Economy Research Network. Vanessa was presenting a paper, called ‘How to study the commodification of social services following a gender perspective.’ Between sessions, we got talking about Foucault and how he is used in political economy, and I found Vanessa’s take on the inherent compatibilities between Foucault and Marx to be really interesting. She later sent me some of her research, which I read, and .. well, that’s when I decided I had to have her on for an interview!
Vanessa is an advocate of allowing the methods of Foucault with that of what she calls, “an anti-essentialist Marxism and a critical feminist political economy approach.” So, in this interview you’re going to hear me ask her to elaborate on that. We’re also going to talk about the case studies she presents in her published work, on the European Fiscal Compact. I’m very grateful to Vanessa for coming on the show, and I hope you enjoy the conversation.
Before I sign off here, just wanted to thank everyone who shared and commented on last week’s “special commentary episode” on the prominence of the K-Hive, in academia. Hope to do more of those “essay”-style pods, in the future.
We never ask for money for this show. However, if you enjoy it, please feel welcome to leave a rating on Apple Podcasts, or the podcast app of your choice. The ratings help improve the standing of the show, and help me book future guests for the show!
Ideas on Europe , 2018
What are "critical" European studies? Who needs them and why? How does a researcher of contempora... more What are "critical" European studies? Who needs them and why? How does a researcher of contemporary Europe or the European Union (EU) take, or fail to take, a critical approach?
In this episode of Ideas on Europe, five PhD and early-career researchers discuss their work and interests in critical approaches to European Studies. Recorded at the UACES Graduate Forum Conference, KU Leuven, July 2018 (bit.ly/2CIQFJF | twitter.com/hashtag/uacesgf18).
Featuring:
Vanessa Bilancetti (University of Rome La Sapienza)
Vladimir Bortun (University of Portsmouth)
Rachael Dickson (Queen's University Belfast)
Charlotte Godziewski (University of Sheffield)
Rasmus Hovedskov Hansen (University of Sheffield)
Links to the speakers' recommended reading:
1. 'Analysing Policy: What's the Problem Represented to Be?' Carol Lee Bacchi: bit.ly/2x3vjR7
2. 'Alternative methodologies: learning critique as a skill' Bal Sokhi-Bulley: bit.ly/2oXJkw0
3. 'Discourses and Counter-discourses on Europe: From the Enlightenment to the EU' Edited by Manuela Ceretta, Barbara Curli: bit.ly/2MkGGJX
4. JCMS Special Issue 2016: Another Theory is Possible: Dissident Voices in Theorising Europe: bit.ly/2N5tqhr
Report by Vanessa Bilancetti
Uploads
Edited books by Vanessa Bilancetti
The incapacity to recognise any other structural problem beyond fiscal stability, we argue, reflects, above all, a broader problem about the way European integration has been traditionally conceptualised, that is to say a theoretical failure of European Studies itself. In that sense, this chapter seeks to contribute to the call for more dissenting voices in European Studies, going beyond the debate between neofunctionalism
and intergovernmentalism. It does so by drawing upon two critical approaches, namely governmentalities studies, and historical materialism, inspired by Gramsci and the neo-Gramscian in International Relations (IR).
1.1. Introduzione 9
1.2. Quadro concettuale 11
1.3. Il processo di negoziazione del Trattato:
un attacco fallito alle costituzioni nazionali 17
1.4. Una macchina di governo fiscale 20
1.4.1. Il meccanismo correttivo automatico 23
1.4.2. Autorità indipendenti a livello nazionale 24
1.5. Conclusioni 26
Academic articles by Vanessa Bilancetti
Articles by Vanessa Bilancetti
Book Reviews by Vanessa Bilancetti
podcast by Vanessa Bilancetti
Today, we’re bringing you an interview with Dr. Vanessa Bilancetti, Lecturer in Political Sociology at UniNettuno University, in Rome. Vanessa is one of those rare scholars who can bring together Foucault and Marx, and apply them both to the interesting empirical questions of our time. In this episode, she’ll be talking with us about how we can approach their scholarship as a toolbox for analyzing European Governmentality in the context of post-financial crisis political economy.
Vanessa’s research interests include the European Union, financialisation, feminist political economy and critical European studies. I had the good fortune of meeting Vanessa at an online conference this summer, held by the Critical Political Economy Research Network. Vanessa was presenting a paper, called ‘How to study the commodification of social services following a gender perspective.’ Between sessions, we got talking about Foucault and how he is used in political economy, and I found Vanessa’s take on the inherent compatibilities between Foucault and Marx to be really interesting. She later sent me some of her research, which I read, and .. well, that’s when I decided I had to have her on for an interview!
Vanessa is an advocate of allowing the methods of Foucault with that of what she calls, “an anti-essentialist Marxism and a critical feminist political economy approach.” So, in this interview you’re going to hear me ask her to elaborate on that. We’re also going to talk about the case studies she presents in her published work, on the European Fiscal Compact. I’m very grateful to Vanessa for coming on the show, and I hope you enjoy the conversation.
Before I sign off here, just wanted to thank everyone who shared and commented on last week’s “special commentary episode” on the prominence of the K-Hive, in academia. Hope to do more of those “essay”-style pods, in the future.
We never ask for money for this show. However, if you enjoy it, please feel welcome to leave a rating on Apple Podcasts, or the podcast app of your choice. The ratings help improve the standing of the show, and help me book future guests for the show!
In this episode of Ideas on Europe, five PhD and early-career researchers discuss their work and interests in critical approaches to European Studies. Recorded at the UACES Graduate Forum Conference, KU Leuven, July 2018 (bit.ly/2CIQFJF | twitter.com/hashtag/uacesgf18).
Featuring:
Vanessa Bilancetti (University of Rome La Sapienza)
Vladimir Bortun (University of Portsmouth)
Rachael Dickson (Queen's University Belfast)
Charlotte Godziewski (University of Sheffield)
Rasmus Hovedskov Hansen (University of Sheffield)
Links to the speakers' recommended reading:
1. 'Analysing Policy: What's the Problem Represented to Be?' Carol Lee Bacchi: bit.ly/2x3vjR7
2. 'Alternative methodologies: learning critique as a skill' Bal Sokhi-Bulley: bit.ly/2oXJkw0
3. 'Discourses and Counter-discourses on Europe: From the Enlightenment to the EU' Edited by Manuela Ceretta, Barbara Curli: bit.ly/2MkGGJX
4. JCMS Special Issue 2016: Another Theory is Possible: Dissident Voices in Theorising Europe: bit.ly/2N5tqhr
Report by Vanessa Bilancetti
The incapacity to recognise any other structural problem beyond fiscal stability, we argue, reflects, above all, a broader problem about the way European integration has been traditionally conceptualised, that is to say a theoretical failure of European Studies itself. In that sense, this chapter seeks to contribute to the call for more dissenting voices in European Studies, going beyond the debate between neofunctionalism
and intergovernmentalism. It does so by drawing upon two critical approaches, namely governmentalities studies, and historical materialism, inspired by Gramsci and the neo-Gramscian in International Relations (IR).
1.1. Introduzione 9
1.2. Quadro concettuale 11
1.3. Il processo di negoziazione del Trattato:
un attacco fallito alle costituzioni nazionali 17
1.4. Una macchina di governo fiscale 20
1.4.1. Il meccanismo correttivo automatico 23
1.4.2. Autorità indipendenti a livello nazionale 24
1.5. Conclusioni 26
Today, we’re bringing you an interview with Dr. Vanessa Bilancetti, Lecturer in Political Sociology at UniNettuno University, in Rome. Vanessa is one of those rare scholars who can bring together Foucault and Marx, and apply them both to the interesting empirical questions of our time. In this episode, she’ll be talking with us about how we can approach their scholarship as a toolbox for analyzing European Governmentality in the context of post-financial crisis political economy.
Vanessa’s research interests include the European Union, financialisation, feminist political economy and critical European studies. I had the good fortune of meeting Vanessa at an online conference this summer, held by the Critical Political Economy Research Network. Vanessa was presenting a paper, called ‘How to study the commodification of social services following a gender perspective.’ Between sessions, we got talking about Foucault and how he is used in political economy, and I found Vanessa’s take on the inherent compatibilities between Foucault and Marx to be really interesting. She later sent me some of her research, which I read, and .. well, that’s when I decided I had to have her on for an interview!
Vanessa is an advocate of allowing the methods of Foucault with that of what she calls, “an anti-essentialist Marxism and a critical feminist political economy approach.” So, in this interview you’re going to hear me ask her to elaborate on that. We’re also going to talk about the case studies she presents in her published work, on the European Fiscal Compact. I’m very grateful to Vanessa for coming on the show, and I hope you enjoy the conversation.
Before I sign off here, just wanted to thank everyone who shared and commented on last week’s “special commentary episode” on the prominence of the K-Hive, in academia. Hope to do more of those “essay”-style pods, in the future.
We never ask for money for this show. However, if you enjoy it, please feel welcome to leave a rating on Apple Podcasts, or the podcast app of your choice. The ratings help improve the standing of the show, and help me book future guests for the show!
In this episode of Ideas on Europe, five PhD and early-career researchers discuss their work and interests in critical approaches to European Studies. Recorded at the UACES Graduate Forum Conference, KU Leuven, July 2018 (bit.ly/2CIQFJF | twitter.com/hashtag/uacesgf18).
Featuring:
Vanessa Bilancetti (University of Rome La Sapienza)
Vladimir Bortun (University of Portsmouth)
Rachael Dickson (Queen's University Belfast)
Charlotte Godziewski (University of Sheffield)
Rasmus Hovedskov Hansen (University of Sheffield)
Links to the speakers' recommended reading:
1. 'Analysing Policy: What's the Problem Represented to Be?' Carol Lee Bacchi: bit.ly/2x3vjR7
2. 'Alternative methodologies: learning critique as a skill' Bal Sokhi-Bulley: bit.ly/2oXJkw0
3. 'Discourses and Counter-discourses on Europe: From the Enlightenment to the EU' Edited by Manuela Ceretta, Barbara Curli: bit.ly/2MkGGJX
4. JCMS Special Issue 2016: Another Theory is Possible: Dissident Voices in Theorising Europe: bit.ly/2N5tqhr