83 2. C'è logica nel pensiero critico? Francesco Piro indice 97 3. Competenze e pensiero critico ... more 83 2. C'è logica nel pensiero critico? Francesco Piro indice 97 3. Competenze e pensiero critico nell'insegnamento liceale: una sperimentazione Roberta Gimigliano 97 3.1. Introduzione 3.2. Imparare a concettualizzare 3.3. Imparare a ragionare 3.3.1. Il ragionamento deduttivo 3.3.2. Il ragionamento induttivo 3.3.3. Il ragionamento abduttivo 3.4. Imparare ad argomentare 3.5. Imparare a giudicare 3.5.1. Introduzione 3.5.2. Il testo 3.5.3. Il saggio breve 4. Il potere intrinseco dell'argomentazione nei processi di apprendimento Monica Mollo 4.1. Introduzione 4.2. Argomentazione come dialogo 4.3. Il contesto argomentativo 4.4. Attività didattica 4.4.1. Organizzazione del corso 4.4.2. Partecipanti e metodologia 4.4.3. Analisi delle argomentazioni 4.5. Considerazioni finali
The social, political and cultural developments which brought during the last few decades to a ch... more The social, political and cultural developments which brought during the last few decades to a change in the relationships between gender find an important correlate in linguistic usage, which on the one hand reflects changes and on the other sustains and strengthens it. Such new usages affect in particular, in many European languages, the correct use of the feminine gender when defining a woman's profession or social role. Italian seems to be late in accepting the change (Avvocata? Avvocatessa? Donna avvocato? Avvocato donna?), whereas French, German and Spanish don't hesitate in using the feminine (avocate/Anwältin/abogada). English, on the other hand, where no such gender distinction holds for the vast majority of nouns, is moving in the opposite direction, abolishing the few cases formerly existing (no longer actor vs. actress but actor or performer for all). Some languages have been developing new forms of genderless pronoun in order to avoid repetitions: in English each student must bring his/her own book has been replaced by each student must bring their book; in Swedish han/hon (he/she) gave way to hen for everyone. Such genderless forms, by the way, are also used by non binary and gender fluid people in order to avoid the choice between masculine and feminine. Finally, the attempt not to repeat masculine and feminine forms in addressing groups (it. Cari colleghi e care colleghe, and so on) led to the research for new graphic solutions, such as, in Italian, the asterisk (car* collegh*) or, more recently the IPA symbol for schwa (car« collegh«).
Jason Pine ha trascorso molti anni a Napoli tra la fine dello scorso millennio e la prima decade ... more Jason Pine ha trascorso molti anni a Napoli tra la fine dello scorso millennio e la prima decade del XXI secolo, calandosi pienamente nel contesto metropolitano sia per quello che riguarda i rapporti accademici, culturali e personali che ha saputo intessere con docenti, intellettuali, artisti della Napoli più colta e raffinata, sia nei confronti di quell'altra Napoli, oggetto delle sue ricerche antropologiche ed etno-musicologiche, la Napoli della zona grigia o, come lui la definisce, della "zona di contatto" tra l'arte di arrangiarsi (The art of making do) e la contaminazione con i clan camorristici, quella zona che ha trovato, a partire dai primi anni '90, una delle sue innumerevoli reincarnazioni nella musica cosiddetta neomelodica. Pine ha abitato contemporaneamente, con abilità quasi ubiquitaria, queste due Napoli, traendo dalla prima alimento intellettuale, strumenti di analisi e conoscenze storiche, sociologiche, linguistiche e musicologiche, e dedicando alla seconda, alla zona di contatto, la sua attenzione scientifica di studioso attraverso una totale full immersion e con una tecnica di osservazione partecipante attiva resa tanto più complessa dal fatto che, alle abituali resistenze di ogni ambiente ad accogliere una figura esterna, si sommano in questo studio difficoltà linguistiche (Pine ha studiato a lungo e con ottimi risultati il napoletano, di cui possiede una notevole competenza sia attiva che passiva), diffidenze etniche e culturali, nonché rischi-evitati con abilità e anche con una dose di buona sorte-di coinvolgimento in situazioni oggettivamente pericolose e/o eticamente sensibili e/o penalmente rilevanti. Presentandosi come giornalista, e diventando in seguito un vero e proprio produttore, regista, operatore e montatore di videoclip musicali per i musicisti neomelodici, Jason Pine ha vissuto per anni in stretto contatto quotidiano-nei quartieri più popolari del centro antico della metropoli partenopea, così come nelle sue vastissime periferie più o meno degradate, nonché nelle grandi, medie e piccole località della popolosissima provincia-con giovani e giovanissimi cantanti neomelodici, con i loro padri-impresari, con le loro madri casalinghe e mentori, con i tecnici, con personaggi orbitanti a vario titolo o anche senza alcun titolo intorno a questa industria tanto "arrangiata" quanto radicata e diffusa, allo scopo di esplorarne il mondo di valori, azioni, attese, abitudini, gesti, parole, sguardi e silenzi e di individuarne i rapporti con la sfera della camorra e della criminalità organizzata. Pine giunge così a identificare e a descrivere quella che lui definisce l'atmosfera "affettivoestetica" in cui i cantanti neomelodici e le loro famiglie si muovono nella loro vita quotidiana e nei loro necessari compromessi con il potere criminale che li manovra e li inquina, ma di cui non possono fare a meno sia perché si sentono e sono sottoposti a ricatti per lo più invisibili, sia in quanto hanno vitale bisogno del sostegno economico, organizzativo e ambientale della camorra, sia perché-al di là di ogni occasionale coinvolgimento in atti di violenza-essi condividono con il mondo della criminalità luoghi fisici ed elementi culturali, quella "zona grigia" che rende impossibile tracciare una netta demarcazione tra lecito e illecito, tra arte di arrangiarsi e complicità. Una tra le innumerevoli chiavi di lettura del volume di Pine, che colpisce in particolare chi come lo scrivente ha interessi precipuamente linguistici, consente di individuare un filo che ricostruisce in termini socio-e pragma-linguistici le modalità della comunicazione e della conversazione nella zona grigia di coloro che praticano the art of making do, l'arte di arrangiarsi a Napoli. La prevalenza delle funzioni jakobsonianamente definite fàtica, emotiva e conativa risalta immediatamente: la conversazione non è mai una pratica di comunicazione diretta, referenziale, ma è sempre "satura di ironia, di corteggiamento, di avvertimenti e di istrionismo", è fatta di "linguaggio metaforico, allegorico e proverbiale", di gesti, di interruzioni reciproche, di iterazioni, di iperboli, di enfasi, di ellissi, di sovrapposizioni, di "registri affettivi multipli e intensi", di continui e rapidi "cambiamenti di volume, di tonalità e di velocità dell'eloquio", di "vocali
83 2. C'è logica nel pensiero critico? Francesco Piro indice 97 3. Competenze e pensiero critico ... more 83 2. C'è logica nel pensiero critico? Francesco Piro indice 97 3. Competenze e pensiero critico nell'insegnamento liceale: una sperimentazione Roberta Gimigliano 97 3.1. Introduzione 3.2. Imparare a concettualizzare 3.3. Imparare a ragionare 3.3.1. Il ragionamento deduttivo 3.3.2. Il ragionamento induttivo 3.3.3. Il ragionamento abduttivo 3.4. Imparare ad argomentare 3.5. Imparare a giudicare 3.5.1. Introduzione 3.5.2. Il testo 3.5.3. Il saggio breve 4. Il potere intrinseco dell'argomentazione nei processi di apprendimento Monica Mollo 4.1. Introduzione 4.2. Argomentazione come dialogo 4.3. Il contesto argomentativo 4.4. Attività didattica 4.4.1. Organizzazione del corso 4.4.2. Partecipanti e metodologia 4.4.3. Analisi delle argomentazioni 4.5. Considerazioni finali
The social, political and cultural developments which brought during the last few decades to a ch... more The social, political and cultural developments which brought during the last few decades to a change in the relationships between gender find an important correlate in linguistic usage, which on the one hand reflects changes and on the other sustains and strengthens it. Such new usages affect in particular, in many European languages, the correct use of the feminine gender when defining a woman's profession or social role. Italian seems to be late in accepting the change (Avvocata? Avvocatessa? Donna avvocato? Avvocato donna?), whereas French, German and Spanish don't hesitate in using the feminine (avocate/Anwältin/abogada). English, on the other hand, where no such gender distinction holds for the vast majority of nouns, is moving in the opposite direction, abolishing the few cases formerly existing (no longer actor vs. actress but actor or performer for all). Some languages have been developing new forms of genderless pronoun in order to avoid repetitions: in English each student must bring his/her own book has been replaced by each student must bring their book; in Swedish han/hon (he/she) gave way to hen for everyone. Such genderless forms, by the way, are also used by non binary and gender fluid people in order to avoid the choice between masculine and feminine. Finally, the attempt not to repeat masculine and feminine forms in addressing groups (it. Cari colleghi e care colleghe, and so on) led to the research for new graphic solutions, such as, in Italian, the asterisk (car* collegh*) or, more recently the IPA symbol for schwa (car« collegh«).
Jason Pine ha trascorso molti anni a Napoli tra la fine dello scorso millennio e la prima decade ... more Jason Pine ha trascorso molti anni a Napoli tra la fine dello scorso millennio e la prima decade del XXI secolo, calandosi pienamente nel contesto metropolitano sia per quello che riguarda i rapporti accademici, culturali e personali che ha saputo intessere con docenti, intellettuali, artisti della Napoli più colta e raffinata, sia nei confronti di quell'altra Napoli, oggetto delle sue ricerche antropologiche ed etno-musicologiche, la Napoli della zona grigia o, come lui la definisce, della "zona di contatto" tra l'arte di arrangiarsi (The art of making do) e la contaminazione con i clan camorristici, quella zona che ha trovato, a partire dai primi anni '90, una delle sue innumerevoli reincarnazioni nella musica cosiddetta neomelodica. Pine ha abitato contemporaneamente, con abilità quasi ubiquitaria, queste due Napoli, traendo dalla prima alimento intellettuale, strumenti di analisi e conoscenze storiche, sociologiche, linguistiche e musicologiche, e dedicando alla seconda, alla zona di contatto, la sua attenzione scientifica di studioso attraverso una totale full immersion e con una tecnica di osservazione partecipante attiva resa tanto più complessa dal fatto che, alle abituali resistenze di ogni ambiente ad accogliere una figura esterna, si sommano in questo studio difficoltà linguistiche (Pine ha studiato a lungo e con ottimi risultati il napoletano, di cui possiede una notevole competenza sia attiva che passiva), diffidenze etniche e culturali, nonché rischi-evitati con abilità e anche con una dose di buona sorte-di coinvolgimento in situazioni oggettivamente pericolose e/o eticamente sensibili e/o penalmente rilevanti. Presentandosi come giornalista, e diventando in seguito un vero e proprio produttore, regista, operatore e montatore di videoclip musicali per i musicisti neomelodici, Jason Pine ha vissuto per anni in stretto contatto quotidiano-nei quartieri più popolari del centro antico della metropoli partenopea, così come nelle sue vastissime periferie più o meno degradate, nonché nelle grandi, medie e piccole località della popolosissima provincia-con giovani e giovanissimi cantanti neomelodici, con i loro padri-impresari, con le loro madri casalinghe e mentori, con i tecnici, con personaggi orbitanti a vario titolo o anche senza alcun titolo intorno a questa industria tanto "arrangiata" quanto radicata e diffusa, allo scopo di esplorarne il mondo di valori, azioni, attese, abitudini, gesti, parole, sguardi e silenzi e di individuarne i rapporti con la sfera della camorra e della criminalità organizzata. Pine giunge così a identificare e a descrivere quella che lui definisce l'atmosfera "affettivoestetica" in cui i cantanti neomelodici e le loro famiglie si muovono nella loro vita quotidiana e nei loro necessari compromessi con il potere criminale che li manovra e li inquina, ma di cui non possono fare a meno sia perché si sentono e sono sottoposti a ricatti per lo più invisibili, sia in quanto hanno vitale bisogno del sostegno economico, organizzativo e ambientale della camorra, sia perché-al di là di ogni occasionale coinvolgimento in atti di violenza-essi condividono con il mondo della criminalità luoghi fisici ed elementi culturali, quella "zona grigia" che rende impossibile tracciare una netta demarcazione tra lecito e illecito, tra arte di arrangiarsi e complicità. Una tra le innumerevoli chiavi di lettura del volume di Pine, che colpisce in particolare chi come lo scrivente ha interessi precipuamente linguistici, consente di individuare un filo che ricostruisce in termini socio-e pragma-linguistici le modalità della comunicazione e della conversazione nella zona grigia di coloro che praticano the art of making do, l'arte di arrangiarsi a Napoli. La prevalenza delle funzioni jakobsonianamente definite fàtica, emotiva e conativa risalta immediatamente: la conversazione non è mai una pratica di comunicazione diretta, referenziale, ma è sempre "satura di ironia, di corteggiamento, di avvertimenti e di istrionismo", è fatta di "linguaggio metaforico, allegorico e proverbiale", di gesti, di interruzioni reciproche, di iterazioni, di iperboli, di enfasi, di ellissi, di sovrapposizioni, di "registri affettivi multipli e intensi", di continui e rapidi "cambiamenti di volume, di tonalità e di velocità dell'eloquio", di "vocali
L'italiano: strutture, usi, varietà, a cura di Rita Librandi, Roma, Carocci, 2019.
Indice e prese... more L'italiano: strutture, usi, varietà, a cura di Rita Librandi, Roma, Carocci, 2019. Indice e presentazione.
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