The Voluntary Service as a training: a bridge-experience between study and work Il Servizio Civil... more The Voluntary Service as a training: a bridge-experience between study and work Il Servizio Civile come tirocinio: un'esperienza-ponte tra studio e lavoro M. CAPO,V.P. CESARANO, M. NAVARRA, M. STRIANO The contribution aims to reflect the Voluntary Service's experiences within the University Sinapsi Center, resignified following a path of skills assessment. The interpretation and the analysis of the content produced by volunteers during the educational training has allowed to emerge how the same experience of the voluntary service could be read in terms of a reflexive training acting as a bridge between study and work, outlining the interplay between theory and practice and urging a review of the image of themselves and their educational project.
Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientament... more Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientamenti teorici. Nello specifico dei percorsi di bilancio realizzati nell'ambito delle attività formative del centro di Ateneo " Sinapsi " , la prospettiva adottata integra sia un approccio relazionale sia uno basato sull'immagine di sé. Il Bilancio di Competenze ha una funzione orientativa tesa a promuovere negli studenti competenze idonee ad assumere un atteggiamento critico e costruttivo. Nei percorsi di bilancio implementati presso il centro " Sinapsi " l'utilizzo di dispositivi narrativi nell'ambito dei processi di apprendimento si rivela fondamentale nei percorsi di riconoscimento delle competenze sviluppate nei diversi contesti formali, non formali ed informali. Multiple declinations of the Skills Assessment belong to different theoretical approaches. Specifically, trainings realized at the university center "Sinapsi" adopt a perspective that combines both a relational approach and one based on the image of oneself. The Skills Assessment has a guidance function to promote the students' skills needed to take a critical and constructive attitude. In the context of the trainings implemented at " Sinapsi " center, the use of narrative devices as part of the learning process, is crucial in the recognition of skills developed in formal, non-formal and informal contexts. Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientamenti teorici. Nello specifico dei percorsi di bilancio realizzati nell'ambito delle attività formative del centro di Ateneo " Sinapsi " (1), la prospettiva adottata integra sia un approccio relazionale sia uno basato sull'immagine di sé. Da un punto di vista teorico, l'approccio relazionale fa riferimento alle teorie di Rogers (1970); dal punto di vista metodologico esso è centrato sulla relazione utente-operatore. L'obiettivo principale del bilancio è promuovere consapevolezza attraverso metodologie che puntano all'ascolto e alla valorizzazione della dimensione soggettiva della competenza. Il gruppo è una cornice entro cui la formazione si realizza sollecitando configurazioni diverse a seconda delle caratteristiche personali degli studenti; esse sembrano essere decisive per organizzare la propria esperienza in rapporto all'immagine che ciascuno costruisce di se stesso, nel fronteggiare i diversi compiti evolutivi (Super, 1957). Il bilancio basato sull'immagine di sé contribuisce ad attivare uno sguardo nuovo sulla rappresentazione che il soggetto possiede di sé stesso come studente-protagonista della sua storia formativa, capace di agire attivamente e trans-formativamente nel contesto in cui è inserito (Bandura, 1997). In tal senso, le competenze sono il prodotto della partecipazione entro comunità di pratiche e di processi di negoziazione dei significati (Wenger, 1998). La formazione con i giovani adulti, che transitano dalle classi di scuola secondaria all'università, si basa " sull'imparare a riflettere innanzitutto con e su se stessi, a promuovere i propri talenti, ad acquisire al più presto possibile un'indipendenza intellettuale e creativa " (Demetrio, 1995, p. 167). Il Bilancio di Competenze ha altresì una funzione orientativa tesa a promuovere negli studenti competenze idonee ad assumere un atteggiamento critico e costruttivo, finalizzato a saper progettare, decidere e operare scelte soddisfacenti. L'orientamento conferma la sua valenza formativa in quanto si pone come obiettivo prioritario quello di educare alla scelta e, preliminarmente, quello di educare alla progettualità. Valorizzare la dimensione formativa dell'orientamento significa contribuire a fornire una direzione orientativa che Domenici (1995, p. 39) definisce diacronico formativa che, evolvendosi, è finalizzata a " far percepire a ciascuno la posizione spazio-temporale della propria individualità, compresa la collocazione del proprio progetto di vita in uno scenario sociale locale, nazionale e persino planetario mutevole ". La funzione orientativa è specifica e pertinente nelle fasi di transizione più significative, cioè quelle fasi legate, ad esempio, all'ingresso all'università, nel mondo del lavoro e anche a cambiamenti personali significativi. Nella specifica situazione universitaria, ciò che occorre è la pertinenza dell'intervento rispetto alla specifica domanda di formazione/orientamento, che consiste nel trasferimento di competenze strategiche e trasversali rispetto alle differenti situazioni personali e formative, in cui trovano cittadinanza anche le iniziali esperienze lavorative che i giovani sono soliti intraprendere. Nella società della conoscenza, la competenza strategica costituisce un costrutto emergente che riguarda – come scrive Aureliana Alberici – una disposizione fondamentale, flessibile e adattiva, legata alle capacità individuali di ri-conoscersi (darsi un valore), di attribuire significato, di orientarsi (collocarsi nel tempo, nello spazio), di scegliere (responsabilità), di comunicare (partecipazione), di progettare (agency, risoluzione di problemi/innovazione); si fa pertanto riferimento alle dimensioni del sapere e dell'agire, dimensioni quest'ultime da implementare e sviluppare e che possono definire il profilo personale, culturale e professionale dei giovani adulti, in rapporto ai diversi contesti formativi, sociali e professionali (Alberici, 2004, pp. 155-175). La " competenza strategica " (Alberici, 2009, p. 7) è implicata nella rielaborazione e riprogettazione della propria storia; raccontandosi gli studenti chiariscono a se stessi le ragioni del proprio esistere, in altre parole divengono consapevoli delle proprie caratteristiche e delle proprie risorse. Il lavoro volto ad una ri-costruzione del proprio progetto formativo e personale ha luogo in uno spazio gruppale che predilige la circolarità tra soggetto, gruppo e facilitatore, favorendo il dialogo nei processi riflessivo/trans-formativi legati alle biografie di vita (2) (Mezirow & Taylor, 2009).
La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni ... more La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni di formazione delle professionalità operanti in una struttura organizzativa che gestisce nidi d’infanzia nella Penisola Sorrentina, si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatori dei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012).
Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi di intercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partire dall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di: - creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; - implementare le competenze di documentazione delle pratiche. Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’atelier narrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti, 1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggetto narrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009; 2012). Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo? Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio di una doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc, 2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010) in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.
Nowadays social networks can be considered as psycho-technological environments [1] with a high i... more Nowadays social networks can be considered as psycho-technological environments [1] with a high identity-making value. Pedagogy cannot ignore these new places, with the aim of making formal training increasingly more 'connected' to informal training through Social networks, as Facebook, Twitter, Flickr. This paper aims to present an action-research that is based on new and innovative ways to incorporate technology and social media into teaching methodology [2], as forms of distance and online education programs. While until now most popular researches try to study the social network influence on young people and on their academic performances [3], to analyse the content of user profiles, and try to diversify users and nonusers, our action-research explores the pedagogical relevances of Facebook in interactive laboratorial experiences, carried out with graduating students in the academic year 2012/2013 at the University of Naples "Federico II". We tried to implement frontal lessons with social networks technologies creating a closed group on Facebook and adopting a questionnaire (created ad hoc and tested with a pilot study) to evaluate students' beliefs on educational scopes of Facebook and its usefulness for teaching learning. Through the exploratory experience of the Facebook groups, students have also realized that externalization/construction of meaning and knowledge is not an individual but a social community act. The appearance, therefore, more interesting is the ability for students to turn knowledge from tacit to explicit. Using metaphors, analogies, and especially through reflections on experiences in common, students are able to explain and to share knowledge, which is difficult to express through purely frontal teaching methods. Teachers, as "digital immigrants", do not always seem to grasp the potentiality of social networks, which are the preferential medium of exchange and self-representation of their students, considered as "native digitals" (Prensky, 2001) [4]. Native digitals require a rethinking of the traditional didactic structure, employing e-learning usability. The surprising results of our research demonstrate that according to students, Facebook should be useful for educational practices, first as a platform and as an open virtual space for instructional materials and sharing narratives, second as a virtual community of research, where it's possible to coconstruct knowledge and reflexion upon contents and upon themselves [5].
The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of ori... more The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of self-competences, formed by different steps through which every student has the possibility to be an active protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that, autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment. Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
L'articolo che segue è il risultato di un lavoro collettivo basato sul dialogo tra studentesse e ... more L'articolo che segue è il risultato di un lavoro collettivo basato sul dialogo tra studentesse e studenti dell'Università Federico II di Napoli sorto da un seminario di Paolo Vittoria sull'Educazione Popolare e l'Estensione Universitaria (programma dell'università brasiliana che apre alle comunità e al pubblico esterno le conoscenze acquisite e discusse attraverso la ricerca). Il seminario si è svolto nella scuola di dottorato di Napoli in articolazione con il laboratorio LEPE (epistemologie e pratiche dell'educazione). Il presupposto del seminario è stato la lettura di un articolo collettivo scritto precedentemente dagli studenti dell'Università di Rio de Janeiro che partecipavano a un progetto di estensione e che è stato pubblicato su Educazione Democratica. L'articolo Conoscere insieme, camminando insieme. Un circolo di dialogo su un'esperienza di educazione popolare e la lettura di Educação e Mudança di Paulo Freire 1 aveva come sfondo il lavoro fatto a Rio de Janeiro basato sull'educazione popolare e l'approccio dialogico. Abbiamo lavorato sulla scia di quella che Danilo Dolci chiama «maieutica reciproca» e Paulo Freire «Circoli di Cultura»: l'arte di dialogare, senza pretesa di competere, ma tessendo un discorso che si rende aperto e comune e generatore di riflessioni riaprendo un dialogo con gli studenti di Rio de Janeiro. Con questo intuito, abbiamo deciso di divulgare questa tessitura creativa, mediante riflessioni e narrazioni che riportiamo nelle pagine a seguire.
Nessuno può negare che l"apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con i... more Nessuno può negare che l"apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con il vivere stesso, anche se è molto difficile riconoscere e certificare ciò che non è stato appreso nelle istituzioni scolastiche. Sulla scia del successo ottenuto dai social
Il campione è rappresentato da 50 studenti, iscritti al corso di studi in Psicologia dinamica, cl... more Il campione è rappresentato da 50 studenti, iscritti al corso di studi in Psicologia dinamica, clinica e di comunità, che hanno frequentato il laboratorio di educazione all'ascolto negli anni accademici 2011/2012 e 2012/2013, e che nello specifico hanno preso parte all'esperienza dell'autobiografia musicale. Il 98% degli studenti in parola è rappresentato dal genere femminile, di cui il 97% è rappresentato da donne con un età media compresa tra i 23 30 anni, solo il 3% è rappresentato da donne ultra trentenni. Gli uomini rappresentano appena il 2% del campione.
In the last thirty years, Italy has experienced an intense flow of immigration from different are... more In the last thirty years, Italy has experienced an intense flow of immigration from different areas. The regional data (VI° Regional Conference on Immigration) show that Campania is no more a transit region. An interesting feature of contemporary migration is the large percentage of highly educated and qualified people: immigrants with high level of education and training came mostly from Eastern Europe. Italy, moreover, is characterized by a high percentage of women among immigrants, which has increased in recent years, particularly for people from some countries (in 2006, for example, a percentage between 65% and 82% of the foreign workforce from countries of east such as Poland, Ukraine, Moldova, are women); among the immigrant there is a high percentage of women working both as housekeeper and as caregivers. This paper aims to offer a reflection on the training and orientation training of those migrants in Campania who carry out the tasks of caregivers. The figure of the maid or nanny makes up for the lack of an often disorganized welfare system, to meet the needs of a population, as the Italian, where the negative trend of birth adds up to a constant aging of the population and the progressive increase in longevity which makes constant assistance of the elderly necessary and irreplaceable in a situation of unsustainable spending at the individual level, weighing in fact entirely on public sector budgets of social assistance. Women are institutionally recognized as a determinant factor in maintaining the balance of socioeconomic impacts, exactly referring to their key role in the world of production, for their subjectivity, their history, their biographical experience, their desires and legitimate expectations. The researcher Schlosseberg (Schlosseberg, 2005) designed and implemented specific programs and interventions of training in which she alternates individual intervention to work in teams. Often to face transition phases lived by immigrant women, it needs to adopt a real formative advisory, able to implement the skills of self-determination of adult in training (Biasin, 2012). In a formative perspective, the moments of transition propose the revival of a type of subjectivity, which is able to reflect an active and creative inner (Paul, 2002). Innovative changes are, therefore, required in orientation and training in work fields: it needs to introduce structural changes to allow the professionals involved in relationships of care and assistance to take a proactive approach that will enable them to govern the biographical processes. The activities of training and advisory, aimed to adults, are based on dimensions of lived experience in order to individualize the transition, coupled with social and relational context of reference. Keywords: Biographical transition, transformative change, awareness.
The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of
orie... more The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of selfcompetences, formed by different steps through which every student has the possibility to be an active protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that, autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment. Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
Nel nuovo scenario della società "della conoscenza", i bisogni conoscitivi degli adulti necessita... more Nel nuovo scenario della società "della conoscenza", i bisogni conoscitivi degli adulti necessitano di essere soddisfatti attraverso l'attivazione di processi transattivi 2 di costruzione ed uso della conoscenza, e non solo mediante la fruizione di prodotti conoscitivi. Nella knowledge society trova una rinnovata affermazione il principio del lifelong learning 3 , in base al quale i diversi ambiti della formazione vengono sempre più ad integrarsi per rispondere sinergicamente alle varie esigenze educative e formative dei soggetti. In particolare, accanto agli apprendimenti realizzati in contesti formali vi sono quelli realizzati in ambiti non formali ed informali 4 che hanno sicuramente una decisiva rilevanza nella realizzazione di prodotti conoscitivi ad elevata trasferibilità. Dunque, nel nuovo contesto sociale ed economico alle Università è prioritariamente riconosciuto ed affidato il compito di soddisfare in maniera ottimale i continui bisogni di apprendimento e formazione della popolazione adulta: questo significa che se in passato l'Istituzione universitaria si è occupata della valorizzazione ed implementazione delle conoscenze esplicite, oggi deve essere capace di riconoscere e valorizzare anche quei saperi taciti 5 , "opachi", legati ad apprendimenti esperienziali che richiedono un pieno riconoscimento 6 e di cui invece spesso non si ha piena consapevolezza. Anche in relazione a questo nuovo 1 Phd s. in Pedagogia della formazione, Pedagogista presso il Centro di Ateneo SInAPSI-Università degli Studi di Napoli Federico II.
Il romanzo “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” narra la vicenda esistenziale del giova... more Il romanzo “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” narra la vicenda esistenziale del giovane Wilhelm, figlio di un facoltoso commerciante, che non riesce ad adattarsi al mondo borghese che, a detta del giovane, appare insignificante perché legato ad una logica di mero profitto. Il giovane Wilhelm appassionato di teatro, guarda a quest’ultimo come ad una singolare opportunità formativa per esprimere profondamente se stesso, la propria soggettività, i propri talenti. Il Romanzo di Wilhelm Meister rappresenta, dunque, la vicenda esemplare di un giovane che vuole divenire soggetto ed al tempo stesso testimonia come il processo di soggettivizzazione non può che concretizzarsi a partire da ciò che fonda l’individuo stesso, ovvero, la sua storia, il suo contesto di appartenenza. Ed è proprio nella messa in discussione di questi elementi che l’individuo può divenire soggetto, attraverso un tentativo di soggettivizzazione che non è mai definitivamente concluso.
Music intended as an open field of stimuli in response to which take shape emotions, personal exp... more Music intended as an open field of stimuli in response to which take shape emotions, personal experiences, scenes and fantasies (Della Casa, 1985) can be a promoter of writing for themselves therapeutic function, a writing dictated by the emotions, that is, a writing which becomes an instrument of thought, almost anticipating it and acting as a vehicle of explicitness of the implicit memory. Starting from these premises, the paper reconstructs an educational tour for students graduates in Psychology finalized, through autobiographical writing and listening, in bringing out and experience the connections between music, body, and cognitive processes, in particular the "projecting" potential that music offers in eliciting memories in a spontaneous way and in facilitating the drafting written (Strollo M.R., 2011). This educational experience provides us with a representation of the music no longer tied to an exclusively intellectual dimension, but linked to a "reparative" and "generative" aspect of the same one, long overlooked by music theorists and also from those who play an educational role -training. An experience that is not only characterized by a structural listening or focused on the formal aspects of the lyrics, but by a "sympathetic listening" (Ansaldi G., 1993), "existential" which is also a way to get closer to themselves and to others, to meet and to know . (Zanarini G., 133).
ESREA - European Society for Research on the Education of Adults
... more ESREA - European Society for Research on the Education of Adults
Capo Marianna University of Naples “Federico II” E-mail: [email protected]
The biographical event as special feature of subjective freedom In the fields of social sciences there exists a lively debate between those who support social determinism and those who follow the freedom of individuals. We believe we have to insist on both the power of social influences and on individuals’ freedom to adapt to events which characterize a life course: “Man cannot be considered exclusively as an agent who is prey to social determinations […]he is able to intervene on what determines him”(De Gaulejac). Notwithstanding the different characteristics each individual disposes of, becoming a subject can be a liberating but complicated experience, especially in modern reality, where stimuli given to individuals to let them affirm their autonomy have increased, but at the same time there has been a reduction of social protections, that allow the individual to get higher autonomy. When facing biographical events, the subject has to reflect, to take decisions. The event represents a point of reference starting from which the subject, besides finding and summarizing new knowledge, can affirm his unity and coherence. The category of the event allows us to consider man in a different way as regards his acting and his adapting to a reference context. “The individual suffers an event from the outside but such event can come in useful as internal detector for the subject”(C.Newiadomski). The biographical event, that sets up as an occurrence which connects the internal life experience of the subject to his external reality, becomes an essential instrument to read, interpret and change the same reality, even if the result of such process cannot always come to an opportunity of subjective evolution. Man can choose whether to suffer passively an event, or to ‘manage’ it, so living an intrinsically motivated change. The active reception of the event helps the individual to pass from a static dimension, where he feels himself overcome by what happens to him, to the status of an actor who recognizes the event as an opening of new possibilities of action. Therefore, the biographical event essentially characterizes itself for a revealing and creative vocation. Negroni C. states that the end of an impasse or latent phase is triggered off by events which help the break with such status; so they are ‘catalysts’, that in questioning the subject as regards his role in the society, encourage in the same subject the taking of decisions, and therefore the start of a planning phase. The subject’s story can start from a biographical event. After all, as J.M. Baudouin says(2003)telling our own story means telling the ordeals wich marked our life. The story, inside which the constant dialectics between past and possible reveals itself, enables men to tell what has not worked in a project and in so doing it allows them to imagine and plan what should be done to correct it.”Conceiving a story is our instrument to face events and the surprises that characterize human condition, and to remedy to the insufficient taking of such condition”.(J.Bruner) Keywords: biographical event, decision, action, story, subject, responsibility
The Voluntary Service as a training: a bridge-experience between study and work Il Servizio Civil... more The Voluntary Service as a training: a bridge-experience between study and work Il Servizio Civile come tirocinio: un'esperienza-ponte tra studio e lavoro M. CAPO,V.P. CESARANO, M. NAVARRA, M. STRIANO The contribution aims to reflect the Voluntary Service's experiences within the University Sinapsi Center, resignified following a path of skills assessment. The interpretation and the analysis of the content produced by volunteers during the educational training has allowed to emerge how the same experience of the voluntary service could be read in terms of a reflexive training acting as a bridge between study and work, outlining the interplay between theory and practice and urging a review of the image of themselves and their educational project.
Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientament... more Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientamenti teorici. Nello specifico dei percorsi di bilancio realizzati nell'ambito delle attività formative del centro di Ateneo " Sinapsi " , la prospettiva adottata integra sia un approccio relazionale sia uno basato sull'immagine di sé. Il Bilancio di Competenze ha una funzione orientativa tesa a promuovere negli studenti competenze idonee ad assumere un atteggiamento critico e costruttivo. Nei percorsi di bilancio implementati presso il centro " Sinapsi " l'utilizzo di dispositivi narrativi nell'ambito dei processi di apprendimento si rivela fondamentale nei percorsi di riconoscimento delle competenze sviluppate nei diversi contesti formali, non formali ed informali. Multiple declinations of the Skills Assessment belong to different theoretical approaches. Specifically, trainings realized at the university center "Sinapsi" adopt a perspective that combines both a relational approach and one based on the image of oneself. The Skills Assessment has a guidance function to promote the students' skills needed to take a critical and constructive attitude. In the context of the trainings implemented at " Sinapsi " center, the use of narrative devices as part of the learning process, is crucial in the recognition of skills developed in formal, non-formal and informal contexts. Le diverse declinazioni del Bilancio di Competenze afferiscono a diversi e molteplici orientamenti teorici. Nello specifico dei percorsi di bilancio realizzati nell'ambito delle attività formative del centro di Ateneo " Sinapsi " (1), la prospettiva adottata integra sia un approccio relazionale sia uno basato sull'immagine di sé. Da un punto di vista teorico, l'approccio relazionale fa riferimento alle teorie di Rogers (1970); dal punto di vista metodologico esso è centrato sulla relazione utente-operatore. L'obiettivo principale del bilancio è promuovere consapevolezza attraverso metodologie che puntano all'ascolto e alla valorizzazione della dimensione soggettiva della competenza. Il gruppo è una cornice entro cui la formazione si realizza sollecitando configurazioni diverse a seconda delle caratteristiche personali degli studenti; esse sembrano essere decisive per organizzare la propria esperienza in rapporto all'immagine che ciascuno costruisce di se stesso, nel fronteggiare i diversi compiti evolutivi (Super, 1957). Il bilancio basato sull'immagine di sé contribuisce ad attivare uno sguardo nuovo sulla rappresentazione che il soggetto possiede di sé stesso come studente-protagonista della sua storia formativa, capace di agire attivamente e trans-formativamente nel contesto in cui è inserito (Bandura, 1997). In tal senso, le competenze sono il prodotto della partecipazione entro comunità di pratiche e di processi di negoziazione dei significati (Wenger, 1998). La formazione con i giovani adulti, che transitano dalle classi di scuola secondaria all'università, si basa " sull'imparare a riflettere innanzitutto con e su se stessi, a promuovere i propri talenti, ad acquisire al più presto possibile un'indipendenza intellettuale e creativa " (Demetrio, 1995, p. 167). Il Bilancio di Competenze ha altresì una funzione orientativa tesa a promuovere negli studenti competenze idonee ad assumere un atteggiamento critico e costruttivo, finalizzato a saper progettare, decidere e operare scelte soddisfacenti. L'orientamento conferma la sua valenza formativa in quanto si pone come obiettivo prioritario quello di educare alla scelta e, preliminarmente, quello di educare alla progettualità. Valorizzare la dimensione formativa dell'orientamento significa contribuire a fornire una direzione orientativa che Domenici (1995, p. 39) definisce diacronico formativa che, evolvendosi, è finalizzata a " far percepire a ciascuno la posizione spazio-temporale della propria individualità, compresa la collocazione del proprio progetto di vita in uno scenario sociale locale, nazionale e persino planetario mutevole ". La funzione orientativa è specifica e pertinente nelle fasi di transizione più significative, cioè quelle fasi legate, ad esempio, all'ingresso all'università, nel mondo del lavoro e anche a cambiamenti personali significativi. Nella specifica situazione universitaria, ciò che occorre è la pertinenza dell'intervento rispetto alla specifica domanda di formazione/orientamento, che consiste nel trasferimento di competenze strategiche e trasversali rispetto alle differenti situazioni personali e formative, in cui trovano cittadinanza anche le iniziali esperienze lavorative che i giovani sono soliti intraprendere. Nella società della conoscenza, la competenza strategica costituisce un costrutto emergente che riguarda – come scrive Aureliana Alberici – una disposizione fondamentale, flessibile e adattiva, legata alle capacità individuali di ri-conoscersi (darsi un valore), di attribuire significato, di orientarsi (collocarsi nel tempo, nello spazio), di scegliere (responsabilità), di comunicare (partecipazione), di progettare (agency, risoluzione di problemi/innovazione); si fa pertanto riferimento alle dimensioni del sapere e dell'agire, dimensioni quest'ultime da implementare e sviluppare e che possono definire il profilo personale, culturale e professionale dei giovani adulti, in rapporto ai diversi contesti formativi, sociali e professionali (Alberici, 2004, pp. 155-175). La " competenza strategica " (Alberici, 2009, p. 7) è implicata nella rielaborazione e riprogettazione della propria storia; raccontandosi gli studenti chiariscono a se stessi le ragioni del proprio esistere, in altre parole divengono consapevoli delle proprie caratteristiche e delle proprie risorse. Il lavoro volto ad una ri-costruzione del proprio progetto formativo e personale ha luogo in uno spazio gruppale che predilige la circolarità tra soggetto, gruppo e facilitatore, favorendo il dialogo nei processi riflessivo/trans-formativi legati alle biografie di vita (2) (Mezirow & Taylor, 2009).
La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni ... more La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni di formazione delle professionalità operanti in una struttura organizzativa che gestisce nidi d’infanzia nella Penisola Sorrentina, si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatori dei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012).
Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi di intercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partire dall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di: - creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; - implementare le competenze di documentazione delle pratiche. Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’atelier narrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti, 1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggetto narrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009; 2012). Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo? Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio di una doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc, 2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010) in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.
Nowadays social networks can be considered as psycho-technological environments [1] with a high i... more Nowadays social networks can be considered as psycho-technological environments [1] with a high identity-making value. Pedagogy cannot ignore these new places, with the aim of making formal training increasingly more 'connected' to informal training through Social networks, as Facebook, Twitter, Flickr. This paper aims to present an action-research that is based on new and innovative ways to incorporate technology and social media into teaching methodology [2], as forms of distance and online education programs. While until now most popular researches try to study the social network influence on young people and on their academic performances [3], to analyse the content of user profiles, and try to diversify users and nonusers, our action-research explores the pedagogical relevances of Facebook in interactive laboratorial experiences, carried out with graduating students in the academic year 2012/2013 at the University of Naples "Federico II". We tried to implement frontal lessons with social networks technologies creating a closed group on Facebook and adopting a questionnaire (created ad hoc and tested with a pilot study) to evaluate students' beliefs on educational scopes of Facebook and its usefulness for teaching learning. Through the exploratory experience of the Facebook groups, students have also realized that externalization/construction of meaning and knowledge is not an individual but a social community act. The appearance, therefore, more interesting is the ability for students to turn knowledge from tacit to explicit. Using metaphors, analogies, and especially through reflections on experiences in common, students are able to explain and to share knowledge, which is difficult to express through purely frontal teaching methods. Teachers, as "digital immigrants", do not always seem to grasp the potentiality of social networks, which are the preferential medium of exchange and self-representation of their students, considered as "native digitals" (Prensky, 2001) [4]. Native digitals require a rethinking of the traditional didactic structure, employing e-learning usability. The surprising results of our research demonstrate that according to students, Facebook should be useful for educational practices, first as a platform and as an open virtual space for instructional materials and sharing narratives, second as a virtual community of research, where it's possible to coconstruct knowledge and reflexion upon contents and upon themselves [5].
The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of ori... more The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of self-competences, formed by different steps through which every student has the possibility to be an active protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that, autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment. Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
L'articolo che segue è il risultato di un lavoro collettivo basato sul dialogo tra studentesse e ... more L'articolo che segue è il risultato di un lavoro collettivo basato sul dialogo tra studentesse e studenti dell'Università Federico II di Napoli sorto da un seminario di Paolo Vittoria sull'Educazione Popolare e l'Estensione Universitaria (programma dell'università brasiliana che apre alle comunità e al pubblico esterno le conoscenze acquisite e discusse attraverso la ricerca). Il seminario si è svolto nella scuola di dottorato di Napoli in articolazione con il laboratorio LEPE (epistemologie e pratiche dell'educazione). Il presupposto del seminario è stato la lettura di un articolo collettivo scritto precedentemente dagli studenti dell'Università di Rio de Janeiro che partecipavano a un progetto di estensione e che è stato pubblicato su Educazione Democratica. L'articolo Conoscere insieme, camminando insieme. Un circolo di dialogo su un'esperienza di educazione popolare e la lettura di Educação e Mudança di Paulo Freire 1 aveva come sfondo il lavoro fatto a Rio de Janeiro basato sull'educazione popolare e l'approccio dialogico. Abbiamo lavorato sulla scia di quella che Danilo Dolci chiama «maieutica reciproca» e Paulo Freire «Circoli di Cultura»: l'arte di dialogare, senza pretesa di competere, ma tessendo un discorso che si rende aperto e comune e generatore di riflessioni riaprendo un dialogo con gli studenti di Rio de Janeiro. Con questo intuito, abbiamo deciso di divulgare questa tessitura creativa, mediante riflessioni e narrazioni che riportiamo nelle pagine a seguire.
Nessuno può negare che l"apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con i... more Nessuno può negare che l"apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con il vivere stesso, anche se è molto difficile riconoscere e certificare ciò che non è stato appreso nelle istituzioni scolastiche. Sulla scia del successo ottenuto dai social
Il campione è rappresentato da 50 studenti, iscritti al corso di studi in Psicologia dinamica, cl... more Il campione è rappresentato da 50 studenti, iscritti al corso di studi in Psicologia dinamica, clinica e di comunità, che hanno frequentato il laboratorio di educazione all'ascolto negli anni accademici 2011/2012 e 2012/2013, e che nello specifico hanno preso parte all'esperienza dell'autobiografia musicale. Il 98% degli studenti in parola è rappresentato dal genere femminile, di cui il 97% è rappresentato da donne con un età media compresa tra i 23 30 anni, solo il 3% è rappresentato da donne ultra trentenni. Gli uomini rappresentano appena il 2% del campione.
In the last thirty years, Italy has experienced an intense flow of immigration from different are... more In the last thirty years, Italy has experienced an intense flow of immigration from different areas. The regional data (VI° Regional Conference on Immigration) show that Campania is no more a transit region. An interesting feature of contemporary migration is the large percentage of highly educated and qualified people: immigrants with high level of education and training came mostly from Eastern Europe. Italy, moreover, is characterized by a high percentage of women among immigrants, which has increased in recent years, particularly for people from some countries (in 2006, for example, a percentage between 65% and 82% of the foreign workforce from countries of east such as Poland, Ukraine, Moldova, are women); among the immigrant there is a high percentage of women working both as housekeeper and as caregivers. This paper aims to offer a reflection on the training and orientation training of those migrants in Campania who carry out the tasks of caregivers. The figure of the maid or nanny makes up for the lack of an often disorganized welfare system, to meet the needs of a population, as the Italian, where the negative trend of birth adds up to a constant aging of the population and the progressive increase in longevity which makes constant assistance of the elderly necessary and irreplaceable in a situation of unsustainable spending at the individual level, weighing in fact entirely on public sector budgets of social assistance. Women are institutionally recognized as a determinant factor in maintaining the balance of socioeconomic impacts, exactly referring to their key role in the world of production, for their subjectivity, their history, their biographical experience, their desires and legitimate expectations. The researcher Schlosseberg (Schlosseberg, 2005) designed and implemented specific programs and interventions of training in which she alternates individual intervention to work in teams. Often to face transition phases lived by immigrant women, it needs to adopt a real formative advisory, able to implement the skills of self-determination of adult in training (Biasin, 2012). In a formative perspective, the moments of transition propose the revival of a type of subjectivity, which is able to reflect an active and creative inner (Paul, 2002). Innovative changes are, therefore, required in orientation and training in work fields: it needs to introduce structural changes to allow the professionals involved in relationships of care and assistance to take a proactive approach that will enable them to govern the biographical processes. The activities of training and advisory, aimed to adults, are based on dimensions of lived experience in order to individualize the transition, coupled with social and relational context of reference. Keywords: Biographical transition, transformative change, awareness.
The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of
orie... more The assessment of the competences (or skills assessment) wants to be an integrated action of orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of selfcompetences, formed by different steps through which every student has the possibility to be an active protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that, autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment. Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
Nel nuovo scenario della società "della conoscenza", i bisogni conoscitivi degli adulti necessita... more Nel nuovo scenario della società "della conoscenza", i bisogni conoscitivi degli adulti necessitano di essere soddisfatti attraverso l'attivazione di processi transattivi 2 di costruzione ed uso della conoscenza, e non solo mediante la fruizione di prodotti conoscitivi. Nella knowledge society trova una rinnovata affermazione il principio del lifelong learning 3 , in base al quale i diversi ambiti della formazione vengono sempre più ad integrarsi per rispondere sinergicamente alle varie esigenze educative e formative dei soggetti. In particolare, accanto agli apprendimenti realizzati in contesti formali vi sono quelli realizzati in ambiti non formali ed informali 4 che hanno sicuramente una decisiva rilevanza nella realizzazione di prodotti conoscitivi ad elevata trasferibilità. Dunque, nel nuovo contesto sociale ed economico alle Università è prioritariamente riconosciuto ed affidato il compito di soddisfare in maniera ottimale i continui bisogni di apprendimento e formazione della popolazione adulta: questo significa che se in passato l'Istituzione universitaria si è occupata della valorizzazione ed implementazione delle conoscenze esplicite, oggi deve essere capace di riconoscere e valorizzare anche quei saperi taciti 5 , "opachi", legati ad apprendimenti esperienziali che richiedono un pieno riconoscimento 6 e di cui invece spesso non si ha piena consapevolezza. Anche in relazione a questo nuovo 1 Phd s. in Pedagogia della formazione, Pedagogista presso il Centro di Ateneo SInAPSI-Università degli Studi di Napoli Federico II.
Il romanzo “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” narra la vicenda esistenziale del giova... more Il romanzo “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister” narra la vicenda esistenziale del giovane Wilhelm, figlio di un facoltoso commerciante, che non riesce ad adattarsi al mondo borghese che, a detta del giovane, appare insignificante perché legato ad una logica di mero profitto. Il giovane Wilhelm appassionato di teatro, guarda a quest’ultimo come ad una singolare opportunità formativa per esprimere profondamente se stesso, la propria soggettività, i propri talenti. Il Romanzo di Wilhelm Meister rappresenta, dunque, la vicenda esemplare di un giovane che vuole divenire soggetto ed al tempo stesso testimonia come il processo di soggettivizzazione non può che concretizzarsi a partire da ciò che fonda l’individuo stesso, ovvero, la sua storia, il suo contesto di appartenenza. Ed è proprio nella messa in discussione di questi elementi che l’individuo può divenire soggetto, attraverso un tentativo di soggettivizzazione che non è mai definitivamente concluso.
Music intended as an open field of stimuli in response to which take shape emotions, personal exp... more Music intended as an open field of stimuli in response to which take shape emotions, personal experiences, scenes and fantasies (Della Casa, 1985) can be a promoter of writing for themselves therapeutic function, a writing dictated by the emotions, that is, a writing which becomes an instrument of thought, almost anticipating it and acting as a vehicle of explicitness of the implicit memory. Starting from these premises, the paper reconstructs an educational tour for students graduates in Psychology finalized, through autobiographical writing and listening, in bringing out and experience the connections between music, body, and cognitive processes, in particular the "projecting" potential that music offers in eliciting memories in a spontaneous way and in facilitating the drafting written (Strollo M.R., 2011). This educational experience provides us with a representation of the music no longer tied to an exclusively intellectual dimension, but linked to a "reparative" and "generative" aspect of the same one, long overlooked by music theorists and also from those who play an educational role -training. An experience that is not only characterized by a structural listening or focused on the formal aspects of the lyrics, but by a "sympathetic listening" (Ansaldi G., 1993), "existential" which is also a way to get closer to themselves and to others, to meet and to know . (Zanarini G., 133).
ESREA - European Society for Research on the Education of Adults
... more ESREA - European Society for Research on the Education of Adults
Capo Marianna University of Naples “Federico II” E-mail: [email protected]
The biographical event as special feature of subjective freedom In the fields of social sciences there exists a lively debate between those who support social determinism and those who follow the freedom of individuals. We believe we have to insist on both the power of social influences and on individuals’ freedom to adapt to events which characterize a life course: “Man cannot be considered exclusively as an agent who is prey to social determinations […]he is able to intervene on what determines him”(De Gaulejac). Notwithstanding the different characteristics each individual disposes of, becoming a subject can be a liberating but complicated experience, especially in modern reality, where stimuli given to individuals to let them affirm their autonomy have increased, but at the same time there has been a reduction of social protections, that allow the individual to get higher autonomy. When facing biographical events, the subject has to reflect, to take decisions. The event represents a point of reference starting from which the subject, besides finding and summarizing new knowledge, can affirm his unity and coherence. The category of the event allows us to consider man in a different way as regards his acting and his adapting to a reference context. “The individual suffers an event from the outside but such event can come in useful as internal detector for the subject”(C.Newiadomski). The biographical event, that sets up as an occurrence which connects the internal life experience of the subject to his external reality, becomes an essential instrument to read, interpret and change the same reality, even if the result of such process cannot always come to an opportunity of subjective evolution. Man can choose whether to suffer passively an event, or to ‘manage’ it, so living an intrinsically motivated change. The active reception of the event helps the individual to pass from a static dimension, where he feels himself overcome by what happens to him, to the status of an actor who recognizes the event as an opening of new possibilities of action. Therefore, the biographical event essentially characterizes itself for a revealing and creative vocation. Negroni C. states that the end of an impasse or latent phase is triggered off by events which help the break with such status; so they are ‘catalysts’, that in questioning the subject as regards his role in the society, encourage in the same subject the taking of decisions, and therefore the start of a planning phase. The subject’s story can start from a biographical event. After all, as J.M. Baudouin says(2003)telling our own story means telling the ordeals wich marked our life. The story, inside which the constant dialectics between past and possible reveals itself, enables men to tell what has not worked in a project and in so doing it allows them to imagine and plan what should be done to correct it.”Conceiving a story is our instrument to face events and the surprises that characterize human condition, and to remedy to the insufficient taking of such condition”.(J.Bruner) Keywords: biographical event, decision, action, story, subject, responsibility
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Papers by Marianna Capo
si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatori dei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012).
Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi di intercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partire dall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di:
- creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali;
- implementare le competenze di documentazione delle pratiche.
Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’atelier narrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti, 1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggetto narrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009; 2012).
Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo?
Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio di una doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc, 2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010) in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.
Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
regional data (VI° Regional Conference on Immigration) show that Campania is no more a transit
region. An interesting feature of contemporary migration is the large percentage of highly educated
and qualified people: immigrants with high level of education and training came mostly from Eastern
Europe. Italy, moreover, is characterized by a high percentage of women among immigrants, which
has increased in recent years, particularly for people from some countries (in 2006, for example, a
percentage between 65% and 82% of the foreign workforce from countries of east such as Poland,
Ukraine, Moldova, are women); among the immigrant there is a high percentage of women working
both as housekeeper and as caregivers. This paper aims to offer a reflection on the training and
orientation training of those migrants in Campania who carry out the tasks of caregivers. The figure of
the maid or nanny makes up for the lack of an often disorganized welfare system, to meet the needs
of a population, as the Italian, where the negative trend of birth adds up to a constant aging of the
population and the progressive increase in longevity which makes constant assistance of the elderly
necessary and irreplaceable in a situation of unsustainable spending at the individual level, weighing
in fact entirely on public sector budgets of social assistance.
Women are institutionally recognized as a determinant factor in maintaining the balance of socioeconomic
impacts, exactly referring to their key role in the world of production, for their subjectivity,
their history, their biographical experience, their desires and legitimate expectations.
The researcher Schlosseberg (Schlosseberg, 2005) designed and implemented specific programs and
interventions of training in which she alternates individual intervention to work in teams. Often to face
transition phases lived by immigrant women, it needs to adopt a real formative advisory, able to
implement the skills of self-determination of adult in training (Biasin, 2012). In a formative perspective,
the moments of transition propose the revival of a type of subjectivity, which is able to reflect an active
and creative inner (Paul, 2002). Innovative changes are, therefore, required in orientation and training
in work fields: it needs to introduce structural changes to allow the professionals involved in
relationships of care and assistance to take a proactive approach that will enable them to govern the
biographical processes. The activities of training and advisory, aimed to adults, are based on
dimensions of lived experience in order to individualize the transition, coupled with social and
relational context of reference.
Keywords: Biographical transition, transformative change, awareness.
orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning
project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered
on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own
adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of
competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in
Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of selfcompetences,
formed by different steps through which every student has the possibility to be an active
protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that,
autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment.
Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
Capo Marianna
University of Naples “Federico II”
E-mail: [email protected]
The biographical event as special feature of subjective freedom
In the fields of social sciences there exists a lively debate between those who support social determinism and those who follow the freedom of individuals. We believe we have to insist on both the power of social influences and on individuals’ freedom to adapt to events which characterize a life course: “Man cannot be considered exclusively as an agent who is prey to social determinations […]he is able to intervene on what determines him”(De Gaulejac). Notwithstanding the different characteristics each individual disposes of, becoming a subject can be a liberating but complicated experience, especially in modern reality, where stimuli given to individuals to let them affirm their autonomy have increased, but at the same time there has been a reduction of social protections, that allow the individual to get higher autonomy. When facing biographical events, the subject has to reflect, to take decisions. The event represents a point of reference starting from which the subject, besides finding and summarizing new knowledge, can affirm his unity and coherence. The category of the event allows us to consider man in a different way as regards his acting and his adapting to a reference context. “The individual suffers an event from the outside but such event can come in useful as internal detector for the subject”(C.Newiadomski). The biographical event, that sets up as an occurrence which connects the internal life experience of the subject to his external reality, becomes an essential instrument to read, interpret and change the same reality, even if the result of such process cannot always come to an opportunity of subjective evolution. Man can choose whether to suffer passively an event, or to ‘manage’ it, so living an intrinsically motivated change. The active reception of the event helps the individual to pass from a static dimension, where he feels himself overcome by what happens to him, to the status of an actor who recognizes the event as an opening of new possibilities of action. Therefore, the biographical event essentially characterizes itself for a revealing and creative vocation. Negroni C. states that the end of an impasse or latent phase is triggered off by events which help the break with such status; so they are ‘catalysts’, that in questioning the subject as regards his role in the society, encourage in the same subject the taking of decisions, and therefore the start of a planning phase. The subject’s story can start from a biographical event. After all, as J.M. Baudouin says(2003)telling our own story means telling the ordeals wich marked our life. The story, inside which the constant dialectics between past and possible reveals itself, enables men to tell what has not worked in a project and in so doing it allows them to imagine and plan what should be done to correct it.”Conceiving a story is our instrument to face events and the surprises that characterize human condition, and to remedy to the insufficient taking of such condition”.(J.Bruner)
Keywords: biographical event, decision, action, story, subject, responsibility
si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatori dei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012).
Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi di intercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partire dall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di:
- creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali;
- implementare le competenze di documentazione delle pratiche.
Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’atelier narrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti, 1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggetto narrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009; 2012).
Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo?
Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio di una doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc, 2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010) in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.
Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
regional data (VI° Regional Conference on Immigration) show that Campania is no more a transit
region. An interesting feature of contemporary migration is the large percentage of highly educated
and qualified people: immigrants with high level of education and training came mostly from Eastern
Europe. Italy, moreover, is characterized by a high percentage of women among immigrants, which
has increased in recent years, particularly for people from some countries (in 2006, for example, a
percentage between 65% and 82% of the foreign workforce from countries of east such as Poland,
Ukraine, Moldova, are women); among the immigrant there is a high percentage of women working
both as housekeeper and as caregivers. This paper aims to offer a reflection on the training and
orientation training of those migrants in Campania who carry out the tasks of caregivers. The figure of
the maid or nanny makes up for the lack of an often disorganized welfare system, to meet the needs
of a population, as the Italian, where the negative trend of birth adds up to a constant aging of the
population and the progressive increase in longevity which makes constant assistance of the elderly
necessary and irreplaceable in a situation of unsustainable spending at the individual level, weighing
in fact entirely on public sector budgets of social assistance.
Women are institutionally recognized as a determinant factor in maintaining the balance of socioeconomic
impacts, exactly referring to their key role in the world of production, for their subjectivity,
their history, their biographical experience, their desires and legitimate expectations.
The researcher Schlosseberg (Schlosseberg, 2005) designed and implemented specific programs and
interventions of training in which she alternates individual intervention to work in teams. Often to face
transition phases lived by immigrant women, it needs to adopt a real formative advisory, able to
implement the skills of self-determination of adult in training (Biasin, 2012). In a formative perspective,
the moments of transition propose the revival of a type of subjectivity, which is able to reflect an active
and creative inner (Paul, 2002). Innovative changes are, therefore, required in orientation and training
in work fields: it needs to introduce structural changes to allow the professionals involved in
relationships of care and assistance to take a proactive approach that will enable them to govern the
biographical processes. The activities of training and advisory, aimed to adults, are based on
dimensions of lived experience in order to individualize the transition, coupled with social and
relational context of reference.
Keywords: Biographical transition, transformative change, awareness.
orientation, motivation and support, with the aim of support students into the building of their learning
project through the analysis of core competences owned. The assessment of competence is centered
on the subject because he is considered as the protagonist of his story and the main maker of his own
adaptation to the life environment. In the 2012/2013 academic year, a pattern of Assessment of
competences, has been offered to the first year’s students of some Department of the University in
Naples Federico II. The service is developed into a guided auto assessment course of selfcompetences,
formed by different steps through which every student has the possibility to be an active
protagonist into an auto consciousness process. The auto assessment is operated by students that,
autonomously and free to decide, chose to follow the pattern of his assessment.
Keywords: lifelong learning, orientation, self-guided evaluation, competences for individual empowerment.
Capo Marianna
University of Naples “Federico II”
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The biographical event as special feature of subjective freedom
In the fields of social sciences there exists a lively debate between those who support social determinism and those who follow the freedom of individuals. We believe we have to insist on both the power of social influences and on individuals’ freedom to adapt to events which characterize a life course: “Man cannot be considered exclusively as an agent who is prey to social determinations […]he is able to intervene on what determines him”(De Gaulejac). Notwithstanding the different characteristics each individual disposes of, becoming a subject can be a liberating but complicated experience, especially in modern reality, where stimuli given to individuals to let them affirm their autonomy have increased, but at the same time there has been a reduction of social protections, that allow the individual to get higher autonomy. When facing biographical events, the subject has to reflect, to take decisions. The event represents a point of reference starting from which the subject, besides finding and summarizing new knowledge, can affirm his unity and coherence. The category of the event allows us to consider man in a different way as regards his acting and his adapting to a reference context. “The individual suffers an event from the outside but such event can come in useful as internal detector for the subject”(C.Newiadomski). The biographical event, that sets up as an occurrence which connects the internal life experience of the subject to his external reality, becomes an essential instrument to read, interpret and change the same reality, even if the result of such process cannot always come to an opportunity of subjective evolution. Man can choose whether to suffer passively an event, or to ‘manage’ it, so living an intrinsically motivated change. The active reception of the event helps the individual to pass from a static dimension, where he feels himself overcome by what happens to him, to the status of an actor who recognizes the event as an opening of new possibilities of action. Therefore, the biographical event essentially characterizes itself for a revealing and creative vocation. Negroni C. states that the end of an impasse or latent phase is triggered off by events which help the break with such status; so they are ‘catalysts’, that in questioning the subject as regards his role in the society, encourage in the same subject the taking of decisions, and therefore the start of a planning phase. The subject’s story can start from a biographical event. After all, as J.M. Baudouin says(2003)telling our own story means telling the ordeals wich marked our life. The story, inside which the constant dialectics between past and possible reveals itself, enables men to tell what has not worked in a project and in so doing it allows them to imagine and plan what should be done to correct it.”Conceiving a story is our instrument to face events and the surprises that characterize human condition, and to remedy to the insufficient taking of such condition”.(J.Bruner)
Keywords: biographical event, decision, action, story, subject, responsibility