Books by Raffaele Manduca
“Il ruolo degli ordini religiosi e del personale regolare residente nei conventi è stato un class... more “Il ruolo degli ordini religiosi e del personale regolare residente nei conventi è stato un classico nel dibattito politico, prima ancora che storiografico, siciliano già dalla metà del Settecento, quando il topos del dilagante verminame fratesco, dannoso vaso di abiezione e di ignoranza per la Chiesa e la società, aveva acquistato visibilità e dignità, in seno allo scontro culturale che contraddistingueva quegli anni, grazie a illustri propugnatori interni ed esterni alle strutture ecclesiastiche.
Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
Jean Paul Marat. Teoria dell'insurezione, 2016
Il sangue e la violenza hanno costituito, per molti, quasi naturale paradigma della grande rivolu... more Il sangue e la violenza hanno costituito, per molti, quasi naturale paradigma della grande rivoluzione, l’orizzonte di significato entro cui collocare le traiettorie giacobine e sanculotte dei suoi uomini più noti. In questa prospettiva Marat assurge ad archetipo e modello del rivoluzionario dall’animo feroce e spietato, quasi irrazionale, vendicativo. La riedizione degli scritti, tuttavia, pone un quesito sostanziale: Marat è, in fondo, esclusivamente l’uomo della dittatura, colui che invoca la necessità del triumvirato romano, che stringe sino a soffocare le libertà degli avversari, che si arrovella e sbraita, sguazzante tra i fumi e il cruor delle devastazioni rivoluzionarie? Di certo, il montagnardo lavora per la formazione di una solida opinione pubblica attraverso una stampa e una pubblicistica passionalmente a contatto con la più varia fiumana popolare.
Una battaglia europea. Francavilla di Sicilia 20 giugno 1719, 2020
La Controversia Liparitana contrappose il papato e le varie case regnanti che si succedettero al... more La Controversia Liparitana contrappose il papato e le varie case regnanti che si succedettero al trono del Regno di Sicilia nei primi decenni del Settecento provocando in alcune diocesi siciliane: Catania, Agrigento e Lipari e nella stessa città di Palermo lunghi anni di vissuto religioso e sociale segnato da interdetti e scomuniche che segnarono profondamente gli equilibri e i vissuti del clero e della popolazione
C A T A N I A. La grande Catania. La nobiltà virtuosa, la borghesia operosa, 2010
Lo spazio religioso della città di Catania è il risultato della sovrapposizione di pratiche diffe... more Lo spazio religioso della città di Catania è il risultato della sovrapposizione di pratiche differenti che convivono e si fondono dando luogo a dinamiche comunitarie originali. Dagli edifici alle devozioni, dai legati di messe alle processioni, dalla liturgia alla cura d’anime il teatro urbano può essere letto attraverso questi indici che rimandano al vissuto religioso dei ceti subalterni e delle élites e attestano una serie di processi che curvano quegli stessi orizzonti sociali in cui le istituzioni ecclesiastiche sono inserite.
La Sicilia e l'inchiesta dei regolari di Pio IX, 2014
“Il ruolo degli ordini religiosi e del personale regolare residente nei conventi è stato un class... more “Il ruolo degli ordini religiosi e del personale regolare residente nei conventi è stato un classico nel dibattito politico, prima ancora che storiografico, siciliano già dalla metà del Settecento, quando il topos del dilagante verminame fratesco, dannoso vaso di abiezione e di ignoranza per la Chiesa e la società, aveva acquistato visibilità e dignità, in seno allo scontro culturale che contraddistingueva quegli anni, grazie a illustri propugnatori interni ed esterni alle strutture ecclesiastiche.
Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
A tal fine ha scelto come punto di partenza la Pianta elaborata nel 1737 dal duca di Villarosa, p... more A tal fine ha scelto come punto di partenza la Pianta elaborata nel 1737 dal duca di Villarosa, per soddisfare una domanda fatta ai vescovi l'anno precedente dalla Congregazione del Concilio, alla quale la nuova dinastia dei Borboni aveva subito dato l'exequatur. Per una volta, il papato e la monarchia erano d'accordo sulla procedura, pure se ogn'uno si aspettava da questa grande inchiesta risultati differenti: informazioni sulle strutture e il personale (secolare e regolare) della Chiesa il primo, sui patrimoni e la loro utilizzazione la seconda. A differenza delle grandi inchieste anteriori, le Visite Regie della seconda metà del Cinquecento realizzate dalla monarchia spagnola per la sola Sicilia, e l'inchiesta sullo stato dei regolari promossa da Innocenzo X, in tutta Italia, a metà del Seicento, ma anche a differenza delle visite ad limina sullo stato delle undici diocesi e delle visite pastorali (i cui contenuti o sono spesso ripetitivi o sono fortemente influenzate dalla personalità del prelato), la Pianta deve (o dovrebbe) registrare tutto, senza differenza di rito (greco o latino), di statuto ecclesiastico (regolari e secolari), di sesso (uomini e donne), di statuto giuridico (legato al titolare del jus patronato), di localizzazione (città, per la maggior parte demaniali, e paesi rurali, le cosiddette «terre» baronali). Essa inoltre avrebbe dovuto dare, sia alla Curia romana che alla Corte napoletana, delle informazioni abbastanza complete per ordinare delle ricerche e delle verifiche approfondite, quando quelle raccolte nella Pianta sarebbero potute sembrare sospette o insufficienti. La data della redazione della Pianta, fine del primo terzo del Settecento, dà a questo documento un valore quasi strategico: situandola, infatti, da una parte dopo un secolo e mezzo non solo di applicazione delle riforme tridentine, ma anche di trasformazioni profonde dell'economia e della società siciliana, di cui il segno più spesso evidenziato è quella creazione, decisa e realizzata dai feudatari, di un centinaio di nuovi paesi, che assumono rapidamente, almeno alcuni come Palma di Montechiaro, le dimensioni di una vera e propria città e, dall'altra, la sua collocazione anteriore alla ridefinizione critica del ruolo e dei diritti della Chiesa, iniziata dall'Illuminismo e portata a termine dall'Unità d'Italia. La «fotografia» sincronica della Pianta permettere così un'osservazione diacro-CAPITOLO I I LUOGHI DELLA FEDE La geografia ecclesiastica siciliana dopo il dominio spagnolo
to al progetto dell'abate Saint pierre; E. Leone, Esame critico sul discorso dell'Abbate Cannella... more to al progetto dell'abate Saint pierre; E. Leone, Esame critico sul discorso dell'Abbate Cannella contro il celibato, Giuseppe Ippolito, Napoli 1790; Apologia de' frati Francescani mendicanti, osservanti, riformati, e Capuccini di Sicilia. In risposta alla Consulta della Giunta de' Conventini di quel Regno de 21 Agosto 1775, s.l. e s.d.; Breve difesa dei religiosi claustrali dell'uno, e dell'altro sesso diretta al Generale Parlamento, Solli, palermo 1813, Risposta alla breve difesa dei religiosi claustrali dell'uno, e dell'altro sesso diretta ad un amico rappresentante nel General Parlamento dell'anno 1813, Solli, palermo, s.d.; In generale sui tentativi di riforma del clero si veda F. Scaduto, Stato e Chiesa..., cit., pp. 651 e segg. A. pusateri, Riforma del clero e del monachesimo di Sicilia. Progetto proposto dal prete Andrea Pusateri di Caccamo a Sua Maestà Ferdinando III re delle due Sicilie..., Tip. Crisanti, palermo 1815; F. ventura, Memoria dell'avvocato Francesco Ventura barone di Raulica intorno ai corpi ecclesiastici, e loro beni diretta al supremo Parlamento di Sicilia, Domenico Adorno, palermo 1814; L. A. Faro (frate), Osservazioni su la memoria dell'avvocato Francesco Ventura barone di Raulica intorno ai corpi ecclesiastici e a loro beni, Stampe dei Regj Studi, Catania 1815, secondo cui gli effetti del piano del barone di Raulica farebbero si che in una grossa città come Catania rimarrebbero solo 66 preti secolari e 34 regolari, in otto chiese.
Video by Raffaele Manduca
Costruire storie, partendo dalla figura di Carlo Maria Carafa (1651-1695), propone un’esperienza ... more Costruire storie, partendo dalla figura di Carlo Maria Carafa (1651-1695), propone un’esperienza di public history in grado di stringere insieme memoria, retaggio e radici di ampie fasce della popolazione siciliana, in un un’esperienza partecipata e condivisa di storia, identità e tradizione costruita e interpretata dai giovani, attraverso l’elaborazione (cinematografica, teatrale e artistico-letteraria) della storia del mediterraneo del seicento. Un progetto che è, nello stesso tempo, speranza e scommessa sulla possibilità di conservare e trasmettere, promuovere e valorizzare, fra storia e futuro, il territorio in cui viviamo, la molteplicità dei sentimenti, dei valori, delle opere materiali e culturali del vissuto storico quotidiano.
Il principe Carlo Maria Carafa fu una figura di primo piano nel panorama, politico ed economico-sociale, dell’epoca; primo aristocratico del Regno di Sicilia, principale feudatario di Calabria, intellettuale dai molteplici interessi: scrittore di politica, astronomo e matematico, legislatore ed ambasciatore, capo del braccio nobiliare del parlamento siciliano, splendido mecenate e promotore editoriale nel suo palazzo di Mazzarino, impegnato nella ricostruzione di parecchi centri abitati dopo il disastroso terremoto del 1693 (in particolare Militello e Niscemi) e visionario urbanista nella progettazione e nella prima edificazione, di una nuova città (Grammichele) dove le sue conoscenze scientifiche e la sua concezione politico-religiosa daranno luogo a uno spazio urbano unico ed esemplare nella storia dell’urbanistica non solo siciliana.
Un uomo, quindi, cui si deve ancora oggi una parte rilevante dello scenario urbano dentro cui si svolge il vissuto di queste cittadine, attraverso cui si può anche percepire il generale clima politico e socio-culturale in cui era immerso il regno di Sicilia dell’epoca, oltre a molteplici aspetti identitari di questi territori delle loro dinamiche comunitarie civili, religiose, economiche e culturali. Aspetti, comunque, abbastanza comuni che costituiscono memoria e retaggio, per certi versi ancora vivi, per ampie fasce della popolazione siciliana.
Papers by Raffaele Manduca
LA MAPPA DEL VESCOVO. LE CARTE DEI FEUDI DELLA DIOCESI DI MONREALE (1596-1702) THE BISHOP’S MAP. THE MAPS OF THE FIEFDOMS OF THE DIOCESE OF MONREALE (1596-1702), 2019
The two maps of the fiefs of Monreale's diocese (1596 and 1702) display the outline of a country ... more The two maps of the fiefs of Monreale's diocese (1596 and 1702) display the outline of a country estate that up until the 19 th century will remain the most lucrative among the ecclesiastical benefices in the Kingdom of Sicily, as well as one of the richest in the whole Catholic world. These charts also allow us to gather further evidence on the actual usefulness of such a benefice in answering needs which the ecclesiastical manomorta-a later and completely negative paradigm-could hardly satisfy. The "Mensa" of Monreale appears, in fact, to serve as a reference institution for a great number of subjects, from the nobles to the ecclesiastical bodies, from the local administrations to the single citizens. Thus, during most of the 18 th century, it still fulfilled both a social and an economic function, of crucial importance to the communities of the diocese.
Ricerche storiche ed archeologiche nel Val Demone Atti del II convegno Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Parco Jalari 1 e 2 aprile 2017, 2017
La figura della Vergine è centrale per la comprensione della partecipazione della Sicilia alla st... more La figura della Vergine è centrale per la comprensione della partecipazione della Sicilia alla storia del cattolicesimo, un rapporto, quello fra Maria e la Sicilia, che contribuisce a dare un quadro più articolato degli stessi caratteri religiosi isolani. La Vergine, infatti, fa reagire un universo composito e vario, dalle plebi alle élites, al complesso mondo ecclesiastico, soprattutto degli ordini religiosi, che ritornano una segmentazione complessa dove al dolore e alla passione si accompagna la bellezza e la misericordia e dove l’appropriazione della figura della madre di Cristo disegna, delimitandoli, spazi antropologici, sociali e politici di una società certo periferica ma, comunque, partecipe degli input religiosi e politici che provengono dai diversi centri (Roma e Madrid) cui essa fa riferimento. Lo spazio locale dimostra così anche una capacità di reazione e di elaborazione di una vita religiosa non esclusivamente esauribile nei parametri stretti della superstizione e del sincretismo magico religioso.
La figura della Vergine è centrale per la comprensione della partecipazione della Sicilia alla st... more La figura della Vergine è centrale per la comprensione della partecipazione della Sicilia alla storia del cattolicesimo, un rapporto, quello fra Maria e la Sicilia, che contribuisce a dare un quadro più articolato degli stessi caratteri religiosi isolani. La Vergine, infatti, fa reagire un universo composito e vario, dalle plebi alle élites, al complesso mondo ecclesiastico, soprattutto degli ordini religiosi, che ritornano una segmentazione complessa dove al dolore e alla passione si accompagna la bellezza e la misericordia e dove l’appropriazione della figura della madre di Cristo disegna, delimitandoli, spazi antropologici, sociali e politici di una società certo periferica ma, comunque, partecipe degli input religiosi e politici che provengono dai diversi centri (Roma e Madrid) cui essa fa riferimento. Lo spazio locale dimostra così anche una capacità di reazione e di elaborazione di una vita religiosa non esclusivamente esauribile nei parametri stretti della superstizione e del sincretismo magico religioso.
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Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
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Il principe Carlo Maria Carafa fu una figura di primo piano nel panorama, politico ed economico-sociale, dell’epoca; primo aristocratico del Regno di Sicilia, principale feudatario di Calabria, intellettuale dai molteplici interessi: scrittore di politica, astronomo e matematico, legislatore ed ambasciatore, capo del braccio nobiliare del parlamento siciliano, splendido mecenate e promotore editoriale nel suo palazzo di Mazzarino, impegnato nella ricostruzione di parecchi centri abitati dopo il disastroso terremoto del 1693 (in particolare Militello e Niscemi) e visionario urbanista nella progettazione e nella prima edificazione, di una nuova città (Grammichele) dove le sue conoscenze scientifiche e la sua concezione politico-religiosa daranno luogo a uno spazio urbano unico ed esemplare nella storia dell’urbanistica non solo siciliana.
Un uomo, quindi, cui si deve ancora oggi una parte rilevante dello scenario urbano dentro cui si svolge il vissuto di queste cittadine, attraverso cui si può anche percepire il generale clima politico e socio-culturale in cui era immerso il regno di Sicilia dell’epoca, oltre a molteplici aspetti identitari di questi territori delle loro dinamiche comunitarie civili, religiose, economiche e culturali. Aspetti, comunque, abbastanza comuni che costituiscono memoria e retaggio, per certi versi ancora vivi, per ampie fasce della popolazione siciliana.
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Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
Assumere posizioni coerenti con il contemporaneo dibattito storiografico in questa area di studi diviene quindi uno dei compiti a cui non può sottrarsi ogni lavoro di storia religiosa siciliana, certo senza dimenticare di chiarire pure le peculiarità della secolare vicenda conventuale locale.
Il principe Carlo Maria Carafa fu una figura di primo piano nel panorama, politico ed economico-sociale, dell’epoca; primo aristocratico del Regno di Sicilia, principale feudatario di Calabria, intellettuale dai molteplici interessi: scrittore di politica, astronomo e matematico, legislatore ed ambasciatore, capo del braccio nobiliare del parlamento siciliano, splendido mecenate e promotore editoriale nel suo palazzo di Mazzarino, impegnato nella ricostruzione di parecchi centri abitati dopo il disastroso terremoto del 1693 (in particolare Militello e Niscemi) e visionario urbanista nella progettazione e nella prima edificazione, di una nuova città (Grammichele) dove le sue conoscenze scientifiche e la sua concezione politico-religiosa daranno luogo a uno spazio urbano unico ed esemplare nella storia dell’urbanistica non solo siciliana.
Un uomo, quindi, cui si deve ancora oggi una parte rilevante dello scenario urbano dentro cui si svolge il vissuto di queste cittadine, attraverso cui si può anche percepire il generale clima politico e socio-culturale in cui era immerso il regno di Sicilia dell’epoca, oltre a molteplici aspetti identitari di questi territori delle loro dinamiche comunitarie civili, religiose, economiche e culturali. Aspetti, comunque, abbastanza comuni che costituiscono memoria e retaggio, per certi versi ancora vivi, per ampie fasce della popolazione siciliana.