giorgio baratti
Giorgio Baratti
Ricercatore
a tempo determinato (RTDa) di Metodologia della ricerca Archeologica e docente di Metodologia della ricerca archeologica ed Etruscologia presso
l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Professore a contratto di Etruscologia presso l'Università degli Studi di Torino.
Ha ottenuto l'Abilitazione Scientifica Nazionale per professore di seconda fascia (settore concorsuale 10/A1 Archeologia, tornata concorsuale 2013, valida fino al 2020). Iscritto nell’elenco degli operatori abilitati (N 1090) alla redazione del documento di valutazione archeologica nel progetto preliminare di opera pubblica della Direzione Generale educazione e ricerca
Per l'Università degli Studi di Milano dal 2007 insegna Tecniche automatiche di rilevamento e Rappresentazione presso la Scuola di Specializzazione di Archeologia e dal 2013 al 2015 ha insegnato Metodologia della ricerca archeologica per il corso di laurea triennale di Beni culturali. Nell'anno 2015/2016 è stato professore a contratto Professore a contratto di Etruscologia e antichità italiche per il corso di Laurea Magistrale in Archeologia e Storia antica dell’Università degli studi di Torino.
Laureato presso l'Università degli Studi di Milano in Etruscologia e Archeologia italica e specializzato in Archeologia presso la stessa Università è Dottore di ricerca presso la Scuola di dottorato in Studi umanistici-Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali dell'Università degli Studi di Trento con Indirizzo Analisi e storia del territorio e delle forme di paesaggio con un Progetto di ricerca su “Tecniche digitali di Modellazione 3D applicate alla ricerca e documentazione archeologica”;
Assegnista di ricerca (tipo A) per il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università degli Studi di Milano dal 2002-2006 nell’ambito del progetto “Ricostruzione delle realtà insediative e delle forme di sussistenza dei Protoliguri e dei Liguri in area appenninica lombardo ligure-piemontese”
Collabora da più di 20 anni con l'ateneo milanese, sia sul piano professionale dirigendo scavi (castelliere di Guardamonte, Ponte Nizza-Cecima PV, necropoli e abitato di Populonia, di cui è direttore scientifico in regime di concessione ministeriale dal 2014), o collaborando con diversi ruoli (Tarquinia, VT, abitato e santuario dell'Ara della Regina, Forcello di Bagnolo S. Vito, MN, Lavagnone di Desenzano del Garda,...) sia sul piano didattico come cultore della materia di Archeologia dell'Italia preromana, professore a contratto di Metodologia della Ricerca archeologica per il CdL in Beni Culturali (2013-2015), di Tecniche automatiche di rilevamento e rappresentazione per la Scuola di Specializzazione in Archeologia (2007-2015), ideatore e coordinatore dal Laboratorio didattico di Scavo archeologico (2002-2004, dal 2007 responsabile del Lab. didattico a Populonia).
Accanto a queste attività, dopo essere stato fondatore e socio della società di servizi Archeologos tra il 1993 e il 1998, ha svolto attività di archeologo libero professionista per numerosi enti, Soprintendenze (Emilia Romagna, Etruria meridionale, Toscana, Liguria, Lombardia, Piemonte, Napoli e Caserta, Veneto, Marche), musei e istituti di ricerca, inoltre come responsabile e consulente coordinatore per ditte e società di scavo.
Ha curato, tra l'altro, il progetto generale del nuovo percorso espositivo della sezione archeologica della Museo di Viadana realizzando l'allestimento del materiale protostorico e progettato e realizzato una istallazione multimediale sull'evoluzione della Valle dell'Adige per il nuovo MUSE di Trento e con la Fondazione Buno Kessler di Trento il pannello multimediale con tour virtuale della Tomba della Caccia e della Pesca , collocato presso la tomba nella necropoli di Montarozzi Tarquinia (VT).
È autore di numerose pubblicazioni, relative sia ai contesti archeologici indagati sia a problematiche e nuovi approcci metodologici alla ricerca archeologica.
Ricercatore
a tempo determinato (RTDa) di Metodologia della ricerca Archeologica e docente di Metodologia della ricerca archeologica ed Etruscologia presso
l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Professore a contratto di Etruscologia presso l'Università degli Studi di Torino.
Ha ottenuto l'Abilitazione Scientifica Nazionale per professore di seconda fascia (settore concorsuale 10/A1 Archeologia, tornata concorsuale 2013, valida fino al 2020). Iscritto nell’elenco degli operatori abilitati (N 1090) alla redazione del documento di valutazione archeologica nel progetto preliminare di opera pubblica della Direzione Generale educazione e ricerca
Per l'Università degli Studi di Milano dal 2007 insegna Tecniche automatiche di rilevamento e Rappresentazione presso la Scuola di Specializzazione di Archeologia e dal 2013 al 2015 ha insegnato Metodologia della ricerca archeologica per il corso di laurea triennale di Beni culturali. Nell'anno 2015/2016 è stato professore a contratto Professore a contratto di Etruscologia e antichità italiche per il corso di Laurea Magistrale in Archeologia e Storia antica dell’Università degli studi di Torino.
Laureato presso l'Università degli Studi di Milano in Etruscologia e Archeologia italica e specializzato in Archeologia presso la stessa Università è Dottore di ricerca presso la Scuola di dottorato in Studi umanistici-Discipline filosofiche, storiche e dei beni culturali dell'Università degli Studi di Trento con Indirizzo Analisi e storia del territorio e delle forme di paesaggio con un Progetto di ricerca su “Tecniche digitali di Modellazione 3D applicate alla ricerca e documentazione archeologica”;
Assegnista di ricerca (tipo A) per il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università degli Studi di Milano dal 2002-2006 nell’ambito del progetto “Ricostruzione delle realtà insediative e delle forme di sussistenza dei Protoliguri e dei Liguri in area appenninica lombardo ligure-piemontese”
Collabora da più di 20 anni con l'ateneo milanese, sia sul piano professionale dirigendo scavi (castelliere di Guardamonte, Ponte Nizza-Cecima PV, necropoli e abitato di Populonia, di cui è direttore scientifico in regime di concessione ministeriale dal 2014), o collaborando con diversi ruoli (Tarquinia, VT, abitato e santuario dell'Ara della Regina, Forcello di Bagnolo S. Vito, MN, Lavagnone di Desenzano del Garda,...) sia sul piano didattico come cultore della materia di Archeologia dell'Italia preromana, professore a contratto di Metodologia della Ricerca archeologica per il CdL in Beni Culturali (2013-2015), di Tecniche automatiche di rilevamento e rappresentazione per la Scuola di Specializzazione in Archeologia (2007-2015), ideatore e coordinatore dal Laboratorio didattico di Scavo archeologico (2002-2004, dal 2007 responsabile del Lab. didattico a Populonia).
Accanto a queste attività, dopo essere stato fondatore e socio della società di servizi Archeologos tra il 1993 e il 1998, ha svolto attività di archeologo libero professionista per numerosi enti, Soprintendenze (Emilia Romagna, Etruria meridionale, Toscana, Liguria, Lombardia, Piemonte, Napoli e Caserta, Veneto, Marche), musei e istituti di ricerca, inoltre come responsabile e consulente coordinatore per ditte e società di scavo.
Ha curato, tra l'altro, il progetto generale del nuovo percorso espositivo della sezione archeologica della Museo di Viadana realizzando l'allestimento del materiale protostorico e progettato e realizzato una istallazione multimediale sull'evoluzione della Valle dell'Adige per il nuovo MUSE di Trento e con la Fondazione Buno Kessler di Trento il pannello multimediale con tour virtuale della Tomba della Caccia e della Pesca , collocato presso la tomba nella necropoli di Montarozzi Tarquinia (VT).
È autore di numerose pubblicazioni, relative sia ai contesti archeologici indagati sia a problematiche e nuovi approcci metodologici alla ricerca archeologica.
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Papers by giorgio baratti
Oltre alla realizzazione di una documentazione fotografica conforme all’alto valore del ciclo pittorico, obiettivo principale del lavoro era quello di effettuare una scansione in alta definizione dell’affresco conservato nel catino absidale da cui estrarre un’ortofoto come proiezione su un piano del dipinto che si snoda sulla superficie curvilinea dell’abside.
palafitticoli si è scelto di offrire un contributo su alcuni nuovi dati relativi allo studio dei dati emersi nel territorio di San Pietro Mosezzo nel gennaio 2001 durante lo scavo per il Metanodotto Snam Passo Gries-Mortara.
Le evidenze identificate in questo contesto, seppur frammentarie per lo stato di conservazione e le evidenti restrizioni dettate dalle esigenze logistiche dell’opera, possono offrire uno spaccato significativo di realtà insediative coeve e prossime ai contesti di area umida dell’Italia nord-occidentale con le quali doveva essere attiva una fitta rete di scambio di uomini, merci, risorse e di condivisione di saperi; per questo territorio caratterizzato, sotto varie forme, da emergenze idriche di particolare impatto, si può supporre che tra queste competenze un ruolo privilegiato
potesse essere esercitato da strategie di gestione e sfruttamento delle acque.
della cd. “città bassa”. I risultati degli scavi effettuati negli ultimi anni, in diversi punti della piana del Golfo di Baratti e delle pendici del promontorio di Populonia, consentono di rivedere, in alcuni casi in modo completamente nuovo, i modelli fino ad oggi proposti. In particolare l’analisi dei dati emersi ha offerto lo spunto per ricostruire sotto un’ottica diversa le dinamiche relative allo scarico e al reimpiego dei materiali di risulta delle attività metallurgiche antiche e dei segni che emergono nel territorio a seguito dell’attività di recupero del secolo scorso.
de Baratti (Piombino, Toscana) han documentado un sitio protohistórico
para la producción de sal marina fechado en la edad del
Bronce Final (siglo X a.C.). El análisis detallado de la secuencia
estratigráfica ha permitido atestiguar el empleo del fuego en las
actividades de extracción de sal y, posiblemente, la producción de
bloques aptos para ser fácilmente transportados e intercambiados.
A este respecto cabe evidenciar la estrecha relación existente
entre la producción y la comercialización de bloques de sal en las
zonas costeras de la Toscana y el desarrollo de una economía
pastoral y de la trashumancia entre las comunidades que durante
la tardía edad del Bronce ocupaban las regiones de los Apeninos
centrales. Los nuevos datos proporcionados por las investigaciones
de Baratti sugieren reconsiderar la naturaleza de una serie
de asentamientos ubicados en el área circunstante al golfo (Riva
degli Etruschi, La Torraccia e Torre Mozza), que han proporcionado
materiales cerámicos de cronología similar y que, tal como
muestran las reconstrucciones paleoambiéntales, se situaban en
un entorno favorable a la explotación de sal marina.
circostanti.
L’esposizione, studiata da chi scrive con Carolina Megale (curatrice del museo populoniese) con supporti espositivi creati dall’architetto Erica Foggi, ha offerto lo spunto per un’analisi più ampia che coinvolge inevitabilmente il panorama delle mostre archeologiche, della dimensione “pubblica” dell’archeologia e di conseguenza del ruolo dell’archeologia in questo contingente storico.
L'articolo è ospitato nel volume che costituisce uno spazio di confronto per favorire la condivisione di esperienze di archeologia pubblica in Etruria e muovere una riflessione sulla percezione e il senso dell’archeologia nel suo rapporto con la società contemporanea. Il passato appartiene a tutti, e chi lo studia lo fa per conto della comunità. L’archeologia del III millennio è pubblica e partecipata: si parla di community archaeology perché senza un vero coinvolgimento dei cittadini viene meno la missione sociale dell’archeologo. L’archeologo contemporaneo è il mediatore culturale tra il passato e il presente, è colui il quale attraverso la narrazione della ricerca archeologica fornisce ai cittadini gli strumenti per essere consapevoli, attivi e responsabili all’interno della moderna società della conoscenza.
the baths complex, which had never previously been carried out, has enabled a preliminary definitionof the entire complex into six phases, with regard to the building and the area in which it was built.
The material and structures were initially divided into Reference Units, a methodology that had beenlittle used for contexts prior to late antiquity/the medieval period and for ruined structures (Brogiolo,Cagnana 2012). This volume presents the results of this work which, in the light of recent researchinto the stone wall faces of the baths building, suggests a new interpretation for the baths complex ofAlbintimilium. It also illustrates the importance of applying this methodology to the complex reassessment
of ancient structural contexts excavated in previous centuries.
Oltre alla realizzazione di una documentazione fotografica conforme all’alto valore del ciclo pittorico, obiettivo principale del lavoro era quello di effettuare una scansione in alta definizione dell’affresco conservato nel catino absidale da cui estrarre un’ortofoto come proiezione su un piano del dipinto che si snoda sulla superficie curvilinea dell’abside.
palafitticoli si è scelto di offrire un contributo su alcuni nuovi dati relativi allo studio dei dati emersi nel territorio di San Pietro Mosezzo nel gennaio 2001 durante lo scavo per il Metanodotto Snam Passo Gries-Mortara.
Le evidenze identificate in questo contesto, seppur frammentarie per lo stato di conservazione e le evidenti restrizioni dettate dalle esigenze logistiche dell’opera, possono offrire uno spaccato significativo di realtà insediative coeve e prossime ai contesti di area umida dell’Italia nord-occidentale con le quali doveva essere attiva una fitta rete di scambio di uomini, merci, risorse e di condivisione di saperi; per questo territorio caratterizzato, sotto varie forme, da emergenze idriche di particolare impatto, si può supporre che tra queste competenze un ruolo privilegiato
potesse essere esercitato da strategie di gestione e sfruttamento delle acque.
della cd. “città bassa”. I risultati degli scavi effettuati negli ultimi anni, in diversi punti della piana del Golfo di Baratti e delle pendici del promontorio di Populonia, consentono di rivedere, in alcuni casi in modo completamente nuovo, i modelli fino ad oggi proposti. In particolare l’analisi dei dati emersi ha offerto lo spunto per ricostruire sotto un’ottica diversa le dinamiche relative allo scarico e al reimpiego dei materiali di risulta delle attività metallurgiche antiche e dei segni che emergono nel territorio a seguito dell’attività di recupero del secolo scorso.
de Baratti (Piombino, Toscana) han documentado un sitio protohistórico
para la producción de sal marina fechado en la edad del
Bronce Final (siglo X a.C.). El análisis detallado de la secuencia
estratigráfica ha permitido atestiguar el empleo del fuego en las
actividades de extracción de sal y, posiblemente, la producción de
bloques aptos para ser fácilmente transportados e intercambiados.
A este respecto cabe evidenciar la estrecha relación existente
entre la producción y la comercialización de bloques de sal en las
zonas costeras de la Toscana y el desarrollo de una economía
pastoral y de la trashumancia entre las comunidades que durante
la tardía edad del Bronce ocupaban las regiones de los Apeninos
centrales. Los nuevos datos proporcionados por las investigaciones
de Baratti sugieren reconsiderar la naturaleza de una serie
de asentamientos ubicados en el área circunstante al golfo (Riva
degli Etruschi, La Torraccia e Torre Mozza), que han proporcionado
materiales cerámicos de cronología similar y que, tal como
muestran las reconstrucciones paleoambiéntales, se situaban en
un entorno favorable a la explotación de sal marina.
circostanti.
L’esposizione, studiata da chi scrive con Carolina Megale (curatrice del museo populoniese) con supporti espositivi creati dall’architetto Erica Foggi, ha offerto lo spunto per un’analisi più ampia che coinvolge inevitabilmente il panorama delle mostre archeologiche, della dimensione “pubblica” dell’archeologia e di conseguenza del ruolo dell’archeologia in questo contingente storico.
L'articolo è ospitato nel volume che costituisce uno spazio di confronto per favorire la condivisione di esperienze di archeologia pubblica in Etruria e muovere una riflessione sulla percezione e il senso dell’archeologia nel suo rapporto con la società contemporanea. Il passato appartiene a tutti, e chi lo studia lo fa per conto della comunità. L’archeologia del III millennio è pubblica e partecipata: si parla di community archaeology perché senza un vero coinvolgimento dei cittadini viene meno la missione sociale dell’archeologo. L’archeologo contemporaneo è il mediatore culturale tra il passato e il presente, è colui il quale attraverso la narrazione della ricerca archeologica fornisce ai cittadini gli strumenti per essere consapevoli, attivi e responsabili all’interno della moderna società della conoscenza.
the baths complex, which had never previously been carried out, has enabled a preliminary definitionof the entire complex into six phases, with regard to the building and the area in which it was built.
The material and structures were initially divided into Reference Units, a methodology that had beenlittle used for contexts prior to late antiquity/the medieval period and for ruined structures (Brogiolo,Cagnana 2012). This volume presents the results of this work which, in the light of recent researchinto the stone wall faces of the baths building, suggests a new interpretation for the baths complex ofAlbintimilium. It also illustrates the importance of applying this methodology to the complex reassessment
of ancient structural contexts excavated in previous centuries.
Questo volume restituisce i risultati delle scoperte seguite all’alluvione e sottolinea le buone pratiche di collaborazione tra tutela del patrimonio archeologico e sviluppo turistico e infrastrutturale del territorio.
https://www.pacinieditore.it/recuperi-post-alluvione-baratti-e-populonia/
http://eprints-phd.biblio.unitn.it/1051/
Baratti inizia parlando della sua recente scoperta avvenuta nell’area archeologica di Populonia: il ritrovamento di un cadavere, con i ceppi ai piedi. Sembrerebbe un personaggio che ha avuto a che fare con una realtà subalterna, possibilmente in stato di schiavitù, con le gambe legate, che esprime una postura servile, tipica di una società stratificata.
"La struttura sociale del mondo etrusco è fortemente aristocratica e tra le idee del male che si trovano c’è quella del male come violazione dei confini: la paura della violazione del confine è un male assoluto che viene vissuto come la fine del mondo etrusco....
Dir. sc. Andrea Camilli, responsabili Giorgio Baratti/ Carolina Megale
http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/media/Toscana-scoperta-citta-vivi-Populonia-etruschi-79ec8722-a5a2-4ea3-8033-a2da17e9165d.html
http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2014/10/30/news/una-fabbrica-del-sale-e-una-strada-1.10215030
http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2015/10/24/news/in-pineta-a-baratti-una-strada-romana-sulla-via-del-ferro-1.12321031