Papers by Stefano Cassini
«TECA», 14/9ns, 2024, pp. 23-34
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All’interno del corpus di lettere scritte e ricevute da Aldo Manuzio, un ... more [English version below]
All’interno del corpus di lettere scritte e ricevute da Aldo Manuzio, un gruppo molto interessante –ricco di rari autografi del bassianese – è quello conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova. Queste lettere, infatti, non solo testimoniano i rapporti commerciali tra un produttore e venditore di libri e una prestigiosissima cliente, Isabella d’Este, ma anche il curioso episodio dell’arresto di Aldo durante il suo rientro a Venezia nel 1506. Il contributo ha lo scopo di presentare questo prezioso materiale e di analizzare la sua pubblicazione a cura di Armand Baschet del 1867, in vista di una futura edizione critica complessiva del carteggio aldino noto agli studi.
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Among the letters written and received by Aldus Manutius, the ones held in the Archivio di Stato in Mantua are very interesting and rich in rare Aldus's autographs. These letters testify both the commercial relationship between a book printer and seller and a very prestigious costumer, Isabella d'Este, and the curious episode of Aldus's detention during his return to Venice in 1506. This contribution aims to present some examples of these precious texts and to analyse their edition mostly by Armand Baschet (1867), in view of a future critical edition of the whole known Aldus's correspondence.
«Annuario dell'Archivio di Stato di Milano», 2021, pp. 257-268
Nell’ottobre del 1501 il patrizio Leonardo Loredan, già podestà di Padova, è nominato doge della ... more Nell’ottobre del 1501 il patrizio Leonardo Loredan, già podestà di Padova, è nominato doge della Serenissima. Gli "Opuscula" del ravennate Lidio Catti (Venezia, Giovanni Tacuino, 1502), argomento del mio progetto di ricerca, nascono proprio in tale contesto: il poeta in persona cura una propria antologia di stravaganze latine e volgari per dedicarla al nuovo doge. Tra gli esemplari conservati di quest’edizione, il Rovereto, Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, r-Ar III 1 25 (1) è interessante non tanto per le sue peculiarità interne, quanto per la sua collocazione. Gli "Opuscula" roveretani, infatti, aprono una miscellanea di sette opere stampate tra il 1498 e il 1502, al cui interno si registrano una certa affinità di genere (poesia soprattutto neolatina) e la presenza maggioritaria di quattro edizioni di Bernardino Vitali. Sfogliando questo volume composito, il nome del Loredan ricorre più volte in modo significativo. Oltre agli "Opuscula" si trovano altre due opere dedicate al doge, mentre nel colophon di un’edizione di Vitali si legge una menzione del Loredan come «regnante», utile a confermare la datazione "more veneto" (gennaio 1502). Questo contributo analizza, perciò, questa miscellanea per verificare l'esistenza effettiva di un fenomeno letterario, encomiastico ed editoriale legato all’elezione del Loredan.
in "Le filologie della letteratura italiana. Modelli, esperienze, prospettive. Atti del Convegno internazionale Roma, 28-30 novembre 2019", a cura di M. Berisso, M. Berté et al., Firenze, Società dei Filologi della Letteratura Italiana, 2021, pp. 483-497
Stampati a Venezia nel 1502 da Giovanni Tacuino, gli "Opuscula" del giurista e poeta ravennate Be... more Stampati a Venezia nel 1502 da Giovanni Tacuino, gli "Opuscula" del giurista e poeta ravennate Bernardino Catti, detto Lidio, si presentano come una raccolta di 112 carte che condensa in sei sezioni numerosi generi e sottogeneri della produzione poetica coeva. Lo scopo dell’intervento sarà illustrare le peculiarità letterarie e tipografiche di questa antologia, di cui sto curando l’edizione critica per il mio progetto di dottorato. L’edizione, elogiata nella lettera prefatoria da Girolamo Avanzi e dedicata dal poeta al neoeletto doge Leonardo Loredan, contiene componimenti latini e volgari encomiastici, bucolici e d’occasione, ma soprattutto prove più sperimentali, come la trasposizione in latino del sonetto, della terza rima e della sestina lirica, oppure enigmistiche come i versi reticolati i "carmina anguinea". Questa marcata - e ostentata - vena sperimentale raggiunge il suo culmine col "Processus ordine iudiciario" nella terza sezione della raccolta, ossia un polimetro quasi totalmente in latino in cui il Catti accusa in tribunale la sua amata di avergli rubato il cuore: essa per difendersi presenterà una serie di componimenti a lei dedicati, che altro non sono che il canzoniere in volgare del ravennate, ingegnosamente e perfettamente inserito nel contesto giuridico. Per ottenere un risultato editoriale adeguato all’inventiva della sua produzione, il Catti curò in prima persona la stampa della propria opera. Ciò è dimostrato dall’errata corrige, scritta dal poeta e testimoniante le fasi di correzione dei fascicoli e l’esistenza di più stati delle forme tipografiche, nonché dalla presenza di ulteriori ricomposizioni non segnalate e portate alla luce dalla collazione della ventina di esemplari superstiti degli "Opuscula". La figura di Lidio Catti, pur inquadrabile all’interno del gruppo di umanisti minori, rappresenta appieno il complesso panorama culturale ed editoriale tra i secoli XV e XVI. Un’edizione critica commentata della sua opere, pertanto, potrà fornire preziosi elementi per approfondire un’epoca pre-bembiana tesa tra latino e volgare e segnata dall’affermarsi della stampa, intrecciando così gli strumenti della storia della letteratura italiana e della bibliografia testuale.
in "I versi e le regole. Esperienze metriche nel Rinascimento italiano", a cura di Martina Dal Cengio e Nicolò Magnani, Ravenna, Longo, 2020, pp. 53-66
Il contributo analizza la commistione sperimentale di metrica latina e metrica volgare nelle racc... more Il contributo analizza la commistione sperimentale di metrica latina e metrica volgare nelle raccolte primo cinquecentesche di Lidio Catti e Lancino Curti.
in "Scritture nascoste, scritture invisibili. Quando il medium non fa 'passare' il messaggio. Miscellanea internazionale multidisciplinare", a cura di Alessandro Campus, Simona Marchesini e Paolo Poccetti, Verona-Roma, Alteritas - Università Tor Vergata, 2020, pp. 211-222
[L'intera miscellanea da cui è tratto l'estratto è consultabile su questo sito:
https://alterita... more [L'intera miscellanea da cui è tratto l'estratto è consultabile su questo sito:
https://alteritas.it/ricerca-3/pubblicazioni/]
"Evident or encrypted acrostics in well and lesser-known Italian Renaissance poems".
The acrostic is among the most famous rhetorical expedients to hide messages. Authors’ and dedicatees’ names, dates and even poetry manifestos can often be concealed within the initials of literary texts, such as Rinuccini’s ‘NO A DANTE’ (‘No to Dante’). The goal of this paper is to focus on Latin and vulgar literature throughout the Italian Renaissance, well-known for its attitude towards experiments. While "Hypnerotomachia Poliphili" was being printed, we can find acrostics, mesostics and telestics in Lancino Curti’s and Giovanni Pollio Lappoli’s production, combinations of anagram and acrostic in "Zodiacus vitae" by Marcello Palingenio (alias Pier Angelo Manciollo). Another very interesting crossover will be the one with Lidio Catti’s "carmen anguineum", which can be read only by decoding the right disposition of its words. In some "anguinea", copied by the Venetian Marin Sanudo in 16th century, the "more anguineo" reading involves also acrostics hiding dates of the events concerning Ravenna during the Italian Wars.
in "Contro lo sfascio delle biblioteche italiane. Un manifesto per i presìdi culturali del territorio", a cura di Edoardo Barbieri, Milano-Torrita di Siena, CRELEB-Villa Classica, 2020, pp. 25-30
«Studi petrarcheschi», n.s., XXXI, 2018, pp. 95-139
La produzione sperimentale del poeta e giurista Lidio Catti di Ravenna, vissuto tra XV e XVI seco... more La produzione sperimentale del poeta e giurista Lidio Catti di Ravenna, vissuto tra XV e XVI secolo, annovera anche un volgarizzamento in terza rima del testamento di Petrarca. Il testo è giunto a noi grazie a un manoscritto marciano più tardo, una miscellanea erudita di opere legate alla storia di Padova compilata entro l’inizio del XVII secolo. Questo contributo offre uno studio della genesi del testo, proponendo anche l’identificazione, basata su alcune spie testuali, della tradizione del testamento cui il ravennate avrebbe attinto. Seguono quindi l’edizione critica e il relativo commento, in cui trovano spazio i confronti con la versione latina e con le fonti e i modelli (Dante e Petrarca in particolare, ma anche, per esempio, il coevo Boiardo). Si analizzerà così un momento particolare della fortuna del testamento petrarchesco e della pratica dei volgarizzamenti, nonché della vena sperimentale di una certa produzione umanistica.
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Lidio Catti from Ravenna was a poet and a jurist who lived between the 15th and the 16th century. One of his experimental works is an Italian translation in terza rima of Petrarch’s testament, come down to us in a later manuscript now in the Biblioteca Nazionale Marciana (Venice): an erudite collection compiled by the 17th century and containing works linked to Padua. This article provides a study on the formation of this poem, also seeking the tradition of the will Lidio Catti could have referred to, thanks to the observation of textual clues. This analysis is followed by a commented edition, where the verses are compared to the Latin version and the poet’s literary models (expecially Dante and Petrarch, but also, for instance, the contemporary Boiardo). So, the contribution will examine a peculiar moment of Petrarch’s testament fortune, of translation and the experimental features of certain humanistic production.
in "Knížky naučení všelikého", Lucie Heilandová - Jindra Pavelková (edd.), Brno, Moravská zemská knihovna v Brně, 2019, pp. 107-121
in "Parola. Una nozione unica per una ricerca multidisciplinare", a cura di B. Aldinucci - V. Carbonara - G. Caruso - M. La Grassa - C. Nadal - E. Salvatore, Siena, Edizioni Università per Stranieri di Siena, 2019, pp. 85-93
«La Bibliofilía», CXXI/1, 2019, pp. 93-105
Nonostante gli "Opuscula" del ravennate Lidio Catti (Venezia, Giovanni Tacuino, 1502) siano apert... more Nonostante gli "Opuscula" del ravennate Lidio Catti (Venezia, Giovanni Tacuino, 1502) siano aperti da una lettera di Girolamo Avanzi, diversi elementi interni dimostrano che in realtà fu lo stesso poeta a curare l’edizione. In questo senso, è di particolare aiuto l’"errata corrige" compilato proprio dall’autore: al suo interno non solo si leggono liste di errori, ma anche considerazioni linguistiche e indicazioni di compresenza nelle copie di lezioni differenti, frutto dell’attività del poeta correttore (che arriva a emendare persino lo stesso errata corrige). Una collazione di alcuni esemplari dell’edizione, oltre a verificare tale alternanza, ha infine portato alla luce ulteriori differenze testuali talvolta molto consistenti. A tale altezza cronologica, la partecipazione di un autore alla stampa di edizione della propria opera è un fatto degno di interesse per la storia della letteratura e della tipografia.
in "Neulateinische Metrik. Formen und Kontexte zwischen Rezeption und Innovation", herausgegeben von Stefan Tilg - Benjamin Harter, Tübingen, Narr Francke Attempto, 2019 («NeoLatina», 33), pp. 91-108
in "'Tra lo stil de' moderni e 'l sermon prisco'. Studi di allievi e amici offerti a Giuseppe Frasso", a cura di Edoardo R. Barbieri - Marco Giola - Daniele Piccini, Pisa, ETS, 2019, pp. 217-226
«Ticontre. Teoria Testo Traduzione», XI, 2019, pp. 85-107
Tra XV e XVI secolo, la produzione poetica sperimentale neolatina in Italia visse una spinta vers... more Tra XV e XVI secolo, la produzione poetica sperimentale neolatina in Italia visse una spinta verso forme figurali e quasi enigmistiche. Come di mostrato da G. Pozzi, diversi autori si dilettarono nella composizione di "carmina figurata", versi reticolati e sotadici ed acrostici. Oltre che in ambito metrico, il fenomeno ha lasciato tracce anche nel campo della giovane tipografia, a cui questi poeti cominciarono ad affidare le proprie opere. La volontà di rendere visibili al lettore questi giochi letterari, spesso basati sulla posizione delle parole, costrinse gli stampatori ad adottare espedienti formali curiosi ed efficaci. Il contributo si propone di studiare questa produzione, concentrandosi sui casi emblematici delle raccolte di due autori: gli "Opuscula" del ravennate L. Catti (1502) e gli "Epigrammaton libri" del milanese L. Curti (1521). La presenza di calligrammi, di "carmina" organizzati in riquadri, nonché dell’uso strumentale di spaziature, punteggiatura e maiuscole, inseriscono queste antologie sia nella tradizione dei "carmina figurata" latini sia in quella dei "technopaegnia" ellenistici. L’esistenza inoltre di testimoni manoscritti di questi esperimenti permetterà di analizzare le somiglianze e le differenze tra le soluzioni adottate dai copisti e dai tipografi.
in "«La cetra sua gli porse...». Studi offerti ad Andrea Comboni dagli allievi", a cura di Matteo Fadini - Matteo Largaiolli - Camilla Russo, Trento, Università degli Studi di Trento, 2018 («Labirinti», 177), pp. 103-135
Book reviews by Stefano Cassini
«L'almanacco bibliografico», 71, settembre 2024, pp. 2-4
«L'almanacco bibliografico», 70, giugno 2024, pp. 4-5
«L'almanacco bibliografico», 69, marzo 2024, pp. 3-4
«L'almanacco bibliografico», 67-68, settembre-dicembre 2023, pp. 2-3
2 ricerca e ammasso dei tanti libri che, uniti alla che registra cinque decine di incunaboli, qua... more 2 ricerca e ammasso dei tanti libri che, uniti alla che registra cinque decine di incunaboli, quattro migliaia di cinquecentine e un corpus agiografico, di libri e di incisioni, composto da alcune migliaia di esemplari. Di tutto questo non posso che ringraziare la Divina Provvidenza, in primis, e poi i miei genitori, i nonni e gli antenati, alcuni dei quali mi hanno accompagnato con le note di possesso che compaiono nei frontespizi. e ha limato la mia vasta ignoranza, facendomi conoscere persone di vaglia che molto mi hanno insegnato e anche altri, non pochi, che mi hanno confermato quanto si legge nelictus homo qui confidet in homi-Recensioni 067 | 068-A BAYDOVA (ANNA), Illustrer le Livre. Peintres et enlumineurs dans l , Tours, Presses universitaires François-Rabelais, 2023 (Renaissance), pp. 345+XVI di tavole, ill. b/n e col., ISBN 978-2-86906-893libraria, le professioni e le tecniche connesse, permettendo «enfin de prendre la mesure du phénomène dans sa globalité» (p. 11). Al fine di avere un campione affidabile da studiare, si sce
«L'almanacco bibliografico», 66, giugno 2023, pp. 9-10
«L'almanacco bibliografico», 65, marzo 2023, pp. 7-8
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Papers by Stefano Cassini
All’interno del corpus di lettere scritte e ricevute da Aldo Manuzio, un gruppo molto interessante –ricco di rari autografi del bassianese – è quello conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova. Queste lettere, infatti, non solo testimoniano i rapporti commerciali tra un produttore e venditore di libri e una prestigiosissima cliente, Isabella d’Este, ma anche il curioso episodio dell’arresto di Aldo durante il suo rientro a Venezia nel 1506. Il contributo ha lo scopo di presentare questo prezioso materiale e di analizzare la sua pubblicazione a cura di Armand Baschet del 1867, in vista di una futura edizione critica complessiva del carteggio aldino noto agli studi.
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Among the letters written and received by Aldus Manutius, the ones held in the Archivio di Stato in Mantua are very interesting and rich in rare Aldus's autographs. These letters testify both the commercial relationship between a book printer and seller and a very prestigious costumer, Isabella d'Este, and the curious episode of Aldus's detention during his return to Venice in 1506. This contribution aims to present some examples of these precious texts and to analyse their edition mostly by Armand Baschet (1867), in view of a future critical edition of the whole known Aldus's correspondence.
https://alteritas.it/ricerca-3/pubblicazioni/]
"Evident or encrypted acrostics in well and lesser-known Italian Renaissance poems".
The acrostic is among the most famous rhetorical expedients to hide messages. Authors’ and dedicatees’ names, dates and even poetry manifestos can often be concealed within the initials of literary texts, such as Rinuccini’s ‘NO A DANTE’ (‘No to Dante’). The goal of this paper is to focus on Latin and vulgar literature throughout the Italian Renaissance, well-known for its attitude towards experiments. While "Hypnerotomachia Poliphili" was being printed, we can find acrostics, mesostics and telestics in Lancino Curti’s and Giovanni Pollio Lappoli’s production, combinations of anagram and acrostic in "Zodiacus vitae" by Marcello Palingenio (alias Pier Angelo Manciollo). Another very interesting crossover will be the one with Lidio Catti’s "carmen anguineum", which can be read only by decoding the right disposition of its words. In some "anguinea", copied by the Venetian Marin Sanudo in 16th century, the "more anguineo" reading involves also acrostics hiding dates of the events concerning Ravenna during the Italian Wars.
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For the whole book: https://libriantiqui.it/risorse-in-pdf/item/45-contro-lo-sfascio-delle-biblioteche-italiane-un-manifesto-per-i-presidi-culturali-del-territorio
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Lidio Catti from Ravenna was a poet and a jurist who lived between the 15th and the 16th century. One of his experimental works is an Italian translation in terza rima of Petrarch’s testament, come down to us in a later manuscript now in the Biblioteca Nazionale Marciana (Venice): an erudite collection compiled by the 17th century and containing works linked to Padua. This article provides a study on the formation of this poem, also seeking the tradition of the will Lidio Catti could have referred to, thanks to the observation of textual clues. This analysis is followed by a commented edition, where the verses are compared to the Latin version and the poet’s literary models (expecially Dante and Petrarch, but also, for instance, the contemporary Boiardo). So, the contribution will examine a peculiar moment of Petrarch’s testament fortune, of translation and the experimental features of certain humanistic production.
Book reviews by Stefano Cassini
All’interno del corpus di lettere scritte e ricevute da Aldo Manuzio, un gruppo molto interessante –ricco di rari autografi del bassianese – è quello conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova. Queste lettere, infatti, non solo testimoniano i rapporti commerciali tra un produttore e venditore di libri e una prestigiosissima cliente, Isabella d’Este, ma anche il curioso episodio dell’arresto di Aldo durante il suo rientro a Venezia nel 1506. Il contributo ha lo scopo di presentare questo prezioso materiale e di analizzare la sua pubblicazione a cura di Armand Baschet del 1867, in vista di una futura edizione critica complessiva del carteggio aldino noto agli studi.
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Among the letters written and received by Aldus Manutius, the ones held in the Archivio di Stato in Mantua are very interesting and rich in rare Aldus's autographs. These letters testify both the commercial relationship between a book printer and seller and a very prestigious costumer, Isabella d'Este, and the curious episode of Aldus's detention during his return to Venice in 1506. This contribution aims to present some examples of these precious texts and to analyse their edition mostly by Armand Baschet (1867), in view of a future critical edition of the whole known Aldus's correspondence.
https://alteritas.it/ricerca-3/pubblicazioni/]
"Evident or encrypted acrostics in well and lesser-known Italian Renaissance poems".
The acrostic is among the most famous rhetorical expedients to hide messages. Authors’ and dedicatees’ names, dates and even poetry manifestos can often be concealed within the initials of literary texts, such as Rinuccini’s ‘NO A DANTE’ (‘No to Dante’). The goal of this paper is to focus on Latin and vulgar literature throughout the Italian Renaissance, well-known for its attitude towards experiments. While "Hypnerotomachia Poliphili" was being printed, we can find acrostics, mesostics and telestics in Lancino Curti’s and Giovanni Pollio Lappoli’s production, combinations of anagram and acrostic in "Zodiacus vitae" by Marcello Palingenio (alias Pier Angelo Manciollo). Another very interesting crossover will be the one with Lidio Catti’s "carmen anguineum", which can be read only by decoding the right disposition of its words. In some "anguinea", copied by the Venetian Marin Sanudo in 16th century, the "more anguineo" reading involves also acrostics hiding dates of the events concerning Ravenna during the Italian Wars.
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For the whole book: https://libriantiqui.it/risorse-in-pdf/item/45-contro-lo-sfascio-delle-biblioteche-italiane-un-manifesto-per-i-presidi-culturali-del-territorio
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Lidio Catti from Ravenna was a poet and a jurist who lived between the 15th and the 16th century. One of his experimental works is an Italian translation in terza rima of Petrarch’s testament, come down to us in a later manuscript now in the Biblioteca Nazionale Marciana (Venice): an erudite collection compiled by the 17th century and containing works linked to Padua. This article provides a study on the formation of this poem, also seeking the tradition of the will Lidio Catti could have referred to, thanks to the observation of textual clues. This analysis is followed by a commented edition, where the verses are compared to the Latin version and the poet’s literary models (expecially Dante and Petrarch, but also, for instance, the contemporary Boiardo). So, the contribution will examine a peculiar moment of Petrarch’s testament fortune, of translation and the experimental features of certain humanistic production.
Link della mostra: http://www.bibliothecaterraesanctae.org/cataloghi-di-mostre/michele-piccirillo.html
An important figure that exuded a profound commitment to his pastoral vocation with the love for the history and culture of the Holy Land; an erudite and a most accurate historian, Father Arce did outstanding work regarding the collections preserved in St. Saviour’s Monastery. His bibliographical works, exceptional for their precision and thoroughness, are still valuable and up-to-date.
This quiet, methodical friar was not only a brilliant scholar ahead of his time but also a warm and friendly man, capable up to the end of his life of marvelling and singing with joy as he watched a Jerusalem white with snow. A man in love with life, both meek and indomitable, a tireless traveller who traversed the whole world.
This digital exhibition, presented in Italian and Spanish, is organised in fourteen panels accompanied by more than fifty archival pictures. It aims to underline the importance of this figure, highlighting his profile as a scholar and writer; and to laud his leading role in the history of St. Saviour’s Library during the 20th century.
Link to the exhibition:
http://www.bibliothecaterraesanctae.org/cataloghi-di-mostre/padre-agustin-arce.html