
yuri godino
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University of Trento
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German Archaeological Institute
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Books by yuri godino
La scadenza per l'invio delle proposte di contributo è fissata al 22 settembre 2024.
Questa occasione, giunta alla sua quinta edizione, vuole ricordarla nella maniera che lei stessa avrebbe apprezzato di più: attraverso i temi a lei cari, l’innovazione della ricerca e le nuove generazioni di studiosi.
La quinta edizione, svoltasi l’11 Giugno 2018 a Pisa, a cinque anni dalla scomparsa della studiosa, è stata dedicata al tema delle “Tecnologie di produzione” intendendo in questa maniera ricordare l’impegno della studiosa nell’indagare le modalità di fabbricazione del vasellame, dalla cavatura dell’argilla alla tornitura, dalla decorazione degli oggetti sino alla cottura in fornace.
Gli studi inseriti in questo volume, e presentati nel corso della quinta giornata di studi, offrono osservazioni sui metodi di fabbricazione ricavati sia dalle ceramiche rinvenute negli scavi come scarti di fornace, che dagli attrezzi utilizzati dai vasai o dalle stesse fornaci dove la ceramica veniva cotta.
Attraverso analisi materiali, archeometriche e sperimentali, e tramite l’intreccio di fonti scritte, materiali ed etnografiche, vengono ricostruiti i metodi di lavoro e le tecniche utilizzate nelle botteghe, le abitudini dei vasai, i modi di tornire e decorare gli oggetti, le eventuali sperimentazioni, le trasmissioni tecnologiche tra centri diversi.
Papers by yuri godino
Malgrado le numerose proposte che hanno caratterizzato il dibattito italiano ed europeo, non si è ancora giunti all’elaborazione di un modello accettato e condiviso e rimangono aperti numerosi interrogativi in merito al ruolo delle singole guarnizioni metalliche e, nel complesso, al funzionamento dell’intero sistema.
Il contributo presentato in questa sede ha l’obiettivo di analizzare i singoli elementi che componevano il set di guarnizioni delle cd. ‘cinture a cinque pezzi’ in ferro e di identificarne ruoli e funzioni, proponendo un modello di sospensione della spatha adattabile ai materiali longobardi.
Il contributo vuole presentare un caso di studio in cui sono state utilizzate le metodologie dell'Archeologia Sperimentale per analizzare i materiali ceramici e identificare le tracce di lavorazioni presenti sulla superficie dei reperti. L'approccio sperimentale ha consentito di proporre spunti di riflessione sul significato artigianale e culturale dei reperti e sulle capacità tecniche delle maestranze, permettendo di proporre interpretazioni sulle tecniche di foggiatura, sulle modalità di decorazione e sui metodi di cottura dei pezzi.
La ricerca qui presentata e ancora in corso, vuole focalizzarsi sull'analisi delle informazioni archeologiche, allo scopo di ricostruire le singole fasi del processo produttivo della ceramica, dal reperimento dell'argilla alla realizzazione dell'oggetto finito. L'obiettivo è quello di comprendere le i singoli aspetti del processo tecnologico, attraverso l'indentificazione degli indicatori artigianali.
In particolare, il lavoro qui esposto vuole presentare la ricostruzione di una fornace rinvenuta in un sito archeologico piemontese, datata all'VIII secolo; la costruzione della struttura, realizzata in graticcio intonacato d'argilla, ha permesso la comprensione delle modalità di funzionamento dell'impianto, contribuendo allo sviluppo di ipotesi interpretative in merito al lavoro del ceramista.
La scadenza per l'invio delle proposte di contributo è fissata al 22 settembre 2024.
Questa occasione, giunta alla sua quinta edizione, vuole ricordarla nella maniera che lei stessa avrebbe apprezzato di più: attraverso i temi a lei cari, l’innovazione della ricerca e le nuove generazioni di studiosi.
La quinta edizione, svoltasi l’11 Giugno 2018 a Pisa, a cinque anni dalla scomparsa della studiosa, è stata dedicata al tema delle “Tecnologie di produzione” intendendo in questa maniera ricordare l’impegno della studiosa nell’indagare le modalità di fabbricazione del vasellame, dalla cavatura dell’argilla alla tornitura, dalla decorazione degli oggetti sino alla cottura in fornace.
Gli studi inseriti in questo volume, e presentati nel corso della quinta giornata di studi, offrono osservazioni sui metodi di fabbricazione ricavati sia dalle ceramiche rinvenute negli scavi come scarti di fornace, che dagli attrezzi utilizzati dai vasai o dalle stesse fornaci dove la ceramica veniva cotta.
Attraverso analisi materiali, archeometriche e sperimentali, e tramite l’intreccio di fonti scritte, materiali ed etnografiche, vengono ricostruiti i metodi di lavoro e le tecniche utilizzate nelle botteghe, le abitudini dei vasai, i modi di tornire e decorare gli oggetti, le eventuali sperimentazioni, le trasmissioni tecnologiche tra centri diversi.
Malgrado le numerose proposte che hanno caratterizzato il dibattito italiano ed europeo, non si è ancora giunti all’elaborazione di un modello accettato e condiviso e rimangono aperti numerosi interrogativi in merito al ruolo delle singole guarnizioni metalliche e, nel complesso, al funzionamento dell’intero sistema.
Il contributo presentato in questa sede ha l’obiettivo di analizzare i singoli elementi che componevano il set di guarnizioni delle cd. ‘cinture a cinque pezzi’ in ferro e di identificarne ruoli e funzioni, proponendo un modello di sospensione della spatha adattabile ai materiali longobardi.
Il contributo vuole presentare un caso di studio in cui sono state utilizzate le metodologie dell'Archeologia Sperimentale per analizzare i materiali ceramici e identificare le tracce di lavorazioni presenti sulla superficie dei reperti. L'approccio sperimentale ha consentito di proporre spunti di riflessione sul significato artigianale e culturale dei reperti e sulle capacità tecniche delle maestranze, permettendo di proporre interpretazioni sulle tecniche di foggiatura, sulle modalità di decorazione e sui metodi di cottura dei pezzi.
La ricerca qui presentata e ancora in corso, vuole focalizzarsi sull'analisi delle informazioni archeologiche, allo scopo di ricostruire le singole fasi del processo produttivo della ceramica, dal reperimento dell'argilla alla realizzazione dell'oggetto finito. L'obiettivo è quello di comprendere le i singoli aspetti del processo tecnologico, attraverso l'indentificazione degli indicatori artigianali.
In particolare, il lavoro qui esposto vuole presentare la ricostruzione di una fornace rinvenuta in un sito archeologico piemontese, datata all'VIII secolo; la costruzione della struttura, realizzata in graticcio intonacato d'argilla, ha permesso la comprensione delle modalità di funzionamento dell'impianto, contribuendo allo sviluppo di ipotesi interpretative in merito al lavoro del ceramista.
The presence of specific archaeological markers (ingots, hemispherical and semi-finished lead bars, tools associated with goldsmiths) and the proximity of the settlements to the argentiferous lead deposits led to hypothesis of the existence of activities related to extraction of silver: these activities seem to be associated with the production of iron, a topic that has often been under the attention of researchers.
The experimentation carried out by the authors has the aim to demonstrate how the kind of structures documented in Early Medieval Piedmont could be useful both for reducing iron and for extracting silver from galena minerals. The work was focused on reconstructing the structure found in Misobolo (TO) and dated back to the 8th century
A.D.(CIMA 1986): iconographical sources led us to the reconstruction of two bellows in leather and wood; ceramic tuyeres were replicated recreating one of the two furnaces found during the excavation of Brescia – Santa Giulia of Brescia.
The experimentation was useful to document all the steps of the production cycle and to obtain a small quantity of metal; during the research we were able to achieve a better understanding of some particular aspects of the structure’s working principles.
Often, however, these materials do not have an immediate effect on the visitor, and they turn out to be obscure for the public. In this regard, living history is an amazing way to create a link between archaeological data and community, using a language made of images, gestures, sounds and smells.
Presenze Longobarde is a research and study project about the material culture of the Lombards, and in particular about the northwestern part of Italy during 7th century. Through experimental and reconstructive approaches, we would like to investigate particular issues related to the Germanic culture, using living history as scientific and educational tool. This paper aims to present some experiences carried out in the project, in the field of male and female dress, early medieval nutrition, ceramic production and ancient metallurgy. In particular, we would like to present the reconstruction of some Lombard figures from Piedmont, based on the grave goods from the Dama del Lingottoʼs tomb, graves 47 and 53 of Collegno, grave 479 of SantʼAlbano Stura and grave 79 of Nocera Umbra.
Finally, a significant part of the paper will be devoted to display some particular reconstructions, like the aristocratic feast of 7th century and a Lombard funeral ritual.
Il contributo vuole presentare un caso di studio in cui sono state utilizzate le metodologie dell'Archeologia Sperimentale per analizzare i materiali ceramici e identificare le tracce di lavorazione presenti sulla superficie dei reperti. L'approccio sperimentale ha consentito di proporre spunti di riflessione sul significato artigianale e culturale dei reperti e sulle capacità tecniche delle maestranze, permettendo di proporre interpretazioni sulle tecniche di foggiatura, sulle modalità di decorazione e sui metodi di cottura dei pezzi.
La lezione intende far conoscere agli studenti le potenzialità di questo strumento di ricerca, fornendo loro un quadro generale della disciplina; verranno presentate alcune significative esperienze di studio, pertinenti a differenti ambiti tematici, al fine di evidenziare gli aspetti metodologici dell’Archeologia Sperimentale.
Ad esse, si aggiunge il grande apporto dell’Archeologia Sperimentale, una disciplina ancora poco sviluppata in Italia, che permette di integrare la ricerca scientifica, producendo nuovi dati e verificando le teorie e le ipotesi elaborate dalle tradizionali metodologie di studio.
L’intervento qui proposto vuole presentare al pubblico il progetto Presenze Longobarde, esperienza di studio della cultura materiale del popolo longobardo. Attraverso approcci di tipo sperimentale e ricostruttivo, il progetto intende approfondire particolari tematiche connesse alla società germanica: l'abbigliamento, ricostruito sulla base delle informazioni archeologiche, storiche ed iconografiche, o l'Alimentazione, argomento vasto ed eterogeneo affrontato attraverso l'analisi delle fonti, lo realizzazione di prove sperimentali di cottura e l'allestimento di un banchetto aristocratico della prima metà del VII secolo d.C..
Particolare attenzione è riservata allo studio di determinati aspetti dell'artigianato altomedievale, affrontati con il duplice approccio della Ricerca e della Divulgazione.
La ricostruzione delle differenti fasi dell'estrazione dell'argento, a partire dal minerale piombifero, si caratterizza come esperienza di Archeologia Sperimentale, presentata nel 2015 all'Experimental Archaeology Conference di Dublino; parallelamente, lo studio offre numerosi aspetti spettacolari e coinvolgenti, che l'hanno resa un importante momento divulgativo durante gli eventi aperti al pubblico.
Lo studio della ceramica altomedievale ha permesso di porre numerosi interrogativi durante la ricostruzione delle singole fasi di realizzazione di un manufatto, analizzando nei dettagli gli aspetti tecnici del sapere artigianale; il reperimento delle materie prime, la foggiatura di un vaso e la costruzione di un forno ceramico hanno permesso, attraverso attività, gesti ed immagini, di spiegare al pubblico meno specializzato un argomento altrimenti di difficile divulgazione.
con Elena Sorge, Giovanni Roncaglia, Roberta Recanatini.
- "I Longobardi a Civezzano", dott. Gianni Ciurletti, già Soprintendenza per i Beni ARcheologi della Provincia di Trento.
- "La ricostruzione storica come strumento di ricerca e valorizzazione: il progetto Presenze Longobarde", in "Longobardi a Civezzano", dott.ssa Valeria Cobianchi, dott. Yuri Godino, Mirko Montelatici.