Il volume indaga il pubblico cinematografico sovietico dal periodo della NEP ai primi anni Trenta... more Il volume indaga il pubblico cinematografico sovietico dal periodo della NEP ai primi anni Trenta, sulla base delle fonti d’archivio e della pubblicistica del tempo. Studiare il pubblico sovietico significa esplorare la storia sociale e culturale dell’URSS attraverso il filtro del cinema. Il potere sovietico sollecitò la mobilitazione della società attorno alla promozione del proprio cinema quando quello straniero, bollato come “borghese”, era predominante nelle sale. La “Società degli amici del cinema sovietico” (ODSK) costituì in questo senso l’esperienza più originale nell’URSS degli anni Venti. Il suo compito fu di trasformare il pubblico in soggetto attivo nell’edificazione dell’URSS, con l’impegno diretto nella promozione del cinema sovietico. Tuttavia, vi fu sempre uno scarto fra le dichiarazioni programmatiche dell’ODSK e le difficoltà nell’attuarle. L’obiettivo di essere un’associazione di massa operaio-contadina si scontrò con dei limiti che ne ridimensionarono i risultati. La variazione della composizione sociale, politica e degli iscritti dell’associazione permette di ritrovare alcune dinamiche socioeconomiche e culturali tipiche del passaggio dalla NEP allo stalinismo montante, con la diretta dipendenza dell’arte e della cultura dal partito comunista, e l’imposizione del realismo socialista nel 1934. Fra le iniziative più originali degli anni Venti, lo studio dello spettatore ebbe lo scopo di constatare le preferenze e le abitudini del pubblico affinché le case di produzione proponessero un’offerta filmica rispondente alla sua domanda, in sintonia con il sistema concorrenziale della NEP. Al fine commerciale si accompagnò, acquisendo più rilevanza, quello ideologico, volto alla rieducazione del pubblico ai valori della società socialista. L’analisi specifica dell’inchiesta sul pubblico moscovita circa Oktjabr’ (1928) di Ejzenštejn fa emergere, infine, degli esiti divergenti dalla tradizione storiografica sul presunto insuccesso del film fra il pubblico interno.
Il volume tratta le coproduzioni cinematografiche fra l’Italia e l’URSS dall’inizio degli anni ’6... more Il volume tratta le coproduzioni cinematografiche fra l’Italia e l’URSS dall’inizio degli anni ’60 alla fine degli anni ’70. Si intende comprendere se e quanto sia possibile, tramite lo studio di quella collaborazione, apportare nuove conoscenze e spunti interpretativi alla più ampia storia delle relazioni fra i due Paesi, nel contesto dell’antagonismo della Guerra fredda. Gli interrogativi sollevati sono diversi. Essi concernono la genesi della cooperazione, le posizioni degli attori istituzionali e politici, il ruolo degli addetti ai lavori (produttori, cineasti, funzionari), la negoziazione fra i diversi patrimoni artistici, culturali e organizzativi nella realizzazione delle opere, nonché l’accoglienza riservata ai film. Questa forma di cooperazione – al contempo artisticoculturale, economico-industriale e politico- istituzionale – permette di osservare da una prospettiva peculiare le possibilità, così come i limiti, dei complessi rapporti italo-sovietici nell’ambito della distensione fra Est e Ovest.
Il volume indaga il pubblico cinematografico sovietico dal periodo della NEP ai primi anni Trenta... more Il volume indaga il pubblico cinematografico sovietico dal periodo della NEP ai primi anni Trenta, sulla base delle fonti d’archivio e della pubblicistica del tempo. Studiare il pubblico sovietico significa esplorare la storia sociale e culturale dell’URSS attraverso il filtro del cinema. Il potere sovietico sollecitò la mobilitazione della società attorno alla promozione del proprio cinema quando quello straniero, bollato come “borghese”, era predominante nelle sale. La “Società degli amici del cinema sovietico” (ODSK) costituì in questo senso l’esperienza più originale nell’URSS degli anni Venti. Il suo compito fu di trasformare il pubblico in soggetto attivo nell’edificazione dell’URSS, con l’impegno diretto nella promozione del cinema sovietico. Tuttavia, vi fu sempre uno scarto fra le dichiarazioni programmatiche dell’ODSK e le difficoltà nell’attuarle. L’obiettivo di essere un’associazione di massa operaio-contadina si scontrò con dei limiti che ne ridimensionarono i risultati. La variazione della composizione sociale, politica e degli iscritti dell’associazione permette di ritrovare alcune dinamiche socioeconomiche e culturali tipiche del passaggio dalla NEP allo stalinismo montante, con la diretta dipendenza dell’arte e della cultura dal partito comunista, e l’imposizione del realismo socialista nel 1934. Fra le iniziative più originali degli anni Venti, lo studio dello spettatore ebbe lo scopo di constatare le preferenze e le abitudini del pubblico affinché le case di produzione proponessero un’offerta filmica rispondente alla sua domanda, in sintonia con il sistema concorrenziale della NEP. Al fine commerciale si accompagnò, acquisendo più rilevanza, quello ideologico, volto alla rieducazione del pubblico ai valori della società socialista. L’analisi specifica dell’inchiesta sul pubblico moscovita circa Oktjabr’ (1928) di Ejzenštejn fa emergere, infine, degli esiti divergenti dalla tradizione storiografica sul presunto insuccesso del film fra il pubblico interno.
Il volume tratta le coproduzioni cinematografiche fra l’Italia e l’URSS dall’inizio degli anni ’6... more Il volume tratta le coproduzioni cinematografiche fra l’Italia e l’URSS dall’inizio degli anni ’60 alla fine degli anni ’70. Si intende comprendere se e quanto sia possibile, tramite lo studio di quella collaborazione, apportare nuove conoscenze e spunti interpretativi alla più ampia storia delle relazioni fra i due Paesi, nel contesto dell’antagonismo della Guerra fredda. Gli interrogativi sollevati sono diversi. Essi concernono la genesi della cooperazione, le posizioni degli attori istituzionali e politici, il ruolo degli addetti ai lavori (produttori, cineasti, funzionari), la negoziazione fra i diversi patrimoni artistici, culturali e organizzativi nella realizzazione delle opere, nonché l’accoglienza riservata ai film. Questa forma di cooperazione – al contempo artisticoculturale, economico-industriale e politico- istituzionale – permette di osservare da una prospettiva peculiare le possibilità, così come i limiti, dei complessi rapporti italo-sovietici nell’ambito della distensione fra Est e Ovest.
Nella produzione cinematografica del XX secolo alle logiche industriali ed artistiche si sono spe... more Nella produzione cinematografica del XX secolo alle logiche industriali ed artistiche si sono spesso sovrapposti interessi politici e ideologici. Circolando su tutto il globo e veicolando stili di vita e informazioni culturali, i film sono stati anche un’occasione di incontri (e scontri) economici, diplomatici, propagandistici e professionali. Commercio, ideologie, rapporti interstatali e transnazionali si sono intrecciati a partire da bobine di pellicola, rese preziosissime da un’enorme domanda. Dalla Grande guerra alla sfida globale Usa-Urss – passando per l’età dei totalitarismi, il secondo conflitto mondiale e la ricostruzione post bellica – i diversi articoli qui presenti mettono a fuoco un’epoca in cui il cinema si è affermato come mezzo di relazione internazionale e modo di proiettarsi di ciascun Paese oltre i propri confini. In maniera originale e multidisciplinare, questo numero analizza quanto e in che modo abbia inciso il cinema nella storia internazionale del Novecento e come abbia saputo raccontare – meglio di qualsiasi altro medium – il «secolo breve» ai suoi contemporanei e alle generazioni successive. Completa la rivista la sezione Stile libero con un approfondimento su Roberto Faenza, un’intervista a Margarethe von Trotta e un contributo di Francesco Munzi; oltre alle segnalazioni cinematografiche ed editoriali dell’ultima stagione.
Lo studio dei festival cinematografici può contribuire a una conoscenza più approfondita della st... more Lo studio dei festival cinematografici può contribuire a una conoscenza più approfondita della storia internazionale dell'età contemporanea? Il volume risponde a questa domanda analizzando le principali manifestazioni (Venezia, Cannes, Berlino, Karlovy Vary, Mosca fra le altre) nei loro aspetti politici, economici e culturali. I festival sono studiati in quanto forme di mobilitazione che hanno coinvolto periodicamente governi, produttori, imprenditori, registi e intellettuali, tutti accomunati dall'interesse per la promozione internazionale dei film. L'indagine si basa su una documentazione d'archivio variegata per provenienza nazionale e istituzionale, secondo un approccio che punta a considerare diverse prospettive, da quella locale all'internazionale, lungo un periodo che va dagli anni Trenta agli anni Settanta del XX secolo. I sette capitoli costituiscono le tessere di un mosaico da cui, attraverso i festival del cinema, affiora l'articolata trama delle relazioni culturali ed economiche del Novecento e il mutevole ruolo svolto in esse dalla politica internazionale e dalla diplomazia. Fra i temi più significativi emergono la complessità delle negoziazioni alla base dei festival, la loro diffusione globale lungo i decenni, nonché il passaggio dall'egemonia dei poteri economici e politici tradizionali al maggior peso esercitato in essi dai fattori propriamente culturali e artistici
In Cold War Europe, international film festivals represented much more than a simple artistic eve... more In Cold War Europe, international film festivals represented much more than a simple artistic event for the USSR. Generally, the Soviets understood festivals as a political and ideological battlefield where showing their predominance through film art and culture was the primary goal. This talk will explore in detail the reasons for Soviet presence - and absence – at the Cannes and Venice film festivals, covering the period from the aftermath of WWII to 1962, when Andrej Tarkovskij's Ivan's childhood won the Gold Lion at Venice.
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Il volume risponde a questa domanda analizzando le principali manifestazioni (Venezia, Cannes, Berlino, Karlovy Vary, Mosca fra le altre) nei loro aspetti politici, economici e culturali. I festival sono studiati in quanto forme di mobilitazione che hanno coinvolto periodicamente governi, produttori, imprenditori, registi e intellettuali, tutti accomunati dall'interesse per la promozione internazionale dei film. L'indagine si basa su una documentazione d'archivio variegata per provenienza nazionale e istituzionale, secondo un approccio che punta a considerare diverse prospettive, da quella locale all'internazionale, lungo un periodo che va dagli anni Trenta agli anni Settanta del XX secolo.
I sette capitoli costituiscono le tessere di un mosaico da cui, attraverso i festival del cinema, affiora l'articolata trama delle relazioni culturali ed economiche del Novecento e il mutevole ruolo svolto in esse dalla politica internazionale e dalla diplomazia. Fra i temi più significativi emergono la complessità delle negoziazioni alla base dei festival, la loro diffusione globale lungo i decenni, nonché il passaggio dall'egemonia dei poteri economici e politici tradizionali al maggior peso esercitato in essi dai fattori propriamente culturali e artistici
http://www.aciesedizioni.it/WarFilms-ita.htm
http://www.limesonline.com/war-films-interpretazioni-storiche-del-cinema-di-guerra/77294
http://www.corrierequotidiano.it/5341-libri-e-riviste/lazio-news/war-films-il-cinema-di-guerra-prima-linea
http://www.giornidistoria.net/war-films-un-ciak-della-sism-e-delleditrice-acies-sul-cinema-di-guerra/
http://www.tv2000.it/blog/2015/05/08/la-battaglia-di-algeri-come-nata-quella-fotografia-di-marcello-gatti/