Papers by marco brancucci
Form@re, 2018
Nell’intento di avvicinare due mondi professionali, carcere e università, passando attraverso la ... more Nell’intento di avvicinare due mondi professionali, carcere e università, passando attraverso la formazione di futuri educatori e pedagogisti, questo saggio si propone di coniugare intersezioni disciplinari per curricula pedagogici aperti al penitenziario, anche alla luce del cambiamento normativo avviato a partire dalla cosiddetta ‘proposta di Legge Iori’.
Leggere è sovente considerato un piacere da coltivare, una conquista, punto d'arrivo di un'educaz... more Leggere è sovente considerato un piacere da coltivare, una conquista, punto d'arrivo di un'educazione ricevuta, attitudine della mente a ricercare nutrimento tra le pagine da sfogliare. Il piacere, però, spesso appare subordinato al dovere a cui viene associata anche la lettura fin dall'età scolare. Si dovrebbe obiettare, perciò, che "il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con il verbo 'amare', il verbo 'sognare'" (Pennac, 2000, p. 11). Se non si può obbligare ad amare o a sognare, lo stesso vale per il diritto ad una lettura che sia libera e volontaria: specie in luoghi dove tale forma d'evasione non è a portata di mano liberamente. Il carcere è tra questi.
In people's eyes, migration reminds of a controversial attempt to overcome cultural, economic dis... more In people's eyes, migration reminds of a controversial attempt to overcome cultural, economic discrepancies and conflicts between the richest societies and the poorest ones. Meanwhile, suffering and struggling migrants are stuck in the middle of nowhere, running the risk to be offsite and wrapped in a 'double absence' paradox (Sayad, 2002): the absence and distance from their homeland versus the absence from illusory shelter communities, in which they are incorporated but excluded too, at the same time. As if migration itself were considered equivalent to criminality and being immigrates were a crime in disguise, regardless of illusions, shattered expectations (Sayad, 2002, 2004), or patriotic nostalgia, social exclusion becomes dangerously the anteroom of their criminal involvement really, leading to judicial troubles, up to imprisonment as the worst end of their hopeful journeys. Just considering life conditions of foreign delinquents in Italy, they are the most marginalized repentant people among the marginal inmates themselves (Vatrella, 2015), victimized by a double exclusion (Delle Vergini, 2004). Not only in the case of adult inmates. After committing crimes, juvenile immigrates seem penalized too: being more excluded from legislative benefits as foreigners and more exposed to vulnerability as minors behind the bars (Maurizio, 2006). Therefore, this paper focuses also on how penitentiary educators are called to feed and personify the intercultural vocation of inclusion and mediation: to let every prison apply for educational city community (Federighi, 2016) from the inside out and avoid to be misconceived as a place at risk of ideological extremist radicalization, nowadays.
School is the most embedded formal educational agency into society. Therefore, the more society e... more School is the most embedded formal educational agency into society. Therefore, the more society evolves fast, the more school arranges to change itself, shaping new operative borders. So, what happens, instead, when school is located inside change-proof institutions such as Juvenile Prisons? National laws (Italian Republic Constitution, 1948; Italian Penitentiary System, 1975) and international organizations (United Nations Convention on the Rights of the Child, 20 Novem-ber 1989) both recognize the right of minors and adolescents for education and learning, which is insuppressible even inside prisons and somewhere else individual freedom is deprived. But, how to convert this general orientations into self-efficient school practices inside Italian Juvenile Prisons? How much able is the collaboration between School system and Juvenile Justice system to respond to the educational needs of young inmates, really? Starting from the hermeneutical analysis of available data referring to Ministerial sources and recent researches (MIUR-ISFOL report, 2014; ANTIGONE 3rd report, 2015), this essay aims to underline contradictions and discrepancies between how schooling is thought or is done inside Juvenile Prisons, and to imagine how to apply corrective actions or strategies to make them fit to enhance both the cultural and educational growth and the emancipation of young inmates. La scuola è l'agenzia educativa formale più radicata nel tessuto sociale. Ciò comporta che, per stare al passo dei rapidi cambiamenti sociali, essa si adatti mutevolmente, riperimetrando le pro-prie frontiere operative. Cosa accade alla scuola, invece, quando è collocata in frontiera all'in-terno di istituzioni talvolta resistenti al cambiamento, quali gli istituti penali minorili? Corpi nor-mativi nazionali (Costituzione italiana, 1948; Ordinamento Penitenziario, 1975) ed organiz-zazioni internazionali (Convenzione ONU sui diritti di infanzia e adolescenza, 1989), ri-conoscono il diritto dei minori all'istruzione, e la sua insopprimibilità o riduzione anche nei contesti di privazione della libertà individuale. Come si traducono questi orientamenti generali nella pratica progettuale e operativa del fare scuola nei penitenziari minorili italiani? Quanto è in grado la scuola, in sinergia con la Giustizia Minorile, di rispondere concretamente e non as-trattamente ai reali bisogni dei giovani detenuti? Mediante un'analisi ermeneutica dei dati resi disponibili da fonti ministeriali e recenti ricerche (Rapporto MIUR-ISFOL, 2014; Terzo Rapporto di ANTIGONE, 2015), questo saggio pone l'accento su contraddizioni e discrepanze tra il pen-sare scuola e il fare scuola negli istituti penali minorili italiani, e mira a immaginare come appli-care strategie o azioni correttive, idonee a contribuire allo sviluppo sia della crescita culturale e educativa che all'emancipazione dei giovani detenuti.
Starting from the semantic and pedagogical value of 'human training' concept, this essay aims to ... more Starting from the semantic and pedagogical value of 'human training' concept, this essay aims to focus, in broad terms, on the importance of a questioning reflection about the role and the perspective of penitentiary educator, between current reality and ideal reality, throughout training intervention process in favor of adult inmates inside Italian prisons.
Book Reviews by marco brancucci
Review of the book by Pirè, V. (2014). Carcere e potere. Interrogativi pedagogici. Roma: Aracne.
Books by marco brancucci
Aracne - IN-CON-TRA Didattica e Pedagogia dell'Inclusione, 2018
Il volume è rivolto alla formazione di competenze professionali specifiche per educatori penitenz... more Il volume è rivolto alla formazione di competenze professionali specifiche per educatori penitenziari minorili e coniuga riflessioni teoriche di pedagogia generale e sociale con le attuali politiche in materia di giustizia minorile. Il modello formativo e applicativo proposto, funzionale a fornire le chiavi di lettura del contesto organizzativo penitenziario minorile, sempre più adultizzato nella sua evoluzione storica e nel suo assetto istituzionale, parte dal tutoring rivolto a studenti di Scienze dell’educazione e mira a evidenziare il nesso tra Prison Education e Adult Education in chiave di Life Long Learning, secondo le politiche sia nazionali che della Comunità Europea.
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