Books by Marco Francalanci
Spiriti guizzanti, esplosioni primordiali, viaggi interplanetari e memorie personali si intreccia... more Spiriti guizzanti, esplosioni primordiali, viaggi interplanetari e memorie personali si intrecciano nelle pagine che scaturirono dalla penna di un contadino ligure imperfettamente alfabetizzato, Raffaele Codino (Ellera, 1836 – Ellera, 1912). Egli, a dispetto della marginalità culturale nella quale era relegato, cercava di imporsi al pubblico dei suoi “amatissimi ascultaturi” come scienziato e come narratore. Nell’italiano malfermo delle sue opere, pubblicate originariamente a Savona all’inizio del Novecento, si trovano condensate le esperienze di tutta una vita, il frutto di pensieri ossessivi e l’esito di letture eterogenee e mal comprese. Quella di Raffaele Codino è la storia di un uomo che ebbe con la lettura e con la scrittura un rapporto singolarissimo, studiarla consente di guardare da una prospettiva inedita temi centrali della storia del libro e della storia sociale.
CC-BY-SA, 2024
Durante l’età moderna, le gride furono tra i documenti maggiormente utilizzati dalle istituzioni ... more Durante l’età moderna, le gride furono tra i documenti maggiormente utilizzati dalle istituzioni per comunicare al popolo regole e norme da seguire. La loro circolazione era affidata ai preconi che, oltre a leggerle a voce alta, affiggevano copia dei documenti nei luoghi più rappresentativi e frequentati delle città. In tutta Europa, nel tentativo di far conoscere e osservare le più recenti disposizioni, se ne producevano moltissime. Questo libro intende studiare i caratteri delle gride milanesi del Cinquecento per mettere in luce quali fossero i principali canali attraverso cui erano diffuse, chi fossero gli attori che entravano in gioco nella loro produzione e come venissero utilizzate. Lo studio, che guarda in egual misura ai prodotti manoscritti e a quelli tipografici, ambisce a mostrare quali fossero le funzioni sociali di questi documenti e quale impor-
tanza rivestirono nella società del periodo.
In appendice al volume si offrono un censimento delle gride stampate a Milano nel Cinquecento e un censimento dei preconi attivi in città.
Polistampa, 2023
Il volume racchiude le lettere che il Marchese Roberto Ridolfi (Firenze, 1899 - Firenze, 1991) sc... more Il volume racchiude le lettere che il Marchese Roberto Ridolfi (Firenze, 1899 - Firenze, 1991) scambiò con due studiosi inglesi, Cecil Roth e Cecil Grayson.
La dimensione internazionale dell’opera di Ridolfi, spesso poco considerata dalla storiografia, è stata invece talmente rilevante da valergli la prestigiosa laurea oxoniense. Il riconoscimento gli venne conferito nel giugno del 1961 e i mediatori di questo successo furono proprio i “due Cecil”. Entrambi professori a Oxford, strinsero col Marchese rapporti profondi: il primo – ebraista poi, ma storico del Rinascimento in giovane età – gli fu amico tutta la vita, compagno di studi e collaboratore di lunga data; il secondo invece, italianista allievo di Carlo Dionisotti, fu il traduttore della sua opera per il pubblico inglese.
Papers by Marco Francalanci
Journal of Early Modern Studies, 2024
The purpose of the article is to draw attention to Italian riddles of the Renaissance. This publi... more The purpose of the article is to draw attention to Italian riddles of the Renaissance. This publishing and literary genre has been studied especially from ethnological or literary perspectives. What is completely lacking, however, are studies that deal with how this literature was produced, how it circulated and who printed it. These perspectives are highly relevant: they make us realise that such texts were not only produced by the likes of Cervantes, Bembo or Shakespeare, but that riddles were often written, performed and printed by men who are now forgotten, sometimes not fully literate and often not from elites. The intention here is to place these writings in a methodological and historiographical framework that may lead to more in-depth study in the future.
The Early Modern administrations that chose to assign the production of their documents to the pr... more The Early Modern administrations that chose to assign the production of their documents to the printing presses faced new and complex challenges. The separation between the system of production and institutional circuits led to important changes with significant consequences. Together with the production techniques, the actors involved in the preparation of the copies changed as well: the responsibilities that had once been completely assumed by the chancery were now partly transferred to the printing works. The social role and cultural profile of the documents’ producers changed radically. By analysing the Milanese case, we intend to reflect on the strategies adopted by the agents of the chancery in order to maintain control over the production of the gride (documents through which the institutions communicated laws, orders and rules to the population). The relationship between manual copying and printing in the production of these documents will be considered. By focusing our attention on the various phases of the drafting of the texts – moving from the chancery, through the printing presses, to urban life – we intend to show the plurality of actors and skills that intervened in the process of production.
Il saggio indaga i rapporti internazionali – soprattutto inglesi – di Roberto Ridolfi. Viene inol... more Il saggio indaga i rapporti internazionali – soprattutto inglesi – di Roberto Ridolfi. Viene inoltre presentato il rapporto intellettuale che il Marchese fiorentino tenne con Cecil Roth e Cecil Grayson, figure centrali nel panorama accademico inglese e internazionale del Novecento. I "due Cecil" strinsero col Marchese rapporti profondi: il primo – ebraista poi, ma storico del Rinascimento in giovane età – gli fu amico tutta la vita, compagno di studi e collaboratore di lunga data; il secondo invece, italianista allievo di Carlo Dionisotti, fu il traduttore della sua opera per il pubblico inglese.
Online at: https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Mila... more Online at: https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf
Con questo intervento si riflettere sulla transizione subita da alcune categorie di testi ufficiali nel passaggio dalla cultura manoscritta a quella tipografica. Il discorso proposto muove dall’analisi delle gride e dei mutamenti che queste presentano al variare dei produttori. Lo scopo dell’analisi è capire in che modo l’amministrazione milanese sia stata in grado di orientare la produzione tipografica delle gride, intervenendo così anche sulla qualità della loro fruizione. Si riflette insomma sul legame che unisce i concetti di uniformità formale e percezione dell’ufficialità. Emerge in definitiva un disegno complesso: si mostra come la stabilità dei rapporti di collaborazione che vennero a costruirsi fra la città e i tipografi sia stata in grado di guidare la qualità della fruizione dei prodotti.
La Bibliofilía. Rivista di storia del libro e di bibliografia, 2019
La Bibliofilía. Rivista di storia del libro e di bibliografia, 2019
Online at: https://www.jstor.org/stable/26923748
This contribution focuses on the relationsh... more Online at: https://www.jstor.org/stable/26923748
This contribution focuses on the relationship that was built in 16th century Milan between the press and texts of a normative nature. After having briefly considered the existing contributions on the subject, we move on to examine a specific aspect of the relationship, that is, considering the transition of a precise measure through three different textuality: in its handwritten form, as a typographic manifesto and finally as it appeared I a collection of laws. The analysis of the documents clearly illustrates the evolution of the standard, which undergoes changes both at the linguistic level and from the point of view of the organization of the text. The comparison therefore leads us to consider the importance of the strategy for disseminating standards when they are produced. More generally, it is clear that the producer bodies are willing to maintain control over the measure, demonstrating that the power was not willing to leave the narration of the political discourse to the case or to the will of the printers.
REVIEWS by Marco Francalanci
Catalogo della raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei comuni, delle associazioni e degli enti locali italiani dal medioevo alla fine del secolo XVIII, IX, V-Venaus, a cura di Alessandra Casamassima, Firenze, Olschki, 2022. La Bibliofilía, 2022
Catalogo della raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei comuni, delle associazioni e degli enti locali italiani dal medioevo alla fine del secolo XVIII, IX, V-Venaus, a cura di Alessandra Casamassima, Firenze, Olschki, 2022, in «La Bibliofilía», 2022/3
Linda Pagnotta, La memorialistica autobiografica italiana dei secoli XVIII e XIX. Repertorio delle fonti a stampa, III voll., Firenze, Leo S. Olschki, 2022, ISBN 9788822268198, in «Almanacco Bibliografico», 65, marzo 2023, pp. 9-10.
Giorgio Caravale, Libri, uomini, idee. Studi su censura e inquisizione nel Cinquecento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, ISBN 978-8-893-59626-8, in «Almanacco Bibliografico», 63, settembre 2022, pp. 3-4.
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Books by Marco Francalanci
tanza rivestirono nella società del periodo.
In appendice al volume si offrono un censimento delle gride stampate a Milano nel Cinquecento e un censimento dei preconi attivi in città.
La dimensione internazionale dell’opera di Ridolfi, spesso poco considerata dalla storiografia, è stata invece talmente rilevante da valergli la prestigiosa laurea oxoniense. Il riconoscimento gli venne conferito nel giugno del 1961 e i mediatori di questo successo furono proprio i “due Cecil”. Entrambi professori a Oxford, strinsero col Marchese rapporti profondi: il primo – ebraista poi, ma storico del Rinascimento in giovane età – gli fu amico tutta la vita, compagno di studi e collaboratore di lunga data; il secondo invece, italianista allievo di Carlo Dionisotti, fu il traduttore della sua opera per il pubblico inglese.
https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf
Papers by Marco Francalanci
https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf
Con questo intervento si riflettere sulla transizione subita da alcune categorie di testi ufficiali nel passaggio dalla cultura manoscritta a quella tipografica. Il discorso proposto muove dall’analisi delle gride e dei mutamenti che queste presentano al variare dei produttori. Lo scopo dell’analisi è capire in che modo l’amministrazione milanese sia stata in grado di orientare la produzione tipografica delle gride, intervenendo così anche sulla qualità della loro fruizione. Si riflette insomma sul legame che unisce i concetti di uniformità formale e percezione dell’ufficialità. Emerge in definitiva un disegno complesso: si mostra come la stabilità dei rapporti di collaborazione che vennero a costruirsi fra la città e i tipografi sia stata in grado di guidare la qualità della fruizione dei prodotti.
This contribution focuses on the relationship that was built in 16th century Milan between the press and texts of a normative nature. After having briefly considered the existing contributions on the subject, we move on to examine a specific aspect of the relationship, that is, considering the transition of a precise measure through three different textuality: in its handwritten form, as a typographic manifesto and finally as it appeared I a collection of laws. The analysis of the documents clearly illustrates the evolution of the standard, which undergoes changes both at the linguistic level and from the point of view of the organization of the text. The comparison therefore leads us to consider the importance of the strategy for disseminating standards when they are produced. More generally, it is clear that the producer bodies are willing to maintain control over the measure, demonstrating that the power was not willing to leave the narration of the political discourse to the case or to the will of the printers.
REVIEWS by Marco Francalanci
tanza rivestirono nella società del periodo.
In appendice al volume si offrono un censimento delle gride stampate a Milano nel Cinquecento e un censimento dei preconi attivi in città.
La dimensione internazionale dell’opera di Ridolfi, spesso poco considerata dalla storiografia, è stata invece talmente rilevante da valergli la prestigiosa laurea oxoniense. Il riconoscimento gli venne conferito nel giugno del 1961 e i mediatori di questo successo furono proprio i “due Cecil”. Entrambi professori a Oxford, strinsero col Marchese rapporti profondi: il primo – ebraista poi, ma storico del Rinascimento in giovane età – gli fu amico tutta la vita, compagno di studi e collaboratore di lunga data; il secondo invece, italianista allievo di Carlo Dionisotti, fu il traduttore della sua opera per il pubblico inglese.
https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf
https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf
Con questo intervento si riflettere sulla transizione subita da alcune categorie di testi ufficiali nel passaggio dalla cultura manoscritta a quella tipografica. Il discorso proposto muove dall’analisi delle gride e dei mutamenti che queste presentano al variare dei produttori. Lo scopo dell’analisi è capire in che modo l’amministrazione milanese sia stata in grado di orientare la produzione tipografica delle gride, intervenendo così anche sulla qualità della loro fruizione. Si riflette insomma sul legame che unisce i concetti di uniformità formale e percezione dell’ufficialità. Emerge in definitiva un disegno complesso: si mostra come la stabilità dei rapporti di collaborazione che vennero a costruirsi fra la città e i tipografi sia stata in grado di guidare la qualità della fruizione dei prodotti.
This contribution focuses on the relationship that was built in 16th century Milan between the press and texts of a normative nature. After having briefly considered the existing contributions on the subject, we move on to examine a specific aspect of the relationship, that is, considering the transition of a precise measure through three different textuality: in its handwritten form, as a typographic manifesto and finally as it appeared I a collection of laws. The analysis of the documents clearly illustrates the evolution of the standard, which undergoes changes both at the linguistic level and from the point of view of the organization of the text. The comparison therefore leads us to consider the importance of the strategy for disseminating standards when they are produced. More generally, it is clear that the producer bodies are willing to maintain control over the measure, demonstrating that the power was not willing to leave the narration of the political discourse to the case or to the will of the printers.
Nonostante le caratteristiche dei fascicoli di enigmistica siano giunte sostanzialmente al Novecento senza subire mutamenti significativi, occorre sottolineare che nell’età moderna le funzioni sociali di questi testi erano ben diverse da quelle odierne. Gli indovinelli allora erano testi da leggere in società, che avevano funzioni educative, di svago e di informazione. Nel pieno Cinquecento erano popolarissimi e venivano diffusi, oltre che attraverso la stampa, anche grazie alla pubblica lettura e alla copiatura manoscritta. Per la loro trasversalità questi testi, o in versi o nella forma semplice di domanda-risposta, erano fruiti e prodotti da letterati e da analfabeti, da uomini e da donne, da adulti e bambini. Presto divennero, nonostante i limiti che il contesto controriformistico impose a tutta la letteratura volgare, diffusissime e permisero a editori e tipografi di contare su introiti sicuri.
Nel corso di questo contributo intendo presentare i frutti di una ricerca biennale condotta su questi generi editoriali, descrivendo i caratteri delle raccolte di indovinelli stampate nel ‘500, il lavoro di autori ed editori coinvolti.
Poco a poco empezó a interrogarse sobre el mundo. Estas reflexiones le obligaron a pensar también sobre sí mismo y pronto se convenció de que era un auténtico intelectual. Fortalecido por esta nueva conciencia, a los setenta años cogió la pluma y se dedicó a escribir, produciendo una autobiografía y un tratado pseudocientífico, escritas en un italiano imperfecto y fuertemente local. Interesado en adquirir cierta notoriedad decidió imprimir sus obras, costeando la edición, dándose a conocer y presentándose ante sus «queridos lectores» como narrador y científico.
Sus obras, junto con la inscripción que él mismo había fijado en la puerta de su casa, revelan el perfil de un hombre extremadamente preocupado por su propia imagen y las dificultades que encontró tratando de salir de la marginalidad en la que había vivido. En esta ponencia me propongo estudiar las ambiciones de visibilidad perseguidas por este campesino deficientemente alfabetizado y reconstruir su trayectoria existencial y cultural.
In this contribution we will look especially at a collection held in the Archivio di Stato di Milano, in which both printed edicts and their printer’s copies (manuscript copies used to compose the texts to be printed) are held together. The preservation of these documents is an extremely rare occurrence, which allows unique insights into the functions that printed edicts played in Early Modern society. Comparing the chancellery documents used by composers with those that were printed makes it possible to understand what tasks the composers had to perform in the printshop, what level of control over the texts the chancellors wanted to maintain and what social functions these documents had to fulfil.
Con i soli e deboli strumenti di cui poteva disporre prese a leggere voracemente a partire dai vent’anni, nutrendo le sue curiosità con i libri più diversi. Nella biblioteca che progressivamente andò costruendo, tanto fisica che virtuale, trovarono spazio specialmente trattati tecnici e scientifici, romanzi e testi di magia. Il complesso di queste opere, che spesso era in grado di comprendere solo in parte o in maniera distorta, lasciarono tracce indelebili sul suo universo culturale.
Nel corso di questo contributo si intende pertanto riflettere sull’importanza di alcune di queste frequentazioni letterarie a partire dalle pagine che lo stesso Codino scrisse in tarda età (un trattato pseudoscientifico e un’autobiografia che fece pubblicare a sue spese a inizio Novecento). Scopo dell’intervento è quindi quello di provare a mostrare il modo in cui lesse, le strade che lo condussero a determinati testi e l’effetto che ebbero sul suo universo culturale.
Cenni’s riddles achieved enormous success in the 16th century: were collected in many editions and were often copied. In just a few years, circulating both through print and in manuscript and oral form, they spread throughout the whole of Italy. They were even included in Straparola’s Le piacevoli notti, one of the most successful literary works of 16th century Italy. Soon, especially thanks to the versions contained in Straparola, the riddles of the Sienese farrier reached other countries, with translations into Spanish, French and English.
The case lends itself to interesting observations on the permeability of European literary culture and the lability of linguistic borders. The aim of this contribution is therefore to reconstruct the history of the “migrations” of Cenni's riddles, highlighting the role the translators played in the process of dissemination and adaptation, how the compositions changed as they left Siena and what fate they encountered outside Italy.
difficoltà metodologiche e interpretative rilevanti anche a uno sguardo di superficie. Nelle
rubriche delle redazioni statutarie mandate in stampa del primo e nel secondo
Cinquecento si trovano norme desuete, che trattano di magistrature soppresse e che non
rispecchiano la situazione politico-amministrativa all’interno della quale ritrovano vita.
Inoltre, la fase di maggior lustro degli statuti è tradizionalmente fatta coincidere col XIII
ed il XIV secolo; il valore normativo di questi testi, all’altezza cronologica in cui ci si
propone di considerarli, è decisamente sbiadito. Dunque, viene a palesarsi con prepotenza
un paradosso, riassumibile nel seguente interrogativo: perché vennero mandati in stampa
strumenti normativi ormai obsoleti?
Risulta evidente che per fornire una spiegazione esaustiva non sia sufficiente addurre
ragioni di carattere giuridico. Vi sono elementi ulteriori da tenere in mente. Non basta
guardare, quindi, agli statuti tipografici esclusivamente come a bacini normativi, bensì si
dovrebbe riuscire a cogliere gli scopi retorici e simbolici dell’operazione di stampa, che
appaiono anche dalle vesti materiali delle edizioni, dai loro formati, dalle xilografie, dallo
stile linguistico. È realistico supporre che questi testi assunsero, nel Cinquecento, i
caratteri di emblemi municipali, concorrendo a nobilitare esperienze di autogoverno
pregresse o a inaugurare svolte politiche rilevanti, partecipando così alla costruzione
dell’identità cittadina. I superstiti possono essere considerati allora nel segno della storia
della comunicazione politica oltre che normativa, arrivando ad assumere il ruolo di una
fonte tanto complessa quanto rilevante, grazie alla quale si riescono a cogliere alcuni dei
termini attorno cui venne a svilupparsi il dialogo fra governanti e governati.
In definitiva, questo intervento si propone di riflettere attorno alle categorie di
giuridicamente valido e di politicamente simbolico così come emergono dai superstiti
tipografici degli statuti stampati nella toscana del XVI secolo. Specialmente si
analizzeranno le edizioni prodotte per le città di Pistoia, di Arezzo, di Massa e di Carrara.
Fra le realtà amministrative passano distanze rilevanti: le prime due sono comunità
soggette ad un potere straniero, quello fiorentino, le ultime invece sono libere di legiferare
senza vincoli. L’analisi verrà condotta utilizzando elementi interpretativi propri sia della
storia giuridica che di quella delle tipografie, giungendo in chiusura a fornire un quadro
composito delle ragioni che guidarono tali progetti. Si mostrerà la partecipazione
reciproca di motivazioni di carattere amministrativo e politico all’interno di progetti
editoriali ambiziosi e notevoli, che contribuiranno a costruire legami, alle volte anche
duraturi e dai riverberi ampi, fra tipografi e istituti di potere.
Le tematiche legate alla proiezione giurisdizionale delle città, alla presenza delle istituzioni sul territorio e alla diffusione delle leggi tramite i canali previsti dalle pubbliche autorità sono state ampiamente trattate dalla storiografia. Il convegno organizzato dalla fondazione Einaudi nel mese di ottobre del 2019 rappresenta la più recente occasione di studio a sguardo diacronico su questi temi. Per il periodo bassomedievale risultano fondamentali gli studi dedicati da Giorgio Chittolini, a partire dagli anni ’70, alla «formazione dello Stato regionale», che hanno posto le basi paradigmatiche per le ricerche successive. La fruizione dello spazio politico nella prima Età moderna è al centro di una corrente di studi di rinnovata fortuna - che trae le sue origini metodologiche dal pensiero habermasiano - per la quale è sufficiente citare il recente volume «Spazi politici, società e individuo: le tensioni del moderno» a cura di Cristoph Cornelissen e Paolo Pombeni. Infine, per un’analisi del radicamento delle istituzioni nei diversi contesti dell’Italia contemporanea si può far riferimento agli studi di Guido Melis, Sabino Cassese e, per quanto riguarda la storia delle polizie, ai lavori di Nicola Labanca e a quelli del Centro Studi sulle Polizie e il Controllo del Territorio (CEPOC).
Come le autorità pubbliche guardano allo spazio politico e amministrativo? Quali fattori contribuiscono a definire le modalità della divulgazione delle norme e dell’applicazione delle leggi entro spazi definiti? Come la progettualità amministrativa si confronta con l’emergere di problematiche di applicazione locale e quanto tutto ciò contribuisce a modificare il radicamento delle istituzioni sul territorio? Questi, e altri, saranno gli aspetti che il panel intende discutere. Nello specifico saranno oggetto della riflessione la giurisdizione penale e l’attività di controllo esercitata degli ufficiali municipali nella Vercelli del secondo Trecento e del primo Quattrocento, i luoghi e i modi attraverso cui venivano diffusi i testi normativi nel Ducato di Milano durante il Cinquecento, la collocazione sul territorio dei funzionari di Pubblica Sicurezza e i caratteri del radicamento istituzionale in Italia tra XIX e XX secolo.
https://archiviodistatomilano.cultura.gov.it/fileadmin/user_upload/Archivio_Stato_Milano_2021_Annuario.pdf