Papers by Emanuele Broccio
Im@go. A Journal of the Social Imaginary, 2013
Between, May 31, 2014
La vita è blending. Per un'analisi integrata del film di Roberto Benigni! Emanuele Broccio! To se... more La vita è blending. Per un'analisi integrata del film di Roberto Benigni! Emanuele Broccio! To see a world in a grain of sand,! And a heaven in a wild flower,! Hold infinity in the palm of your hand,! And eternity in an hour.! Blake, William, Auguries of Innocence! ! Acclamato da un vasto consenso di pubblico, il film vincitore di tre oscar (1999) di Roberto Benigni (La vita è bella 1997), è stato anche oggetto di severe critiche che ne hanno negato il merito artistico e condannato il valore etico, focalizzando l'attenzione sulla mistificazione storica messa in scena dal regista, responsabile di avere manipolato in un'opera filmica un evento di incommensurabile portata tragica quale quello della Shoah .! 1 All'interno della cospicua storia degli studi, le indagini più accreditate si sono mosse lungo un asse interpretativo per lo più tematico, che ha tenuto marginalmente in considerazione la strutturazione dell'opera, se non per evidenziarne gli impacci formali, speculari di una ingenuità creativa e, storicamente, riduzionista sottesa all'intero intreccio. Muovendo da queste osservazioni, la presente analisi si concentra sulle modalità narrative con cui viene ideata e strutturata la seconda metà del testo cinematografico-su cui si è
CHRONIQUES ITALIENNES, 2020
La tagliola del disamore (2005) rappresenta un testo anomalo all’interno del percorso poetico di ... more La tagliola del disamore (2005) rappresenta un testo anomalo all’interno del percorso poetico di Jolanda Insana. L’abbandono dello sperimentalismo di origine dialettale, a favore di modalità narrative, e l’adozione di un soggetto intimo, qual è la morte della madre, segnano uno scarto dal dichiarato anti-lirismo e dal timbro civile che avevano caratterizzato le sue precedenti raccolte. Nelle presenti note, l’individuazione e la disamina delle modalità narratologiche utilizzate, dalla voce e i livelli narrativi al sistema dei personaggi passando per il tipo di focalizzazione, consentono di fare maggiore luce su alcuni contenuti del testo, e di supporre quali siano le ragioni della svolta narrativa di Insana, per precisarne anche l’apparente anomalia all’interno della sua produzione poetica.
Giocato sulla fusione tra le strategie estetiche di un documentario e segnali discorsivi che ne m... more Giocato sulla fusione tra le strategie estetiche di un documentario e segnali discorsivi che ne metton in evidenza il carattere finzionale, Il ritorno di Cagliostro (Ciprì e Maresco: 2003) va inscritto all’interno di quella categoria filmica felicemente battezzata mockumentary. In un primo momento, l’indagine analizzerà come le tecniche utilizzate sollecitino una continua negoziazione dell’orizzonte di attesa spettatoriale che oscilla tra l’impressione di situazioni veridittive e il sospetto che si tratti di un’opera di natura esclusivamente immaginaria. In un secondo momento, si prenderà in esame Forgotten Silver di Peter Jackson quale modello straniero che agisce dietro le scelte formali dei due registi siciliani, mettendo in risalto però come lo scarto più significativo sia tracciabile a livello tematico: il soggetto, l’ambientazione e l’intreccio esplicitano infatti – tra le pieghe del grottesco – una critica lucida e radicale alle istituzioni italiane, politiche e religiose. Lo studio così condotto permetterà infine riconoscere in Il ritorno di Cagliostro il tentativo di rispondere alla necessità odierna di un di ritorno al reale e al suo referente.
Sinestesie, 2020
In questo studio si offre un'analisi della pièce Le cinque rose di Jennifer (1980) di Annibale Ru... more In questo studio si offre un'analisi della pièce Le cinque rose di Jennifer (1980) di Annibale Ruccello, mettendone in evidenza le caratteristiche di genere. Riconosciuta come il momento di affermazione dell'originalità drammaturgica dell'autore, l'opera è stata al centro di disamine che ne hanno discusso soprattutto gli elementi di continuità o di rottura rispetto alla tradizione teatrale partenopea, ma anche i nessi intertestuali con la produzione scenica inglese. E all'interno di queste letture, Jennifer e la sua storia sono state interpretate, di volta in volta, come l'allegoria della decadenza in quegli anni della stessa città di Napoli. L'analisi qui proposta ha come obiettivo quello di leggere questa storia partendo proprio dall'identità transessuale della protagonista, rilevando quelle componenti testuali che impediscono al personaggio di trovare un reale spazio di esistenza e lo relegano invece nella sfera dell'abietto. Dopo aver preso in considerazione l'importanza delle performance legate al travestitismo della protagonista, la ricerca contestualizzerà la sua esclusione da un sistema normativizzato e la sua morte all'interno della temperie culturale e sociale in seno a cui il testo è stato concepito e messo in scena.
Figures of Abjection. Bodies that matter in Annibale Ruccello's theatre This study offers an analysis of the play The Five Roses of Jennifer (1980) by Annibale Ruccello from a gender studies perspective. Recognised as the moment of affirmation of the author's dramaturgical originality, this play has been at the centre of debate not only for its peculiar relationship with Neapolitan theatrical tradition, but also for the intertextual references to the English stage production. Within this debate, Jennifer and her story have been interpreted, from time to time, as the allegory of Naples decadence. The analysis proposed here aims to read the story focusing on the(trans)gender identity of the protagonist, and to detect those textual elements that prevent her from finding an upstanding space of existence, thus relegating her into abjection. After taking into consideration the importance of the protagonist's performances linked to the drag world, the research will contextualize her exclusion from society and consequent suicide. This death is the sad result of a toxic hetero normative environment in which the text itself was conceived and staged.
In the following essay, we explore many sources of the poetic language of Jolanda Insana, conside... more In the following essay, we explore many sources of the poetic language of Jolanda Insana, considered one of the most fascinating poetic voices of the contemporary literary landscape, focusing in particular on the use of the Sicilian dialect. The different sources from which the author's creativity draws her compositional methods allow us to fully investigate some of the core topics that characterize her literary production, which are in some cases difficult to interpret. The analysis thus conducted is key to a better understanding of the purpose of Insana's verses, to the identification of some of the authors who have most influenced her writing, and to the outlining of the poetics of this eclectic author. This study places Insana in the tradition of plurilingualism, which takes origin from Dante, and shows the contamination of her poetry with the theatrical genre.
In questo contributo si offre una lettura comparata del film È stato il figlio di Daniele Ciprì,... more In questo contributo si offre una lettura comparata del film È stato il figlio di Daniele Ciprì, lasciando emergere una serie di puntuali riferimenti a Un borghese piccolo piccolo di Monicelli. L'analisi consente di stabilire, in un secondo momento, come il regista palermitano faccia del suo adattamento uno strumento di denuncia sociale sulla gravità di una questione meridionale mai risolta.
This paper offers a comparative reading of the film È stato il figlio by Daniele Ciprì through several accurate references to Un borghese piccolo piccolo by Monicelli. The analysis subsequently reveals how the Palermitan director uses his film adaptation as an exposé about the seriousness of a southern issue that has never been solved.
Cet article a pour objet l’influence qu’Edgar Allan Poe a exercée sur l’oeuvre et la poétique de ... more Cet article a pour objet l’influence qu’Edgar Allan Poe a exercée sur l’oeuvre et la poétique de Giovanni Pascoli. Dans un premier temps, nous avons examiné les études qui se sont attachées à révéler les liens entre la production du poète de Castelnuovo et celle du poète américain, puis, dans un deuxième temps, nous avons abordé cette question sous un éclairage nouveau. En effet, en prenant appui sur la méthodologie critique de l’intertextualité, nous avons souligné à la fois les points
communs et les différences entre le poème The Raven de Poe et l’ébauche de roman de Pascoli qui a pour titre La Befana. Cette étude comparative permet de souligner des aspects peu connus de l’oeuvre du poète italien : sa production narrative et surtout son intérêt pour la littérature américaine, particulièrement influente à son époque et dont Edgar Allan Poe incarnait les qualités essentielles.
Italia fuori Italia. Diffusione, canonizzazione, ricezione transnazionale della letteratura italiana degli anni duemila
Nel presente studio si mette a confronto la ricezione italiana de La grande bellezza (Sorrentino,... more Nel presente studio si mette a confronto la ricezione italiana de La grande bellezza (Sorrentino, 2013) con quella di area angloamericana. Attraverso l'analisi del filme indugiando in particolar modo sull'inizio e sulla finesi ipotizzano le ragioni storico-culturali e cinematografiche del discrimine in questione, lasciando emergere in chiusura come, oltre le ragioni del successo americano, alla severità del giudizio italiano sia sfuggito finora un elemento caratterizzante l'intero impianto filmico, connesso alla necessità di un ritorno alla realtà e al suo referente.
In questo studio, si mettono in evidenza i caratteri di portata universale che consentono al film... more In questo studio, si mettono in evidenza i caratteri di portata universale che consentono al film di ottenere il consenso del pubblico occidentale. La rappresentazione dell’amore come un sentimento mai vissuto sollecita ad accostare l’opera alle concezioni romantiche. Sul piano tecnico, l’allineamento alla cultura occidentale si esplicita nella riproposizione di alcuni degli autori cinematografici più importanti della tradizione europea.
In this essay, we analyse the universal themes and features which enable the film to suc-cessfully reach western audiences. The pursuit of love without fulfilment is one of the key issues in romantic literature and here it is addressed in a similar fashion. In addition, the technical devices used to please a western public are taken from the traditional visual rhetoric of some of the most prominent European filmmakers.
Milano, fin qui tutto bene: tra resistenza ed omologazione Milano, fin qui tutto bene: Between Re... more Milano, fin qui tutto bene: tra resistenza ed omologazione Milano, fin qui tutto bene: Between Resistance and Homologation Emanuele Broccio [[email protected]] Université Paris X – Nanterre, Francia Riassunto Nel mio studio si intendono esplorare le modalità formali e le scelte tematiche di cui si serve Gabriella Kuruvilla per la rappresentazione di un ambiente multiculturale e delle relazioni che lo caratterizzano nel romanzo Milano, fin qui tutto bene (2012). Decostruendo puntualmente un certo diffuso immaginario, fon-dato sull'esaltazione degli effetti positivi di crescita e scambio offerti dalla mondializzazione, la narrazione, attraverso la strategia della focalizzazione multipla, lascia emergere una mappa del malessere, connotata dalla resistenza dei particolarismi culturali nel segno, spesso, di una conclamata conflittualità piuttosto che di un placido rapporto di assimilazione tra comunità etniche diverse. La prospettiva adottata, infatti, evidenzia un sentimento generale di paura ed ostilità verso gli " altri " , ed una forma di paralisi sociale che investe quasi tutti i protagonisti, descritti come incapaci di integrarsi a fondo in qualsiasi relazione che metta in discussione le loro origini e radici. Il romanzo si inscrive nel circuito della letteratura mondiale, e più specificamente di quella categoria di testi isolati dalla critica sotto l'etichetta di " letteratura della migrazione " , ed esplicita sia un deciso distanziamento dalla prospettiva eurocentrica sia la necessità di un ritorno alla realtà e al suo referente. Abstract In this study I have explored the themes and language used by Gabriella Kuruvilla in her novel Milano, fin qui tutto bene (2012), focusing my attention on the representation of the multicultural context and the relations which take place within it. Koruvilla manages to shed light on the negative aspects of globalization through the narrative structure of multiple focalization, and maps a series of conflicts which regard the process of blending different cultures together. Feelings of fear and hostility towards the " others " and some sort of social paralysis inflict most of the characters who are often portrayed as incapable of creating deep bonds with anyone who threatens their roots or beliefs. The novel falls into the genre of global literature, more specifically into the group of texts labelled as " Migrant Literature " , while showing an explicit distance from the Eurocentric perspective with a need for a return to reality and its objects.
An increasing number of performance studies scholars and literary critics have a fascination with... more An increasing number of performance studies scholars and literary critics have a fascination with the interdisciplinary programme of the cognitive sciences. In this commentary on the essay by Bruce McConachie, I estimate to what extent this fascination could be reciprocated. Firstly, I will embrace McConachie's invitation to address performance-related empirical questions, and will build up on his tax-onomy of action in order to encourage research based on enactivist cognitive models. In this endeavour, performance studies may follow the lead of cognitive poetics. Secondly, I will suggest a threefold common ground for cognitive and performance studies, considering play as a candidate proto-performance. It is perhaps time for cognitive scientists to get more acquainted with performance studies, in as much as testable predictions can be formulated on their common ground.
Il notevole incremento di studi critici sulla Poetica Cognitiva sta riscattandola dall’accusa di ... more Il notevole incremento di studi critici sulla Poetica Cognitiva sta riscattandola dall’accusa di offrire soltanto una nuova e seducente terminologia, guadagnandole invece la dignità di metodologia scientifica.
Mosso dall’interesse che il fenomeno della integrazione concettuale (blending) suscita, il mio intervento propone una lettura del film La vita è bella di Roberto Benigni proprio in funzione del suo organizzarsi intorno a un blending che ne sostiene l’intero impianto ideativo. Il film è stato molto criticato, oltre che per un certo impaccio tecnico nella messa in scena, per il fatto di condurre un racconto di morte e sterminio attraverso un punto di vista comico. Attraverso l’applicazione del blending, insieme ad altri strumenti di analisi classica, cercherò di dimostrare come la strutturazione del racconto intorno alla duplice contaminazione di realtà e fantasia, comico e tragico, lo sottrae dal rischio di scivolare nel melodramma e nel patetismo, mantenendo alta l’empatia dello spettatore.
La mia lettura sottolinea dunque come tutto il film sia costruito su un continuo blending, e ne evidenzia le modalità di realizzazione, dimostrando, attraverso un’opera ampiamente nota e di vasto consenso, come le scienze cognitive possano offrire validi strumenti di analisi che precisano pregresse intuizioni critiche e illuminano zone dell’opera d’arte rimaste in ombra o confinate alla valutazione estetica.
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Papers by Emanuele Broccio
Figures of Abjection. Bodies that matter in Annibale Ruccello's theatre This study offers an analysis of the play The Five Roses of Jennifer (1980) by Annibale Ruccello from a gender studies perspective. Recognised as the moment of affirmation of the author's dramaturgical originality, this play has been at the centre of debate not only for its peculiar relationship with Neapolitan theatrical tradition, but also for the intertextual references to the English stage production. Within this debate, Jennifer and her story have been interpreted, from time to time, as the allegory of Naples decadence. The analysis proposed here aims to read the story focusing on the(trans)gender identity of the protagonist, and to detect those textual elements that prevent her from finding an upstanding space of existence, thus relegating her into abjection. After taking into consideration the importance of the protagonist's performances linked to the drag world, the research will contextualize her exclusion from society and consequent suicide. This death is the sad result of a toxic hetero normative environment in which the text itself was conceived and staged.
This paper offers a comparative reading of the film È stato il figlio by Daniele Ciprì through several accurate references to Un borghese piccolo piccolo by Monicelli. The analysis subsequently reveals how the Palermitan director uses his film adaptation as an exposé about the seriousness of a southern issue that has never been solved.
communs et les différences entre le poème The Raven de Poe et l’ébauche de roman de Pascoli qui a pour titre La Befana. Cette étude comparative permet de souligner des aspects peu connus de l’oeuvre du poète italien : sa production narrative et surtout son intérêt pour la littérature américaine, particulièrement influente à son époque et dont Edgar Allan Poe incarnait les qualités essentielles.
In this essay, we analyse the universal themes and features which enable the film to suc-cessfully reach western audiences. The pursuit of love without fulfilment is one of the key issues in romantic literature and here it is addressed in a similar fashion. In addition, the technical devices used to please a western public are taken from the traditional visual rhetoric of some of the most prominent European filmmakers.
Mosso dall’interesse che il fenomeno della integrazione concettuale (blending) suscita, il mio intervento propone una lettura del film La vita è bella di Roberto Benigni proprio in funzione del suo organizzarsi intorno a un blending che ne sostiene l’intero impianto ideativo. Il film è stato molto criticato, oltre che per un certo impaccio tecnico nella messa in scena, per il fatto di condurre un racconto di morte e sterminio attraverso un punto di vista comico. Attraverso l’applicazione del blending, insieme ad altri strumenti di analisi classica, cercherò di dimostrare come la strutturazione del racconto intorno alla duplice contaminazione di realtà e fantasia, comico e tragico, lo sottrae dal rischio di scivolare nel melodramma e nel patetismo, mantenendo alta l’empatia dello spettatore.
La mia lettura sottolinea dunque come tutto il film sia costruito su un continuo blending, e ne evidenzia le modalità di realizzazione, dimostrando, attraverso un’opera ampiamente nota e di vasto consenso, come le scienze cognitive possano offrire validi strumenti di analisi che precisano pregresse intuizioni critiche e illuminano zone dell’opera d’arte rimaste in ombra o confinate alla valutazione estetica.
Figures of Abjection. Bodies that matter in Annibale Ruccello's theatre This study offers an analysis of the play The Five Roses of Jennifer (1980) by Annibale Ruccello from a gender studies perspective. Recognised as the moment of affirmation of the author's dramaturgical originality, this play has been at the centre of debate not only for its peculiar relationship with Neapolitan theatrical tradition, but also for the intertextual references to the English stage production. Within this debate, Jennifer and her story have been interpreted, from time to time, as the allegory of Naples decadence. The analysis proposed here aims to read the story focusing on the(trans)gender identity of the protagonist, and to detect those textual elements that prevent her from finding an upstanding space of existence, thus relegating her into abjection. After taking into consideration the importance of the protagonist's performances linked to the drag world, the research will contextualize her exclusion from society and consequent suicide. This death is the sad result of a toxic hetero normative environment in which the text itself was conceived and staged.
This paper offers a comparative reading of the film È stato il figlio by Daniele Ciprì through several accurate references to Un borghese piccolo piccolo by Monicelli. The analysis subsequently reveals how the Palermitan director uses his film adaptation as an exposé about the seriousness of a southern issue that has never been solved.
communs et les différences entre le poème The Raven de Poe et l’ébauche de roman de Pascoli qui a pour titre La Befana. Cette étude comparative permet de souligner des aspects peu connus de l’oeuvre du poète italien : sa production narrative et surtout son intérêt pour la littérature américaine, particulièrement influente à son époque et dont Edgar Allan Poe incarnait les qualités essentielles.
In this essay, we analyse the universal themes and features which enable the film to suc-cessfully reach western audiences. The pursuit of love without fulfilment is one of the key issues in romantic literature and here it is addressed in a similar fashion. In addition, the technical devices used to please a western public are taken from the traditional visual rhetoric of some of the most prominent European filmmakers.
Mosso dall’interesse che il fenomeno della integrazione concettuale (blending) suscita, il mio intervento propone una lettura del film La vita è bella di Roberto Benigni proprio in funzione del suo organizzarsi intorno a un blending che ne sostiene l’intero impianto ideativo. Il film è stato molto criticato, oltre che per un certo impaccio tecnico nella messa in scena, per il fatto di condurre un racconto di morte e sterminio attraverso un punto di vista comico. Attraverso l’applicazione del blending, insieme ad altri strumenti di analisi classica, cercherò di dimostrare come la strutturazione del racconto intorno alla duplice contaminazione di realtà e fantasia, comico e tragico, lo sottrae dal rischio di scivolare nel melodramma e nel patetismo, mantenendo alta l’empatia dello spettatore.
La mia lettura sottolinea dunque come tutto il film sia costruito su un continuo blending, e ne evidenzia le modalità di realizzazione, dimostrando, attraverso un’opera ampiamente nota e di vasto consenso, come le scienze cognitive possano offrire validi strumenti di analisi che precisano pregresse intuizioni critiche e illuminano zone dell’opera d’arte rimaste in ombra o confinate alla valutazione estetica.