Siamo arrivati all’ultimo giorno
dell’anno e ci stiamo preparando, ciascuno a suo modo, per dare il via ai festeggiamenti
allo scoccare della mezzanotte. Mi sono chiesta però da dove derivasse questa
tradizione popolare, che accomuna credenti e non credenti.
Pare che il Capodanno abbia le
sue origini in Mesopotamia, nel II millennio a.C. I Mesopotamici credevano che
l'universo fosse nato dopo una violenta lotta fra il loro dio Marduk e la dea
del caos Tiamat. La vittoria andò a Marduk, il quale, con la forza, impose
l'ordine sul caos. Ogni anno la sua impresa era commemorata all'arrivo delle
piogge portatrici di vita. Dato che il re rappresentava l'ordine, per circa
undici giorni egli si ritirava, e la popolazione ricreava il caos bevendo,
permettendo agli schiavi di insultare i padroni e commettendo atti
immorali. Per quella particolare occasione, tutti gli dei babilonesi erano
portati in città e partecipavano ad una solenne processione, per aiutare Marduk
a vincere la battaglia contro Tiamat. La grande battaglia veniva rivissuta
attraverso la lettura pubblica dell'Enuma Elish, l'epopea della creazione che
ne narrava la storia. In quelle occasioni era normale assistere a riti di
esorcismo e altre usanze esoteriche nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni
che turbavano l'armonia.
Si trovano cenni della celebrazione del Capodanno anche tra gli antichi Egizi. Qui la protagonista diventava Hathor, la dea dell'amore e della gioia, della musica e della danza. Divenuta in seguito la regina dei morti, aiutava questi ultimi a raggiungere il cielo con una scala. Il giorno di Capodanno era l'anniversario della sua nascita, celebrata con grandi feste. Prima dell'alba le sacerdotesse portavano fuori sulla terrazza l'immagine di Hathor per esporla ai raggi del sole nascente. Il tripudio che seguiva era un pretesto per darsi ad una vera e propria orgia, e il giorno si concludeva fra canti e vino.
Tanti anni fa il Capodanno tradizionalmente non cadeva nel passaggio tra il 31 dicembre e il 1° gennaio: queste date derivano dal calendario giuliano, adottato nel 46 a.C. da Giulio Cesare, dal quale prende il nome. Il calendario giuliano riprende e modifica il calendario egizio, e una delle modifiche è l’adozione del 1° gennaio come inizio dell’anno, mentre in precedenza cadeva il 1° marzo. Nel 1582 questo calendario è stato sostituito dal calendario gregoriano, entrato in vigore con la bolla papale Inter Gravissimas di Papa Gregorio XIII, dal quale prende il nome. Il calendario gregoriano compensa lo scarto tra anno solare e anno del calendario adottando l’anno bisestile ogni quattro anni. L’adozione del 1°gennaio come data di Capodanno si deve quindi ai Romani, ma in precedenza non era così, come non lo è oggi per tanti popoli.
Nel resto del mondo sono ancora
tante le date utilizzate come inizio: l’esempio più famoso è il calendario
cinese, che non inizia in un giorno preciso bensì nel giorno della seconda luna
piena dopo il 21 dicembre (solstizio d’inverno), e quindi in un giorno compreso
tra il 21 gennaio e il 21 febbraio. Il capodanno islamico si festeggia invece
tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, nel primo giorno del mese di
Muharram. Una variante è in Iran, dove l’inizio dell’anno coincide con l’equinozio
di primavera. Procedendo con i mesi dell’anno, nel sud est asiatico sono
diversi i paesi che festeggiano tra il 13 e il 15 aprile. C’è chi festeggia
ancora in concomitanza con il capodanno Inca: la festa Mapuche cade il 24
giugno. Dopo l’estate è il turno del capodanno ebraico, che si festeggia a
settembre, così come quello etiopico, per poi concludere con il capodanno indù,
che si festeggia a metà novembre.