Articles by massimo pendenza
Nowadays, the widespread view is that classical sociology is tainted with ‘methodological nationa... more Nowadays, the widespread view is that classical sociology is tainted with ‘methodological nationalism’ and it would appear that there has been a significant overlap between social and political space. We disagree with this point of view for three reasons: a) by dealing with the global world, classical sociology has already glimpsed the possibility of going beyond the nation state as a unit of analysis; b) having operated above all with the notion of ‘social’ rather than ‘national’ its categories are transnational; and c) that when classical sociology has dealt with national society, studies have not reified it within its political boundaries. Consequently in our opinion, classical sociology highlights both analytical categories that go beyond the ontology of the nation-state as well as new socio-political forms defined within the trajectory of modernity under the pressure of globalization processes.
Fidwcia e co op erazione.
In questo lavoro è nostra intenzione presentare alcune riflessioni a margine di una ricerca condo... more In questo lavoro è nostra intenzione presentare alcune riflessioni a margine di una ricerca condotta su alcuni studenti delle scuole medie superiori e avente come oggetto la fiducia da loro conferita al «sistema scuola» e agli insegnanti che vi lavorano 1 . Più in dettaglio, nostro intento è mettere in risalto la funzione della fiducia quale mezzo importante nel graduale processo di costruzione dell'autonomia del soggetto (in questo caso dell'adolescente). Nel far questo, ci avvarremo sia di alcuni dei contributi teorici in tema di fiducia personale e sistemica presenti in letteratura, sia di altri lavori che, a partire dal discorso sul riconoscimento, offrono un valido contributo al nostro obiettivo. Non intendiamo tuttavia considerare i risultati conseguiti come validi in generale. Tutt'altro, il nostro sforzo è teso piuttosto a raccogliere tracce sulla funzione della fiducia, qui intesa come un atteggiamento positivo necessario -a nostro avviso -alla costruzione dell'autostima e dell'identità personale. Considerando poi la scuola come campo di indagine, ci apprestiamo a porre al centro dell'analisi non la sua funzione socializzante, di riproduzione del sociale, ma la sua capacità di porsi al servizio del soggetto, della sua formazione complessiva. Il nostro lavoro, è importante sottolinearlo, esula inoltre da qualsiasi riflessione sul mutamento strutturale e curriculare del sistema scolastico verificatosi nel corso degli ultimi anni in Italia (per questo si veda: Dei, 2000; Ca-* Desidero ringraziare Vittorio Cotesta, Paolo Monteresperelli, Marco Bontempi, Massimo Rosati, Massimo Del Forno, Loredana Diletto ed Elisabetta Barone per le loro critiche e per i preziosi suggerimenti. È ovvio che la responsabilità di quanto scritto è esclusivamente mia. ** Professore associato di Sociologia generale presso l'Università di Salerno. 1. Il lavoro è parte di un progetto di ricerca dal titolo Adolescences méditerranéennes. L'espace public à petit pas, finanziato dal Ministère de la Recherche francese. L'indagine ha coinvolto numerosi giovani studiosi provenienti dalle due diverse sponde del Mediterraneo e si è conclusa con un convegno internazionale svoltosi presso l'Università di Parigi «La Sorbonne».
Con la nozione di cosmopolitismo sociale l’articolo cerca di accreditare la tesi di un cosmopolit... more Con la nozione di cosmopolitismo sociale l’articolo cerca di accreditare la tesi di un cosmopolitismo radicato nel sociale, avversando di conseguenza la reciproca autonomia concettuale ed empirica del ‘locale’, inteso come appartenenza ad un particolare ambiente sociale, e del ‘cosmopolitismo’, generalmente interpretato, all’opposto, come adesione esclusiva alla comunità umana. L’articolo rifiuta l’aut aut tra i due tipi di appartenenza e sostiene piuttosto una loro combinata e intrinseca relazionalità. Sociologicamente, si ritiene che sia piuttosto il loro intreccio a dare forma alla realtà e che, seguendo le alcune indicazioni di Durkheim e Simmel, il cosmopolitismo sia più l’esito di una trascendenza, senza annullamento, dal proprio spazio sociale particolare che non l’espressione di un universalismo cognitivo basato su di una astratta natura dell’individuo e dell’umanità.
In a Europe of many lights and shadows, cosmopolitan sociology provides a valid theoretical frame... more In a Europe of many lights and shadows, cosmopolitan sociology provides a valid theoretical framework to distinguish one from the other. If cosmopolitan sociology is an attempt to understand how individuals, social groups and institutions deal with the challenges of ever more transnational social processes, then the European issue can be fully inserted within such an approach. From this point of view, following the austerity policies and recent events involving Syrian refugees and the attack by Daesh activists at the heart of Europe, sociology has started to enquire whether a cosmopolitan Europe is still possible. Conversaly, in the history of Europe and in its Constitutional Treaties, traces of cosmopolitanism are to be found almost everywhere. In this context, our study examines the crisis pervading Europe today and highlights the standing back to a certain extent of cosmopolitan sociology. At the same time, it stresses the hope that a change of direction will occur and the opportunity grasped of reflecting more deeply on the founding principles of cosmopolitan Europe.
Inspired by the notion of 'societal cosmopolitanism' (Pendenza 2015a) -that combines attachment t... more Inspired by the notion of 'societal cosmopolitanism' (Pendenza 2015a) -that combines attachment to local territory and openness towards others -social relations on the part of Europeans are tested empirically. The article posits that this type of cosmopolitanism can exist in concomitance with other relational forms towards Otherness. Its main characteristic lies in the idea that it is not nourished by the abstract principle according to which such status can be attributed only if one feels a 'citizen of the world'. On the contrary, without totally rejecting the idea, societal cosmopolitan mantains that if cosmopolitanism is to shrug off its abstraction, it requires a social anchorage to root it more firmly to real life. From a methodological perspective, a contrastive analysis is putting in place relative to research carried out on European cosmopolitanism and subsequently tested empirically using data from EB71.3. Findings showed that almost 25.0% (30-40% in specific countries) of the European citizens fit the description 'societal cosmopolitans'.
This article proposes to give voice to the argument that prospects a cosmopolitan vision of socie... more This article proposes to give voice to the argument that prospects a cosmopolitan vision of society by reading between the lines of classical sociological thought. This vision, neither manifest nor intentional, is, however, unequivocally present. In particular, the article analyses fragments of writings from Tönnies, Marx, Durkheim and Simmel, wherein each author’s underlying approach to cosmopolitanism clearly emerges: liberal (Marx and Tönnies), patriotic (Durkheim) and relational (Simmel). Contributing to the cosmopolitan historical narrative, the analysis shows that a classical sociology of cosmopolitanism effectively exists and that, if revisited, certain analytical categories of sociological tradition can be fruitfully adapted to contemporary society. This article does not envisage a rejection of the founding fathers of classical sociology; on the contrary, it endorses a more profound analysis of their works.
Salerno, 14th October 2014
University of Salerno, Campus of Fisciano
Il lavoro si divide in due parti. Nella prima al centro del discorso si colloca il concetto di fi... more Il lavoro si divide in due parti. Nella prima al centro del discorso si colloca il concetto di fiducia interpersonale nella sua doppia articolazione di «fiducia sociale» e di «fiducia particolare». Ampio spazio è riservato alla ricerca soprattutto del fondamento del primo tipo, la fiducia sociale, intesa come valore che si traduce in giudizio sulla "natura umana", e alla sua dipendenza dalle «risorse» personali. Nella seconda parte, i due tipi di fiducia sono considerati in relazione con alcuni degli elementi propri della sfera pubblica, in particolare con la partecipazione politica, visibile e invisibile, e con la partecipazione civica. Due sono le ipotesi sostenute: la diversa dotazione di risorse personali (centralità o marginalità sociale degli individui) incide sulla natura e sulla diffusione dei due tipi di fiducia; queste a loro volta, hanno effetti sulla partecipazione politica e civica (anche se non si esclude una retroazione in termini di rinforzo o di ostacolo).
SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Primi frameworks teorici: Pierre Bourdieu e James S. Coleman. -3. ... more SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Primi frameworks teorici: Pierre Bourdieu e James S. Coleman. -3. Sviluppi successivi: tre paradigmi del capitale sociale. -3.1. Robert D. Putnam: il capitale sociale come risorsa collettiva. -3.2. Nan Lin: il capitale sociale come risorsa individuale. -3.3. Pierpaolo Donati: il capitale sociale come risorsa relazionale. -4. Referenti ontologici del capitale sociale: cittadino, individuo, uomo. -5. Programmi di ricerche sul capitale sociale. -5.1. Come e chi crea o distrugge capitale sociale collettivo?
Books by massimo pendenza
Affrontando i temi della sociologia generale e della storia del pensiero sociologico, il volume h... more Affrontando i temi della sociologia generale e della storia del pensiero sociologico, il volume ha come obiettivo quello di attualizzare il pensiero dei classici della disciplina. Senza rinunciare a una ricostruzione filologicamente ancorata, il volume dimostra la capacità dei classici nell’aver saputo anticipare, ciascuno dalla propria prospettiva, le trasformazioni sociali odierne: dai fenomeni della globalizzazione e delle metamorfosi del capitalismo, alle dinamiche relazionali e societarie delle moderne società, complesse e plurali. Comprendere il senso di queste anticipazioni fa acquisire profondità, oltre che gli strumenti necessari, alla comprensione del presente. Pertanto il volume offre, agli studenti e agli studiosi in generale, l’opportunità di maturare una rinnovata consapevolezza della fecondità della disciplina, la sociologia, che rivisitando criticamente le proprie origini diventa così più efficace nel suo compito di interpretare la realtà sociale contemporanea.
Come è cambiato il mondo! Come un mantra, questa affermazione ci è troppo spesso propinata da dec... more Come è cambiato il mondo! Come un mantra, questa affermazione ci è troppo spesso propinata da decisori e personale politico, diffusa dai media e ripetuta dalla gente comune. Questo libro ha voluto trasformarla in interrogativo e affidare la risposta a chi scrutando i profondi cambiamenti all’opera nelle società contemporanee ha trovato nel pensiero di Vittorio Cotesta una fucina di idee, spunti e riflessioni per aguzzare lo sguardo.
La grande diversità dei temi affrontati nei saggi scritti in onore di Vittorio Cotesta, nel solco di quelli da lui trattati nella sua lunga carriera, mostra a chi intende vivere la sociologia come vocazione che non vi sono scorciatoie per capire il complesso mondo in cui viviamo e che i migliori risultati si ottengono quanto più gli interessi coltivati spaziano da un’epoca all’altra, da una disciplina all’altra, da un autore all’altro. La raccolta di questi testi è dunque un omaggio, nel duplice significato della parola, insieme atto dovuto di ammirazione per chi tanto ha dato alla sociologia in Italia e all’estero, ma anche dono offerto a chi voglia conoscere meglio e da altre angolature l’uomo Cotesta, la sua storia e le sue battaglie, lo studioso, la sua opera, il suo impegno.
Fenomeno quanto mai diffuso ed ampio su tutta la penisola italiana, il volontariato in questo ult... more Fenomeno quanto mai diffuso ed ampio su tutta la penisola italiana, il volontariato in questo ultimo decennio ha trovato nel Mezzogiorno un protagonista indiscusso della propria esplosione, specie in Campania. Con questa ricerca, tuttavia, si intendono fornire risposte ad una duplice esigenza: da una parte, coprire una lacuna conoscitiva del fenomeno in questa regione (la prima a livello regionale nel Mezzogiorno), dall’altra, inserirsi in un dibattito, avviato ormai da qualche anno a questa parte, sulle particolarità e sulle risorse virtuose del Mezzogiorno. Nel primo caso, quindi, la ricerca cerca di fornire un quadro sintetico ed esauriente della estensione e della profondità del volontariato organizzato in Campania e delle sua varie declinazioni (volontariato a Napoli, a Salerno, volontariato giovanile, adulto). Nel secondo caso, proprio la rilevazione del suo “successo” spinge fortemente affinché venga operata al più presto una rivisitazione complessiva della identità e delle potenzialità del Mezzogiorno d’Italia, spesso, e forse troppo frettolosamente, raffigurato come in perenne ritardo sociale ed economico rispetto al resto del Paese
Attraverso un esercizio ermeneutico che rilegge l’opera di Émile Durkheim all’interno della corni... more Attraverso un esercizio ermeneutico che rilegge l’opera di Émile Durkheim all’interno della cornice teorica del cosmopolitismo, il volume intende fornire al pubblico di studiosi e di lettori nuovi argomenti a favore dell’attualità del pensiero di questo prolifico pensatore del Novecento. Si tratta di una lettura della sua oeuvre, o almeno di parte di essa, nuova ed originale, che rigetta la visione di un Durkheim conservatore e che ne rivaluta il lavoro alla luce dei suoi contributi all’interpretazione di un mondo aperto ai processi di globalizzazione, in un’ottica – appunto – cosmopolita.
Classical Sociology beyond Methodological Nationalism defends classical sociology from the accusa... more Classical Sociology beyond Methodological Nationalism defends classical sociology from the accusation of ‘methodological nationalism’. To reject such accusation, the volume presents three arguments. The first contends that classical sociology has not failed to deal with the global world (Part I). The second, that classical sociology has more frequently dealt with the transnational category of the ‘social’, rather than with the ‘national’ (Part II). The third, that where classical sociology has analysed national society, the latter has never been envisaged as a rigidly confined entity within its political boundaries (Part III). The outcome is a re-evaluation of classical sociological thought as a more functional tool for analysing the political forms of modernity in the era of globalisation.
Europei mediterranei cerca di indagare l’immagine dell’Europa condivisa dai giovani meridionali e... more Europei mediterranei cerca di indagare l’immagine dell’Europa condivisa dai giovani meridionali e, in particolare, le rappresentazioni dell'Europa dal punto di vista mediterraneo proprio degli intervistati. I risultati della ricerca mostrano un panorama complesso nel quale il rapporto tra Mediterraneo ed Europa è risolto in forme diverse: si va dalla buona integrazione tra le due culture, al conflitto e allo scetticismo sulla loro possibile coesistenza. Prevale, insomma, un senso debole di appartenenza. I giovani intervistati sono ancora in bilico tra le due culture, tra Mediterraneo ed Europa. E questo conferma il giudizio sulla incertezza dell'identità europea e sul debole senso di appartenenza ad essa da parte degli europei.
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La grande diversità dei temi affrontati nei saggi scritti in onore di Vittorio Cotesta, nel solco di quelli da lui trattati nella sua lunga carriera, mostra a chi intende vivere la sociologia come vocazione che non vi sono scorciatoie per capire il complesso mondo in cui viviamo e che i migliori risultati si ottengono quanto più gli interessi coltivati spaziano da un’epoca all’altra, da una disciplina all’altra, da un autore all’altro. La raccolta di questi testi è dunque un omaggio, nel duplice significato della parola, insieme atto dovuto di ammirazione per chi tanto ha dato alla sociologia in Italia e all’estero, ma anche dono offerto a chi voglia conoscere meglio e da altre angolature l’uomo Cotesta, la sua storia e le sue battaglie, lo studioso, la sua opera, il suo impegno.
La grande diversità dei temi affrontati nei saggi scritti in onore di Vittorio Cotesta, nel solco di quelli da lui trattati nella sua lunga carriera, mostra a chi intende vivere la sociologia come vocazione che non vi sono scorciatoie per capire il complesso mondo in cui viviamo e che i migliori risultati si ottengono quanto più gli interessi coltivati spaziano da un’epoca all’altra, da una disciplina all’altra, da un autore all’altro. La raccolta di questi testi è dunque un omaggio, nel duplice significato della parola, insieme atto dovuto di ammirazione per chi tanto ha dato alla sociologia in Italia e all’estero, ma anche dono offerto a chi voglia conoscere meglio e da altre angolature l’uomo Cotesta, la sua storia e le sue battaglie, lo studioso, la sua opera, il suo impegno.
Da qui l’obiettivo del volume, ricostruire i vari significati di capitale sociale a partire da quegli autori considerati, da chi scrive, originari nelle accezioni: P. Bourdieu, J. S. Coleman, N. Lin, R. D. Putnam e, in Italia, P. Donati. Si tratta di significati spesso discordanti tra loro e per certi versi perfino assoggettati alle personali esigenze di ricerche, ma anche meglio valutabili – questo è l’apporto del volume – se esaminati dentro il programma di ricerca dal quale ciascuno è scaturito.
Nel complesso, le domande a cui il libro cerca di rispondere sono le seguenti: è possibile ricondurre le diverse accezioni di capitale sociale ad una cornice semantica meno ambigua, senza per questo perderne le specificità? Sono i vari significati di capitale sociale – e quindi i modi d’uso – incompatibili tra loro? Esiste un filo rosso che collega questi significati oltre gli specifici approcci o contesti di analisi di cui sono espressione? Il problema è prima di tutto teorico, risolverlo però non può che essere di aiuto anche alla ricerca empirica.
A partire da questa premessa, il volume sviluppa le analisi che dell’Europa hanno prodotto alcuni noti sociologi europei: U. Beck, G. Delanty, A. Giddens e J. Habermas. Sua peculiarità, però, è anche l’attenzione riposta sulla genealogia delle idee di “Europa” di questi quattro autori. L’esito è una eurosociologia che, partendo dalla specifiche elaborazioni teoriche pregresse di ciascuno di loro, arriva a costruire una mappa di orientamento per quanti vogliono avvicinarsi al tema da una prospettiva sociologica.
Tra sogni e realtà è il resoconto di una lunga riflessione sull’Europa e sull’europeizzazione, di come la prima è stata pensata e di come invece, la stessa, si trova finora compiuta. Nella prima parte, il volume indaga alcune delle idee e dei progetti di Europa tra i più organici; nella seconda analizza processi di europeizzazione in corso in Italia. I progetti presi in esame sono due, quello di Europa federale, elaborato da alcuni intellettuali italiani e redatto nel Manifesto di Ventotene, e quello di Europa cosmopolita, messo invece a punto da U. Beck, dopo la decisa svolta da lui avviata in direzione di un «cosmopolitismo metodologico» nelle scienze sociali ed elaborata già a partire dal suo Manifesto cosmopolita della fine degli anni Novanta del secolo scorso. Si tratta di due progetti utopici di Europa, con in realtà una comune radice intellettuale nella Pace perpetua di Immanuel Kant. Nella seconda parte, il volume riporta invece i risultati di due ricerche sull’europeizzazione. Una sull’adattamento delle istituzioni regionali italiane e dei suoi funzionari alle normative amministrative emanate dall’Unione europea in materia di fondi strutturali; l’altra, una ricerca con questionario sottoposto ad un campione di giovani meridionali al fine di rilevare le loro rappresentazioni dell’Europa. In entrambe le ricerche, vale il principio che l’identificazione o l’appartenenza del cittadino ad una comunità è una costruzione sociale che si sviluppa, grazie alla socializzazione, entro un sistema di valori e credenze ed entro le continue interazioni sociali che rielaborano modelli dati, facendoli propri.
Drawing on both theoretical and empirical research, the aim of our meeting is to show there is some credence to the view that the cosmopolitan sociology is a heuristic way to understand how human communities, individuals, and institutions relate to globality and its outcomes. With an unprecedented rapidity, global media exposes us to an uninterrupted flow of cultural contents of diverse origins (Castells, 2001; Urry, 2006), which create and maintain what John Tomlinson (2007) calls “a condition of immediacy” at the very heart of daily life. Whilst one might argue that the human story is one of migration, the overwhelming interconnectedness of the world today has resulted in increased flows of people on a hitherto unforeseen scale (Appadurai, 1996)
As a result of these transnational processes, in their daily lives individuals frequently encounter alterity (Cicchelli, 2012). Far from being exceptional, difference is now regarded as a central feature of our increasingly diverse ‘multicultural’ and ‘plural’ societies. Thanks to the participation of leading scholars engaged in rethinking what cosmopolitanism is or should be, the purpose of this conference is to explore in a comprehensive way the usefulness of a cosmopolitan outlook. The idea is to take advantage of the global interconnectedness, and to go beyond global studies, by approaching it in a specific way. As "the ‘global other’ is in our midst” (Beck and Grande, 2010: 417), it is consequently crucial a cosmopolitan approach be based on how otherness and plurality are handled by individuals, human groups and institutions. Exploring the role played by the multifarious contacts with otherness that occur in the global society is an issue frequently ignored in empirical research on cosmopolitanism, even though it should be at its very heart.
29th and 30th September 2016
Salerno, Campus of Fisciano, Italy
The International Symposium discusses cosmopolitanism and its limits in a period characterized by strong currents of neo-liberalism, increasing inequalities, the sharp decline of the European political project, the upsurge of new challenges to democracy and peace (including terrorism and war), the return of nationalism and the rejection of the Other, involving xenophobia, anti-semitism and islamophobia, ethnic divides, and so on. To put it in a nutshell, it aims at finding answers to these questions which are not debated enough: Is cosmopolitanism still a sustainable perspective on the globalised world of today? To what extent is it still relevant for understanding the dramatic challenges societies are facing? And if so, how far can we go in defending it? What kind of adaptation do we need in order to improve or amend it? These are only some examples of topics that the International Symposium will debate in order to publish an edited book on the theme of Cosmopolitanism in Hard Times.
https://web.uniroma1.it/disp/disp/disp/territorio-e-terza-missione/convegni-nazionali-ed-internazionali/dialoghi-sulleuropa