Papers by Gina Venneri
«Rivista Europea di Studi Napoleonici e dell’Età delle Restaurazioni», a. II, n. 2, 2021, pp. 201-225, 2022
L’articolo evidenzia alcuni aspetti della produzione artistica di Constance Mayer attraverso le o... more L’articolo evidenzia alcuni aspetti della produzione artistica di Constance Mayer attraverso le opinioni addotte da cronisti e salonniers dell’epoca. Come testimonia la rinnovata attenzione da parte della critica coeva, la fama di Mayer si diffonde durante i primi anni dell’Impero, periodo in cui ha inizio il sodalizio con Prud’hon, nonostante la pittrice esponga assiduamente ai Salons sin dall’epoca direttoriale. L’altro scopo dell’articolo è quello di ricostruire per sommi capi l’identità artistica di Constance Mayer, il cui impatto su riviste e periodici, soprattutto dopo il progressivo avvicinarsi alla maniera e ai modelli elaborati da Pierre-Paul Prud’hon, è innegabile.
Thesis Chapters by Gina Venneri
L’abstract del terzo capitolo dell’elaborato finale di specializzazione (Università degli Studi d... more L’abstract del terzo capitolo dell’elaborato finale di specializzazione (Università degli Studi di Perugia, Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici) riguarda le vicende edilizie, architettoniche e storico-artistiche legate al cantiere cimiteriale di Condera – Reggio Calabria – dall’epoca della sua istituzione fino al secondo dopoguerra. Sono esaminati i cambiamenti avvenuti nel corso dei decenni, inclusi gli interventi di ampliamento, le modifiche architettoniche e le influenze stilistiche; vengono altresì esplorate anche le ragioni che hanno portato a tali cambiamenti – come lo sviluppo urbano, le esigenze funzionali e i contesti culturali. Il capitolo mira a fornire una panoramica esauriente delle dinamiche che hanno caratterizzato il cantiere conderese nel corso del tempo, contribuendo così alla comprensione della sua importanza storica, architettonica e artistica.
Conference Presentations by Gina Venneri
Il paesaggio cimiteriale fra antropizzazione, patrimonializzazione e marginalizzazione. Pratiche artistiche contemporanee e nuove progettualità spaziali per riconfigurare la morte , 2024
I paesaggi sepolcrali si configurano come sistemi dinamici, sottoposti a continui mutamenti spazi... more I paesaggi sepolcrali si configurano come sistemi dinamici, sottoposti a continui mutamenti spaziali. Mentre i cimiteri attualmente definiti storico-monumentali diventano oggetto di patrimonializzazione, le alterazioni dovute a deterioramento, dissesto strutturale o disuso ne compromettano l’integrità identitaria: a ciò va associato l’evidente e perdurante rifiuto della dimensione mortale che contraddistingue la società contemporanea. Già nel 1951, Edgar Morin sottolinea che «il mondo dei morti, come un continente alla deriva, si allontanerà sempre di più dal mondo dei vivi»: l’altra città appare, progressivamente, relegata ai margini della sfera esperienziale quotidiana. Il contributo, oltre a riflettere sulle considerazioni già postulate, implica altrettante domande aperte e mira a indagare l’impatto esercitato dagli ampliamenti contemporanei dei cimiteri ottocenteschi nella ridefinizione tangibile del concetto di trapasso. Le nuove progettualità architettoniche creano una frattura con il mondo della morte, ribadendo l’idea di assenza e conferendo alla dimensione paesaggistica un’aura di inquietante extraterritorialità, oppure favoriscono modalità di fruizione più riflessive e partecipate? La disamina si estende anche alle potenzialità offerte dalle pratiche artistiche contemporanee che si innestano nei cosiddetti “campisanti d’autore”, capaci di veicolare nuove chiavi di lettura che permettono di superare una percezione meramente funzionale delle nuove aree sepolcrali.
Sulla ‘ri-museificazione’ del patrimonio funerario. Lo spostamento dei monumenti sepolcrali di Andreas Andersen e Aroldo Bonzagni dal coemeterium al mouseion, 2024
Cimiteri e musei instaurano da decenni un dialogo plurivalente e complesso. Sviluppando questa os... more Cimiteri e musei instaurano da decenni un dialogo plurivalente e complesso. Sviluppando questa osservazione, e considerato il riconoscimento dei complessi cimiteriali storici come musei d’arte plastica all’aperto, è possibile interrogarsi sulle dinamiche sottese alla migrazione di monumenti funebri dai “propri” recinti memoriali agli spazi museali definiti tali in senso stretto. Quali sono le implicazioni derivate da lasciti testamentari, donazioni e acquisizioni in termini di conservazione, valorizzazione e ri-significazione di manufatti originariamente destinati al contesto sepolcrale? Sebbene la casistica nazionale – e internazionale – sia piuttosto articolata, il contributo focalizza l’attenzione sul gruppo bronzeo Vita Eterna, concepito nel 1905 da Hendrik Christian Andersen in memoria del fratello pittore Andreas, e l’erma marmorea Ironia, Satira, Dolore, scolpita nel 1919 da Adolfo Wildt per commemorare l’artista Aroldo Bonzagni. Se luoghi di sepoltura e patrimonio scultoreo rappresentano un’entità unica e peculiare, la rimozione di singoli elementi potrebbe alterare alcuni equilibri relazionali. Allo stesso tempo, lo statuto dell’opera “transitante” subisce una variazione semantica e funzionale. Le ricontestualizzazioni potrebbero offrire migliori condizioni conservative; garantiscono, allo stesso tempo, opportunità di fruizione ideali e un’inte(g)razione adeguata fra monumento e nuova cornice espositiva?
Reframing nineteenth-century Italian monumental cemeteries through new genre public art: a contemporary perspective, 2024
If the significant funerary complexes inherited from past centuries are gradually losing their co... more If the significant funerary complexes inherited from past centuries are gradually losing their connection to the everyday lives of majorities, there is a necessity to re-evaluate them not only as static places of mourning or ‘petrified’ open-air museums, but as dynamic public spaces where visitors and residents can get involved. This paper seeks to examine the role of new genre public art practices in rethinking Italian historical cemeteries as creative research hubs, curatorial spaces, and vibrant community platforms. Therefore, it aims to explore how such contemporary art engage a broader audience beyond that of gallery-goers and museum visitors. If the growing recognition of cemeteries’ evolving role as catalysts for artistic and community practices is well established in northern European or American contexts, his phenomenon occurs all over Italy since the 2000s. The following case studies – the site-specific and collective project Art in Cemeteries, conceived in 2020 by Riccardo Farinelli for the Chiesanuova Cemetery (Prato, Tuscany), and the a/v performances showcased at the Certosa Cemetery (Bologna, Emilia Romagna) throughout the Sound and Silence festival, curated by Antonella Di Tillo from 2019 to 2022 – serve to exemplify the various strategies employed by contemporary artist practices in rethinking nineteenth century burial sites as ‘incubators’ for context-sensitive artworks and facilitating dialectical processes of spatial regeneration that transcend self-reference. By examining the backgrounds and addressing the dynamics of the cemeteries in which they operate, artists and performers facilitate a multisensory interplay between collectivity, space, death, identity, and otherness, thereby enhancing the usability and attractiveness of historical deathscapes.
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