Spesso mi trovo a chiedermi come mai trovo difficoltà nell'usare il termine condivisione.
In realtà lo uso spessissimo, ma tutte le volte mi sembra che non sia mai il termine corretto per quello che voglio dire.
Io penso che condivisione sia uno stato in cui ci veniamo a trovare nel momento in cui viviamo particolari sensazioni che ci portano determinate condizioni.
Non è chiaro, vero?
Non so come dirlo diversamente. Penso che condivisione non sia un qualcosa che facciamo attivamente. Non è che ad un certo punto decido di condividere (a meno che stiamo parlando della riunione al lavoro ovviamente), ma succede che mi trovo a vivere una serie di situazioni che mettono il mio cuore e quello di un'altra persona in una situazione per cui ci troviamo a farlo senza accorgercene.
È strano? Pensateci, ma sono convinto che succeda proprio così.
No, hai ragione e credo di aver capito quello che intendi. Si condivide non arrivati ad un certo punto o ad una scadenza, ma quando si crea la giusta sinergia tra contesto, noi e la persona che abbiamo di fronte.
RispondiEliminaNell'altro post hai detto bene che condividere è come un sacrificio: togliamo un pezzettino di noi per darlo all'altro ed io sono molto d'accordo con questa definizione.
Per questo ha un significato ancora più forte.
In questo istante preciso della mia vita sono molto ferma, nel senso che non sono in grado di condividere come forse dovrei. Da una parte perché, per mia natura, sbaglio il modo di pormi e dall'altra perché ho la sensazione che anche la controparte sia chiusa e prevenuta nei miei confronti.
In questi casi non credo che ci siano colpe né da una parte, né dall'altra, però è davvero frustante...
Sai cosa? Dici che fai fatica in questo periodo, ma su queste pagine lo stai facendo.
EliminaCorreggimi se sbaglio, ma qui arriva tutto quanto scrivi ed arriva bello charo e questo, posso garantirtelo, è condivisione.
È per questo che ti ringrazio. Perché doni a tutti quelli che leggono le cose che condividi.
A presto!