Giancarlo Pastura
Giancarlo Pastura (Narni\TR, 07.09.1983) attualmente è Progettista Archeologo presso Italferr S.p.A. (Gruppo Ferrovie dello Stato) dove si occupa di procedure di Archeologia Preventiva, docente di Metodologia della Ricerca Archeologica presso l' Università della Tuscia e Direttore del Museo Archeologico dell' Agro Cimino e delle catacombe di S. Eutizio. Precedentemente ha ricoperto la posizione di ricercatore in Archeologia Cristiana e Medievale (ssd. L-ANT\08) presso l’ Università degli Studi della Tuscia, conseguendo anche l' abilitazione scientifica nazionale per l'esercizio delle funzioni di Professore associato. E' coordinatore del master di II livello in "Archeologia Preventiva e Gestione del Rischio Archeologico", membro del collegio docenti del Dottorato in "Scienze Storiche e dei Beni Culturali " e componente della Giunta Direttiva della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell' Università della Tuscia.
Laureatosi nel 2009 presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali del medesimo Ateneo discutendo una tesi in Archeologia Medievale, dal 2010 al 2011 ha frequentato un Master di II livello presso lo stesso istituto, specializzandosi in materia di tecnologie applicate all’ archeologia. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Archeologia post- classica e medievale presso l’ Università di Roma “Sapienza”, è stato titolare, dal 2015 al 2019, di un assegno di ricerca in Archeologia Medievale presso l’ Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Ha diretto gli scavi archeologici in località San Valentino (Soriano nel Cimino) e Pietramara (Bassano in Teverina) ed ha partecipato con incarichi di responsabilità ai progetti europei RESEARCH (remote Sensing for Archeology) e STABLE. E' stato responsabile scientifico del progetto internazionale italo-cinese "The Amelia Project. Clay and Bronze. Daily Life and Power in Ancient Amelia between Umbrian Ethnical Identity and Romanization’ finanziato dall’autorità governativa cinese per il tramite della China Italy Museum League (Beejiiin) Culture, Media co., LTD. Contribuisce a diverse collane editoriali, in qualità di direttore della rivista nei “Quaderni Museo Civico Archeologico di Orte”, di segreteria di redazione nelle collane “Archeologia, Città, Territorio” e “Museo della Città e del Territorio” ed è membro del Comitato Scientifico della rivista Scientifica Analysis Archaeologica. An international Journal of Western Mediterranean Archaeology. E' stato membro del Comitato Scientifico del Sistema Museale di Ateneo dell' Università degli Studi della Tuscia, in qualità di responsabile scientifico delle collezioni del "Museo della città e del territorio" di Vetralla ed ha diretto il complesso di Orte Sotterranea. E' stato titolare dell' insegnamento di Archeologia Medievale per le classi di laurea L1 (Scienze dei Beni Culturali) e LMR02 (Laurea magistrale a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali). Ha al suo attivo oltre sessanta pubblicazioni, divise tra monografie (4), curatele di volumi (3), curatele di atti di convegno (3) e articoli su riviste scientifiche nazionali ed internazionali.
Laureatosi nel 2009 presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali del medesimo Ateneo discutendo una tesi in Archeologia Medievale, dal 2010 al 2011 ha frequentato un Master di II livello presso lo stesso istituto, specializzandosi in materia di tecnologie applicate all’ archeologia. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Archeologia post- classica e medievale presso l’ Università di Roma “Sapienza”, è stato titolare, dal 2015 al 2019, di un assegno di ricerca in Archeologia Medievale presso l’ Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Ha diretto gli scavi archeologici in località San Valentino (Soriano nel Cimino) e Pietramara (Bassano in Teverina) ed ha partecipato con incarichi di responsabilità ai progetti europei RESEARCH (remote Sensing for Archeology) e STABLE. E' stato responsabile scientifico del progetto internazionale italo-cinese "The Amelia Project. Clay and Bronze. Daily Life and Power in Ancient Amelia between Umbrian Ethnical Identity and Romanization’ finanziato dall’autorità governativa cinese per il tramite della China Italy Museum League (Beejiiin) Culture, Media co., LTD. Contribuisce a diverse collane editoriali, in qualità di direttore della rivista nei “Quaderni Museo Civico Archeologico di Orte”, di segreteria di redazione nelle collane “Archeologia, Città, Territorio” e “Museo della Città e del Territorio” ed è membro del Comitato Scientifico della rivista Scientifica Analysis Archaeologica. An international Journal of Western Mediterranean Archaeology. E' stato membro del Comitato Scientifico del Sistema Museale di Ateneo dell' Università degli Studi della Tuscia, in qualità di responsabile scientifico delle collezioni del "Museo della città e del territorio" di Vetralla ed ha diretto il complesso di Orte Sotterranea. E' stato titolare dell' insegnamento di Archeologia Medievale per le classi di laurea L1 (Scienze dei Beni Culturali) e LMR02 (Laurea magistrale a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali). Ha al suo attivo oltre sessanta pubblicazioni, divise tra monografie (4), curatele di volumi (3), curatele di atti di convegno (3) e articoli su riviste scientifiche nazionali ed internazionali.
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Papers by Giancarlo Pastura
there is a single strategy that, although maintaining all the instruments usually used in the topographical studies, builds
in fact a new operating system. It is therefore, in the case of ‘rock-settlement archaeology’, a specific methodology to read
the artifact/cavity in a diachronic manner, extremely detailed and with detailed documentation techniques, complemented by a conscious use of modern technologies. The application of a rigid operational protocol is aimed at satisfying every possible question on the ways and times of life of individual realities, also in relation to the anthropized context.
differenziano per la natura geologica dei suoli che li accolgono, oltre che per i differenti influssi politici e culturali subiti già a partire dall’alto
medioevo. Se quest’ultimo aspetto emerge chiaramente nelle forme architettoniche, che non escludono fenomeni di osmosi nelle aree di confine,
il substrato geologico rappresenta un elemento fortemente condizionante sia per le tecniche costruttive, plasmate sulla base del materiale a
disposizione, sia nello sfruttamento e nella progettazione degli spazi. In maniera particolare, mentre nell’Alto Lazio la presenza di una “roccia tenera”
consente l’escavazione di ampi ambienti sotterranei alle abitazioni, nell’Umbria meridionale, dove lo scavo è reso difficoltoso dagli strati calcarei, si
attuano strategie diverse per la progettazione degli spazi. Le normative, in particolare gli Statuti, mettono particolarmente in risalto questi aspetti
evidenziando differenze sostanziali, ma anche punti di contatto, nella progettazione urbanistica delle città dell’Alto Lazio e dell’Umbria meridionale
Fortificazioni, chiese, abitati rupestri e diverse forme di sepolture confermano la convivenza di due diverse sfere culturali, di cui si conservano ancora parte della cultura materiale e delle attestazioni architettoniche.
esteso cimitero con tombe a logette, ha costituito un elemento di estrema novità nelle ricerche che interessano questi territori posti a ridosso del limes longobardo-bizantino. Lo scopo di questo contributo, complice anche una maggiore conoscenza archeologica del territorio maturata a seguito delle più recenti ricerche, è quello di avanzare le prime ipotesi sulla funzione e sul ruolo che la chiesa ha ricoperto nelle sue diverse fasi di vita.
anche dalla mancanza di studi di sintesi su questo comprensorio, nonostante la prossimità con aree oggetto di indagini recenti, come nel caso della vicina Ferento, e dalla consapevolezza del ruolo non secondario avuto nelle dinamiche storiche ed insediative dell’Italia centrale, almeno a partire dal
conflitto greco-gotico.il lavoro è stato condotto attraverso una sistematica analisi degli studi editi, per lo più incentrati su singoli centri o specifici monumenti, e delle fonti scritte con ampi affondi anche su materiale d’archivio inedito. il panorama di queste ultime diviene particolarmente ricco dal X secolo, quando
diversi enti monastici (Farfa, S. Silvestro in Capite, S. Croce di Foligno, ospedale di S. Spirito inSassia) gestiscono consistenti beni in questo territorio, ai quali si aggiunge l’episcopio di Orte, il cui archivio conserva un congruo fondo databile tra X e Xv secolo.
Collocata in posizione strategica, a controllo della media valle del Tevere e delle principali arterie di comunicazione, Orte è stata abitata senza interruzioni a partire, almeno, dal VI secolo a.C.
All’interno della rupe che accoglie l’abitato, beneficiando di una conformazione favorevole, sono state scavate nei secoli la rete di rifornimento idrico (cunicoli, cisterne, pozzi) e di evacuazione delle acque reflue, i magazzini, i depositi, le cantine, le stalle, le colombaie, alcuni vani di abitazione, i vivai e i luoghi di delizie di giardini privati.
there is a single strategy that, although maintaining all the instruments usually used in the topographical studies, builds
in fact a new operating system. It is therefore, in the case of ‘rock-settlement archaeology’, a specific methodology to read
the artifact/cavity in a diachronic manner, extremely detailed and with detailed documentation techniques, complemented by a conscious use of modern technologies. The application of a rigid operational protocol is aimed at satisfying every possible question on the ways and times of life of individual realities, also in relation to the anthropized context.
differenziano per la natura geologica dei suoli che li accolgono, oltre che per i differenti influssi politici e culturali subiti già a partire dall’alto
medioevo. Se quest’ultimo aspetto emerge chiaramente nelle forme architettoniche, che non escludono fenomeni di osmosi nelle aree di confine,
il substrato geologico rappresenta un elemento fortemente condizionante sia per le tecniche costruttive, plasmate sulla base del materiale a
disposizione, sia nello sfruttamento e nella progettazione degli spazi. In maniera particolare, mentre nell’Alto Lazio la presenza di una “roccia tenera”
consente l’escavazione di ampi ambienti sotterranei alle abitazioni, nell’Umbria meridionale, dove lo scavo è reso difficoltoso dagli strati calcarei, si
attuano strategie diverse per la progettazione degli spazi. Le normative, in particolare gli Statuti, mettono particolarmente in risalto questi aspetti
evidenziando differenze sostanziali, ma anche punti di contatto, nella progettazione urbanistica delle città dell’Alto Lazio e dell’Umbria meridionale
Fortificazioni, chiese, abitati rupestri e diverse forme di sepolture confermano la convivenza di due diverse sfere culturali, di cui si conservano ancora parte della cultura materiale e delle attestazioni architettoniche.
esteso cimitero con tombe a logette, ha costituito un elemento di estrema novità nelle ricerche che interessano questi territori posti a ridosso del limes longobardo-bizantino. Lo scopo di questo contributo, complice anche una maggiore conoscenza archeologica del territorio maturata a seguito delle più recenti ricerche, è quello di avanzare le prime ipotesi sulla funzione e sul ruolo che la chiesa ha ricoperto nelle sue diverse fasi di vita.
anche dalla mancanza di studi di sintesi su questo comprensorio, nonostante la prossimità con aree oggetto di indagini recenti, come nel caso della vicina Ferento, e dalla consapevolezza del ruolo non secondario avuto nelle dinamiche storiche ed insediative dell’Italia centrale, almeno a partire dal
conflitto greco-gotico.il lavoro è stato condotto attraverso una sistematica analisi degli studi editi, per lo più incentrati su singoli centri o specifici monumenti, e delle fonti scritte con ampi affondi anche su materiale d’archivio inedito. il panorama di queste ultime diviene particolarmente ricco dal X secolo, quando
diversi enti monastici (Farfa, S. Silvestro in Capite, S. Croce di Foligno, ospedale di S. Spirito inSassia) gestiscono consistenti beni in questo territorio, ai quali si aggiunge l’episcopio di Orte, il cui archivio conserva un congruo fondo databile tra X e Xv secolo.
Collocata in posizione strategica, a controllo della media valle del Tevere e delle principali arterie di comunicazione, Orte è stata abitata senza interruzioni a partire, almeno, dal VI secolo a.C.
All’interno della rupe che accoglie l’abitato, beneficiando di una conformazione favorevole, sono state scavate nei secoli la rete di rifornimento idrico (cunicoli, cisterne, pozzi) e di evacuazione delle acque reflue, i magazzini, i depositi, le cantine, le stalle, le colombaie, alcuni vani di abitazione, i vivai e i luoghi di delizie di giardini privati.
stato la ricostruzione delle trasformazioni del paesaggio e degli insediamenti in un’area dell’Alto Lazio compresa tra i Monti Cimini, il Tevere, il fosso del rio e l’odierno confine umbro-laziale tra il VI e il Xii secolo. La scelta del contesto, oltre a rispondere a caratteri geomorfologici, è stata dettata anche dalla mancanza di studi di sintesi su questo comprensorio, nonostante la prossimità con aree oggetto di indagini recenti, come nel caso della vicina Ferento, e dalla consapevolezza del ruolo non secondario avuto nelle dinamiche storiche ed insediative dell’italia centrale, almeno a partire dal
conflitto greco-gotico.
Il lavoro è stato condotto attraverso una sistematica analisi degli studi editi, per lo più incentrati su singoli centri o specifici monumenti, e delle fonti scritte con ampi affondi anche su materiale d’archivio inedito. il panorama di queste ultime diviene particolarmente ricco dal X secolo, quando diversi enti monastici (Farfa, S. Silvestro in Capite, S. Croce di Foligno, ospedale di S. Spirito in Sassia) gestiscono consistenti beni in questo territorio, ai quali si aggiunge l’episcopio di orte, il cui
archivio conserva un congruo fondo databile tra X e XV secolo.
The conference will be held on October 15-17, in the World Wide Web. More information is available at https://2020.archeofoss.org
analizza contesti e materiali che spaziano dalla preistoria al mondo tardo-medievale e moderno,
testimoniando la ricchezza e complessità del passato della città. Di particolare interesse, probabilmente
ignoti ai più, i resti ceramici riferibili all’età del bronzo, testimoni dell’importanza che
il sito di Orte già rivestiva nel II millennio a.C. per il controllo del territorio e dei traffici lungo il
Tevere, così come sarà per buona parte della sua storia. Altrettanto interessanti i lavori sul periodo
medievale e tardo rinascimentale, ulteriori preziosi tasselli di conoscenza. Ricchissima la bibliografia
a corredo dei diversi saggi, come pure l’ampia documentazione grafica e fotografica.
lo scopo di integrare l’osservazione delle strutture superstiti.
Il volume, che si propone di essere una prima tangibile testimonianza del lavoro svolto nel sottosuolo ortano, può essere diviso in quattro sezioni principali. La prima è inerente all’illustrazione del contesto geografico, geologico e storico in cui si inserisce l’abitato di Orte. Nella seconda viene brevemente focalizzata l’attenzione sulla metodologia della ricerca, passando in rassegna le diverse fasi che hanno portato dall’acquisizione dei dati alla loro analisi. La terza sezione si occupa specificatamente della rete idraulica ipogea trattandone principi di funzionamento, diramazioni e ed elementi di particolare interesse storico-archeologico. Nella quarta ed ultima sezione vengono trattate due attività produttive: l’allevamento dei colombi e lo sfruttamento della neve. Tutti i capitoli fanno riferimento a tre rilievi in allegato.
Il presente volume è frutto della concomitanza di idee e del dialogo tra gli autori dei singoli contributi.