Papers by Barbara Ghiringhelli
Pubblicato in Quaderni ISSP 12, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell'Amministrazione Peni... more Pubblicato in Quaderni ISSP 12, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, giugno 2013 La migrazione, tra i futuri del mondo Presenti in tutte le epoche della storia, le migrazioni conoscono oggi una crescita senza precedenti. In particolare, l'internazionalizzazione dei flussi migratori, ha assunto proporzioni mai raggiunte nella storia dell'umanità, con un numero sempre più considerevole di paesi interessati e di persone in movimento, la gran parte alla ricerca di una sorte migliore e di un luogo dove stabilirsi. Sono molteplici e oramai note le cause del fenomeno: il divario tra Sud e Nord del mondo di fronte all'accesso alle risorse alimentari, economiche e finanziarie; le guerre; i cambiamenti climatici; gli sconvolgimenti geopolitici; l'apertura delle frontiere; il processo di globalizzazione del mercato, delle comunicazioni, dei trasporti, del turismo. Di ampiezza e dispersione fino ad oggi inedite, le migrazioni contemporanee rinviano a realtà di durata, entità e natura molto diverse. Estremamente difficili da tradurre in cifre quando sono clandestine, gradualmente sembrano andare ad assumere un ruolo nell'organizzazione del mondo. Mentre il numero dei migranti internazionali nel 1965 non superava ancora i 75 milioni, si stima che tale numero oggi sia salito a 214 milioni di persone, rappresentando il 3% della popolazione mondiale. Una cifra forse non elevata di per sé, che va però ad acquistare un notevole interesse nel momento in cui se ne evidenzia la crescita, ogni anno del 2,9% mentre la popolazione mondiale non aumenta più dell'1,2% all'anno. 1 Di effetto poi, il pensare che, tutti insieme, questi migranti verrebbero già oggi a costituire il quinto paese più popolato del pianeta. Nella cosiddetta era della globalizzazione tutto sembra concorrere a incontri e interazioni tra individui di culture diverse, suscitando con insistenza nelle società occidentali riflessioni su "diversità e somiglianze" e incitando continuamente territori, istituzioni e cittadini, a dedicarsi al lavoro della trasformazione sociale e della coabitazione con la pluralità culturale. Anche il carcere conosce tale diversità presentandosi oggi in Italia quale realtà popolata, e spesso sovraffollata, da persone di origini socio-culturali, etnie, religioni, tradizioni le più differenti. Una diversità che sta sollecitando l'istituzione penitenziaria e le professioni che in tale contesto agiscono, richiedendo un rinnovamento dei saperi e delle pratiche, in quanto la complessità del lavoro con i detenuti stranieri in termini di comunicazione, relazione e progetto richiede nuovi servizi (es. di mediazione linguistico-culturale) e nuove competenze professionali. Occorre capire meglio il contesto della propria professione e precisare il senso della propria attività di fronte a situazioni così diverse. In altre parole, anche in ambito penitenziario non si può più fare a meno di riflettere sulle dinamiche delle trasformazioni insite alla mondializzazione e alle società plurali.
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