San Colombano al Lambro | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Lombardia | |
Territorio | Lodigiano | |
Altitudine | 80 m s.l.m. | |
Superficie | 16.39 km² | |
Abitanti | 7.336 (censimento 2011) | |
Nome abitanti | Banini | |
Prefisso tel | +39 0371 | |
CAP | 20078 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Colombano (21 novembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
San Colombano al Lambro è una città della Lombardia.
Da sapere
[modifica]Il santo monaco irlandese Colombano, protetto da Agilulfo e Teodolinda, sovrani longobardi, durante il suo percorso verso Bobbio, dove fonderà un illustre convento, si fermò qui lasciando il suo nome alla città.
Cenni geografici
[modifica]Sulla sponda destra del Lambro, in territorio lodigiano al confine con il Pavese
Cenni storici
[modifica]Numerose tracce e reperti testimoniano un continuo popolamento dell'area fin dall'epoca preistorica. Una vera organizzazione abitativa in centri urbani si colloca tuttavia a partire dal Mille. L'imperatore Corrado II aveva donato il territorio di San Colombano a Ariberto d'Intimiano che nel 1034 le donò a sua volta alla Chiesa milanese. Da quel momento la città fu sempre legata ai destini di Milano. Il centro aveva avuto origine dall'insediamento di abitanti trasferitisi da centri vicini e prese successivamente il nome dal monaco irlandese Colombano, futuro santo.
Quando il centro era ormai urbanisticamente assestato, e dotato di fortificazioni e di un castello, Federico Barbarossa lo distrusse, per poi farlo riedificare seguendo lo stile romano. Nel 1299 territorio e castello furono in possesso dei Visconti: Bianca di Savoia, moglie di Galeazzo Visconti, pose la propria residenza nel castello e dotò il paese di propri Statuti.
Grande peso nella storia della città ebbe anche la presenza dei Certosini, che ne furono in un certo senso feudatari; contro di loro nel 1402 si ebbe una rivolta di popolo, esasperato dall'eccessivo peso delle tasse. Agli stessi monaci si devono importanti opere di bonifica del territorio; la loro presenza a San Colombano cessò nel 1782 con la loro soppressione da parte di Giuseppe II d'Austria.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]Si suddivide nei quartieri: Imperiale, Borgoratto, Mombrione, Campasso, Lazzaretto, Regone, Fontanelle, Campagna; essi si contendono il Palio del Guiderdone la terza domenica di settembre.
Centri abitati del suo territorio sono Campagna e Mostiola.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio (il Caravaggio), Via Aeroporto 13, Orio al Serio, ☎ +39 035 326323.
- 2 Aeroporto di Milano Linate (Forlanini), via Archimede.
- 3 Aeroporto di Milano-Malpensa (MXP), Ferno. L'aeroporto è dotato di due terminal (T1 e T2), il secondo è adibito ai voli low cost. Il servizio di autobus Autostradale collega l'aeroporto con Milano stazione centrale in 50 minuti circa, mentre il Malpensa Express collega in 40 minuti il Terminal 1 con la stazione Cadorna (metropolitana linea rossa e verde). Gli autobus della Sadem e Autostradale raggiungono la città di Torino (2 ore), mentre la compagnia Volpi effettua alcune corse per Genova (3 ore).
- 4 Aeroporto di Brescia (D'Annunzio), Via Aeroporto 34, Montichiari (I collegamenti con l'aeroporto di Brescia sono garantiti dai trasporti pubblici tramite il bus/navetta. La fermata a Brescia città è situata alla stazione dei pullman (numero 23), mentre quella dell'aeroporto è al fronte terminale. Sono inoltre previsti collegamenti per la città di Verona attraverso la linea bus/navetta 1), ☎ +39 045 8095666, [email protected]. Solo Charter
In auto
[modifica]- Autostrada del Sole, uscite Piacenza nord, Casalpusterlengo.
- Strada provinciale ex SS 234 Cremona Pavia
In treno
[modifica]Stazioni sulla linea Casalpusterlengo - Pavia a:
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- Chiesa parrocchiale. La chiesa, dedicata a San Colombano Abate, fu costruita a partire dal 1479 per sostituire l'antica parrocchiale che era diventata troppo angusta per la popolazione e si trovava inoltre in cattive condizioni dovute alla sua vetustà. Per la sua edificazione si utilizzarono le pietre della antica chiesa; è per questo motivo che non esistono tracce. L'edificio fu inoltre eretto più lontano dai fossati del castello, a differenza della vecchia chiesa che vi era quasi addossata. Nella chiesa a tre navate con cappelle laterali si conservano affreschi che Bernardino Campi eseguì per la chiesa di Santa Maria Maddalena in Castello, dalla quale furono trasferiti nel 1846. Fra le cappelle laterali è da notare la cappella votiva del Rosario, che fu eretta dopo la pestilenza manzoniana del 1630.
- Oratorio di San Rocco. Risale al 1514, quando venne edificata subito fuori le mura in direzione di Lodi. Ha pianta ottagonale e presenta molti richiami di stile bramantesco, a cui si sono ispirati gli architetti Battagio e Amadeo che vengono indicati come suoi progettisti. La parte alta della chiesa è di impostazione rinascimentale. Lavori di restauro del Novecento hanno rivelato antichi affreschi di San Giovanni Battista e di San Fermo, che si trovano sotto gli affreschi del ciclo di San Rocco. La chiesa è proprietà privata, dal 1700 della famiglia Sterza, poi Sterza Riccardi. Viene aperta al pubblico per la celebrazione della Messa il mattino e per la benedizione solenne con esposizione della reliquia del Santo la sera nella giornata del 16 agosto di ogni anno.
- Chiesa di San Francesco. Fu ampliata nel 1623, e le fu adattato nella parte retrostante un piccolo monastero dei Frati Minori Osservanti; divenne monastero di clausura nel 1664, e tale rimase fino al 1811 quando il complesso venne affidato al clero banino. La sua costruzione è però antecedente: risale infatti al 1580. Lo stile della chiesa, romanico lombardo, è frammisto a caratteristiche rinascimentali quali per esempio il pronao addossato all'ingresso.
- Chiesa di San Giovanni. Il complesso di San Giovanni riunisce la chiesa e l'ospedale edificato nel 1510, anno in cui fu consacrata la chiesa stessa. Era proprietà dei terziari francescani; in seguito divenne un convento dei frati di Sant'Antonio.
Nei primi anni e a metà Settecento ebbe interventi di restauro e di ampliamento. Verso fine secolo, nel 1782, l'imperatore Giuseppe II d'Austria decretò la fine del suo ruolo conventuale, trasferendone la gestione al clero locale.
La chiesa ha rivelato al suo interno, durante i numerosi lavori che vi sono stati effettuati, intarsi di marmo del periodo romanico, oltre a stucchi di valore di epoca barocca.
- Portone. La sua costruzione è avvenuta nel 1691 per celebrare l'elevazione di San Colombano al titolo onorifico di Borgo Insigne concessogli da Carlo II re di Spagna. Committenti dell'opera furono i Certosini.
Al Portone doveva collegarsi tutta una nuova cerchia di mura che circondasse scenograficamente il borgo, rendendolo di fatto visivamente insigne. L'intento però non venne raggiunto, ed il Portone non si allungò mai con il muro ad abbracciare la città.
L'arco venne restaurato nel 1927; in quell'occasione vi fu apposta una iscrizione celebrativa. L'ultimo intervento restaurativo è di fine Novecento. - Casa di don Carlo Gnocchi. Don Carlo Gnocchi, famosa figura di religioso che si batté per l'assistenza soprattutto all'infanzia abbandonata, è nato a San Colombano nel 1902. La sua casa natale lo commemora con una lapide posta in facciata. È ricordato come fondatore della Pro Juventute e l'impegno nell'assistere i bimbi abbandonati e i bambini mutilati di guerra: i mutilatini di don Gnocchi.
- 1 Castello. È costituito di due parti ben identificabili: la struttura militare più alta e la struttura civile, più bassa, che serviva come ammasso di riserve agricole e alimentari. La sua conformazione è variamente articolata da torri aggettanti. Una antica fortificazione esisteva già a San Colombano nel VI secolo; è sicuramente documentato nel X secolo. Il castello attuale risale al Barbarossa, che dopo aver distrutto la gran parte dei castelli lombardi, lo fece riedificare nel 1164. Con i Visconti servì da prigione di Stato. Nel 1370 si mise mano al suo rifacimento, rivestendo poi di nuovi mattoni le mura per rendere il tutto omogeneo. Si costruì un mastio al centro della Rocca. Bianca di Savoia vi costruì una residenza all'interno delle mura. Nel Quattrocento fu in uso ai frati Certosini, che ne modificarono ampiamente l'aspetto e la funzione militare e lo tennero fino alla soppressione degli ordini religiosi da parte del governo austriaco nel 1782. Nel 1786 divenne possesso della famiglia Belgioioso: nel secolo successivo subì molte demolizioni degli edifici all'interno del ricetto fino alla trasformazione del castello in residenza signorile. Dopo alterne vicende (fu anche proprietà dell'Università Cattolica) fu acquistato dal Comune nel 1987 e fatto oggetto di restauri in epoca recente.
- Museo paleontologico e archeologico Virginio Caccia, via Giuseppe Monti 47, ☎ +39 0371 2931. Ingresso libero. Visite guidate ogni prima domenica del mese da aprile a ottobre (agosto escluso) ore 10-12.15/15-18-.. Dal lunedì al venerdì 9-12.30; lunedì e giovedì 15-17; sabato 9-12.30. Ospita reperti che descrivono l'evoluzione di San Colombano dalla preistoria. Conserva reperti fossili della collina di San Colombano di epoca preistorica come pure resti di antichi animali esistenti nella pianura padana nel medesimo periodo. Nella sezione archeologica espone oggetti in ceramica che vanno dall'età del rame a quella romana, medievale e post medievali. Ha una interessante ricostruzione di una tomba a inumazione detta alla cappuccina che è tipica di età romana - tardo romana.
Eventi e feste
[modifica]- Guiderdone banino. Terza domenica di settembre
- Festa del Sole. Quarta domenica di maggio
- San Colombano da gustare. Rassegna enogastronomica e festa delle ciliegie - prima domenica di giugno
- Fiera tradizionale della Maddalena. Terza domenica di giugno
- Rassegna di prodotti e attività locali - Moda nel Borgo Insigne. Prima domenica di settembre
- Guiderdone Banino. Terza domenica di settembre
- Sagra provinciale dell'Uva. Quarta domenica di settembre
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]La coltura della vite era già praticata sulla collina di San Colombano in epoca romana, costituendo una proficua attività economica e commerciale che è continuata fin ai nostri giorni. Dal 1984 la collina è zona a denominazione d'origine -D.O.C. - per la produzione del vino San Colombano, un rosso ottenuto mescolando secondo percentuali stabilite uve di varie specie locali.
L'Indicazione Geografica Tipica - I:G:T:- Collina del Milanese è stata conseguita nel 1995; vengono così etichettati i vini Verdea, Riesling, Malvasia, Chardonnay, Pinot Nero, Barbera, Croatina, Uva Rara, Caberbet Sauvignon, fermi, frizzanti, spumanti.
Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]- Lodi — Il centro monumentale in città e la Basilica di San Bassiano a Lodi Vecchio sono i principali punti di interesse.
- Casalpusterlengo
- Codogno — Importante centro agricolo commerciale e nodo di traffici; il suo centro storico è di impronta tipicamente padana.
- Pizzighettone — La cinta muraria è una delle poche rimaste intatte in Lombardia e fa del paese un mirabile esempio di città fortificata; la Torre del Guado (prigione di Francesco I), il quartiere antico di Gera contribuiscono con le mura al fascino antico del luogo.
- Pavia — Il colore ocra rossiccio dei mattoni dai quali hanno preso mirabilmente forma i suoi monumenti - il castello, le chiese, il ponte coperto, i palazzi - è la tonalità che domina il suo bel centro storico. È la medesima tinta dalla quale si sprigiona il bianco incantatore dei marmi della facciata nella Certosa di Pavia, il suo gioiello d'arte di gran lunga più conosciuto, incastonato nello smeraldino verde della sua campagna.
Itinerari
[modifica]- Cammino di San Colombano — Il percorso tocca le località raggiunte da San Colombano (540-615), monaco irlandese, durante tutta la sua vita.
- San Colombano al Lambro fa parte della Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani[link non funzionante], un percorso di promozione turistica enogastronomica, lungo circa 120 kilometri e riconosciuto dalla Regione Lombardia, che si snoda nella provincia di Lodi e nella provincia di Milano su un territorio di 65 comuni, toccando tra questi: Chiaravalle, Melegnano, Lodi Vecchio, Cavenago d'Adda, Maleo, Codogno, Lodi, Borghetto Lodigiano, Graffignana, Sant'Angelo Lodigiano, Mirandolo Terme e Monteleone.
Altri progetti
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