Wasit
Wasit città | |
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Localizzazione | |
Stato | Iraq |
Governatorato | Wasit |
Distretto | |
Territorio | |
Coordinate | 32°14′N 46°18′E |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+3 |
Cartografia | |
Wāsiṭ (in arabo واسط?) è una città dell'Iraq, assai fiorente nel periodo classico della storia islamica ma decaduta a rango di piccolo centro urbano in età moderna e contemporanea.
Oggi essa fa parte del Governatorato di Wasit, a SE di Kut, nell'Iraq orientale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La città fu fatta costruire dal Walī di Kufa, al-Hajjaj ibn Yusuf, sulla riva occidentale del fiume Tigri, di fronte all'antico sito di Kashkar.[1]
Lo scopo del governatore era quello di vivere in una città più leale nei confronti degli Omayyadi della quale egli era fedele e forte sostenitore, dopo le vicende belliche che avevano portato quasi alla caduta della dinastia e che proprio da lui doveva la sua vittoria finale contro ʿAbd Allāh b. al-Zubayr e l'alide al-Mukhtār.
Il sito prescelto aveva quindi la doppia funzione di sfuggire l'ostilità di ambienti urbani avversi agli Omayyadi - Kūfa a N (a suo tempo caduta sotto il controllo di al-Mukhtār) e Baṣra a S (in cui s'era espresso a lungo il potere zubayrite) - e di controllare da presso il territorio persiano, ancora ben lungi dall'essere sottomesso al potere islamico.
Proprio la sua posizione intermedia tra Kūfa e Baṣra ne determinò il nome: Wāsiṭ infatti, che deriva dalla radice araba <W-S-Ṭ>, significa "mediano".
Fu in questa città che nel 714 morì il suo celebre governatore al-Ḥajjāj b. Yūsuf.
Durante il periodo ottomano fu capoluogo dell'omonimo sangiaccato.
Il 7 settembre 2000 l'UNESCO l'ha riconosciuta come sito di rilevanza mondiale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) BeDuhn Mirecki e Paul Allan Jason, Frontiers of faith: the Christian encounter with Manichaeism in the Acts of Archelaus, Brill, 2007, p. 10, ISBN 978-90-04-16180-1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Michael G. Morony, Iraq After the Muslim Conquest[collegamento interrotto], London, Gorgias Press, 2005. URL consultato il 6 gennaio 2014.