Vai al contenuto

Utente:Stonewall/Sandbox5

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Stonewall/Sandbox5
Descrizione generale
Attivo1899 - 1902
NazioneRegno Unito (bandiera) Regno Unito
TipoSquadrone
RuoloCavalleria leggera
Guarnigione/QGColonia del Capo
Battaglie/guerreSeconda guerra boera
Parte di
South Africa Field Force
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Le Tigri di Rimington, denominate ufficialmente Rimington's Guides ("Guide di Rimington"), erano un reparto speciale di cavalleria leggera coloniale, costituito all'inizio della seconda guerra boera dall'esercito britannico per svolgere compiti di esplorazione e ricognizione in profondità negli ampi spazi del veld sudafricano, impiegando tattiche simili a quelle dei commando boeri.

Costituite su iniziativa del maggiore Michael Rimington che ne assunse anche il comando, vennero reclutate tra i cittadini britannici della Colonia del Capo, e presero il loro soprannome di "Tigri" dal caratteristico cappello ornato da una fascia di pelle di leopardo. Durante la seconda guerra boera, le "Tigri" si dimostrarono il miglior reparto di cavalleria esplorante dell'esercito britannico e svolsero un ruolo importante nel corso dell'avanzata del feldmaresciallo Frederick Roberts su Bloemfontein e Pretoria, e nelle successive operazioni mobili contro i reparti guerriglieri boeri.

Battaglia di Mariupol'
parte dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022 e dell'offensiva russa del Donbass
Data24 febbraio - 20 maggio 2022
LuogoMariupol'
Esito
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
4.300 morti
4.168 prigionieri[3]
2.000-2.500 morti
4.000 feriti[3]
non disponibili dati documentati sulle perdite civili[4][5]
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Mariupol' è stata uno scontro militare tra Russia e Ucraina iniziato il 24 febbraio 2022 e terminato il 20 maggio con la resa delle ultime truppe ucraine ancora presenti all'interno dell'acciaieria Azovstal, durante la fase iniziale dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022.[6]

Le forze dell'esercito russo e le milizie filorusse del Donbass assediarono completamente la città a partire dal 2 marzo 2022, quindi acquisirono gradualmente il controllo della città.[7], dopo lunghi e sanguinosi combattimenti urbani nell'area edificata dove si erano asserragliate le truppe dell'esercito ucraino, tra cui i reparti del reggimento Azov. Gli scontri nell'area urbana tra i reparti russi e filo-russi della Repubblica Popolare di Doneck da una parte, e le truppe ucraine dall'altra, sono continuati violentissimi fino al 19 aprile 2022, quando i difensori, dopo aver dovuto abbandonare le periferie, l'area urbana centrale, il porto e alcuni grandi fabbriche, sono ripiegati nella vasta area industriale Azovstal.

Da quel momento i russi hanno preferito non attaccare direttamente l'area industriale passando ad una guerra di assedio che si è conclusa il 16-20 maggio 2022 con la resa di tutti i soldati ucraini ancora rimasti ad Azovstal, compresi i militanti del reggimento Azov. I prigionieri di guerra, tra cui tutti i comandanti, sono stati trasferiti nel territorio della Repubblica Popolare di Doneck.

Gli accaniti e prolungati combattimenti con armi pesanti all'interno dell'area urbana dove si erano barricati i soldati ucraini, e l'impiego sistematico da parte russa dell'artiglieria e delle forze aeree all'interno delle zone abitate, hanno provocato enormi distruzioni e gravi perdite tra i civili che solo in parte hanno potuto abbandonare la città attraverso precari corridoi umanitari.

Mariupol nella guerra del Donbass

[modifica | modifica wikitesto]

Il campo di battaglia

[modifica | modifica wikitesto]
Carta di Mariupol con indicazioni dei quartieri e delle aree industraili.

La città di Mariupol' era un grande centro industriale, la seconda città per polazione dell'oblast di Donec'k e il porto più importante sul mar d'Azov; la città si estendeva a est e a ovest del fiume Kal'mius che scorreva da nord-est verso sud-ovest; il quartiere di Primors’kij, il primo che si incontrava proveniendo lungo la strada costiera da ovest, ospitava il porto industriale e commerciale sulla riva destra del fiume. Sempre a ovest del Kal'mius, dopo il quartiere portuale di Primors'kij, si trovava, delimitata dalla via Ševčenko a nord e dalla strada dei metallurgici a ovest, la parte pià antica della città, costruita in epoca zarista e costituita da edifici prevalentemente singoli ad un solo piano, separati da piccoli appezzamenti con giardini o campi privati. Piu a nord iniziava il quartiere Central’nij, sempre sulla riva destra, dove erano presenti i principali edifici amministrativi e commerciali della città, compreso il municipio, l'università, la biblioteca pubblica, la sede dell'SBU; in questa zona iniziavano anche le costruzioni moderne di epoca sovietica con grandi edifici moderni a più piani, idonei per organizzare una difesa prolungata e utili anche come centri di osservazione in profondità; grandi vie solcavano questa aerea con direzioni principali da nord-ovest e nord verso sud e sud-est, che potevano costiture gli assi principali di avanzata di un nemico proveniente da nord e da ovest.

Piu a nord-est iniziava la grande area industriale a ovest del Kal'mius, nel quartiere Kal’mìus’kij, dove si trovavano le due fabbriche giganti, la Azovmaš e il Kombinat metallurgico "Illič". Si trattava di enormi impianti che davano lavoro ognuna a oltre 10.000 operai, estese su grandi spazi e caratterizzati da officine meccaniche, tubazioni, macchinari pesanti, altoforni, fornaci, vie stradali e ferroviarie interne. Questi giganteschi impianti si prestavano alla difesa, potendo dare protezione ai soldati e consentivano movimenti alle truppe al riparo dalla vista del nemico. A est del Kal'mius si trovava il quartiere moderno Lìvoberežnij caratterizzato da grandi edifici moderni e attraversato da grandi vie di accesso da est verso ovest; infine a est della foce del fiume e adagiata sulle rive del mar d'Azov si trovava la seconda grande area industriale di Mariupol', l'acciaieria gigante Azovstal, estesa su 12 km quadrati di terreno con enormi strutture industriali e una immensa area sotterranea di epoca sovietica idonea anche come rifugio antiatomico e capace di ospitare fino a 40.000 persone. Era possibile una difesa prolungata grazie a munizioni e vettovaglie che avrebbero potuto essere immagazzinate negli ampi depositi industriali dello stabilimento. Infine esisteva alla periferia nord-occidentale della città una vasta area aeroporturale che avrebbe potuto costituire un utile zona difensiva per arrestare la progressione del nemico attraverso la strada proveniente dal sobborgo di Staryj Krym.

Le forze in campo

[modifica | modifica wikitesto]

L'attacco alla regione di Mariupol venne sferrato da tre diverse direzioni; a ovest della città avanzarono le truppe russe sotto il comando della 58ª Armata combinata guidata dal generale Mihail Stepanovič Zus’ko; le forze principali di questa armata erano costituite da una parte della 19ª Divisione fucilieri motorizzata "Voronež-Šumen", che nella fase iniziale impegnò due gruppi tattici di battaglione, e soprattutto dalla 810ª Brigata fanteria di marina delle guardie "60º Anniversario dell'URSS" della Flotta del Mar Nero con base a Sebastopoli, che era il reparto più forte dell'armata, disponendo di due battaglioni di fanteria di marina, un battaglione d'assalto aeroportato e numerosi reparti di rinforzo di artiglieria, genio e logistica. Nel corso della battaglia, nel mese di marzo, i reparti della 19ª Divisione fucilieri motorizzata sarebbero stati ritirati dai combattimenti, mentre la 810ª Brigata fanteria di marina sarebbe entrata dentro la città rimanendo in combattimento fino alla fine degli scontri.

Il generale Andrej Mordvičev, comandante dell'8ª Armata delle guardie.

Nelle direttrici d'attacco a est e nord-est di Mariupol' invece l'avanzata venne diretta dal comando della 8ª Armata delle guardie, guidata dal generale Andrej Nikolaevič Mordvičev; questa armata schierava la 150ª Divisione fucilieri motorizzata "Idrica-Berlino", una delle unità più prestigiose dell'esercito russo, erede delle tradizioni della famosa divisione che aveva sferrato l'assalto finale al Reichstag durante la battaglia di Berlino. La divisione, comandata dal generale Oleg Mitjaev, disponeva, oltre ai reparti di artiglieria, genio, logistica, di due reggimenti di fucilieri motorizzati e due reggimenti di carri armati. E' possibile che la dirigenza russa avesse deciso di impiegare a Mariupol' questa divisione, protagonista della lotta anti-nazista nella seconda guerra mondiale, per enfatizzare propagandisticamente il carattere di "guerra contro il nuovo nazismo", rappresentato dal Reggimento Azov, schierato proprio a difesa della città portuale di Mariupol'. L'8ª Armata delle guardie impegnava in azione anche alcuni reparti di miliazini del Donbass; in particolare parteciparono alle operazioni di accerchiamento e poi ai combattimenti dentro la città, il Battaglione di ricognizione autonomo delle guardie "Sparta", il Battaglione "Somalia" e l'11 Reggimento fucilieri motorizzato "Vostok". Infine, a partire dalla fase di scontri all'interno dell'abitato, a marzo 2022, entrarono in azione ad est della citta, lungo la costa del mar d'Azov, i soldati ceceni del 141° Reggimento motorizzato speciale "Achmat Kadyrov", appartenenti ufficialmente alla Rosgvardija russa.

Nel complesso l'alto comando russo impegnò nella battaglia di Mariupol' dodici gruppi tattici di battaglione con circa 12.000-14.000 soldati; di conseguenza le forze russe e filorusse non ebbero mai durante gli scontri la netta superiorità numerica ritenuta necessaria in caso di combattimenti offensivi in aree urbane, anche se disponevano di superiore potenza di fuoco, di un maggior numero di mezzi corazzati, veicoli blindati e pezzi d'artiglieria, e della quasi completa superiorità aerea. Le truppe russe e soprattutto le milizie del Donbass era armate ed equipaggiate ancora con armi e materiali in maggioranza di origine dall'esercito sovietico, solo in parte modernizzati in anni recenti.

Riguardo le responsabilità di comando superiore delle forze russe a Mariupol', formalmente le due armate inizialmente impegnate nella manovra offensiva dipendevano dal Distretto militare Meridionale guidato in quel periodo dal generale Aleksandr Dvornikov, che peraltro, secondo le fonti occidentali, avrebbe assunto nell'aprile 2022 il comando supremo di tutte le truppe impegnate contro l'Ucraina. Rimane anche non del tutto chiaro il ruolo assunto dal generale Michail Mizincev che, sempre secondo le fonti occidentali, avrebbe diretto la fase più cruenta della battaglia.

Tattiche russe e ucraine

[modifica | modifica wikitesto]
Reparto di soldati ucraini a Mariupol.

Le truppe ucraine rimaste bloccate nell'area di Mariupol senza possibiità di soccorso o aiuto dall'esterno, si batterono con abiità conducendo ripetute azioni tatticamente efficaci per rallentare la progressione e infliggere perdite ai russi. Mancando di sufficiente armamento pesante per contrastare l'azione e il fuoco dell'artiglieria nemica, gli ucraini concentrarono gli attacchi contro i carri armati e i mezzi blindati di fanteria che progredivano dentro l'area urbana; i reparti ucraini adottarono le tattiche occidentali organizzando piccoli gruppi d'assalto molto mobili per sorprendere e colpire, con armi anticarro portatili, i mezzi blindati nemici. Sfruttando la conoscenza del terreno e la copertura permessa dagli edifici in rovina e dalle caratteristiche topografiche dell'area urbana, gli ucraini spesso si infiltrarono sui fianchi delle colonne russe in avanzata lungo i grandi vialoni principali in direzione ovest-est. Questi piccoli gruppi a volte peraltro subirono delle contro-imboscate da parte dei russi; nel complesso comunque gli ucraini sfruttarono con efficacia il riparo degli edifici per gli spostamenti in gruppi di una dozzina di uomini, impegnati in modo decentralizzato ma sempre in collegamento con i comandi superiori per coordinare le operazioni. Gli ucraini inoltre impiegarono anche gruppi di tiratori scelti nascosti nelle rovine, per individuare e colpire soprattutto gli ufficiali russi che, impegnati spesso molto vicini alle linee di combattimento per controllare l'assalto della fanteria, subirono forti perdite nella battaglia.

I soldati ucraini utilizzarono i piani superiori degli edifici per tirare di sorpresa contro i mezzi blindati, aprirono sistematicamente vie di comunicazione tra gli immobili creando con gli esplosivi aperture nei muri, posizionarono centri di fuoco sui tetti, per avere più ampi campi di tiro anticarro, e sui diversi piani dei palazzi. Le operazioni furono controllate e riprese da numerosi drone da ricognizione disponibili tra i reparti ucraini. Efficace è stata anche l'azione dei pochi carri armati T-64 disponibili, principalmente nel reggimento Azov, che collaborarono in piccoli gruppi alle azioni delle squadre di fanteria, contribuendo a mettere fuori uso molti mezzi blindati russi. I mezzi corazzati furono impiegati fin dall'inizio sia dai russi che dagli ucraini per battere con il fuoco i grandi vialoni principali e, soprattutto da parte russa, anche per colpire con fuoco diretto i grandi edifici dove erano presenti postazioni nemiche. Gli ucraini, oltre a organizzare le imboscate e gli attacchi a sorpresa, costituirono anche linee di trincee e caposaldi fortificati, principalmente intorno alla zona industriale, per permettere un miglior collegamento tra gli edifici posti a difesa. Furono anche impiegati numerosi dispositivi esplosivi, disseminati negli edifici e lunghe le vie principali di avanzata nemica. Sembra infine, secondo alcune testimonianze, che i militari ucraini impedirono in alcune occasioni ai civili di evacuare gli immobili occupati, esponendoli così a gravi pericoli, mentre ci sarebbero stati anche alcuni episodi di utilizzo delle persone come "scudi umani".

Le forze russe e i miliziani filorussi non avevano un vantaggio numerico schiacciante rispetto ai difensori ucraini, come era ritenuto necessario secondo le classiche teorie tattiche sulla guerra in area urbana; mancando di questo vantaggio, i comandanti russi fecero sistematicamente ricorso, per superare l'accanita resistenza e conquistare rapidamente la città, sulla loro superiore potenza di fuoco senza mostrare grande attenzione per le distruzione delle aeree abitate e per le conseguenze per i civili rimasti bloccati a Mariupol. Dal punto di vista tattico, all'inizio della battaglia i russi non condussero, come invece previsto dalle pianificazioni teoriche della dottrina militare russa, in modo sistematico ed efficente la ricognizione del terreno per mezzo di drone in modo da individuare eventuali gruppi nemici ed evitare pericolose imboscate. Dopo questo errore iniziale, nella seconda parte della battaglia i russi incrementarono con buoni risultati le operazioni con drone da ricognizione e sistemi radar portatili per la direzione del tiro dell'artiglieria e dei carri armati. I russi e i miliziani nel complesso condussero le operazioni in modo prevedibile, organizzando classici gruppi da combattimento con squadre di fanteria supportate da piccoli gruppi di carri armati T-72 e mezzi da combattimento di fanteria per assicurare il sostegno del fuoco durante gli scontri per sgomberare un edificio dopo l'altro. In alcuni casi in realtà i mezzi corazzati furono impegnati anche isolatamente in modo non coordinato con la fanteria subendo quindi pesanti perdite.

I gruppi di combattimento russi erano pesantemente equipaggiati con lanciarazzi portatili per attaccare i blindati ucraini e colpire gli edifici, mentre i miliziani del Donbass impiegarono in alcuni casi anche cannoni senza rinculo SPG-9M contro postazioni nemiche particolarmente rinforzate. La principale debolezza tattica delle truppe russe e dei miliziani filorussi fu la carenza dei sistemi di comunicazioni, meno moderni ed efficenti di quelli occidentali, che non permisero sempre il coordinamento e la flessibilità necessarie per affrontare le tattiche d'imboscata delle truppe ucraine. Il comando russo superò queste difficoltà tattiche sul terreno urbano facendo sempre più ricorso all'equipaggiamento pesante; impiegando in primo lungo l'artiglieria e i lanciarazzi per distruggere i nodi di resistenza ucraini più difficili per la fanteria. Non disponendo di quantità adeguate di munizioni di precisione, l'azione delle armi pesanti russe produsse effetti devastanti sull'area edificata con distruzioni massicce, simili alle battaglie in Cecenia e Siria, con danni alla città di Mariupol calcolati da alcuni osservatori fino all'80% della città. Si tratta in realtà di dati comparabili a quelli delle distruzione di Mosul, causate dalle forze alleate durante la guerra civile in Iraq. In conclusione comunque, nonostante gli errori tattici, la capacità di un avversario ben armato e addestrato, le carenze di equipaggiamento moderno e l'assenza di una reale superiorità numerica, i russi e le milizie filorusse alla fine sono riuscite a superare la tenace resistenza ucraina e a conquistare Mariupol in circa due mesi, ottenendo un rimarchevole risultato tattico e strategico.

L'invasione del 24 febbraio

[modifica | modifica wikitesto]

Accerchiamento di Mariupol

[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 febbraio i russi fecero rapidi progressi in utte le direzioni, mentre i sobborghi della città vennero colpita da attacchi aerei dal fuoco dell'artiglieria russa, causando alcune vittime civili a Sartana : le milizia del Donbass arrivarono ai villaggi di Pavropil e Prikuzij, a nord.est della città, circa sei chilometri dai sobborghi di Mariupol, mentre a ovest le avanguardie della 19 Divisione fucilieri motorizzata, marciando lungo la strada M.14, occupò l'aeroporto di Berdjansk, aggirò questa città e proseguì con mezzi meccanizzati ifno a Osipenko, 50 km dai quartieri occidentali di Mariupol. Nella giornata del 27 febbraio, mentre cessava la resistenza a Berdjansk, le turppe russe proseguirono lungo la M-14 in due direzione: fino al villaggio di Chervone Pole e piu a nord fino a Chernikivka. A nord le milizie del DOnbass raggiunsero invece Rybinske, a 5 km da Volnovacha e dalla fondamentale strada H-20 che conduceva ai sobborghi settentrionali di Mariupol.

L'avanzata convergente delle forze dell'esercito russo e delle milizie filorusse metteva in pericolo tutte le truppe ucraine schierate a difesa della regione di Mariupol, la 36 Brigata di fanteria di marina, un battaglione della 56 Brigata, la 12 Brigata territoriale e il reggimento Azov; nonostante le difficoltà tattiche, l'alto comando ucraino verosimilmente avrebbe ancora potuto organizzare la ritirata generale di queste unità verso nord-ovest, evacuando la città. Dal punto di vista operativo questa manovra avrebbe evitato l'accerchiamento e la probabile distruzione di queste preziose formazioni scelte. Sembra evidente tuttavia che la dirigenza politica ucraina non prese in considerazione queste valutazioni di strategia militare e preferì lasciare sul posto le truppe ucraine che rischiavano l'accerchiamento, per difendere ad oltranza Mariupol, simbolo della iniziale ribellione del Donbass e poi della riconquista vittoriosa dei nazionalisti del reggimento Azov. La tenace difesa ad ogni costo della città avrebbe dato modo ai dirigenti ucraini di esaltare propagandisticamente, soprattutto riguardo all'opinione pubblica occidentale, la resistenza e la determinazione eroica dei suoi soldati accerchiati; questa decisione però metteva gravemente a rischio l'incolumità e la vita della popolazione civile ancora bloccata a Mariupol, oltre 400.000 persone, esposta ai terribili pericoli di una battaglia urbana combattuta senza respiro dai soldati dei due eserciti anche con armamenti pesanti.

La battaglia "casa per casa"

[modifica | modifica wikitesto]

A partire dalla seconda settimana di marzo 2022 i russi hanno dato inizio all'attacco in forze contro le truppe ucraine schierate nell'area di Mariupol. Gli ucraini hanno organizzato una tenace difesa nei quartieri residenziali perifierici barricando i grandi edifici moderni di stile sovietico, prendendo posizione all'interno delle abitazioni e negli scantinati, sfruttando le aree aperte di cortili e giardini per impiegare le armi pesanti di artiglieria e carri armati[8].

L'attacco russo è stato condotto sia da ovest, dove erano schierate elementi della 19 Divisione fucilieri motorizzati della 58 Armata, sia da est, dove avanzavano lungo la costa reparti di miliziani della Repubblica del Doneck, sia da nord, dove scendevano i miliziani provenienti da Volnovacha ed elementi della 8 Armata della Guardia; l'offensiva principale si è sviluppata, lentamente e con notevole difficoltà a causa della strenua resistenza ucraina, lungo la direttrice da nord-ovest verso sud-est con l'obiettivo di sfondare direttamente in direzione del centro amministrativo della città e raggiungere la costa del mar d'Azov a est del porto commerciale, dividendo in questo modo in due parti le forze nemiche. Le forze russe, costituite da elementi della 150 Divisione fucilieri motorizzata, rinforzati da reparti delle milizie del Donbass e dalla 810 Brigata di fanteria di marina, hanno dovuto aprirsi la strada avanzando casa per casa rastrellando sistematicamente tutti gli edifici dopo una lotta lunga e sanguinosa per snidare i difensori ucraini, costituti principalmente dai soldati del reggimento Azov e dalla 36 Brigata di fanteria di marina, mentre i reparti della 12 brigata territoriale erano soprattutto schierati nel settore meno importante sud-occidentale.

Dopo combattimenti prolungati e difficili all'interno degli edifici, nei cortili e nei giardini, che hanno provocato enormi distruzioni alle abitazioni e numerose vittime civili, i russi gradualmente hanno guadagnato terreno raggiungendo, dopo aver sgomberato le aree periferiche e gli edifici di stile sovietico, il centro storico e amministrativo di Mariupol. Sono stati i soldati della fanteria di marina e i miliziani del Donbass che hanno dovuto combattere gli scontri più aspri e difficili, subendo forti perdite nei combattimenti a distanza ravvicinata con armi pesanti. Nell'ultima settimana di marzo finalmente i russi hanno attaccato e conquistato alcune importanti bastioni difensivi ucraini: i miliziani guidati dal battaglione Somalia, hanno raggiunto e occupato prima il quartier generale abbandonato del reggimento Azov, quindi, il 28 marzo, la sede amministrativa del distretto del quartiere kalmiuskij di Mariupol, proprio al centro della città.

Nei giorni seguenti le truppe russe hanno completato la manovra per frazionare il perimetro difensivo ucraino: il 2 aprile i russi hanno occupato il quartier generale dell'SBU a Mariupol quindi hanno progredito verso sud-ovest, hanno sgomberato gran parte del centro storico e interrotto i collegamenti tra il reggimento Azov, in ripiegamento verso Azovstal, e la fanteria di marina respinta verso l'area industriale orientale. In questa fase si sono manifestati i primi segni di cedimento in alcuni reparti ucraini. Mentre le forze russe iniziavano ad avanzare anche da sud-ovest in direzione del porto principale di Mariupol, altri reparti dall'area centrale della città sono avanzati in direzione di Azovstal occupando il ponte di collegamento tra l'area indutriale e l'area urbana. Nelle seconda settimana di aprile la situazione tattica delle forze ucraine è peggiorata ulteriormente: i russi hanno attaccato e occupato parzialmente il porto commerciale e militare; altri reparti hanno raggiunto il porto peschereccio completando la frantumazione irreversibile delle forze nemiche in tre sacche separate: mentre i soldati del reggimento Azov completarono il ripiegamento nell'area di Azovstal, la fanteria di marina ucraina è rimasta isolata nell'area industriale dei due impianti giganti "Ilic" e Azovmas, una terza sacca di resistenza, costituita principalmente tra truppe territoriali, rimase bloccata nel quartiere Primoske a nord del porto militare.

La tragedia umanitaria

[modifica | modifica wikitesto]

Resistenza ad Azovstal

[modifica | modifica wikitesto]

La resa finale

[modifica | modifica wikitesto]

Bilancio e conclusione

[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista della propaganda di guerra non c'è dubbio che la tenace e coraggiosa resistenza delle truppe ucraine accerchiate, in particolare dei soldati del reggimento Azov, e le penose sofferenze della popolazione civile rimasta bloccata in città, hanno permesso da parte dei mezzi di comunicazione occidentale di accreditare una narrazione largamente favorevole agli ucraini, suscitando vaste simpatie verso i difensori. Le testimonianze occidentali quindi hanno esaltato i soldati ucraini e accusato aspramente i russi delle sofferenze e delle perdite dei civili; alcuni autori hanno tracciato un audace paragone tra i difensori accerchiati a Azovstal, in gran parte elementi fortemente nazionalisti, ai combattenti della resistenza francese antinazista, uccisi dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Questi elementi narrativi delle fonti occidentali hanno permesso di concentrare l'attenzione delle opinioni pubbliche sui difensori ucraini di Mariupol favorendo una simpatia diffusa nei loro confronti e quindi il consenso verso le decisioni politiche dell'occidente di aiutare con massicce forniture di armi l'Ucraina.

Vladimir Putin assiste alla parata a Mosca per il Giorno della Vittoria, il 9 maggio 2024. Nella fila delle tribune dietro il presidente russo, si riconosce un ufficiale con il berretto bianco, decorato con la stella di Eroe della Federazione russa. Si tratta dell'ufficiale Vladislav Golovin, conosciuto con il nome in codice "Struna", protagonista dei reportages della propaganda russa nella battaglia di Mariupol.

Bisogna peraltro evidenziare che, mentre gli ucraini hanno dominato e vinto in modo schiacciante la guerra dell'informazione e della propaganda in Occidente, nel resto del mondo, prevalentemente distaccato e sostanzialmente neutrale, il quadro è stato diverso e non sono mancate simpatie verso i russi. La partecipazione con distinzione in alcune fasi della battaglia da parte di reparti ceceni, di religione musulmana, della Rosgvardia, evidenziata dalla propaganda russa e al contrario ridicolizzata per il suo carattere a volte teatrale dai mezzi di comunicazione occidentali, ha favorito invece l'apprezzamento dei popoli delle nazioni musulmane del mondo. Le operazioni condotte dalle milizie del Donbass invece sono state enfatizzate dalla propaganda russa in altro modo e con altri scopi; in questo caso è stata segnalato sopratutto il carattere di battaglia di liberazione di Mariupol dai "nazisti" ucraini oppressori e violenti, cercando di suscitare il consenso delle popolazioni russofone, già in buona parte simpatizzanti con la causa dei filorussi. Si sono quindi moltiplicate le immagini di miliziani vittoriosi con bandiere storiche del'Armata Rossa, risalenti all'epoca della seconda guerra mondiale, innalzate sugli edifici amministrativi della città.

La propaganda russa infine ha cercato di agire anche nei riguardi della popolazione russa in patria, evidenziando con opportuni reportages e anche con mezzi meno convenzionali come musica e video, il coraggio e le capacità dei soldati russi impegnati in una difficile e pericolosa battaglia urbana; l'attenzione di media russi è stata concentrata in particolare sui combattimenti dei fucilieri di marina della 810 Brigata e sull'ufficiale Vladislav Golovin, denominato in codice "Struna", ferito in azione e decorato come Eroe della Russia, protagonista, alla guida dalla prima linea dei suoi soldati, di molti video di propaganda e divenuto riconoscibile e popolare a livello di opinione pubblica russa. La narrazione ufficiale russa di "guerra contro i nuovi nazisti" infine ha ricevuto grande supporto propagandistico, in Russia ma anche in molti paesi esteri neutrali, dalla immagini della resa finale dei soldati ucraini dell'Azovstal, in cui sono stati ripetutamente mostrati i prigionieri nemici durante le operazioni di filtraggio e controllo da parte delle unità OMON per individuare eventuali criminali di guerra; molti di questi uomini erano pieni di tatuaggi con riferimenti al nazionalismo e al nazismo.

Dopo la battaglia

[modifica | modifica wikitesto]

Bilancio e conseguenze

[modifica | modifica wikitesto]

Le valutazioni complessive finali sulla lunga e sanguinosa battaglia di Mariupol, la più importante dei primi due anni di guerra russo-ucraina, sono in parte contraddittorie e devono tenere conto degli obiettivi delle due parti in lotta ed anche delle conseguenze dello scontro sia dal punto di vista degli ucraini e del mondo occidentale da una parte, sia della Russia e dalle nazioni e popoli simpatizzanti per la sua causa, dall'altra. Considerando sia i fattori militari che quelli politici e propagandistici, la battaglia di Mariupol ha costituito un successo importante per i russi che ha permesso di sostenere il morale della popolazione e suscitare simpatie all'estero, in particolare nel mondo musulmano, grazie alla presenza attiva dei ceceni, e tra le persone più sensibili al pericolo del nazismo, grazie alla vittoria sui soldati del reggimento Azov. La caduta di Mariupol inoltre ha costituito una importante vittoria strategico-operativo, consentendo ai russi di ottenere il totale controllo delle coste del Mar d'Azov e di organizzare un corridoio terrestre continuo tra la Crimea, il Donbass e le regioni meridionali della Russia.

Peraltro bisogno evidenziare che la battaglia può essere considerata anche un successo operativo per gli ucraini che sono riusciti ad impegnare e bloccare per tre mesi a Mariupol, almeno 10-12 gruppi tattici di battaglione nemici, che avrebbero potuto probabilmente essere impiegati utilmente nella contemporanea battaglia nel Donbass. Soprattutto per gli ucraini la battaglia a Mariupol, costrigendo i russi a una costosa e sfibrante battaglia dentro la città che ha inevitabilmente provocato la riprovazione occidentale a causa delle distruzioni e delle vittime che ha provocato, è stata un grande successo propagandistico nei confronti dei governi e dei popoli delle potenze alleate, suscitando sentimenti di vicinanza e cordoglio per le sofferenze dei soldati accerchiati e dei civili, bloccati dentro l'area urbana.

Mariupol nella Repubblica di Doneck

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ S. Ferreira, La bataille de Marioupol, chapitre 1, les forces ukrainiennes.
  2. ^ Hundreds of thousands face catastrophe in Mariupol, in The Economist, 21 marzo 2022. URL consultato il 21 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2022).
    «Ukrainian forces in Mariupol are vastly outnumbered, with 3,500 soldiers facing 14,000 invaders, around a tenth of the total estimated Russian force in the country.»
  3. ^ a b S. Ferreira, La bataille de Marioupol, chapitre 4, bilan et perspectives.
  4. ^ Secondo il governo ucraino: 21.000 civili morti; (EN) Russia-Ukraine war: 21,000 civilians killed, mayor of Mariupol estimates, in The Jerusalem Post, 13 aprile 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  5. ^ Еще 785 украинских военных вышли с «Азовстали» и сдались в плен
  6. ^ L'acciaieria Azovstal di Mariupol, ultima fortezza del reggimento Azov, su Agi. URL consultato il 18 aprile 2022.
  7. ^ (EN) Ukraine: Mariupol Residents Trapped by Russian Assault, in ReliefWeb, 8 marzo 2022. URL consultato il 17 aprile 2022.
  8. ^ L. Steinmann, Il fronte russo, p. 179.