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Ursula von der Leyen

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Ursula von der Leyen
Ritratto ufficiale, 2024

Presidente della Commissione europea
In carica
Inizio mandato1º dicembre 2019[1]
Vice presidenteFrans Timmermans[2]
PredecessoreJean-Claude Juncker

Vicepresidente federale dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania
Durata mandato15 novembre 2010 –
22 novembre 2019
PresidenteAngela Merkel
Annegret Kramp-Karrenbauer
PredecessoreChristian Wulff
SuccessoreSilvia Breher

Ministra federale della difesa
Durata mandato17 dicembre 2013 –
17 luglio 2019
Capo del governoAngela Merkel
PredecessoreThomas de Maizière
SuccessoreAnnegret Kramp-Karrenbauer

Ministra federale del lavoro e degli affari sociali
Durata mandato30 novembre 2009 –
17 dicembre 2013
Capo del governoAngela Merkel
PredecessoreFranz La Perdchalo
SuccessoreAndrea Nahles

Ministra federale della famiglia, degli anziani, delle donne e della gioventù
Durata mandato22 novembre 2005 –
30 novembre 2009
Capo del governoAngela Merkel
PredecessoreRenate Schmidt
SuccessoreKristina Schröder

Ministra degli affari sociali, delle donne, della famiglia e della salute della Bassa Sassonia
Durata mandato4 marzo 2003 –
22 novembre 2005
PresidenteChristian Wulff
PredecessoreGitta Trauernicht
SuccessoreMechthild Ross-Luttmann

Dati generali
Partito politicoUnione Cristiano-Democratica di Germania
Titolo di studioLaurea in medicina e chirurgia
UniversitàUniversità Georg-August di Gottinga
ProfessioneMedico, politica
FirmaFirma di Ursula von der Leyen

Ursula Gertrud Albrecht, coniugata von der Leyen (AFI: ˈʊʁzula ˈɡɛʁtʁuːt fɔn dɛɐ̯ ˈlaɪən · ascolta; Ixelles, 8 ottobre 1958), è una politica tedesca, presidente della Commissione europea dal 1º dicembre 2019 e membro della CDU.

Dopo essere stata ministra di vari dicasteri durante il cancellierato di Angela Merkel tra il 2005 e il 2019[3] (l'unica ad aver prestato servizio ininterrottamente da quando la Merkel è diventata cancelliera), il 2 luglio 2019 è stata designata dal Consiglio europeo alla carica di presidente della Commissione europea.[4][5] Il Parlamento europeo ha dato seguito a tale nomina il 16 luglio, eleggendola con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla,[6][7] sancendo così la nascita della Commissione von der Leyen I.

Von der Leyen è stata inclusa nelle 100 persone più influenti del Time del 2020 e di nuovo nel 2022[8][9] ed è stata nominata la donna più potente del mondo da Forbes nel 2022,[10][11][12] riconfermata nel 2023.[13]

Il 18 luglio 2024 viene riconfermata nella carica di Presidente della Commissione europea,[14] avviando l'iter che porterà alla formazione della prevista Commissione von der Leyen II.

Biografia

Ursula Albrecht è nata nel 1958 a Ixelles, nella regione di Bruxelles-Capitale in Belgio, dove trascorre gran parte della sua infanzia fino all'età di 13 anni e dove il padre Ernst Albrecht, ex ministro-presidente della Bassa Sassonia, ha lavorato come uno dei primi funzionari pubblici europei presso la Commissione.[15] Frequenta la scuola europea di Bruxelles dal 1964 al 1971, imparando così la lingua francese.[16] Durante questo soggiorno a Bruxelles perde la sorella minore Benita-Eva all'età di undici anni a causa di un tumore, episodio che citerà in un intervento in Commissione europea nel 2019 come una delle ragioni del porsi "in prima linea nella lotta al cancro".[17]

Successivamente studia presso il liceo scientifico di Lehrte e, ottenuto il diploma, studia archeologia dal 1976 al 1977. Nel 1977 cambia materia e fino al 1980 intraprende gli studi di economia a Gottinga e Münster, con un periodo, nel 1978, presso la London School of Economics and Political Science. Nel 1980 cambia ancora e inizia gli studi in medicina presso la Scuola Superiore di Medicina di Hannover, dove si laurea nel 1987.

Nel 1986 sposa il medico Heiko von der Leyen, discendente di una nobile famiglia tedesca e conosciuto ai tempi dell'università. Ha sette figli (tra cui due gemelle), nati fra il 1988 e il 1999.[4] Nel 1991 ottiene il dottorato di ricerca in medicina.[18] Nel 1992 segue il marito in California, dove questi ha ottenuto un incarico accademico presso l'Università di Stanford, per poi rientrare in Germania quattro anni dopo.[19]

Attività politica in Germania

Benché iscritta alla CDU fin dal 1990, la sua carriera politica inizia nel 2001, quando ottiene un mandato locale presso la regione di Hannover, che abbandonerà tre anni dopo. Il 2 febbraio 2003 è eletta deputata al Landtag della Bassa Sassonia. Il 4 marzo 2003, a seguito della vittoria di Christian Wulff, diventa ministra degli affari sociali, delle donne, della famiglia e della salute della Bassa Sassonia.

Manifesto della campagna elettorale 2005 con von der Leyen

Due anni dopo, nel novembre del 2005, è scelta dalla Cancelliera Angela Merkel per diventare ministra della famiglia.[20] Molto vicina alla cancelliera, lancia una politica familiare basata sullo sviluppo degli asili nido, per permettere alle donne tedesche di conciliare meglio la vita lavorativa e il loro ruolo di madri.[20] Nel 2009 è confermata prima come ministra della famiglia, poi nominata ministra del lavoro e degli affari sociali a seguito delle dimissioni di Franz Josef Jung.[20]

Nel dicembre del 2013 diventa la prima ministra della difesa donna della Germania[20]. Durante tale incarico, viene criticata nel 2015 dall'opposizione e da certi esperti per un accordo di acquisto di 138 elicotteri da guerra per la Bundeswehr, costati 8,5 miliardi e presentanti numerosi problemi tecnici e criticità.[21] Spiegel riferisce peraltro di avarie ai motori degli NH 90 che cagionarono quasi un incidente,[22] e di un software difettoso con rischio di cortocircuiti causati da difetti di progettazione, che indussero alla sospensione temporanea delle operazioni di volo per l'intera flotta.[23] La marina e l'esercito hanno comunque chiarito che l'acquisto fosse "urgente per rimpiazzare i velivoli obsoleti".[21]

La ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen dopo essere stata ricevuta dal capo di stato maggiore della Western Naval Command, il Vice ammiraglio Abhay Raghunath Karve, durante la sua visita in India

Presidente della Commissione europea

Insediamento e linee programmatiche

Lo stesso argomento in dettaglio: Commissione von der Leyen I.

Il 2 luglio 2019, dopo diverse riunioni e a seguito di un negoziato finale assai difficile, protrattosi per tre giorni, von der Leyen è stata designata dal Consiglio europeo alla carica di presidente della Commissione europea[24][25].

Il Parlamento europeo ha dato seguito a tale nomina il 16 luglio, eleggendola con 383 voti favorevoli (9 in più dei 374 necessari), 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla[6][7][26], dopo aver presentato le sue linee guida con un discorso che ha convinto diversi europarlamentari indecisi, tra cui quelli italiani del Movimento 5 Stelle e quelli polacchi del conservatore Diritto e Giustizia.[27] Una vittoria comunque di misura, con appena nove voti di scarto rispetto a quelli necessari,[28] e una sessantina di franchi tiratori. Il giorno successivo si è dimessa dall'incarico di ministra della difesa, lasciando il posto ad Annegret Kramp-Karrenbauer, per dedicarsi alla formazione della sua commissione.[29]

Ursula von der Leyen durante il discorso di insediamento al Parlamento europeo
Ursula von der Leyen nel 2019

Presentando le priorità della sua Commissione, von der Leyen si è sotto diversi punti di vista differenziata dal predecessore Jean-Claude Juncker spostando la centralità dell'interesse politico dalle questioni finanziarie e migratorie ai temi della transizione energetica, della tutela dell'ambiente, dell'innovazione tecnologica e della sovranità economica[30]. In relazione ai primi due punti, von der Leyen si è impegnata a guidare la realizzazione di un ampio piano denominato "Green New Deal", e in un documento presentato a dicembre 2019 ha indicato le sue priorità nell'obiettivo di "rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, stimolando l’economia, migliorando la salute e la qualità della vita delle persone, prendendosi cura della natura e migliorando l’ambiente".[31]

Sul fronte tecnologico, invece, la Commissione von der Leyen, principalmente per mezzo del lavoro della Commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager e del collega deputato all'Industria Thierry Breton si è impegnata a aumentare il grado di autonomia dell’Europa nel mondo digitale e nel settore dell’intelligenza artificiale, promuovendo investimenti e occupazione[32] e a creare uno spazio europeo per la gestione dei dati sottraendo quest'ultimi all'egemonia dei colossi tecnologici statunitensi.[33]

La risposta alla pandemia di COVID-19

Dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19 in Europa la Commissione von der Leyen ha messo in atto diverse misure di matrice politica ed economica per tamponare gli effetti del contagio e aiutare i Paesi maggiormente provati dal nuovo coronavirus, che dopo aver colpito Italia e Spagna si è diffuso in tutto il continente. Il 16 marzo 2020 ha proposto la chiusura delle frontiere di 26 Stati membri dell'Unione europea per 30 giorni, ulteriormente prorogabili, qualora si rendesse necessario.[34] La proposta ha ricevuto l'approvazione del Consiglio europeo svoltosi il giorno successivo in videoconferenza, che ha lasciato ai singoli Stati la loro concreta implementazione.[35]

Dopo che alcuni Stati membri dell'UE hanno annunciato la chiusura dei loro confini nazionali a cittadini stranieri a causa della pandemia di COVID-19, von der Leyen ha affermato che "alcuni controlli possono essere giustificati, ma i divieti di viaggio generali non sono visti come il più efficace dell'Organizzazione mondiale della sanità. Inoltre, hanno un forte impatto sociale ed economico, sconvolgono la vita e gli affari delle persone oltre i confini". Von der Leyen ha poi condannato la decisione degli Stati Uniti di limitare i viaggi dall'Europa colpita dalla pandemia agli Stati Uniti.

Von der Leyen con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a Davos nel gennaio 2020
Von der Leyen e il presidente russo Vladimir Putin alla conferenza internazionale sulla Libia nel gennaio 2020

Nell'aprile 2020 von der Leyen, dopo aver inviato una lettera a la Repubblica, ha ammesso in Parlamento che "non c'erano tutti i Paesi nel momento del bisogno" e ha chiesto scusa all'Italia.[36] Sul fronte economico, da più parti la pandemia di COVID-19 è stata definita una sfida decisiva per la tenuta dell'Unione europea, già logorata dalle crisi degli anni precedenti[37] a causa delle minacce da essa poste alla stabilità dei Paesi membri[38].

Per ovviare a una situazione in graduale deterioramento il 21 marzo 2020 la Commissione ha sospeso per tutto l'anno solare la validità del Patto di stabilità e delle regole riguardanti indebitamento e rapporto tra deficit e PIL dei singoli Stati.[39] Dopo un'ampia e contrastata serie di riunioni tra i vertici della Commissione e i leader dei singoli Stati[40] nel corso della primavera la Commissione ha mobilitato le risorse del Meccanismo europeo di stabilità e della Banca europea per gli investimenti contro la crisi, mettendo a disposizione degli Stati membri il fondo SURE (“Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency”) funzionale a contenere le conseguenze e gli esborsi dei programmi di contrasto alla disoccupazione e di pagamento della cassa integrazione.[41]

Dopo un acceso confronto tra i leader dell'Unione europea[42][43][44], che ha visto il premier italiano Giuseppe Conte[45], il premier spagnolo Pedro Sánchez[46][47] e il presidente francese Emmanuel Macron[48] farsi fautori dell'introduzione di più incisive misure di mutualizzazione del debito, il premier olandese Mark Rutte[49] guidare i Paesi fautori della linea di un maggior rigore e Angela Merkel porsi in una posizione intermedia di mediazione aperta alle istanze dei fautori della mutualizzazione del deficit[50], tra giugno e luglio Ursula von der Leyen ha promosso assieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel la costituzione di un "fondo per la ripresa" capace di erogare prestiti e aiuti a fondo perduto ai Paesi in crisi. Il 21 luglio il Consiglio europeo, dopo una serrata negoziazione di quattro giorni, ha dato il via libera al fondo Next Generation EU da 750 miliardi di euro, 390 dei quali destinati ad aiuti a fondo perduto e 360 finalizzati a erogare prestiti.[51]

L'accordo sulla Brexit tra UE e Regno Unito

Il 24 dicembre 2020 il premier britannico Boris Johnson annunciò la fine delle lunghe trattative con l'Unione europea per le relazioni politiche, diplomatiche e commerciali post-Brexit.[52] e l'accordo di commercio e cooperazione tra Unione europea e Regno Unito fu siglato da von der Leyen, da Michel e da Johnson il 30 dicembre 2020 e approvato lo stesso giorno dalla Camera dei comuni.[53][54] La von der Leyen ha definito una "lunga strada" la trattativa fra l'Unione europea e il Regno Unito, durata oltre quattro anni e mezzo dal referendum sulla Brexit del giugno 2016, ritenendo l'accordo ottenuto uno strumento di rafforzamento dell'Unione stessa.[55]

Green Deal europeo

Ha sostenuto il Green Deal europeo creando nella Commissione europea un apposito gruppo di lavoro. Il 1º gennaio 2021, la Commissione europea ha introdotto il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica non riciclabili verso gli Stati che non fanno parte dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).[56] Il meccanismo è teso a promuovere l'economia circolare e responsabilizzare gli Stati dell'Unione europea nei confronti dei Paesi in via di sviluppo.[56]

Crisi russo-ucraina

Von der Leyen con (da destra) l'Alto Rappresentante dell'UE Josep Borrell, il primo ministro slovacco Eduard Heger, quello ucraino Denys Šmyhal' e il sindaco Anatoliy Fedoruk a Buča, l'8 aprile 2022

L'8 aprile 2022, durante l'invasione russa dell'Ucraina, von der Leyen ha visitato Kiev a sostegno del presidente Volodymyr Zelens'kyj e della sua nazione. Ha visitato il sito del massacro di Buča, dichiarando con un tweet: Era importante iniziare la mia visita a Buča. Perché a Buča la nostra umanità è andata in frantumi. Il mio messaggio al popolo ucraino: i responsabili delle atrocità saranno assicurati alla giustizia e ha promesso che avrebbe lavorato per l'adesione di quel paese all'Unione Europea[57][58].

Allargamento dell'Unione europea

Ha sollecitato l'allargamento dell'Unione europea a nuovi Paesi. Il 17 giugno 2022 la sua Commissione ha espresso parere favorevole alla concessione dello status di "candidato ufficiale" a Ucraina, Moldavia e Georgia.[59].

Ha lavorato per convincere la Bulgaria a rimuovere il veto all'adesione della Macedonia del Nord, poi superato grazie anche alla mediazione di Emmanuel Macron, cosa che il 19 luglio 2022 ha consentito di avviare i negoziati per l'adesione di Macedonia del Nord e Albania. Il 12 ottobre 2022 ha proposto di concedere lo status di candidato alla Bosnia ed Erzegovina.

Si è espressa a favore dell'adesione all'Unione dei Paesi dei Balcani occidentali.[60]

Controversie

Accuse di plagio

Von der Leyen nel 2010

Nel 2015 i ricercatori del progetto VroniPlag Wiki hanno esaminato la tesi di dottorato che von der Leyen scrisse nel 1991, concludendo che il 43,5% della tesi è plagiata[61][62][63], e che 23 delle citazioni utilizzate non verificano le corrispondenti affermazioni.[64][65] Diversi importanti accademici tedeschi come Gerhard Dannemann e Volker Rieble hanno pubblicamente accusato von der Leyen di plagio.[66] La scuola di medicina di Hannover ha condotto un'indagine, e nel marzo 2016 ha concluso che, sebbene la tesi contenga plagio, non è stato possibile provarne la malafede.[67][68] L'università ha quindi deciso di non revocare la laurea in medicina di von der Leyen.[67] Di conseguenza diversi critici hanno messo in dubbio l'indipendenza della commissione che ha esaminato la tesi, soprattutto in luce al fatto che von der Leyen conosceva personalmente il suo direttore per via del lavoro congiunto per un'associazione di ex alunni.[68] Vari media hanno anche criticato il fatto che la decisione non fosse trasparente, perlomeno non secondo le regole stabilite, e che non fosse riuscita a garantire elevati standard accademici.[68][69][70]

"Affare consulenti"

A partire dal 2018 una commissione investigativa organizzata dalla Corte dei conti federale tedesca ha iniziato ad esaminare come sono stati aggiudicati diversi contratti per decine di milioni di euro a società di consulenza esterne.[71][72] L'ufficio di revisione ha infatti riscontrato diverse irregolarità nelle modalità di aggiudicazione degli appalti. Durante queste indagini, due dei telefoni di von der Leyen sono stati sequestrati, ma i dati di entrambi sono stati cancellati prima di essere consegnati al ministero della Difesa.[73] Di conseguenza il deputato dell'opposizione Tobias Linder ha presentato una denuncia penale contro von der Leyen per sospetto di deliberata distruzione di prove rilevanti per il caso.[74][75]

Pfizergate

Nel gennaio 2022 la Commissione europea non ottempera alla richiesta del giornalista Alexander Fanta, di netzpolitik.org, sito tedesco specializzato in diritti digitali, di poter leggere lo scambio di messaggi tra von der Leyen e il CEO di Pfizer; la commissaria alla trasparenza Vera Jourová sostenne che i messaggi sono stati cancellati a causa della loro "natura effimera".[76][77]

La risposta, non ritenuta soddisfacente, portò altre testate ad aggregarsi alle richieste, tra cui il quotidiano tedesco Bild, che presentò un'analoga richiesta di accesso ai documenti, legata ai negoziati che avevano portato all'acquisto da parte della Commissione di dosi vaccini anti-COVID-19 prodotti da Pfizer/BioNTech e AstraZeneca. I documenti a cui Bild ha avuto accesso non contengono tuttavia lo scambio di email tra von der Leyen e il CEO di Pfizer Albert Bourla.

Nel febbraio 2023 il New York Times decide di portare in tribunale la Commissione europea per non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra von der Leyen e Bourla in merito al negoziato sull'acquisto dei vaccini.[78] Il quotidiano sostiene che la Commissione aveva l'obbligo di rendere pubblici i messaggi,[79] in nome della trasparenza, perché potrebbero contenere informazioni utili legate all'acquisizione di dosi di vaccino per un totale quantificabile in miliardi di dollari.[80]

Opere

Onorificenze

Onorificenze straniere

Onorificenze accademiche

Laurea honoris causa - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa

Note

  1. ^ il 18 luglio 2024 viene rieletta per un secondo mandato che inizierà il 1º dicembre 2024
  2. ^ Come Prima Vicepresidente.
  3. ^ Ursula von der Leyen, su open.online, 8 giugno 2022.
  4. ^ a b (EN) Barigazzi, Jacopo; Herszenhorn, David M .; Bayer, Lili, EU leaders pick Germany’s von der Leyen to lead Commission, su POLITICO, 2 luglio 2019. URL consultato il 2 luglio 2019.
  5. ^ Nomine Ue: Ursula Von der Leyen presidentessa della Commissione Ue, Lagarde alla Bce. Conte: "All'Italia vicepresidente e commissario economico", su Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2019. URL consultato il 2 luglio 2019.
  6. ^ a b (EN) Parliament elects Ursula von der Leyen as first female Commission President, su europarl.europa.eu, 16 luglio 2019. URL consultato il 16 luglio 2019.
  7. ^ a b Sì del Parlamento Ue a von der Leyen, su ansa.it, 16 luglio 2019. URL consultato il 16 luglio 2019.
  8. ^ (EN) Ursula von der Leyen: The 100 Most Influential People of 2020, su Time. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  9. ^ (EN) Ursula von der Leyen: The 100 Most Influential People of 2022, su Time. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  10. ^ The Worlds's 100 Most Powerfull Women, su forbes.com. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  11. ^ (EN) Ursula von der Leyen, su Forbes. URL consultato il 24 maggio 2023.
  12. ^ Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, Rihanna: chi sono le 100 donne più potenti del mondo, su forbes.it, 16 dicembre 2022, 16:48. URL consultato il 14 settembre 2024.
  13. ^ Le 100 donne più potenti al mondo per Forbes: Giorgia Meloni quarta, su calcioefinanza.it, 16 dicembre 2023. URL consultato il 15 settembre 2024.
  14. ^ Ursula von der Leyen è stata rieletta alla guida della Commissione europea, su Internazionale, 18 luglio 2024. URL consultato il 18 luglio 2024.
  15. ^ Ursula von der Leyen: eine Karriere | NDR.de - Nachrichten - Niedersachsen, su ndr.de, 16 luglio 2019. URL consultato il 17 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2019).
  16. ^ (DE) Christine Bach, Ursula von der Leyen, su kas.de. URL consultato il 16 giugno 2018.
  17. ^ EU-Kommission: Von der Leyen sagt Krebs den Kampf an. URL consultato il 6 dicembre 2019.
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  19. ^ Biografia della presidente eletta, su ec.europa.eu. URL consultato il 24 marzo 2021.
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  21. ^ a b (DE) Von der Leyen präsentiert Milliardendeal für neue Helikopter, su Spiegel Online, 17 febbraio 2015. URL consultato il 9 marzo 2022.
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  24. ^ (EN) Jacopo Barigazzi, David M. Herszenhorn, Lili Bayer, EU leaders pick Germany’s von der Leyen to lead Commission, su POLITICO, 2 luglio 2019. URL consultato il 16 luglio 2019.
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  26. ^ (EN) Live blog: Ursula von der Leyen’s pitch to lead European Commission, su politico.eu, 16 luglio 2019. URL consultato il 16 luglio 2019.
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  63. ^ Berlino, la "maledizione del plagio" colpisce il ministro Von der Leyen, 7 giugno 2022.
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Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Presidente della Commissione europea Successore
Jean-Claude Juncker dal 1º dicembre 2019 in carica

Predecessore Commissario europeo della Germania Successore
Günther Oettinger dal 1º dicembre 2019 in carica

Predecessore Ministra federale della difesa Successore
Thomas de Maizière 17 dicembre 2013 – 17 luglio 2019 Annegret Kramp-Karrenbauer

Predecessore Ministra federale del lavoro e degli affari sociali Successore
Franz La Perdchalo 30 novembre 2009 – 17 dicembre 2013 Andrea Nahles

Predecessore Ministra federale della famiglia, degli anziani, delle donne e della gioventù Successore
Renate Schmidt 22 novembre 2005 – 30 novembre 2009 Kristina Schröder

Predecessore Vicepresidente federale dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania Successore
Christian Wulff 15 novembre 2010 – 22 novembre 2019 Silvia Breher
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