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Ugo Bartolomei

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Ugo Bartolomei
Monumento ad Ugo Bartolomei ad Alano di Piave
NascitaRoma, 27 novembre 1899
MorteAlano di Piave, 29 ottobre 1918
Cause della mortecaduto in battaglia
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera)
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Unità1º Reggimento Fanteria "Re"
Anni di servizio1918
GradoSottotenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Ugo Bartolomei (Roma, 27 novembre 1899Alano di Piave, 29 ottobre 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Nacque a Roma il 27 novembre 1899, figlio di Lamberto e Giulia Schiaroli.[1] Non ancora quindicenne, allo scoppio della prima guerra mondiale fuggì in Francia per arruolarsi nei volontari al comando di Peppino Garibaldi ma, data la giovane età, nel novembre 1914 fu fatto rimpatriare.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia (24 maggio 1915) e la morte del fratello Carlo, sottotenente del 14º Reggimento fanteria caduto in combattimento nel giugno 1916, nel febbraio 1917 Bartolomei si arruolò volontario nel Regio Esercito entrando in servizio nel 1º Reggimento granatieri.[1] Nell'ottobre dello stesso anno chiese e ottenne il trasferimento agli arditi, assegnato dapprima al XXII e poi al XX Reparto d'assalto "Fiamme nere".[1] Durante il ripiegamento dell'esercito sulla linea del Piave conseguito alla battaglia di Caporetto, combatté duramente per dieci giorni al fine di ritardare il più possibile l'avanzata nemica.[1]

Alla fine del 1917 iniziò a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento e fu nominato aspirante nel marzo 1918 e poco dopo sottotenente presso il 1º Reggimento fanteria.[1] Il 31 maggio 1918 rimase ferito alla gamba e al braccio sinistro sul Monte Tomba da una scheggia di granata e venne ricoverato prima in un ospedaletto da campo e poi presso l'ospedale di Mantova.[1] Nel mese di settembre, rinunciando alla convalescenza, volle rientrare in zona di operazioni nell'imminenza della grande offensiva contro l'Impero austro-ungarico.[1] Il 24 ottobre fu assegnato alla 6ª Compagnia in linea sul Monfenera e prese parte alla battaglia di Vittorio Veneto, conquistando Alano di Piave con il suo plotone.[3]

Cadde in combattimento il 29 ottobre, nel tentativo di impedire l'aggiramento delle difese italiane da parte del nemico, attirando su di sé il fuoco avversario assieme ad alcuni dei suoi uomini per dare tempo alla compagnia di predisporre la difesa.[3] Con Decreto Luogotenenziale del 29 maggio 1919 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Medaglia d'Oro al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Entusiasta della nostra guerra, fiducioso negli alti destini della patria, primo tra i primi, trascinò con impareggiabile valore il suo plotone alla conquista di un'importante e forte posizione, raggiungendola in un solo balzo e battendone le solide difese avversarie. Nel momento assai critico in cui la sua compagnia era quasi completamente accerchiata dal nemico soverchiante, con generoso slancio e con fulgido coraggio alla testa di pochi uomini, affrontando sicura morte volle attirare su di sé le forze avversarie, gettandosi con irresistibile impeto contro di esse e tenendole impegnate. Gravemente ferito, rinunciò ad ogni aiuto e continuò a combattere eroicamente, infondendo con le parole e con l'esempio fede e resistenza nei difendenti e vicino a morire, in un supremo scatto di energia e di entusiasmo, trovò ancora la forza di gridare le sue parole incitatrici: "Avanti ragazzi, avanti per l'Italia nostra, coraggio!" Conca di Alano, 24 – 31 ottobre 1918.[4]»
— Decreto Luogotenenziale del 29 maggio 1919


  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 176.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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