Trot
Trot | |
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Origini stilistiche | Pop, foxtrot |
Origini culturali | Primi decenni del Novecento durante l'occupazione giapponese della Corea |
Strumenti tipici | Voce |
Popolarità | Successo commerciale in Corea del Sud fino agli anni 1970, poi dal 2019 |
Sottogeneri | |
Trot gogo | |
Generi correlati | |
Enka |
Il trot (트로트?, teuroteuLR, t'ŭrot'ŭMR o 트롯?, teurotLR, t'ŭrotMR), chiamato a volte anche ppongjjak (뽕짝?), è un genere di musica popolare coreana, sviluppatosi durante l'occupazione giapponese della nazione (1910-1945).[1]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La parola "trot" è stata coniata nei tardi anni Sessanta e usata retroattivamente per indicare anche il repertorio musicale dei decenni precedenti.[2] Discende etimologicamente e stilisticamente dal foxtrot, che fu introdotto in Corea sul finire degli anni Venti e dal quale prese in prestito il metro 44 tra gli anni Sessanta e Settanta, quando si sviluppò propriamente come genere musicale.[1] Gli standard della musica trot a livello di ritmo, tempo e tecnica vocale furono stabiliti dalla canzone Tears of Mokpo di Lee Nan-young nel 1935.[3] Inizialmente aveva un metro binario, seguiva la scala pentatonica omettendo il quarto e il settimo tono, e usava la scala minore, mentre passò a quella maggiore dopo l'indipendenza.[4] Vocalmente, è caratterizzato da ampio vibrato e intensità emotiva.[5]
Sul finire del XIX secolo sono emersi numerosi dibattiti sulla percepita omogeneità tra il trot e il genere musicale giapponese enka.[6] Per alcuni critici il trot, essendo nato durante l'occupazione nipponica, è una mera derivazione dell'enka, mentre per altri si è sviluppato in maniera parallela senza tuttavia derivarne.[1] John Lie, professore di sociologia all'Università della California, l'ha definito "un genere nato dalla forma musicale occidentale e dal paesaggio sonoro giapponese".[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La storia del trot ebbe inizio nel 1928, quando in Corea nacque una fiorente attività di produzione discografica, gestita dai giapponesi che a quei tempi dominavano la penisola. Nel tentativo di sradicare la lingua locale, molte canzoni giapponesi pre-esistenti vennero tradotte in coreano, e le canzoni in coreano furono registrate e arrangiate in Giappone, assimilandole gradualmente alle canzoni giapponesi a partire dai tardi anni Trenta. Per questo motivo, le canzoni enka, popolari in Giappone, riscossero successo anche in Corea, e lo conservarono fino alla liberazione nel 1945. In seguito si cercò di eliminare l'influenza giapponese dalla musica e, grazie all'avvento delle produzioni indipendenti e all'introduzione del pop e del jazz, si creò uno stile diverso dall'enka che prese il nome di trot (scritto 트롯) o ppongjjak, sebbene quest'ultimo termine sia usato raramente in quanto ha connotazioni denigratorie.[1]
Tra gli anni Sessanta e Settanta il trot assorbì il genere sin minyo (le "nuove canzoni folk" coreane), dopodiché incorporò elementi del soul e del rock creando il sottogenere "trot gogo".[8] I principali esponenti di quest'epoca, considerata il periodo d'oro del trot, furono Lee Mi-ja, Nam Jin e Na Hoon-a, dopodiché l'avvento di nuovi stili e il ricambio generazionale lo spostarono progressivamente ai margini della scena musicale locale.[9][10] Negli anni Ottanta, grazie al successo di Couple's Party, un album di medley trot di Joo Hyun-mi, e alla presenza di musicisti di "seconda generazione" come Sul Woon-do, Hyun Cheol e Tae Jin-ah, il genere smise di essere associato al nazionalismo diventando musica da cabaret e night club,[9][11] e adottò caratteristiche delle ballate pop, della electronic dance e della techno.[8]
Nel 2000 ebbe inizio la "terza generazione" di trot con il debutto della cantante Jang Yun-jeong.[9] Il genere sperimentò un nuovo boom tra il 2019 e il 2020 grazie ai talent show Nae-ir-eun Miss Trot e Nae-ir-eun Mister Trot di TV Chosun, e Naneun trot gasuda di MBC.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (KO) 트로트, su terms.naver.com. URL consultato il 18 luglio 2023.
- ^ Logie, p. 185.
- ^ (EN) Roots of K-pop, su koreatimesus.com, 31 ottobre 2013. URL consultato il 22 luglio 2023.
- ^ Chang, p. 62.
- ^ Logie, p. 189.
- ^ Logie, p. 192.
- ^ (EN) John Lie, What Is the K in K-pop? South Korean Popular Music, the Culture Industry, and National Identity (PDF), in Korea Observer, vol. 43, n. 3, Institute of Korean Studies, autunno 2012, p. 343.
- ^ a b Logie, p. 188.
- ^ a b c Logie, p. 187.
- ^ a b Logie, p. 184.
- ^ Chang, pp. 62-63.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Yujeong Chang, A study on the traditionalism of "trot" – Focused on Yi Nanyǒng's "Tears of Mokp'o", in Journal of Marine and Island Cultures, vol. 5, n. 1, giugno 2016, pp. 60–67, DOI:10.1016/j.imic.2016.04.002. URL consultato il 18 luglio 2023.
- (EN) Andrew Logie, Interrogating Trot, Situating the Boom: New(tro) Nostalgia, Old Songs, and National Identity Performance, in European Journal of Korean Studies, vol. 21, n. 2, aprile 2022, pp. 182-226. URL consultato il 19 luglio 2023.
Altri progetti
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