Torre dell'Orologio (Brescia)
Torre dell'Orologio | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Brescia |
Indirizzo | Piazza Loggia |
Coordinate | 45°32′23″N 10°13′14″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1540 - 1550 |
Stile | rinascimentale |
Realizzazione | |
Architetto | Lodovico Beretta |
La Torre dell'Orologio è un edificio del XVI secolo che si trova in piazza della Loggia a Brescia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Torre dell'Orologio venne eretta tra il 1540 ed il 1550 su progetto di Lodovico Beretta, architetto bresciano, tra gli autori dello stesso palazzo della Loggia.
All'interno della torre è presente un complesso orologio astronomico meccanico, realizzato tra il 1544 e il 1546 [1] da Paolo Gennari da Rezzato in sostituzione di un orologio posto in un altro lato della piazza, risalente al secolo precedente e dismesso nel 1543[2].
L’orologio dispone di due quadranti: il quadrante principale, verso piazza della Loggia, realizzato nel 1547 da Gian Giacomo Lamberti, e il quadrante posteriore, verso via Beccaria. Nel timpano in cima alla torre è dipinta la figura di Saturno o Cronos simbolo dell'allegoria del tempo [3].
Sulla sommità della torre è situata una campana in bronzo ricca di decorazioni che raffigurano la Madonna con il Bambino, Cristo crocefisso, i Santi protettori, il leone rampante cittadino, i patroni Faustino e Giovita e lo stemma dell'artefice Nicola Cattaneo[2].
Ai lati della campana vi sono due automi in rame, installati con la campana nel 1581[4], che rappresentano due uomini dotati di martello, soprannominati “Tone e Batista”, ma meglio noti in dialetto bresciano come i "Màcc de le ure", ovvero "i matti delle ore", che battono i rintocchi orari sulla campana, mossi dalla macchina dell’orologio.
Mediante un passaggio edificato alla base della torre nel 1554 da Lodovico Beretta, si accede a via Beccaria che collega piazza della Loggia a piazza Paolo VI. Nel 1595, nella parte inferiore della torre, è stato costruito un lungo porticato a campate singole in pietra bianca di Botticino, realizzato dall'architetto bresciano Piero Maria Bagnadore, che si estende per tutta via Dieci Giornate fino a corso Zanardelli.
Descrizione dell'orologio
[modifica | modifica wikitesto]Questa voce riguarda la zona di: |
Piazza della Loggia |
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I quadranti dell’orologio sono stati realizzati basandosi sulle conoscenze del cosmo dettate dalle teorie geocentriche dell’astronomo Tolomeo. La scala del datario dell’orologio testimonia la vigenza del calendario Giuliano al momento di costruzione, essendo l'equinozio di primavera rappresentato in corrispondenza dell'11 marzo e non del 21. I dieci giorni di ritardo accumulati nei secoli furono recuperati nel 1582 con la riforma gregoriana del calendario[5].
La corona esterna dei due quadranti ha 24 settori corrispondenti alle ore del giorno, indicate da un’unica lancia. I quadranti dell’orologio di piazza Loggia sono realizzati in base al sistema orario "all'italiana" che definiva le ore 24 al tramonto del Sole, fine del giorno e inizio del giorno nuovo. Le ore XXIIII sono poste sul lato destro del quadrante. Con questo sistema la faccia radiata del sole, fissata alla lancia delle ore, riproduceva con il suo movimento il percorso del Sole che sorge ad est (sinistra, ore 12), percorre l’arco diurno e tramonta ad ovest (destra, ore 24): il semicerchio superiore della corona corrispondeva quindi al giorno con il sole sopra l’orizzonte, quello inferiore alla notte con il sole sotto l’orizzonte. Questo schema valeva solo agli equinozi e comportava nel corso dell’anno una continua regolazione dell’orologio all’ora variabile del tramonto.
A seguito della riforma della misura del tempo del 1786[6], senza effettuare modifiche ai due quadranti, l’orologio è stato regolato secondo l’ora "alla francese" tuttora vigente, con le ore 24 fisse alla mezzanotte. Con questo si è persa l’indicazione del tramonto e del movimento del sole sopra o sotto l’orizzonte.
Per la lettura corretta dell’ora bisogna tener presente che l’ora indicata in ogni settore viene raggiunta e diviene intera con la lancia alla fine del settore, momento in cui l’orologio muove gli automi per l’emissione dei rintocchi orari che ripete dopo circa due minuti.
Partendo dal centro del quadrante principale vi sono tre sezioni rotanti disposte in modo concentrico intorno al perno centrale che rappresenta la Terra. La prima sezione è quella della Luna, poi quella del Sole e la più esterna quella dello Zodiaco. Il quadrante nel suo insieme indica le fasi lunari e le condizioni astronomiche relative alla posizione e agli angoli fra il Sole e la Luna con vertice la Terra inserite nel contesto zodiacale, adatte a una “lettura” astrologica. Queste informazioni erano ritenute importanti per capire se gli astri fossero propizi per le attività produttive e i rapporti fra le persone.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Don Baldassarre Zamboni, Memorie intorno alle pubbliche fabbriche più insigni della città di Brescia, pp. "91-92". URL consultato il 2 dicembre 2022.
- ^ a b Nichilio Vittorio e Bossini Francesca, PIAZZA DELLA LOGGIA. il tempo degli uomini, il cuore della città, Roccafranca, BS, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori.
- ^ Antonio Sabatti e Francesco Torriceni, Quadro Statistico del dipartimento del Mella, Brescia, Nabu Press.
- ^ come indicato da un'iscrizione sulla campana stessa
- ^ Gabriele Rosa, Dialetti, costumi e tradizioni delle provincie di Bergamo e di Brescia, Nabu Press, 2013.
- ^ Editto De Wilzeck del 23 ottobre 1786, valido per la parte della Lombardia controllata dagli Austriaci.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti antiche
- Baldassarre Zamboni, Memorie intorno alle pubbliche fabbriche più insigni della città di Brescia. Raccolte da Baldassarre Zamboni Arciprete di Calvisano, Brescia, Pietro Vescovi, 1778, SBN IT\ICCU\TO0E\090804.
- Patrizio Spini, Il suplimento delle historie bresciane, in Delle Historie bresciane di Helia Cavriolo, Brescia, appresso Pietro Maria Marchetti, 1585, pp. 257-344, SBN IT\ICCU\BVEE\013063.
- Fonti moderne
- Luigi Francesco Fè d'Ostiani, La Piazza Vecchia e la Loggia, in Paolo Guerrini (a cura di), Storia, tradizione e arte nelle vie di Brescia, Brescia, Figli di Maria Immacolata, 1927, pp. 355-366, SBN IT\ICCU\VEA\1145856.
- Antonio Fappani (a cura di), LOGGIA, piazza, in Enciclopedia bresciana, vol. 7, Brescia, La Voce del Popolo, 1987, OCLC 163181989, SBN IT\ICCU\MIL\0273000.
- Roberta Simonetto, Marina Braga (a cura di), Piazza della Loggia, in Verso porta san Nazaro, Brescia Città Museo, Brescia, Sant'Eustacchio, 2004, pp. 11-24.
- Vito Zani, Maestri e cantieri nel Quattrocento e nella prima metà del Cinquecento, in Valerio Terraroli (a cura di), Scultura in Lombardia. Arti plastiche a Brescia e nel Bresciano dal XV al XX secolo, Milano, Skira, 2011, ISBN 978-88-572-0523-6, OCLC 936152663, SBN IT\ICCU\UBO\3839955.
- G. Lupo, Platea magna Communis Brixiae (1433-1509), in Manfredo Tafuri (a cura di), La piazza, la chiesa, il parco. Saggi di storia dell'architettura (XV-XIX secolo), Milano, Electa, 1991, pp. 56-95, SBN IT\ICCU\VEA\0014697.
- G. Lupo, «Ad statue pristinum reducatur»: la città di Brescia nelle aspirazioni cittadine e l'apertura di Piazza della Loggia, 1433-1484, in Commentari dell'Ateneo di Brescia, vol. 188, Brescia, Ateneo di Brescia, 1989, pp. 421-442.
- Davies Hemsoll, Le piazze di Brescia nel Medioevo e nel Rinascimento. Lo sviluppo di piazza della Loggia, in Annali di Architettura, IV-V, Milano, Electa, 1992-1993, pp. 168-177, ISBN 88-435-4414-4, SBN IT\ICCU\TO0\0552312.
- Vasco Frati, Ida Gianfranceschi, Franco Robecchi, La “monumentalizzazione” della piazza, in Dall'apertura della piazza alla posa della prima pietra del Palazzo della Loggia, 1433-1492, La Loggia di Brescia e la sua piazza. Evoluzione di un fulcro urbano nella storia di mezzo millennio, Brescia, Grafo, 1993, pp. 109-219, ISBN 88-7385-211-4, SBN IT\ICCU\CFI\0266044.
- (EN) Stephen D. Bowd, Venice's most loyal city: civic identity in Renaissance Brescia, Londra, Harvard University Press, 2010, ISBN 9780674051201, SBN IT\ICCU\TO0\1797276.
- Francesco De Leonardis (a cura di), Guida di Brescia, La storia, l'arte, il volto della città, Brescia, Grafo, 2018, ISBN 9788873859918, OCLC 1124648622, SBN IT\ICCU\BVE\0818515.
- Alvero Valetti, L'OROLOGIO CON QUADRANTE ASTRONOMICO IN PIAZZA DELLA LOGGIA (PDF), in Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1980, Brescia, Tipo-litografia fratelli Geroldi, pp. 111-118.
- Antonio Fappani (a cura di), OROLOGI, orologiai, in Enciclopedia bresciana, vol. 11, Brescia, La Voce del Popolo, 1994, OCLC 955711986, SBN IT\ICCU\CFI\0293136.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre dell'Orologio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- TORRE DELL'OROLOGIO, BRESCIA, su fondoambiente.it. URL consultato il 4 luglio 2020.
- Torre dell'Orologio [collegamento interrotto], su comune.brescia.it. URL consultato il 4 luglio 2020.
- Lucia Morandini (a cura di), Torre dell'Orologio, Piazza della Loggia, su lombardiabeniculturali.it, 2007. URL consultato il 4 luglio 2020.
- I Portici e la Torre dell'Orologio, su turismobrescia.it. URL consultato il 4 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2020).
- L'Osservatorio Astronomico Serafino Zani, Il Planetario di Lumezzane e Mario Margotti (Temperatore dell'orologio), L'Orologio astrario di Piazza della Loggia, su youtube.com, 2021. URL consultato il 2 gennaio 2022.
- Mario Margotti - A.R.A.S.S. Brera, BRESCIA - PIAZZA DELLA LOGGIA - OROLOGIO ASTRARIO (PDF), su arass-brera.org. URL consultato il 24 marzo 2022.