Tollero
Cosimo II. 1608-1620 | |
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COSMVS • II • MAG • DVX •ETR • IIII •, busto radiato e armato volto a destra, con croce dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e scettro sormontato da giglio sulla spalla dx; mano sinistra poggiata su elsa; in basso: • 1618 • | PISA • IN • VETVSTATÆ • MAIESTATIS • MEMOR, stemma dei Medici coronato su croce di Malta e gigli. |
AR 28,35 g, 6h. zecca di Pisa. Datato 1618. |
Cosimo III. 1670-1723. | |
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COSIMVS • III • D•G• MAG•DVX• ETRVRIAE• VI• 1699•, busto incoronato volto a destra. | ET PATET ET FAVET, vista del porto di Livorno. |
AR 40mm, 27.04 g, 6h. Datato 1699 |
Tollero (ma anche tollore, tolloro o semplicemente tallero) è il nome comunemente usato in Toscana per indicare lo scudo coniato dal granduca Ferdinando I e dai suoi successori per commerciare con l'Oriente.
Alcuni credono che sia stato coniato a Livorno e gli attribuiscono il nome di Livornina a causa del porto di Livorno rappresentato al rovescio.[1] In realtà le monete furono coniate alla zecca di Firenze.
Negli anni 1660 si coniarono a Livorno delle monete da 1/12 di tollero, con le stesse dimensioni e peso dei luigini che si venivano coniando in diverse parti d'Italia, per il commercio con il Levante, cioè per essere venduti nell'Impero ottomano.[2] Recavano al dritto l'immagine coronata di Ferdinando II de' Medici ed al rovescio un tortello caricato dei gigli di Francia,[3] a imitazione dello stemma presente nei petit louis coniati da Luigi XIV. Anche quando recano il nome della zecca di Livorno, furono in realtà coniati all'officina di Firenze.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maurice Cammarano, Corpus luiginorum, Parigi, Bibliothèque nationale de France, 1998, ISBN 978-2-912067-00-5, e francese.
- Edoardo Martinori, La moneta - Vocabolario generale, Roma, Istituto italiano di numismatica, MCMXV (1915).