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Three Imaginary Boys

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Three Imaginary Boys
album in studio
ArtistaThe Cure
Pubblicazione8 maggio 1979
Durata33:44
Dischi1
Tracce12 + 1 ghost track
Genere[1]Post-punk
EtichettaFiction Records
ProduttoreChris Parry
RegistrazioneMorgan Studios, Londra, Inghilterra, 1978
CopertinaBill Smith
NoteRistampato e pubblicato il 29 novembre 2004 in edizione rimasterizzata in versione doppio CD
Certificazioni
Dischi d'argentoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[2]
(vendite: 60 000+)
The Cure - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1980)
Logo
Logo del disco Three Imaginary Boys
Logo del disco Three Imaginary Boys
Singoli
  1. 10:15 Saturday Night
    Pubblicato: 1980 (Solo in Francia)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[3]
Ondarock[4]
Pitchfork[5]
Rolling Stone[6]
Smash Hits[7]
Piero Scaruffi[8]

Three Imaginary Boys è l'album di debutto della gruppo post-punk britannico The Cure, pubblicato nel 1979.

Dopo la prima edizione, negli Stati Uniti l'album è stato ristampato con alcune differenze nella lista dei brani e il titolo Boys Don't Cry.

Ai tempi di Three Imaginary Boys i Cure erano un trio, e lo stile musicale dell'album è molto scarno, con richiami punk, anche se si intuisce già tutta la potenzialità dark del gruppo.

La casa discografica decise quali canzoni avrebbero dovuto comparire sul disco, come anche quale copertina utilizzare, senza chiedere l'assenso di Robert Smith. A causa di questo fatto, Smith giurò che si sarebbe occupato della produzione di tutti i successivi album dei Cure, in modo da avere l'ultima parola sul controllo creativo del prodotto finale.[9]

Una particolarità di questo album è che contiene l'unica canzone dei The Cure non cantata da Robert Smith: infatti Foxy Lady, cover della celeberrima canzone di Jimi Hendrix, è cantata dal bassista Michael Dempsey. La canzone inizialmente non doveva nemmeno apparire nella tracklist dell'album, dato che era una versione utilizzata dal gruppo per il soundcheck. Nella versione americana dell'album, intitolata Boys Don't Cry, infatti non compare affatto.

La minimale copertina dell'album, raffigurante tre elettrodomestici su sfondo rosa (una lampada, un frigorifero, e un aspirapolvere), venne ideata dal produttore Chris Parry su disegno di Bill Smith (in precedenza già autore della copertina del singolo Killing an Arab) che voleva rappresentare figurativamente la "non immagine" del complesso.[10] Robert Smith dichiarò sempre di non aver mai amato l'artwork ideato per il disco, arrivando a definirlo "una grande stronzata" nel 2000.[10] Gli altri due membri del gruppo non furono così negativi nei confronti della grafica dell'album, si limitarono ad acconsentire e Lol Tolhurst stabilì anche quale di loro rappresentassero gli oggetti in copertina:

«Io sono l'aspirapolvere, Robert è la lampada e Michael è il frigorifero.[11]»

Sulla copertina originale, i titoli dei brani non comparivano scritti da nessuna parte, sostituiti da immagini che alludono ai titoli stessi oppure ai testi.

Nonostante le perplessità di Smith circa l'opera, Three Imaginary Boys venne ben accolto dalla critica alla sua uscita. Dave McCullough della rivista Sounds lodò il disco assegnando ad esso 5 stellette su 5.[12] McCullough notò la varietà del materiale e definì Grinding Halt "una canzone pop che ricorda gli Isley Brothers o i Buzzcocks".[12] Red Starr, recensendo l'album per Smash Hits, descrisse il disco come un "debutto brillante". Tuttavia, la recensione di Paul Morley su NME non mostrò di essere in sintonia con questo punto di vista, stroncando senza pietà l'album e i Cure stessi in una recensione divenuta famosa.[13]

La recensione retrospettiva apparsa sul sito AllMusic definisce Three Imaginary Boys "un debutto veramente valido". Pitchfork ne parla come di "un disco originale".

Testi e musiche di Michael Dempsey, Robert Smith e Laurence Tolhurst, eccetto dove indicato.

Lato A
  1. 10:15 Saturday Night – 3:40
  2. Accuracy – 2:16
  3. Grinding Halt – 2:48
  4. Another Day – 3:41
  5. Object – 2:59
  6. Subway Song – 1:56
Lato B
  1. Foxy Lady – 2:26 (Jimi Hendrix)
  2. Meathook – 2:16
  3. So What? – 2:33
  4. Fire in Cairo – 3:19
  5. It's Not You – 2:19
  6. Three Imaginary Boys – 3:13
  7. The Weedy Burton (ghost track) – 0:50

2004 - Edizione rimasterizzata Deluxe

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Disco 1 –Three Imaginary Boys
  1. 10:15 Saturday Night
  2. Accuracy
  3. Grinding Halt
  4. Another Day
  5. Object
  6. Subway Song
  7. Foxy Lady (Jimi Hendrix)
  8. Meathook
  9. So What
  10. Fire In Cairo
  11. It's Not You
  12. Three Imaginary Boys
  13. The Weedy Burton
Disco 2 – Rarities 1977-1979
  1. I Want to Be Old (sav studio demo 10/77 - inedita) (@) - 2:35
  2. I'm Cold (sav studio demo 11/77 - versione inedita) (@) - 3:20
  3. Heroin Face (live in the rocket, crawley 12/77 - già pubblicata su Curiosity mc 1984) (@) - 2:40
  4. I Just Need Myself (psl studio demo 1/78 - inedita) (@) - 2:14
  5. 10:15 Saturday Night (rs home demo 2/78 - versione inedita) - 4:36
  6. The Cocktail Party (group home demo 3/78 - inedita) (@) - 4:17
  7. Grinding Halt (group home demo 4/78 - versione inedita) (@) - 3:31
  8. Boys Don't Cry (chestnut studio demo 5/78) - già disponibile su Curiosity mc 1984) - 2:45
  9. It's Not You (chestnut studio demo 5/78 - versione inedita) - 3:16
  10. 10:15 Saturday Night (chestnut studio demo 5/78 - versione inedita) - 3:41
  11. Fire in Cairo (chestnut studio demo 5/78 - versione inedita) - 3:42
  12. Winter ('tib' studio out-take 10/78 - inedita) - 3:47
  13. Faded Smiles (aka I Don't Know) ('tib' studio out-take 10/78 - inedita) - 2:16
  14. Play with Me ('tib' studio out-take 10/78 - inedita) - 3:30
  15. World War (sulle prime copie di Boys Don't Cry del 1979) - 2:38
  16. Boys Don't Cry (singolo - anche nell'album Boys Don't Cry del 1979) - 2:37
  17. Jumping Someone Else's Train (singolo - anche nell'album Boys Don't Cry del 1979) - 2:59
  18. Subway Song (live in nottingham 10/79 - già disponibile su Curiosity mc 1984) - 2:28
  19. Accuracy (live in nottingham 10/79 - versione inedita) - 2:35
  20. 10:15 Saturday Night (live in nottingham 10/79 - versione inedita) - 4:38

(@) Porl Thompson - chitarra solista

Durata: 64:14

  1. ^ (EN) Three Imaginary Boys, su AllMusic, All Media Network.
  2. ^ (EN) Three Imaginary Boys, su British Phonographic Industry. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  3. ^ Chris True, Three Imaginary Boys – The Cure : Songs, Reviews, Credits, Awards : AllMusic, su AllMusic. URL consultato il 28 gennaio 2013.
  4. ^ www.ondarock.it
  5. ^ Nitsuh Abebe, The Cure: Three Imaginary Boys [Deluxe Edition] | Album Reviews | Pitchfork, su Pitchfork, 14 dicembre 2004.
  6. ^ The Cure: Album Guide, su Rolling Stone. URL consultato il 28 gennaio 2013.
  7. ^ Red Starr, Albums, in Smash Hits, June 28 – July 11 1979, p. 25.
  8. ^ The History of Rock Music
  9. ^ Jeff Apter, Never Enough: The Story of The Cure, Omnibus Press, 5 novembre 2009.
  10. ^ a b Apter, Jeff. The Cure - Disintegration - Una favola dark, Arcana, 2006, pag. 109, ISBN 88-7966-424-7
  11. ^ Apter, Jeff. The Cure - Disintegration - Una favola dark, Arcana, 2006, pag. 110, ISBN 88-7966-424-7
  12. ^ a b Dave McCullough, Cure pop for now people [Three Imaginary Boys - review], in Sounds, 12 dicembre 1979.
  13. ^ Paul Morley, A Cure For Cancer? [Three Imaginary Boys - review], 12 maggio 1979.

Collegamenti esterni

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