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Thapsia asclepium

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Thapsia asclepium
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
SottofamigliaApioideae
TribùScandiceae
GenereThapsia
SpecieT. asclepium
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
GenereThapsia
SpecieT. asclepium
Nomenclatura binomiale
Thapsia asclepium
L., 1753
Sinonimi

Elaeoselinum asclepium
(L.) Bertol.

L'eleoselino (Thapsia asclepium L.) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Apiacee, presente nel bacino del Mediterraneo.[1]

L'epiteto specifico deriva dal greco Asklepion = Esculapio, dio della medicina, per le sue proprietà medicinali.

Ha la radice lignificata, il fusto, tipico delle ombrellifere, è glabro con riflessi giallastri e diverse ombrelle a 8-25 raggi sparse sull'apice dei rami; le foglie erbacee sono lunghe fino a 50 cm ed hanno contorno triangolare-acuminato, con lamina 3- o 5-pennata; i fiori hanno piccoli petali gialli, stami più lunghi dei petali; i frutti sono acheni doppi, ognuno dei quali con quattro ali longitudinali membranose: due dorsali sporgenti circa 1 mm, due laterali circa 3 mm.[senza fonte]

Distribuzione e habitat

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La specie è presente in Spagna, Italia, Albania e Grecia[1]. In Italia è presente nelle regioni centro-meridionali e in Sicilia, assente in Sardegna.[2]

Cresce su suoli rupestri e pietrosi, in ambiente arido.

Sulle radici di questa pianta cresce il fungo Pleurotus eryngii var. elaeoselini.

Le foglie fresche venivano usate dai pastori come filtro all'interno di un imbuto per travasare il latte e contemporaneamente aromatizzarlo.[senza fonte]

  1. ^ a b (EN) Thapsia asclepium, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28/7/2024.
  2. ^ Thapsia asclepium, su actaplantarum.org. URL consultato il 28/7/2024.

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