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Taifa di Murcia

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Taifa di Murcia
Taifa di Murcia - Localizzazione
Taifa di Murcia - Localizzazione
Dati amministrativi
Lingue ufficialiarabo
CapitaleMurcia
Politica
Forma di StatoMonarchia
Nascita1014 con Jayran
CausaCrollo del Califfato di Cordova
Fine1078 con Muhammad ibn Ahmed
CausaConquistata da Muhammad al-Muʿtamid
Territorio e popolazione
Evoluzione storica
Preceduto daCaliffato di Cordova
Succeduto daTaifa di Siviglia
Ora parte diSpagna (bandiera) Spagna

La Taifa di Murcia (in arabo طائفة مرسية?) era un regno Andaluso Islamico taifa situato nell'attuale Spagna meridionale. Divenne indipendente come taifa centrata sulla città moresca di Murcia dopo la caduta degli Omayyadi del Califfato di Cordova (XI secolo). La Taifa moresca di Murcia comprendeva anche Albacete e parte di Almería. La taifa fu veramente indipendente per cinque periodi distinti: dal 1012 al 1014, dal 1065 al 1078, nel 1145, dal 1147 al 1172 e infine dal 1228 al 1266 quando fu annessa dalla Castiglia, diventando il Regno di Murcia, uno dei regni costituenti della Corona di Castiglia

Taifa di Murcia nel 1031 a nord della Taifa di Almería
Taifa di Murcia nel 1038 incorporata nella Taifa di Valencia
Taifa di Murcia nel 1085 incorporata nella Taifa di Siviglia
Massima estensione dei domini di Ibn Mardanís e i suoi alleati, nel 1160.
Taifa di Murcia, nel 1240.

Già nel 713, come riporta il Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, gli invasori arabi, per la fertilità e la possibilità di irrigazione del terreno, si installarono nella cora de Tudmir[1] e circa un solo dopo, secondo la Historia de la Región de Murcia, l'Emiro omayyade di al-Andalus, Abd al-Rahman II ibn al-Hakam, nell'825, fondò Medinat Mursiya[2], l'odierna Murcia detta anche Tudmir[3].

La Taifa di Murcia nacque nel periodo iniziale della fitna di al-Andalus, descritta dallo storico Rafael Altamira[4], quando, come riporta La web de las biografias, Jayran, un eunuco, che come riporta la The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, con Almanzor era stato governatore di Almeria[5], tra il 1012 ed il 1013, occupò la cora de Tudmir, proclamandosi indipendente dal califfato di Cordova[6].
Nel luglio 1014 Jayrán assediò Almería, la conquistò e uccise l'emiro Aftah e tutta la sua famiglia[6]. Anche la Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, riporta che Jayrán fu re della Taifa di Almería[7].
Jayrán a Murcia aveva lasciato un governatore, Zuhayr[6], che, nel 1028, alla morte di Jayran, divenne re di Alicante e nominò governatore di Murcia, Abú Bakr Ahmed ibn Tahir[8].
Nel 1037, Zuhaír venne sconfitto da Badis ibn Habbus, Re della taifa di Granada[5] e, durante la battaglia, perse la vita[8].

Nel 1038, durante il governatorato di Abú Bakr Ahmed ibn Tahir, Murcia e Almería furono conquistate da Abd al-Aziz ibn Abd al-Rahman ''Sanchuelo'', Re della taifa di Valencia e nipote di Almanzor, che mantenne Abú Bakr governatore di Murcia[9], mentre nominò governatore di Almería suo genero, Ma'n ben Muhammad, il quale si rese indipendente nel 1044, inaugurando un nuovo periodo di Taifa sotto il dominio della dinastia dei Banu Sumadih, come riporta il Ibn Khallikan's Biographical dictionary, v.3[10].
Abú Bakr Ahmed governò Murcia rimanendo sempre alleato di Abd al-Aziz e quando morì, nel 1063, gli succedette il figlio, Muhammad ibn Ahmed[9].

Muhammad ibn Ahmed continuò a governare come alleato di Abd al-Aziz, ma quando quest'ultimo, nel 1065, venne spodestato dal suocero, emiro di Toledo, si rese indipendente e divenne emiro di Murcia[11]; fu emiro sino a che l'emiro di Siviglia, Muhammad al-Muʿtamid, dopo aver conquistato le taife dell'Andalusia si rivolse contro Murcia e lo spodestò[12]; anche la The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II riporta che la famiglia dei Beni Tahir governò Murcia sino a che Muhammad al-Muʿtamid di Siviglia, nel 1078, li spodestò[5].
Muhammad ibn Ahmed, dopo essere stato sconfitto trovò rifugio a Valencia dove morì[12], nel 1114[11].

Muhammad al-Muʿtamid di Siviglia governò anche Murcia, ma dopo che il Re di Castiglia Alfonso VI aveva conquistato Toledo, i Re delle Taifa di Granada, Siviglia e Badajoz cercarono l'aiuto degli Almoravidi, come riporta lo storico Rafael Altamira[13]; al-Muʿtamid di Siviglia si recò a Marrakech dal califfo, Yūsuf ibn Tāshfīn[14].
Gli Almoravidi si resero conto della debolezza che avevano i Regni di Taifa per le loro continue dispute interne, e Yūsuf ibn Tāshfīn conquistò tutti i Regni di Taifa[13]. inclusa Murcia, nel 1091[15]; in quegli anni, Alfonso VI di León, aveva conquistato il castello di Aledo, che dominava la Murcia e quindi aveva ottenuto la sottomissione di tutti i regni di Taifa della zona, per cui Yūsuf ibn Tāshfīn fu costretto ad assediarlo per tre volte, quasi distruggendolo, per cui Alfonso VI dovette abbandonarlo[16].

Quando l'Impero degli almoravidi perdette vigore, secondo la Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, nel 1147, si erse a difensore di tutto il Levante di al-Andalus, Muhammad ibn Mardanish, figlio del governatore di Fraga Saʿd ibn Mardanīsh (discendente da una famiglia cristiana di nome Martinez)[17].
Secondo la Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique, Volume 2, nel 1164, Mardanish, che i Cristiani chiamavano re Lupo aveva conquistato Carmona e assediato Jaén, obbligando il califfo almohade, Abu Ya'qub Yusuf I a ritornare in al-Andalus[18][19], mentre l'anno dopo dovette inviare truppe a difendere Granada, sotto attacco di Mardanish, che fu sconfitto e dovette rifugiarsi a Murcia[20][21].
Secondo gli Annales Toledanos il re lupo conquistò Toledo (Entrò el rey Lop in Toledo)[22].
Nel 1170, Mardanish fu abbandonato dal suo più stretto alleato, il suocero, Ibn Hamushk, che non gli perdonava l'abbandono della figlia, e che alleatosi agli almohadi, nel 1071, guidò le truppe contro il ribelle, Mardanish, che fu sconfitto e costretto a rinchiudersi in Murcia[23]; quando l'anno dopo era sul pinto di morte, chiamò i figli intorno a sé e li convinse ad arrendersi alla superiorità degli avversari[24].
Mardanish morì il 2 marzo 1072 ed il figlio, Hilal si arrese e fu inviato a Siviglia dal califfo Abu Ya'qub Yusuf I[25], che gli diede in moglie una sua figlia[26]; anche gli Annales Toledanos riportano la morte del re lupo (Muriò el Rey D. Lop)[27].

Quando l'Impero almohade perdette vigore, dopo la sconfitta subita a Las Navas de Tolosa vi fu un terzo periodo di espansione dei regni di taifa e a Murcia, come riporta La web de las biografias, Ben Hut dei Banu Hud, prese il titolo di emiro[28] e dal 1228, come riporta la The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, oltre che fare incursioni nei territori cristiani, allargò i suoi domini su Granada, Malaga, Almeria, Cordova, Jaen e altre città[29].
Ben Hut fu assassinato soffocato nella notte con un cuscino il 12 dicembre 1237[30].
Circa un anno dopo la morte di Ben Hut, ad Alicante, Murcia elesse emiro un nipote di Mardanish e poco dopo un figlio di Ben Hut[31].
Nel 1243, Murcia accettò il protettorato dei re cristiani per difendersi da Muhammad ibn Nasr, emiro di Granada e nel 1254 fu occupata dai Cristiani[32] e nel 1266 divenne parte della corona di Castiglia, come regno di Murcia.

  1. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pag. 143
  2. ^ (ES) #ES Historia de la Región de Murcia
  3. ^ (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pag. 103
  4. ^ Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in "Storia del mondo medievale", vol. II, 1999, pagg. 489 e 490
  5. ^ a b c (EN) #ES The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, pag. 257
  6. ^ a b c (ES) La web de las biografias - Jayran o Hairan, Rey de la taifa de Almería (ca. 970-1028).
  7. ^ (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pag. 63
  8. ^ a b (ES) La web de las biografias - Zuhayr, Rey de la taifa de Almería (ca. 970-1038).
  9. ^ a b (ES) La web de las biografias - Abú Bakr Ahmed ibn Tahir, Gobernador de Murcia (ca.973-1063).
  10. ^ (EN) #ES Ibn Khallikan's biographical dictionary, v.3, pag. 200
  11. ^ a b (ES) La web de las biografias - Muhammad ibn Ahmed, Rey de la taifa Murcia (ca. 1020-1114).
  12. ^ a b (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pagg. 103 e 104
  13. ^ a b Rafael Altamira, "La Spagna (1031-1248)", in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 872
  14. ^ (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pagg. 110 e 111
  15. ^ (EN) #ES The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, pag. 296
  16. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pagg. 163 e 164
  17. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pag. 194
  18. ^ (FR) #ES Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique, Volume 2, pagg. 194 e 195
  19. ^ (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pag. 180
  20. ^ (FR) #ES Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique, Volume 2, pag. 197
  21. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pag. 219
  22. ^ (ES) #ES España sagrada. Theatro geographico-historico de la iglesia de España. Tomo XXIII, Annales Toledanos, pag. 391, anno 1067
  23. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pag. 222 e 223
  24. ^ (FR) #ES Histoire des Almohades / d'Abd el- Wâh'id Merrâkechi, pagg. 215 e 216
  25. ^ (FR) #ES Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique, Volume 2, pag. 200
  26. ^ (FR) #ES Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique, Volume 2, pag. 201
  27. ^ (ES) #ES España sagrada. Theatro geographico-historico de la iglesia de España. Tomo XXIII, Annales Toledanos, pag. 391, anno 1072
  28. ^ (ES) La web de las biografias - Ben Hut, Rey de Murcia (¿-1235).
  29. ^ (EN) #ES The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, pag. 327
  30. ^ (EN) #ES The History Of The Mohammedan Dynasties In Spain Vol II, pag. 337
  31. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pag. 271
  32. ^ (EN) #ES Ibn Khallikan's biographical dictionary, v.3, pag. 200, pag. 477

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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