Stazione di Napoli (Bayard)
Napoli al Carmine stazione ferroviaria | |
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La stazione della società Bayard (in primo piano) affiancata dalla stazione della Società Regia (in secondo piano) | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Coordinate | 40°50′53.88″N 14°16′09.84″E |
Linee | Napoli-Portici |
Storia | |
Stato attuale | In parte restaurata, in parte in attesa di recupero |
Attivazione | 1839 |
Soppressione | 1866 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, di testa |
La stazione di Napoli della società Bayard (nota anche come Napoli al Carmine, per distinguerla dalle altre stazioni cittadine) era una stazione ferroviaria di Napoli, capolinea della ferrovia Napoli-Nocera, il cui tratto iniziale Napoli-Portici, attivato nel 1839, costituisce la più antica linea nella storia delle ferrovie in Italia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La stazione venne attivata nel 1839 all'apertura del tronco ferroviario Napoli-Portici, primo tratto della linea Napoli-Nocera completata nel 1844.
Dal 1843 la stazione fu affiancata sul lato nord dall'altra stazione napoletana (allora detta Stazione Regia e oggi stazione di Napoli Porta Nolana), capolinea della ferrovia per Caserta; le due stazioni erano collegate da un binario di raccordo.
Il 7 settembre 1860 vi giunse in treno Giuseppe Garibaldi per il suo ingresso a Napoli, come oggi commemora una lapide.[1]
In seguito alla concentrazione delle due linee ferroviarie nella nuova stazione di Napoli Centrale (1866),[2] la stazione perse la sua funzione di capolinea passeggeri; fu quindi declassata a impianto di servizio e il fabbricato passeggeri destinato a officina deposito della Società per le Strade Ferrate Meridionali, che aveva acquistato dall'ingegner Bayard l'intera ferrovia.[3]
Nel 1930 la struttura venne adibita al Teatro Italia, utilizzato dal Dopolavoro Ferroviario delle Ferrovie dello Stato.[3]
Gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e in particolare dall'esplosione, avvenuta il 28 marzo 1943 nel porto di Napoli, della motonave Caterina Costa, che causò il crollo di buona parte dell'edificio salvo un'ala adibita a sede del Dopolavoro Ferroviario, e dal terremoto dell'Irpinia del 1980, anno in cui la proprietà passò al Comune di Napoli, da allora la struttura giace nel più completo abbandono e la stazione finì ridotta allo stato di rudere, in condizioni di forte degrado, con ampie parti della costruzione demolite; della primitiva stazione resta solo una finestra della facciata ed alcune strutture interne.[3]
Negli anni sono stati proposti vari progetti di riqualificazione, tra cui uno che prevede la ricostruzione della stazione con i primi 100 metri di binari per farne un museo della prima ferrovia con spazi per attività sociali.[3]
Tra la fine del 2023 e la fine del 2024 un accordo tra il Comune di Napoli e le Ferrovie dello Stato dispone il passaggio a queste ultime della proprietà dell'ex stazione Bayard, nell'ottica di un suo recupero futuro.[4]
Il 16 aprile 2024 sono state consegnate al Comune le aree della stazione Napoli Bayard per l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del complesso, dopo di che seguiranno le opere di recupero definitivo funzionale dell’area.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Garibaldi lascia il cavallo ed entra a Napoli in treno. Quel binario è «triste e solitario» - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato l'8 febbraio 2023.
- ^ Pianta dell'epoca
- ^ a b c d Lestradeferrate.it - La vecchia stazione di Napoli al Carmine ed il vecchio percorso della Napoli Portici, su www.lestradeferrate.it. URL consultato l'8 febbraio 2023.
- ^ Intesa Comune-Fs, rinasce la stazione Bayard, in ANSA, 19 dicembre 2023. URL consultato il 19 dicembre 2023.
- ^ Al via lavori per la messa in sicurezza dell'ex stazione Bayard, in ANSA, 16 aprile 2024. URL consultato il 16 aprile 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Napoli (Bayard)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stazione Bayard sulla mappa alternativa di Napoli, su mappi-na.it. URL consultato l'8 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2014).
- Storia e immagini della stazione, su clamfer.it.
- Immagini storiche della stazione, su trenidicarta.it.