Silvio Di Giacomo

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Silvio Di Giacomo
NascitaAcciano, 1 gennaio 1915
MorteKristobasileo, 11 novembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
Reparto9º Reggimento alpini
Anni di servizio1914-1915
GradoSergente maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941) [1]
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Silvio Di Giacomo (Acciano, 1º gennaio 1915Kristobasileo, 11 novembre 1940) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale ª.

Nacque a Acciano, provincia dell'Aquila, il 1 gennaio 1915, all'interno di una famiglia di agricoltori, figlio di Bernardino e Annamaria Di Giacomo.[2] Nell'aprile 1935 fu arruolato nel Regio Esercito, arma di fanteria, ed assegnato al battaglione alpini "L'Aquila" del 9º Reggimento alpini.[3] Nel giugno dello stesso anno inizia a frequentare il corso allievi sottufficiali presso la Scuola Centrale di Alpinismo, venendo promosso caporale nel settembre 1936 e posto in congedo nel 1938.[4] Il 30 aprile 1939 partiva per l'Albania dove fu promosso sergente maggiore nel giugno stesso anno e destinato a prestare servizio presso la 61ª Compagnia del battaglione alpini "Vicenza".[5] Dal 28 ottobre 1940 prese parte alle operazioni di guerra sul fronte greco-albanese.[5] L'11 novembre successivo, nonostante ricoprisse il ruolo di addetto alle salmerie di reparto, non esitò ad imbracciare il fucile per contrastare il nemico cui inflisse gravi perdite.[5] Rimasto ferito in più parti del corpo decedette nel combattimento di Sella Cristo Basilea.[5] Fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottufficiale dotato di speciali virtù militari e di magnifico ascendente verso i suoi inferiori che aveva animato di ogni fervido entusiasmo, accorreva, per quanto addetto alle salmerie del reparto, in linea per presidiare con i suoi conducenti, una posizione particolarmente delicata. Imbracciato un fucile mitragliatore, in piedi, arrecava gravi perdite al nemico che attaccava in forze soverchianti. Colpito gravemente in più parti, rifiutava di abbandonare la posizione e trovava ancora l’estrema energia per dirigere la difesa. Spirava poco dopo al grido di « Viva l’Italia » fra i suoi alpini, che, animati dall’eroico esempio del loro comandante si battevano strenuamente e riuscivano a mantenere il saldo possesso della posizione. Kristobasileo (Fronte greco), 11 novembre 1940..[6]»
— Regio Decreto 29 novembre 1941.[7]
  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.450.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p.224.
  4. ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.224-225.
  5. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p.225.
  6. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  7. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 12 gennaio 1942, registro 1, foglio 327.
  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 450.
  • Giacomo Lombardi, BTG. L'Aquila Val Pescara, Pescara, Editrice Ballerini, 1960.

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Collegamenti esterni

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