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Prostituzione in Israele

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Un bar a luci rosse a Tel Aviv

La prostituzione in Israele è legale[senza fonte], mentre l'organizzazione di essa in forma di case di tolleranza o sfruttamento della prostituzione è proibita[1]. Il commercio del sesso genera un fatturato di almeno 2 miliardi di dollari annui[2].

La prostituzione femminile è stata legalizzata nel 1949, tuttavia nel 1962 è stata vietata quella all'interno di bordelli, come previsto dal diritto penale datato 1966, sezioni 199-202. A partire dai primi anni '90, così come in altri Paesi, la tratta delle donne è diventata sempre più una questione politica anche all'interno dei movimenti israeliani che si occupavano di diritti delle donne; nel 2003 è stata approvata una legge che permette la confisca dei profitti dei trafficanti, ma gruppi di controllo sostengono che è raramente applicata[3].

Nel 2007 è stato discusso il divieto di pubblicità nei riguardi delle prostitute[4]; mentre nel 2009 un disegno di legge che vieta l'acquisto di servizi sessuali è stata proposta all'attenzione della Knesset[5]. Un ulteriore progetto di legge ha ricevuto nel febbraio 2012 l'approvazione del governo[6] [7].

Immigrazione e tratta

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Israele è un Paese di immigrati, tra cui un gran numero di russi; molte donne immigrate hanno finito col darsi alla prostituzione a causa di difficoltà economiche incontrate nella loro nuova terra: tutta la prostituzione della nazione è dominata da immigrati provenienti dall'ex Unione Sovietica a partire dall'arrivo in massa verificatosi nel 1990. Dal 1991 al 1994 il numero di "centri massaggi" gestiti da immigrati russi è salito da 14 a 111[8]. Uno studio pubblicato nel 2005 ha rilevato che almeno mille prostitute russe lavorano in Israele, soprattutto a Tel Aviv e Gerusalemme.

Secondo dati pubblicati nel marzo 2005 da una commissione d'inchiesta parlamentare da 3.000 a 5.000 donne erano state contrabbandate all'interno di Israele (soprattutto attraverso l'Egitto) e costrette poi a prostituirsi, questo nei 4 anni precedenti; la maggior parte di loro provenivano da Ucraina, Moldavia, Uzbekistan, Cina e Russia[3] [9] [10].

Nel 2007 il dipartimento di Stato USA ha collocato Israele al secondo livello di attenzione per quanto riguarda il traffico annuale di persone, nel senso che non è pienamente conforme con le norme per l'eliminazione del traffico, ma che sta compiendo notevoli sforzi per riuscirci[11]. Nello stesso anno un rapporto di un comitato parlamentare riguardante la condizione delle donne ha riferito che negliultimi anni il numero di donne rimaste vittime di tratta era sceso a meno di mille[12].

  1. ^ Raffi Berg, Israel's fight against sex trafficking, Jerusalem, BBC News, 6 novembre 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008.
  2. ^ Israel Black Markets, su havocscope.com (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2012).
  3. ^ a b Miri Hasson, Israel's sex trade booming, Tel Aviv, Yedioth Internet, 23 marzo 2005. URL consultato il 14 gennaio 2008.
  4. ^ Selling their bodies and their souls. Haaretz July 12 2007
  5. ^ Knesset bill filed to make hiring of prostitutes illegal. Jerusalem Post Dec 20 2009[collegamento interrotto]
  6. ^ Ruth Eglash. Should Israel Make Paying for Sex a Criminal Offense? Huffington Post Feb 4 2012
  7. ^ Israel cabinet approves bill that criminalizes soliciting prostitution. Haaretz Feb 12 2012
  8. ^ Sex slur enrages Russian Jews
  9. ^ Israel women trafficking soars, BBC News, 24 marzo 2005. URL consultato il 26 novembre 2012.
  10. ^ 'Trafficking in Person Report(2009)' (PDF), su state.gov, report.
  11. ^ (EN) Conference report filed in House (10/05/2000), su congress.gov. URL consultato il 20 ottobre 2020.
  12. ^ Sheera Claire Frenkel, Israelis against punishing prostitutes[collegamento interrotto], The Jerusalem Post, 15 ottobre 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008.

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