Pericolosamente
Pericolosamente | |
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Commedia in un atto unico | |
Autore | Eduardo De Filippo |
Lingua originale | |
Genere | Teatro napoletano |
Ambientazione | A Napoli, nella casa di Dorotea ed Arturo |
Composto nel | 1938 |
Prima assoluta | 20 novembre 1938 Teatro Eliseo di Roma |
Personaggi | |
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Riduzioni cinematografiche | San Carlino, 1900...e tanti, versione teleteatrale, per la regia di Vieri Bigazzi, trasmessa in televisione il 30 giugno 1956 Oggi, domani e dopodomani di Luciano Salce, nel secondo episodio del film, L'ora di punta. |
Pericolosamente è una commedia in un atto unico scritta da Eduardo De Filippo nel 1938, appartenente al filone della "Cantata dei giorni pari".
La prima dell'opera, avvenuta al Teatro Eliseo di Roma il 20 novembre 1938, venne allestita dalla compagnia "Teatro Umoristico I De Filippo". Nel 1947 il titolo della commedia cambiò, ad opera dello stesso Eduardo, in San Carlino. Ne fu realizzata anche una versione televisiva, andata in onda sul Programma Nazionale alle ore 21 del 30 giugno 1956.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Michele torna dopo quindici anni dagli Stati Uniti d'America a Napoli. Il suo vecchio amico Arturo si offre di ospitarlo in casa propria, dove l'uomo fa la conoscenza di Dorotea, moglie di Arturo, donna ingenua e dal carattere bellicoso. La donna confessa a Michele che, sin dal giorno stesso del matrimonio, durante i loro quotidiani litigi Arturo tenta di assassinarla a colpi di pistola: tuttavia, per due anni ella è sfuggita per miracolo alla mira del marito. Michele rimane sconvolto da questa rivelazione.
Quando Arturo rientra a casa, in effetti, afferma di essersi recato a comprare delle pallottole per la rivoltella. Quando le chiede di preparare due caffè, Dorotea, stizzita, risponde che non ha intenzione di fargli da serva. Comincia un furibondo litigio, durante il quale Michele prende la rivoltella e spara alla moglie, lasciando Michele sconvolto. La donna, tuttavia si salva, e credendosi miracolata cambia improvvisamente atteggiamento: si mostra premurosa e prepara i caffè richiestile. Poco dopo, però, Dorotea si infuria di nuovo con Arturo per lo strappo che lui si è procurato nella giacca: nonostante Michele tenti di salvare la donna, questa riceve un secondo colpo di pistola, al quale scampa ancora una volta. Tornata mansueta, prende la giacca dell'uomo per rammendarla.
A quel punto Michele, terrorizzato, afferma di voler denunciare Arturo; l'amico gli dà però una spiegazione: Dorotea ha un carattere irascibile e puntiglioso, difficile da domare a parole; il giorno del matrimonio, nel corso di una lite, Arturo fece finta di spararle con una scacciacani: notando il repentino cambio di atteggiamento di sua moglie, si era convinto che quello potesse essere l'unico modo per tenerla a bada. La pistola, comunque, è sempre caricata a salve, motivo per il quale la donna non è mai stata davvero in pericolo. Michele, sollevato, accetta l'invito a cena di Arturo; Dorotea però si oppone, sbarrando loro il passo verso la porta: stavolta è lo stesso Michele che, nella fretta di uscire a mangiare, incita Arturo a sparare Dorotea. Dopo l'ennesimo colpo di rivoltella andato a vuoto, la donna augura ai due amici buona serata, lasciando intendere che, al suo ritorno, Arturo la troverà pronta a fare l'amore. Un attimo prima di uscire, tuttavia, Arturo si gira e spara tre colpi contro la moglie:
«Michele: Artu', ma chella mo nun aveva fatto niente...
Arturo: Mo no, ma io quanno torno stanotte, tengo suonno e voglio durmì.»
«Michele:Arturo, ma ora quella non aveva fatto niente...
Arturo: Ora no, ma io quando torno stanotte, ho sonno e voglio dormire.»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eduardo De Filippo, Teatro (Volume primo) - Cantata dei giorni pari, Mondadori, Milano 2000, pagg. 1143-1169 (con una Nota storico-teatrale di Paola Quarenghi e una Nota filologico-linguistica di Nicola De Blasi)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (PDF) La scansione del dattiloscritto dagli Archivi del Teatro di Napoli