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Palazzo Caffarelli al Campidoglio

Coordinate: 41°53′33.6″N 12°28′54.7″E
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Palazzo Caffarelli al Campidoglio
Vista di Palazzo Caffarelli
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
LocalitàRoma
IndirizzoPiazzale Caffarelli, 4
Coordinate41°53′33.6″N 12°28′54.7″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Demolizione1918 (parziale)
Ricostruzione1922-1925
UsoSede museale (Musei Capitolini)
Realizzazione
ArchitettoGregorio Canonica
ProprietarioRoma Capitale
CommittenteAscanio Caffarelli

Palazzo Caffarelli al Campidoglio, noto anche come palazzo Clementino Caffarelli[1], palazzo Caffarelli[2][3], palazzo Clementino[4] o villa Caffarelli[5], è un complesso palaziale di Roma sito sul colle Campidoglio che ospita una parte dei Musei Capitolini.

Il palazzo fu edificato nel XVI secolo come dimora dei Caffarelli, venendo poi ceduto al governo prussiano che lo utilizzò come principale ambasciata a Roma. Espropriato dallo Stato italiano dopo la prima guerra mondiale, il palazzo fu parzialmente demolito e ricostruito per ospitare un museo comunale, poi collegato ai vicini Musei Capitolini.

Il palazzo Caffarelli (edificio n° 979) nella Nuova Topografia di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748.

Nel 1536 la famiglia Caffarelli ospitò l'imperatore Carlo V d'Asburgo presso il palazzo di via del Sudario, che per ringraziamento donò alla famiglia la spianata della rupe Tarpea e il palazzo dei Conservatori sul Campidoglio; l'area, di grande importanza simbolica, era usata prevalentemente come pascolo per capre (ricevendo il nome di Monte Caprino) sebbene in epoca romana avesse ospitato il tempio di Giove Ottimo Massimo, i cui resti erano ancora ben visibili. I Caffarelli, sotto Giovanni Pietro I e poi sotto il figlio Ascanio, portarono avanti tra il 1544 e il 1546 la costruzione della dimora di famiglia, adiacente al palazzo dei Conservatori, su progetto di Gregorio Canonica (allievo di Jacopo Barozzi da Vignola) utilizzando anche materiali di risulta provenienti dal tempio di Giove.[6][7][8] In epoca successiva il palazzo divenne noto come palazzo Clementino, poiché era opinione che fosse stato fatto costruire da papa Clemente X come ampliamento del palazzo dei Conservatori.[4]

Intorno al 1823 il palazzo fu affittato all'ambasciata di Prussia, venendo utilizzato per alcuni anni come sede principale dell'Istituto di corrispondenza archeologica. Nel 1854 il palazzo fu ceduto insieme all'intero versante occidentale del colle capitolino a Federico Guglielmo IV[2], nonostante il dissenso di papa Pio IX e del comune di Roma[9], che tentò invano l'esproprio; il contenzioso tra il governo tedesco e il comune romano si concluse nel 1895, con la cessione al comune del palazzetto Clementino. I tedeschi vi realizzarono un ospedale e una biblioteca; i Caffarelli dovettero cedere il palazzo per estinguere un censo contratto col principe ereditario Guglielmo.[10] La proprietà prussiana avviò alcuni lavori di ristrutturazione, che portarono alla luce i resti del tempio romano; per volontà dell'ambasciatore prussiano l'archeologo Pietro Rosa fu incaricato di documentare e valorizzare gli scavi, che ricevettero una particolare attenzione dopo la presa di Roma sia da parte degli studiosi italiani che da parte degli studiosi tedeschi, visto che l'area era rimasta di proprietà della Germania.

Nel 1918, con la conclusione della prima guerra mondiale e la dissoluzione dell'Impero tedesco, il palazzo fu espropriato dal prefetto di Roma.[2][3][11] Dopo le indagini archeologiche portate avanti da Roberto Paribeni, il palazzo fu ceduto dallo Stato italiano al comune di Roma, venendo parzialmente demolito e ricostruito: al piano terra fu realizzato il Museo Mussolini, poi ribattezzato Museo Nuovo, su progetto di Ghino Venturi, inaugurato il 31 ottobre 1925[12] mentre al terzo piano fu ricavata una terrazza panoramica. Furono risistemati anche i giardini del palazzo su progetto di Raffaele De Vico[13] mentre all'esterno furono ri-assemblati i resti della tomba di Publio Elio Gutta Calpurniano, auriga romano del II secolo d.C., rinvenuti nel XIX secolo a ridosso di porta del Popolo. Il Museo Nuovo fu poi collegato al Braccio Nuovo dei Museo Capitolini, realizzato in occasione del Giubileo del 1950 e inaugurato nel 1952 nelle ex scuderie dell'ambasciata tedesca, ma entrambi gli ambienti furono chiusi al pubblico negli anni 1960 per problemi strutturali. Un parziale restauro è stato portato avanti nei primi anni 2000, in occasione della ristrutturazione dei Musei Capitolini.[12]

Nel 2020 il piano terra di palazzo Caffarelli è stato riaperto al pubblico come parte dei Musei Capitolini, venendo dedicato a mostre specializzate temporanee. La prima tra queste esponeva statue della collezione Torlonia (14 ottobre 2020 - 27 febbraio 2022),[14] cui è seguita una mostra su Domiziano (13 luglio 2022 - 29 gennaio 2023).[15]

Il complesso di palazzo Clementino Caffarelli si estende sulla pendice sud-occidentale del colle Campidoglio alle spalle del palazzo dei Conservatori. L'area è accessibile tramite due ingressi: uno da via delle Tre Pile, che porta verso piazza del Campidoglio, e uno da via di Villa Caffarelli, strada che cinge le pendici orientali del colle. Nel complesso del palazzo sono inclusi il cosiddetto "Granarone", utilizzato come sede dell'Istituto archeologico germanico, e la casa Tarpea, adibita a sede dell'ospedale germanico (o teutonico).

Palazzo Caffarelli e palazzetto Clemetino si affacciano su piazzale Caffarelli, allestito come giardino pubblico con belvedere che affaccia su Roma. Superato palazzo Caffarelli si accede al giardino interno del palazzo, il cui ingresso è contraddistinto da un portale in tufo e travertino proveniente dalla vigna di Girolamo della Rovere sulla via Salaria.[16]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Palazzo Clementino Caffarelli, su museicapitolini.org, Musei Capitolini. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  2. ^ a b c Palazzo Caffarelli, su turismoroma.it, Roma Capitale - Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  3. ^ a b Palazzo e Terrazza Caffarelli, su terrazzacaffarelli.it. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  4. ^ a b Roma, collana Guida d'Italia, X edizione, Milano, Touring Club Italiano, 1999, pp. 452-453.
  5. ^ Villa Caffarelli, su romasegreta.it. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  6. ^ cfr. John W. Stampers, The Architecture of Roman Temples, Cambridge University Press 2005, pag. 15.
  7. ^ Così descrive il sito Moroni nel 1841, quando il palazzo era stato già ceduto in affitto alla Prussia: Verso questo tempo [inizio XVI sec.] abbiamo la erezione del palazzo Caffarelli, edificato dalla famiglia stessa sulla sommità del Campidoglio, nel luogo ov'era la rocca Tarpea, già fortezza e cittadella antica della città con disegno di Gregorio Canonica, discepolo del Vignola. Narra l'Amidenio, che fra i paggi del popolo romano deputati a Carlo V nella sua venuta in Roma, vi fu Ascanio Caffarelli a cui l'imperatore donò un sito di fianco al Palazzo Capitolino sopra la rupe Tarpea, oggi detto Monte Caprino, donde si gode una veduta sorprendente di Roma. Forse Carlo V volle dimostrare la sua gratitudine ai Caffarelli per l'alloggio datogli nel proprio palazzo incontro la porteria di s. Andrea della Valle, architettato con disegno di Raffaele. Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni vol. VII, Venezia, 1841., pag. 140
  8. ^ Gabriele Cifani, Architettura romana arcaica: edilizia e società tra monarchia e repubblica, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2008, pp. 81-84.
  9. ^ Al momento della vendita alla "Regia Corte di Prussia" la proprietà era composta come segue (cfr. Il duca Baldassarre Caffarelli e il suo Palazzo al Campidoglio. (PDF), su vergaracaffarelli.it. URL consultato il 2 agosto 2015.):
    1. L'intiero Palazzo Caffarelli posto in Campidoglio tanto libero che primogeniale, giardino, scuderie, rimesse, in una parola con tutti gli annessi e connessi, senza eccettuazione alcuna;
    2. Le diecinove Casette sopra il Monte Caprino a contatto col medesimo Palazzo affittate a diversi Inquilini;
    3. L'orto e caseggiato annesso affittato a Bernardo Lichini;
    4. Le sedici grotte sotto l’orto affittate a diversi Inquilini;
    5. La casetta affittata a Gio. Batt.a Salomba;
    6. Il Granaro in via di Monte Caprino affittato al Sig. Braun ed altri;
    7. La fontana pubblica sotto la Rupe Tarpea ai N. 7 e 7a affittata a Nicola Romagnoli;
    8. La camera superiore all’anzidetta fontana affittata a Nicola Romagnoli e Mastro Donati;
    9. La Rimessa al n. 5 affittata a la Santa Bionducci;
    10. Il Rimessone affittato a Maestro d’Orazio ai n. 15. 16.
  10. ^ Caffarelli, su siusa-archivi.cultura.gov.it, Istituto centrale per gli archivi. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  11. ^ 1615/3 - L'Istituto archeologico germanico a Palazzo Caffarelli, su prassi.cnr.it, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di studi giuridici internazionali. URL consultato il 1° dicembre 2024 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  12. ^ a b Museo Nuovo (ex Museo Mussolini), su museicapitolini.org, Musei Capitolini. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  13. ^ Villa Caffarelli - Il nuovo spazio espositivo dei Musei Capitolini (PDF), su electa.it. URL consultato il 1° dicembre 2024.
  14. ^ Cfr. I Marmi Torlonia. Collezionare capolavori, su Musei Capitolini. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  15. ^ Cfr. Domiziano Imperatore. Odio e amore, su Musei Capitolini. URL consultato il 12 luglio 2022.
  16. ^ Claudio Parisi Presicce e Alberto Danti (a cura di), Il Nuovo Museo d'arte antica (Museo Mussolini) al pianterreno di Palazzo Caffarelli, in Campidoglio mito, memoria, archeologia, 2016.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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