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Otello Sarzi

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«Chi resiste in Italia, a tener desta la tradizione di questa straordinaria forma di teatro popolare, a parte Otello Sarzi e pochi intimi?»

Otello Sarzi (Vigasio, 7 febbraio 1922Reggio Emilia, 21 ottobre 2001) è stato un burattinaio e antifascista italiano.

Otello Sarzi (Vigasio (VR) 1922 – Reggio Emilia 2001) è stato un artista formidabile e un grande sperimentatore. Avviato sin dall’infanzia al teatro dal nonno Antonio e dal papà Francesco – il primo burattinaio, il secondo burattinaio e capocomico in una compagnia di attori -, Otello fu giovane aiutante nella compagnia itinerante di famiglia, per la quale vide passare personaggi alle prime armi, poi divenuti celebri. L’impegno della compagnia non cessò neppure durante il difficile ventennio fascista. I Sarzi accolsero spesso persone ricercate dalla polizia. Emblematico è il caso di Aldo Cervi, col quale crearono un forte e duraturo rapporto di amicizia. Non di rado si trovarono così a fare i conti con le angherie del regime. Dopo l’8 settembre Otello Sarzi fu impegnato nella lotta partigiana dove ricoprì incarichi di comando. Fu confinato per antifascismo a Sant'Agata di Esaro dove conobbe Dante Castellucci, insieme al quale, dopo aver scontato la pena, entrò nella Banda Cervi[1] e fu attivo nella resistenza, anche con la sorella Lucia,L’attività artistica riprese subito dopo la Liberazione e proseguì fino alla fine degli anni ’40 con la compagnia di prosa. Nel novembre del 1951 a Novara, per rallegrare un gruppo di bambini sfollati a causa dell’alluvione del Polesine, Otello tirò fuori i vecchi burattini e improvvisò uno spettacolo. Egli raccontò che solo in quel momento si rese davvero conto per la prima volta dell’importanza di questo tipo di teatro, in grado di comunicare alla gente in maniera semplice e arguta. Inoltre, Otello iniziò proprio a Novara la collaborazione con Gianni Rodari, costruendo maschere per i bambini protagonisti dei personaggi di Cipollino, Atomino e altri che Rodari aveva inventato. Da quel momento Otello si dedicò in maniera esclusiva al teatro dei burattini, rinnovando completamente il repertorio tradizionale di nonno Antonio e drammatizzando autori del calibro di Alfred Jarry, Samuel Beckett e Bertolt Brecht e realizzando figure anche di grandissime dimensioni con tecniche innovative (magistrale l’impiego del lattice, idoneo a conferire espressività ai personaggi ed elasticità di movimento).

Nel 1957 Otello fondò a Roma il T.S.B.M. – Teatro Stabile di Burattini e Marionette. Con la compagnia portò in scena importanti spettacoli di cui ora rimangono testimoni in Fondazione i preziosi burattini e marionette (tra gli altri, furono rappresentati “Il maestro di cappella” di Domenico Cimarosa e “Il Crescendo” di Luigi Cherubini).

La collaborazione fra Otello Sarzi e Gianni Rodari proseguirà nel 1965 quando Otello affiderà al figlio Mauro la costruzione di grandi Pupazzi per il film “La Torta in Cielo” tratto dal racconto di Gianni Rodari. In seguito sempre in collaborazione con il padre Otello e Rodari, Mauro Sarzi parteciperà al progetto di produzione del film “Ciao Cappellone”, lungometraggio realizzato in 35 mm a colori. Otello si trasferì a Reggio Emilia nel 1969 con alcuni componenti della compagnia (il figlio Mauro Sarzi, Mariano Dolci, Luigi Bagnaschino e Anna Chiara Gomez), trovando favore sia nel pubblico che nell’Amministrazione Comunale, che gli offrì spazi di lavoro e la possibilità di una segreteria presso il Teatro Municipale. Nello stesso anno, a Reggio Emila, Otello Sarzi e i collaboratori del suo T.S.B (Teatro Sperimentale dei Burattini) inizieranno il lavoro nelle Scuole dell’infanzia con Gianni Rodari, Loris Malaguzzi e le insegnati, collaborando all’inizio del progetto di una nuova pedagogia per l’infanzia.

Dagli anni Settanta fino alla sua scomparsa nell’autunno del 2001 Otello, con l’aiuto di artisti e collaboratori, si è impegnato nella realizzazione di burattini e spettacoli straordinari, lasciando ai posteri un gran numero di progetti visionari, che grazie alla Fondazione Famiglia Sarzi, da lui fondata nel 1996, ha la possibilità di realizzare nuove felici prospettive per il teatro, per l’arte e, di conseguenza, per le future generazioni e promuovere e continuare l’opera culturale ed educativa del suo fondatore.

dopo la Liberazione riprese l'attività artistica, aprendo a Roma un laboratorio in Via dei Coronari e fondando nel 1957 il TSBM (Teatro Sperimentale Burattini e Marionette) [2].

Fu in tournée all’estero (in Africa nel ’61, in Jugoslavia, Sardegna, Corsica e Francia nel ’66)[3] . Nel ’67 la compagnia riprese a Roma la sua attività nello spazio teatrale Beat '72[4] e collaborò con Gigi Proietti[5]. Ebbe anche un'intensa collaborazione con Gianni Rodari, per il quale realizzò, tra le altre cose, i pupazzi per il film La torta in cielo (1973)[6].

Riconoscimenti

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Rodari lo ricordò nel capitolo Marionette e burattini della sua Grammatica della fantasia. Nel 2022, in occasione del centenario della nascita, la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Fondazione Famiglia Sarzi e altri enti, ha realizzato un programma di celebrazioni con mostre, un premio, convegni e performances teatrali[7]. Il Comune di Reggio Emilia gli ha intitolato una scuola per l'infanzia[8].

  1. ^ Marcello Flores, Mimmo Franzinelli, Storia della Resistenza, Bari-Roma, Laterza, 2019
  2. ^ Scheda sul sito dell'Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia (AESS)
  3. ^ Il mondo di Otello Sarzi | emiliodoc, su emiliodoc.it, 9 marzo 2023. URL consultato il 16 novembre 2023.
  4. ^ Livia Cavaglieri, Donatella Orecchia, Memorie sotterranee: storia e racconti della Borsa di Arlecchino e del Beat 72, Torino, Accademia University Press, 2018
  5. ^ La scoperta dell'America di Cesare Pascarella raccontata da Luigi Proietti e dai burattini di Otello Sarzi; con musiche originali di Ennio Morricone Roma, Rai, 1971
  6. ^ Scheda del film sul sito del Centro Sperimentale di Cinematografia
  7. ^ Notizia sul sito della Regione
  8. ^ La scheda della scuola sul sito istruzione.it
  • Fulvio De Nigris, Otello Sarzi: burattinaio annunciato, Bologna, Pàtron, 1986

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN237090858 · ISNI (EN0000 0003 7042 3802 · SBN RMSV051001 · GND (DE1021334766 · BNF (FRcb16715330c (data)