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Natale Conti

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Frontespizio della prima edizione della Mythologiae sive Explicationis fabvlarvm (1616)

Natale Conti, noto in latino anche come Natalis Comes e Natalis de Comitibus e in francese come Noël le Comte (probabilmente a Milano, 1520[1]probabilmente a Venezia, 1582), è stato uno scrittore, mitografo, storico e poeta italiano.

La sua opera più importante, Mythologiae,[2], in dieci libri, scritta in latino, fu pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1567[3] e divenne una fonte standard per la mitologia classica durante il tardo rinascimento. È stata stampata in numerose edizioni[4]; dopo il 1583 vi fu aggiunto un trattato sulle Muse di Geoffroi Linocier. Alla fine del XVII secolo il suo nome era virtualmente sinonimo di mitologia: a dizionario francese nel definire il termine mythologie annotava che era l'argomento scritto da Natalis Comes[5].

Conti credeva che i poeti antichi avessero voluto che le loro presentazioni dei miti venissero lette come allegorie, e quindi costruirono complesse associazioni genealogiche, all'interno delle quali Conti trovò livelli di significato[6].

Poiché Conti era convinto che la filosofia perduta dell'antichità classica potesse essere recuperata attraverso la comprensione di queste allegorie, nota Ernst Gombrich che "le versioni più apocrife e bizzarre di racconti classici e pseudo-classici, sono qui visualizzati e commentati come la saggezza esoterica finale"[7].

Mantenendo un approccio evemeristico, Conti pensava che i personaggi del mito fossero esseri umani idealizzati e che le storie contenessero intuizioni filosofiche sincretizzate attraverso i secoli e velate in modo che solo gli "iniziati" ne potessero cogliere il vero significato. Le sue interpretazioni erano spesso condivise da altri scrittori del Rinascimento, in particolare da Francesco Bacone nel suo da tempo trascurato "De Sapientia Veterum", 1609[8].

In alcuni casi, la sua interpretazione potrebbe sembrare banale anche nella mitologia moderna: per Conti il centauro rappresenta la natura duale dell'uomo, "contemporaneamente passione animale e le più alte facoltà intellettuali[9]. Ulisse, ad esempio, diviene un uomo comune le cui peregrinazioni rappresentano un ciclo di vita universale:

(EN)

«Conti creates an ahistorical mythology that he hopes will reconnect his readers to their own primordial archetypal hero. He assumed that his readers wanted to see their reflections in the literary mirror of the archetypal Greek hero, but when gazing into such a 'mirror,' the reflection must be divested of its particular ethnicity and historicity. For Conti, myth was a literary artifact on which the mythographer could freely use his imagination to reinvent the literal subject matter into a kind of 'metatext,' which the interpreter reconstructs into his idealized self-imaging text.[10]»

(IT)

«Conti crea una mitologia astorica che spera che ricollegherà i suoi lettori al loro eroe archetipico primordiale. Assunse che i suoi lettori volevano vedere le loro riflessioni nello specchio letterario dell'eroe greco archetipo, ma quando guardavano in un tale "specchio", la riflessione doveva essere privata della sua particolare etnia e storicità. Per Conti, il mito era un artefatto letterario su cui il mitografo poteva liberamente usare la sua immaginazione per reinventare il soggetto letterario in una sorta di "metatesto", che l'interprete ricostruisce nel suo testo idealizzato di auto-immagine»

Nonostante o per via delle sue eccentricità, la "Mythologiae" hanno ispirato l'uso del mito in varie forme d'arte. Una seconda edizione, stampata nel 1568 e dedicata a Carlo IX, fu popolare in Francia, dove servì come fonte per il "Ballet Comique de la Reine" (1581), parte di feste di matrimonio a corte. Il Ballet Balletto era un dramma musicale con danze ambientato in un'elaborata ricostruzione dell'isola di Circe. Il testo associato alla performance conservato presenta quattro esposizioni allegoriche, basate esplicitamente sul lavoro di Comes: fisico o naturale, morale, temporale, logico o interpretativo[11].

L'allegorizzazione del mito fu criticata durante il periodo romantico; Benedetto Croce disse che la letteratura e l'arte medievale e rinascimentale presentavano solo il "guscio impoverito del mito". I manuali mitologici del XVI secolo di Conti e altri vennero considerati pedanti e privi di coerenza estetica o intellettuale[12].

Né le critiche a Conti sono state limitate a epoche successive: Giuseppe Giusto Scaligero di vent'anni più giovane, lo definì "un uomo assolutamente inutile" e consigliò Sethus Calvisius di non usarlo come fonte[13].

Conti, la cui famiglia (secondo le sue stesse affermazioni) era originaria di Roma, era nato a Milano.[14] Tuttavia si definisce come "veneziano"[15] perché la sua attività si svolse a Venezia

  1. ^ DBI.
  2. ^ Titolo completo Mythologiae sive explicationis fabularum libri decem, in quibus omnia prope Naturalis & Moralis Philosophiae dogmata contenta fuisse demonstratur
  3. ^ Una presunta edizione del 1551 è un fantasma, come dimostrato da Barbara Carman Garner (cfr. Garner, "Francis Bacon, Natalis Comes and the Mythological Tradition", Journal of the Warburg and Courtauld Institutes 33 (1970), pp. 264-291. Una data di pubblicazione del 1551 è ancora citata frequentemente, anche se erroneamente, in lavori accademici del tardo XX secolo e degli inizi del XXI.
  4. ^ H. David Brumble, "Let Us Make Gods in Our Image: Greek Myth in Medieval and Renaissance Literature," in The Cambridge Companion to Greek Mythology p. 420 online.
  5. ^ Jean Seznec, The survival of the pagan gods: the mythological tradition and its place in Renaissance humanism and art, tradotto in inglese da Barbara F. Sessions (Princeton University Press, 1935, 1995), p. 308, note 69.
  6. ^ Arthur B. Ferguson, Utter Antiquity: Perceptions of Prehistory in Renaissance England (Duke University Press, 1993), p. 37 online.
  7. ^ The most apocryphical and outlandish versions of classical and pseudo-classical tales, are here displayed and commented upon as the ultimate esoteric wisdom Ernst Gombrich, "The Subject of Poussin's Orion," in Symbolic Images: Studies in the art of the Renaissance II (1972), p.120 [1]
  8. ^ Charles W. Lemmi, The Classic Deities in Bacon: a study in mythological symbolism, 1933: Bacon "accepted Natale Conti as the leading light on the subject", p. 45; F.H. Anderson, The Philosophy of Francis Bacon, 1948, p. 57; Paolo Rossi (Sacha Rabinovitch, tr.) Francis Bacon: From Magic to Science (1957) 1968.
  9. ^ Jonathan Bate, Shakespeare and Ovid (Oxford University Press, 1993), p. 195, note 34 online.
  10. ^ Elliott M Simon, The Myth of Sisyphus: Renaissance Theories of Human Perfectibility (Fairleigh Dickinson University Press, 2005), pp. 98–101 online.
  11. ^ Frances A. Yates, The French Academies of the Sixteenth Century (Taylor & Francis, 1948, 1988), pp. 237–240 online.
  12. ^ Stephen Campbell, The Cabinet of Eros: Renaissance Mythological Painting and the Studiolo of Isabella d'Este (Yale University Press, 2004), p. 7 online.
  13. ^ Jean Seznec, The survival of the pagan gods, p. 232 online.
  14. ^ Mythologiae III 17 (v. p. 205 Archiviato il 22 febbraio 2009 in Internet Archive.).
  15. ^ Ad esempio nel frontespizio della sua traduzione del testo di Ateneo, i Deipnosofisti: "Athenaei Dipnosophistarum sive coenae sapientium libri XV, Natale de Comitibus Veneto nunc primum e Graeca in Latinam linguam vertente" (Venezia, 1556).
  • Natale Conti, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • (EN) Natale Conti's Mythologiae, traduzione in inglese annotata a cura di John Mulryan e Steven Brown, vol. 1-2 (Tempe: Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies (ACMRS), 2006) (Medieval and Renaissance Texts and Studies, 316).
  • Natale Conti, Mitología, traduzione in spagnolo con note e introduzione di Rosa María Iglesias Montiel e Maria Consuelo Álvarez Morán (Universidad de Murcia, 1988). Navigate table of contents to download chapters.
  • Maria Consuelo Álvarez Morán e Rosa María Iglesias Montiel, "Algunas lecturas de textos latinos en la Mythologia de Natalis Comes," Cuadernos de Filología Clásica 20 (1986) 31-39, full text downloadable.
  • Maria Consuelo Álvarez Morán e Rosa María Iglesias Montiel, "Natale Conti, estudioso y transmisor de textos clásicos" in Los humanistas españoles y el humanismo europeo (Murcia, 1990), pp. 33–47.
  • Maria Consuelo Álvarez Morán, Rosa María Iglesias Montiel, "Isacius en la Mythologia de Natalis Comes", Euphrosyne 31 (2003) 395-402.
  • Virgilio Costa, "I frammenti di Filocoro tràditi da Boccaccio e Natale Conti", in E. Lanzillotta (ed.), Ricerche di Antichità e Tradizione Classica (Edizioni TORED, Tivoli [Roma], 2004), pp. 117–147.
  • Virgilio Costa, "Natale Conti e la divulgazione della mitologia classica in Europa tra Cinquecento e Seicento", in E. Lanzillotta (ed.), Ricerche di Antichità e Tradizione Classica (Edizioni TORED, Tivoli [Roma], 2004), pp. 257–311.
  • Virgilio Costa, "«Quum mendaciis fallere soleat». Ancora sui frammenti della storiografia greca tràditi da Natale Conti", in C. Braidotti - E. Dettori - E. Lanzillotta (eds.), οὐ πᾶν ἐφήμερον. Scritti in memoria di Roberto Pretagostini, vol. II (Università di Roma Tor Vergata, 2009), pp. 915–925.
  • Rosa María Iglesias Montiel and Consuelo Álvarez Morán, "Los manuales mitológicos del Renacimiento", Auster 3 (1998). 83-99.
  • Giuseppe Nastasi, "Natale Conti traduttore del Περὶ σχημάτων di Alessandro", Studi medievali e umanistici (2021), pp. 59-102.
  • (EN) Robert Thake, "A largely unexplored account of the Great Siege", Treasures of Malta, Vol XVIII No.1, (Christmas, 2011).

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