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Nancy Carroll

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Nancy Carroll

Nancy Carroll, pseudonimo di Ann Veronica Lahiff (New York, 19 novembre 1903New York, 6 agosto 1965), è stata un'attrice statunitense.

Di origini irlandesi, Nancy Carroll iniziò la carriera sui palcoscenici di Broadway, cantando e recitando in musical e opere brillanti. Nel 1927 raggiunse Hollywood e mise a frutto l'esperienza teatrale debuttando in Ladies Must Dress. L'anno successivo girò otto film, tra i quali Ladro suo malgrado (1928), accanto a Richard Dix, che fece di lei una star. Apprezzata per la sua verve e per le doti canore, la Carroll affrontò anche ruoli più impegnativi, come quello della ballerina che si innamora di un giovane soldato idealista (Gary Cooper) ne L'idolo del sogno (1928), ambientato durante la prima guerra mondiale. Quando il soldato torna a morire in trincea, la protagonista si riscatta e, in suo onore, decide di iniziare una nuova esistenza[1]. Il ruolo di Nancy Carroll verrà ripreso dieci anni più tardi da Margaret Sullavan nel remake The Shopworn Angel (1938), con James Stewart nella parte del soldato[1].

Divenuta una delle maggiori stelle della Paramount Pictures, la Carroll giunse all'apice della fama nel 1930, quando ottenne una candidatura all'Oscar alla miglior attrice per il ruolo di Hallie Hobart nel film The Devil's Holiday (1930). Dimostrando talento drammatico anche in opere più complesse, durante la prima metà degli anni trenta l'attrice girò numerosi film al fianco di star maschili di prima grandezza. Nel melodramma L'angelo della notte (1931), originariamente concepito per Marlene Dietrich[2], fu l'oggetto dell'interesse amoroso di Fredric March, un magistrato integerrimo che fa arrestare la tenutaria di un bordello (Alison Skipworth) ma poi si innamora della di lei figlia (la Carroll), arrivando a commettere un delitto per legittima difesa ai danni di un corteggiatore della ragazza. Successivamente la Carroll recitò accanto a Randolph Scott e a Cary Grant in Hot Saturday (1932), una commedia degli equivoci in cui interpretò il ruolo di un'impiegata alle prese con i pettegolezzi della cittadina di provincia in cui vive, e divisa tra la fedeltà per il fidanzato ufficiale (Scott) e l'attrazione per un seducente playboy (Grant)[3].

La Carroll ritrovò Cary Grant l'anno seguente nel melodramma The Woman Accused (1933), nel ruolo di Glenda O'Brien, che uccide accidentalmente il suo ex amante (Louis Calhern) quando questi minaccia il suo legame sentimentale con un avvocato (Grant), il quale riesce a farla assolvere[4]. Tra gli altri film interpretati dall'attrice in questo periodo sono da ricordare L'uomo che ho ucciso (1932) di Ernst Lubitsch e Il bacio davanti allo specchio (1933) di James Whale.

La sua carriera ebbe un declino piuttosto rapido e già alla metà degli anni trenta i suoi ruoli si erano diradati. Passata alla Columbia Pictures, nel 1935 affiancò George Murphy nella commedia musicale Dopo il ballo (1935) e ritornò sullo schermo tre anni più tardi in due pellicole brillanti, Quella certa età (1938), con Deanna Durbin e Melvyn Douglas, e L'amore bussa tre volte (1938), in cui ritrovò Fredric March. In entrambi i film ricoprì comunque ruoli di secondo piano che non le consentirono di riconquistare il successo. Dopo una carriera cinematografica durata appena un decennio, l'attrice si ritirò dagli schermi e tornò saltuariamente al teatro. Alla fine degli anni quaranta debuttò in televisione con la serie The Aldrich Family e, nel 1951, recitò nella versione per il piccolo schermo della commedia The Egg and I, accanto alla figlia, l'attrice Patricia Kirkland.

Dopo i primi due matrimoni, con Jack Kirkland dal 1925 al 1930, e con Francis Bolton Mallory dal 1931 al 1935, la Carroll sposò nel 1953 C.H. Groen. Il matrimonio durò fino alla morte dell'attrice nel 1965, all'età di 61 anni, per un aneurisma che la colpì poco prima di recarsi in teatro per una rappresentazione.

Poster del film The Water Hole
Poster del film L'idolo del sogno
Poster del film La danza della vita

Doppiatrici italiane

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  1. ^ a b René Jordan, Gary Cooper, Milano Libri Edizioni, 1978, pag. 34
  2. ^ Lawrence J. Quirk, The Films of Fredric March, The Citadel Press, 1974, pag. 74
  3. ^ Jerry Vermilye, Cary Grant, Milano Libri Edizioni, 1982, pag. 25
  4. ^ Jerry Vermilye, Cary Grant, Milano Libri Edizioni, 1982, pag. 32-33

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