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Myoporeae

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Myoporeae

Myoporum sandwicense
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaScrophulariaceae
TribùMyoporeae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaMyoporaceae
Generi

Myoporeae Rchb., 1837 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Scrophulariaceae.[1][2][3]

La classificazione tradizionale (sistema Cronquist) riconosceva a questo raggruppamento il rango di famiglia a sé stante (Myoporaceae).

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Myoporum Banks & Sol. ex Forster f.., 1786. "Myoporum" deriva dal greco μυω myo = chiudersi e πόρος poros = poro, e fa riferimento alle vescicole traslucide presenti sulle foglie delle specie di questo genere (simili a pori chiusi). In realtà sono delle piccole tasche ripiene di olii essenziali.[4][5][6]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico, ornitologo e illustratore tedesco Heinrich Gottlieb Ludwig Reichenbach (8 gennaio 1793 – 17 marzo 1879) nella pubblicazione "Handbuch des Naturlichen Pflanzensystems: 196. 1-7"[7] del 1837.[8][9]

Il portamento
Eremophila mitchellii
Le foglie
Myoporum laetum
Infiorescenza
Eremophila glabra
I fiori
Bontia daphnoides
  • Il portamento delle specie di questa tribù è arbustivo (prostrato o eretto) o formato da piccoli alberi. La superficie in genere è glabra oppure papilloso-ghiandolare oppure è ricoperta da tricomi semplici o ramificati tipo stellato, oppure è villosa o ghiandolare. Spesso sono presenti agglomerati sporgenti di resina incorporati nelle parti vegetative o floreali.[6][10][11][12][13][14]
  • Le foglie, da sessili a picciolate, sono semplici con portamento da alternato a dense spirali; più raramente la disposizione è opposta (o anche sormontata). La forma della lamina varia da lineare-lanceolata ad ampiamente ovata con apici acuti. I bordi sono interi, seghettati, crenati o (raramente) lobati. La superficie può essere da glabra a finemente pubescente. Gli stomi si trovano o su entrambe le facce o solamente su una. Le stipole sono assenti.
  • Le infiorescenze sono tirsoidi con delle cime dicasiali fascicolate ridotte con 1 - 12 fiori ascellari. In Bontia le brattee sono frondose, in altre specie sono assenti.
  • I fiori, ermafroditi (raramente sono funzionalmente maschili o femminili) più o meno zigomorfi, sono tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo), pentameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 5 elementi ognuno). I fiori in genere sono piccoli a parte il genere Pentacoelium e il peduncolo è ridotto o mancante.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X K (4-5), [C (2+3) A 5 o 2+2 o 2], G (2), supero, capsula.[11]
  • Il calice, gamosepalo (i sepali sono basilarmente connati a volte embricati), ha una forma campanulata (raramente formano un profondo tubo) e termina con cinque distinti lobi (o 4 o 6 - 9). I lobi sono da uguali a subuguali tra di loro. La forma dei lobi è per lo più triangolare oppure ovata. Il calice è più o meno persistente.
  • La corolla, di tipo gamopetalo (i petali sono concresciuti), è formata da un tubo campanulato (corto, oppure lungo e incurvato) o (raramente) urceolato terminante con cinque lobi a disposizione bilabiata (corolla zigomorfa) oppure tutti uguali a disposizione patente (corolla attinomorfa); i lobi possono essere anche a disposizione embricata oppure subruotati. Nelle corolle bilabiate il labbro superiore è formato da 2 - 4 lobi, quello inferiore da 1 - 3 lobi. Il colore varia dal bianco, al rosa, al giallo, al lillacino o violetto. A volte i petali internamente (verso la base) sono punteggiati di rosso scuro.
  • I frutti sono delle capsule indeiscenti (raramente sono semi-deiscenti); oppure sono dei subschizocarpi secchi o simili a drupe con mesocarpo carnoso o acquoso. L'endocarpo è legnoso. I semi, piccoli, alati e testa reticolata, hanno un embrione diritto e leggermente curvo. L'endosperma è assente o scarso. I frutti del genere Pentacoelium sono i più complessi della tribù per la presenza di camere di galleggiamento.
  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama); specialmente imenotteri (Euryglossa).[10]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i frutti carnosi sono dispersi dagli animali - dispersione zoocoria (per lo più uccelli - dispersione ornitocoria); i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).[10]

Distribuzione e habitat

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La distribuzione delle specie di questa tribù è relativa all'America tropicale, Asia meridionale e Australia con habitat per lo più tropicali. Il 95% delle specie è endemico del continente australiano.[2]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Scrophulariaceae), dopo la ristrutturazione operata nell'ambito del Angiosperm Phylogeny Group, comprende 24 generi con 1200 specie[11][12] (oppure secondo altri Autori 52 generi e 1681 specie[1] o 59 generi e 1880 specie[15]). La famiglia è caratterizzata soprattutto dai fiori zigomorfi (bilabiati), dai sepali e petali connati, dagli stami in numero di 4 (un quinto è staminoide), dai filamenti adnati alla corolla, dalle antere biloculari e dall'ovario formato da 2 carpelli.

Tradizionalmente il gruppo di questa tribù è descritta all'interno della famiglia (ora obsoleta) Myoporaceae (Sistema Cronquist). Prima ancora è stata inserita nel gruppo delle Tubiflorae (subclasse Sympetalae, classe Dicotyledones; sempre delle Angiosperme) Classificazione di Wettstein. Attualmente con il nuovo tipo di Classificazione filogenetica la famiglia è stata ridotta a una tribù all'interno della famiglia Scrophulariaceae (ordine Lamiales).[15]

La tribù è profondamente incorporata nelle Scrophulariaceae s.s. come "gruppo fratello" della tribù Leucophylleae e inoltre da dettagliate analisi filogenetiche risulta monofiletica. I caratteri distintivi del gruppo sono:[2]

  • le foglie hanno una disposizione alternata;
  • in frutti in alcuni casi sono espansi (per il galleggiamento);
  • la resina è presente nei tessuti vegetativi e riproduttivi delle piante;
  • l'habitat (similmente alle Leucophylleae) preferito è quello arido, semi arido o costiero.

Da un punto di vista filogenetico la struttura interna della tribù è caratterizzata dal gruppo Bontia, Myoporum e Eremophila (la cui monofilia è fortemente sostenuta), mentre Androya si trova in posizione basale[15] più vicina alle Leucophylleae.[16]

Un interesse particolare è dato dai collegamenti biogeografici con le specie della tribù Leucophylleae, ma anche dallo sviluppo disgiunto nelle Indie Occidentali della specie Bontia.[2]

Alla circoscrizione tradizionale sono stati aggiunti alcuni generi come Pentacoelium e Bontia anche se il primo ha dei fiori più grandi è paragonabile vegetativamente al resto del gruppo. Entrambi i generi mostrano dei frutti più complessi con caratteristiche (una zona a forma di stella con fino a 10 loculi o lacune subacquatiche) che suggeriscono l'adattamento alla dispersione per via acquatica (disseminazione idrocora).[13]

Composizione della tribù

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La tribù si compone di 8 generi e 253 specie:[1][10]

Genere Specie Distribuzione
Androya
H. Perr., 1952
Una specie:
Androya decaryi H. Perr.
Madagascar
Bontia
L., 1763
Una specie:
Bontia daphnoides L.
Caraibi e Sud America (settentrionale)
Calamphoreus
Chinnock, 2007[17][18]
Una specie:
Calamphoreus inflatus (C.A.Gardner) Chinnock[19]
Australia
Diocirea
Chinnock, 2007[20]
4[21] Australia
Eremophila
R. Br., 1810
214 Australia (una specie in Nuova Zelanda)
Glycocystis
Chinnock, 2007[22]
Una specie:
Glycocystis beckeri (F.Muell.) Chinnock[23]
Australia
Myoporum
Banks & Sol. ex Forster f., 1786
34 Asia (meridionale), Australia, Nuova Guinea e Isole del Pacifico[24]
Pentacoelium
Siebold & Zuccarini, 1846[25]
Una specie:
Pentacoelium bontioides Siebold & Zucc.[26][27]
Australia

Note: due generi da alcuni Autori inclusi in questo gruppo (Oftia Adans., 1763 e Ranopisoa J.F. Leroy, 1977) sono descritti nella Teedieae della stessa famiglia.[10]

Chiave per i generi

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La seguente chiave analitica è relativa solamente ai quattro generi tradizionalmente associati a questo gruppo:[10]

  • Gruppo 1A: la corolla è formata da 4 lobi; i frutti sono delle capsule; la distribuzione di questo gruppo è relativa al solo Madagascar;
  • Gruppo 1B: la corolla è formata da 5 lobi; i frutti sono delle drupe; la distribuzione di questo gruppo è relativa alle altre aree;
  • Gruppo 2A: la corolla è bilabiata; il tubo è allungato e ricurvo;
  • Gruppo 3A: la corolla è subruotata; il tubo è corto e diritto;
  • Gruppo 3B: le infiorescenze normalmente sono di tipo tirsoide con cime ascellari formate da molti fiori (raramente i fiori sono solitari); la corolla è appena bilobata; gli stami sporgono dalla corolla; la distribuzione di questo gruppo è relativa all'Australia e Nuova Zelanda;
  • Gruppo 2B: le infiorescenze sono di tipo racemoso con singoli fiori all'ascelle delle foglie; la corolla è profondamente bilobata; gli stami sono subsporgenti o inclusi; la distribuzione di questo gruppo è relativa al Sud America e Caraibi.

L'interesse per queste piante è minimo e limitato al giardinaggio. A scopo ornamentale è stata usata la specie Myoporum parvifolium in Francia fin dalla fine del 1800. Nelle zone mediterranee è molto ricercato per le siepi l'arbusto Myoporum laetum, originario della Nuova Zelanda, pianta sempreverde con una rigogliosa vegetazione. Myoporum sandwicense è usato nell'industria del legno per la sua profumazione simile al sandalo. Della lacca si estraee da Myoporum platycarpum. A volte con scopo di rimboschimento si usano le specie Myopurm serratum, Myoporum montanum e Myoporum insulare.[6]

Alcune specie

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  1. ^ a b c Olmstead 2012.
  2. ^ a b c d Tank et al 2006, pag. 293.
  3. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 29 settembre 2017.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 267.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 28 settembre 2017.
  6. ^ a b c Motta 1960, Vol. 3 - pag. 39.
  7. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su archive.org. URL consultato il 28 settembre 2017.
  8. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 28 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2013).
  9. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 settembre 2017.
  10. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 289.
  11. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493-5.
  12. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  13. ^ a b eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 29 settembre 2017.
  14. ^ The families of flowering plants, su delta-intkey.com, p. Myoporaceae R. Br.. URL consultato il 29 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2019).
  15. ^ a b c Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 2 agosto 2017.
  16. ^ Oxelman et al. 2005, pag. 416.
  17. ^ Calamphoreus inflatus, su anpsa.org.au, Australian Native Plants Society. URL consultato il 29 settembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  18. ^ Calamphoreus inflatus (C.A.Gardner) Chinnock, su florabase.dpaw.wa.gov.au, FloraBase the Western Australian Flora. URL consultato il 29 settembre 2017.
  19. ^ Calamphoreus inflatus (C.A.Gardner) Chinnock, su The Plant List. URL consultato il 29 settembre 2017.
  20. ^ Diocirea Chinnock [collegamento interrotto], su Vascular Plants APNI - Australian Plant Name Index. URL consultato il 29 settembre 2017.
  21. ^ Diocirea, su The Plant List. URL consultato il 29 settembre 2017.
  22. ^ Glycocystis beckeri (F.Muell.) Chinnock, su Vascular Plants APNI - Australian Plant Name Index. URL consultato il 29 settembre 2017.
  23. ^ Glycocystis beckeri (F.Muell.) Chinnock, su The Plant List. URL consultato il 29 settembre 2017.
  24. ^ (EN) Myoporum, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 13 novembre 2019.
  25. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 settembre 2017.
  26. ^ Pentacoelium bontioides, su eFloras - Flora of China. URL consultato il 29 settembre 2017.
  27. ^ Pentacoelium bontioides Siebold & Zucc., su The Plant List. URL consultato il 29 settembre 2017.

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Collegamenti esterni

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