Vai al contenuto

Mitsubishi AAM-4

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
AAM-4
Descrizione
Tipomissile aria-aria
Sistema di guidaradar attiva
CostruttoreMitsubishi Electric
Impostazione1985
In servizio1999
Utilizzatore principaleGiappone (bandiera) Giappone
Peso e dimensioni
Peso220 kg
Lunghezza3,66 m
Diametrofusto: 0,203 m
Prestazioni
Gittata100 km (AAM-4)

120 km (AAM-4B)

VelocitàMach 4-5
dati riferiti alla versione AAM-4
voci di missili presenti su Wikipedia

Il Mitsubishi AAM-4 (Type 99 Air-to-Air Missile, Kyūkyū shiki kūtaikū yūdōdan, 99式空対空誘導弾) è un missile aria-aria a guida AHR, prodotto dalla Mitsubishi Electric ed entrato in servizio nel 1999 nella Kōkū Jieitai, dove fu installato sui caccia McDonnell Douglas F-15J Eagle e Mitsubishi F-2.

Si tratta di un progetto completamente originale per la realizzazione di un missile aria-aria dalle prestazioni superiori rispetto ai modelli già esistenti.

Un missile AAM-4 alla base aerea di Gifu.

Storia del progetto

[modifica | modifica wikitesto]
Un cacciabombardiere Mitsubishi F-2B armato con missili aria-aria AAM-4 e AAM-3.

Per la sostituzione dell'oramai datato missile aria-aria a guida SAHR AIM-7 Sparrow[1] allora in servizio, il governo giapponese decise di avviare lo sviluppo di un missile di produzione nazionale, invece di adottare il nuovo prodotto americano Raytheon AIM-120 AMRAAM.[2]

Il missile AAM-4 con una particolare colorazione blu agganciato a un caccia F-15J.

Invece che alla Mitsubishi Heavy Industries[3] il contratto fu assegnato alla Mitsubishi Electric, e gli studi di fattibilità incominciarono nel 1985.[4] Nel 1994, avvolto dalla più totale segretezza, la Mitsubishi Electric avviò lo sviluppo del missile, e il primo lancio sperimentale da terra del prototipo XAAM-4 fu effettuato l'anno successivo.[5] La nuova arma ottenne il primo contratto di produzione nel 1998, con 50 missili per sperimentazioni e 50 di preserie.[5] Con la designazione di Type 99 Air-to-Air Missile, in giapponese Kyūkyū shiki kūtaikū yūdōdan,[1] l'AAM-4 entrò in servizio nel 1999,[5] anche se ottenne la IOC (Initial Operational Capability) solo nel 2007, quando fu assegnato in dotazione a un reparto di aerei da caccia McDonnell Douglas F-15J Eagle, con ognuno di questi velivoli che poteva trasportare un massimo di sei armi.[1]

Descrizione tecnica

[modifica | modifica wikitesto]

Il missile Mitsubishi AAM-4 ha un diametro di 20,3 cm, un'apertura alare di 80 cm, è lungo 3,66 m, e pesa al lancio 220 kg.[5] Il motore bistadio consente di raggiungere una velocità variabile tra Mach 4 e 5 a seconda della velocità e della quota di lancio, e una gittata di 100 km.[5] L'arma è dotata di un radar attivo ad alta potenza, dotato di capacità di inseguimento di più bersagli contemporaneamente, ed efficaci sistemi ECCM (Electronic Counter Counter Measure).[5] Inoltre vi è un sistema inerziale di navigazione laser con capacità di aggiornamento a metà del volo via data-link.[5] La testata bellica è del tipo "adattativo", in grado quindi di regolare lo scoppio secondo il tipo di bersaglio e la direzione dell'impatto, mentre la spoletta è radar attiva.[5]

Vista frontale di un missile AAM-4.

Impiego operativo

[modifica | modifica wikitesto]
Il prototipo del missile aria-aria AAM-4B.

Dichiarato pienamente operativo nel 2007, l'arma venne messa in produzione per essere installata sui caccia McDonnell Douglas F-15J Eagle e Mitsubishi F-2.[3] Con la convinzione di potere migliorare le prestazioni del missile, nel 2002 la Mitsubishi Electric avviò lo sviluppo di una nuova versione dell'arma, designata AAM-4B, che fu terminato nel 2008.[6] Questa versione entrò in produzione nel 2010 per essere impiegata sui caccia F-15J e F-2A[N 1][3] Il missile AAM-4B introduceva per la prima volta al mondo l'utilizzo su un missile aria-aria di un radar AESA (Active Electronically Scanned Array).[6] Il seeker di nuova produzione, operante in banda Ka, consentiva un migliore rilevamento dei bersagli, compresi gli aerei stealth, e non veniva in alcun modo influenzato dalla "beaming maneuvre"[N 2] effettuata dai velivoli per sganciarsi.[6] Il nuovo radar era dotato di sistema ECCM che gli consentiva mantenere l'acquisizione del bersaglio anche se quest'ultimo faceva uso di contromisure elettroniche.[6] Il missile AAM-4B poteva entrare in modalità autonoma con un raggio del 40% superiore a quello dell'AIM-120B, aveva un raggio d'azione di 120 km, e una velocità massima di 5 Mach.[7]

  • AAM-4: prima versione di serie, dotata di una gittata di 100 km, entrata in servizio nel 1999.
  • AAM-4B: versione migliorata introdotta nel 2010 dotata di radar AESA con frequenza millimetrica in banda Ka,[N 3][8] e raggio d'azione di 120 km.[9]
  • XRIM-4: Variante per il lancio di unità navali di superficie. Questo progetto era stato inizialmente annullato, ma poi ripreso nel 2016.[10]
Giappone (bandiera) Giappone
Kōkū Jieitai
  1. ^ Per l'impiego con questo velivolo fu necessario aggiornare il radar J/APG-1 con il nuovo radar J/APG-2 su circa 60 aerei della versione monoposto F-2A.
  2. ^ Si trattava di una virata a 90°, tangenziale all'antenna del radar del missile, che cancellava la traccia radar dell'aereo e faceva quindi perdere l'acquisizione del bersaglio.
  3. ^ Questo radar è utilizzato anche sul missile antinave lanciato da terra Mitsubishi SSM.
  • (EN) Richard Bitzinger, Arming Asia: Technonationalism and its Impact on Local Defense Industries, Abingdon, Routledge, 2016.
  • (EN) Roger Cliff, China's Military Power: Assessing Current and Future Capabilities, New York, Cambridge University Press, 2015.
  • (EN) Reinhard Drifte, Arms Production In Japan: The Military Applications Of Civilian Technology, New York, Routledge, 2019.
  • (EN) Richards J. Samuels, "Rich Nation, Strong Army": National Security and the Technological Transformation of Japan, Ithaca, Cornwell University Press, 1994.
Periodici
  • Cristiano Martorella, Il missile aria-aria JNAAM, in Panorama Difesa, n. 354, Firenze, Ed.A.I. S.r.l., luglio 2016, pp. 60-63.
  • Cristiano Martorella, I missili aria-aria Giapponesi, in Panorama Difesa, n. 392, Firenze, Ed.A.I. S.r.l., gennaio 2020, pp. 58-67.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]