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Migrazione femminile

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Gruppo di donne migranti dalla Somalia al Kenya

La migrazione femminile si riferisce alle unicità del fenomeno di migrazione delle donne da un Paese all'altro o all'interno dello stesso Paese per motivi economici, sociali, politici o ambientali.

Negli ultimi decenni, quasi la metà dei migranti internazionali è costituita da donne, rappresentando uno dei cambiamenti più significativi nei modelli migratori dell'ultimo mezzo secolo.[1] Questo aumento, noto come "femminilizzazione della migrazione", non solo riflette una crescita numerica, ma anche un cambiamento qualitativo nel ruolo delle donne nei processi migratori, dove esse non sono più semplicemente accompagnatrici dei mariti ma protagoniste autonome.[2]

Lavoratrici filippine a Hong Kong

Le caratteristiche della migrazione femminile sono influenzate da una serie di fattori specifici. Molte donne migrano alla ricerca di migliori opportunità lavorative, impegnandosi in settori caratterizzati da una forte presenza femminile come il lavoro domestico, l'assistenza agli anziani e ai bambini, e l'industria manifatturiera.[3]

Spesso, queste migranti contribuiscono significativamente alle economie dei paesi di destinazione e inviano rimesse fondamentali per il sostentamento delle loro famiglie nei paesi di origine.[4] Inoltre, le donne possono migrare per motivi sociali, come la riunificazione familiare, o per sfuggire a discriminazioni di genere e violenze domestiche nei loro paesi d'origine.[1]

Problematiche e rischi

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Nonostante il loro contributo economico e sociale, le donne migranti affrontano sfide e vulnerabilità uniche. Sono frequentemente esposte a sfruttamento lavorativo, specialmente quando impiegate in lavori precari e non regolamentati, dove la mancanza di protezioni legali le rende suscettibili ad abusi e violazioni dei diritti.[5]

Il rischio di subire violenze fisiche, psicologiche e sessuali è elevato sia durante il viaggio migratorio sia nei paesi di destinazione, e queste donne spesso affrontano discriminazioni basate sul genere, sull'origine etnica e sullo status migratorio, che possono portare a isolamento sociale e culturale.[6]

L'accesso limitato a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e il supporto legale aggrava ulteriormente la loro situazione. Analizzare la migrazione femminile come fenomeno separato è fondamentale per comprendere queste dinamiche e sviluppare politiche mirate che promuovano l'uguaglianza di genere, proteggano i diritti delle donne migranti e valorizzino il loro ruolo nei processi migratori globali.[3]

  1. ^ a b (EN) Women and Migration, su interactive.unwomen.org, UN Women, 2019. URL consultato il 10 novembre 2023.
  2. ^ Donna R. Gabaccia, Feminization of Migration, in The Wiley Blackwell Encyclopedia of Gender and Sexuality Studies, John Wiley & Sons, Ltd, 2016, DOI:10.1002/9781118663219.wbegss732.
  3. ^ a b Zahra Meghani, Women Migrant Workers: Ethical, Political and Legal Problems, Routledge, 2015, ISBN 9781138546332. URL consultato il 10 novembre 2023.
  4. ^ Meenakshi Thapan (a cura di), Transnational Migration and the Politics of Identity, Sage Publications, 2005. URL consultato il 10 novembre 2023.
  5. ^ Amrita Pande, "The Paper that You Have in Your Hand is My Freedom": Migrant Domestic Work and the Sponsorship (Kafala) System in Lebanon, in International Migration Review, vol. 47, n. 2, 2013, pp. 414–441, DOI:10.1111/imre.12025, ISSN 0197-9183 (WC · ACNP), JSTOR 24542827.
  6. ^ Gender and migration, su iom.int, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM). URL consultato il 10 novembre 2023.

Voci correlate

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