Maathorneferura
Maathorneferura | |
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Statua frammentaria di Maathorneferura a Tani | |
Principessa degli Ittiti Grande Sposa Reale | |
In carica | febbraio 1245 a.C. – ? |
Nascita | Ḫattuša |
Morte | Fayyum |
Dinastia | XIX dinastia |
Padre | Hattušili III |
Madre | Puduhepa |
Consorte | Ramses II |
Figli | Neferura |
Religione | Religione ittita Religione egizia |
Maathorneferura (Ḫattuša, ... – Fayyum, ...; fl. XIII secolo a.C.) è stata una regina egizia della XIX dinastia, era figlia del re ittita Hattušili III e della regina Puduhepa[1] (o Pudukhipa[2]).
Sua madre era una giovane sacerdotessa, figlia a propria volta di un sacerdote della dea Ištar, conosciuta da Hattušili III sulla via del ritorno da Kadesh dopo la storica battaglia con gli Egizi[3]. Ebbe numerose sorelle e almeno tre fratelli: il maggiore, Nerikkaili, fu inizialmente "Tuhkanti" (principe reggente) di suo padre, prima di essere sostituito in tale ruolo dal minore, asceso infine al trono col titolo di Tudhaliya IV alla morte del padre[4].
Non si conosce il suo nome ittita: Maathorneferura è il nome egizio aggiunto dopo il matrimonio con il faraone Ramses II avvenuto nell'autunno del 1246 a.C., matrimonio che segue il trattato storico di pace tra i due imperi fino ad allora rivali acerrimi[5] e le venne dato subito il titolo di Grande sposa reale.[6] Il matrimonio avvenne nell'anno 34 del regno di Ramses II[7] e da Maat-hor Neferura il sovrano ebbe una figlia, Neferure.
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Maat-Hor-Neferura che significa "La verità è la bellezza di Ra"
Visse principalmente a Pi-Ramses, molto amata dal consorte che immortalò le loro nozze nel tempio di Abusir[8] e negli ultimi anni di regno di Ramses II governò l'Egitto unitamente alle regine Bintanath e Meritamon.[9] In seguito si trasferì nell'harem di Mi-wer situato nel Fayyum.[9]
Esiste una scultura, raffigurante la regina, posta vicino alle ginocchia di una statua di Ramses, ma gravemente deturpata e una stele, detta stele di Bentresh oggi conservata al Museo del Louvre,[7] che narra la sua storia chiamandola Bekhten.[9] In un papiro, scoperto da Flinders Petrie, vi è elencato il corredo della regina.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, pag. 281
- ^ Federico A. Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, pag. 212
- ^ T. Bryce: The kingdom of the Hittites. Pag. 272 e seg.
- ^ T. Bryce: The kingdom of the Hittites, pag 295 e seg.
- ^ Margaret Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, pag. 164
- ^ Alan Gardiner, La civiltà egizia, pag.241
- ^ a b c Alan Gardiner, La civiltà egizia, pag. 240
- ^ *Federico A. Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, pag.213
- ^ a b c Margaret Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, pag. 165
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Margaret Bunson, Enciclopedia dell'antico Egitto, Fratelli Melita Editori, ISBN 88-403-7360-8
- Alan Gardiner, La civiltà egizia, Einaudi, ISBN 978-88-06-18935-8
- Federico A. Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Mursia, ISBN 88-425-3328-9
- Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, ISBN 88-452-5531-X
Altri progetti
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