Lucio Roscio Fabato
Lucio Roscio Fabato | |
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Pretore della Repubblica romana | |
Denario serrato (fronte) L•ROSCI• dietro a testa di Giunone Sopita a destra, con pelle di capra, simbolo dietro; (retro) Figura femminile eretta, che alimenta un serpente eretto davanti a lei, simbolo dietro, FABATI in esergo. | |
Nome originale | Lucius Roscius Fabatus |
Morte | 43 a.C. Modena |
Gens | Roscia |
Questura | 54 - 50 a.C. |
Pretura | 49 a.C.[1] |
Legatus legionis | della Legio XIII Gemina sotto Cesare in Britannia |
Lucio Roscio Fabato (... – Modena, 43 a.C.) è stato un generale romano.
Fu triumvir monetalis nel 64 a.C.[2] Prestò servizio come questore o legato di Gaio Giulio Cesare nel corso della conquista della Gallia, dal 54 a.C., e fu probabilmente il proponente, forse nel 49 a.C., della lex Manilia Roscia Peducaea Alliena Fabia. Questa era probabilmente una norma attuativa della lex Iulia agraria campana del 59 a.C., voluta da Cesare, che istituiva un collegio di venti persone che dovevano dare esecuzione alle norme di questa legge.
Dopo la seconda spedizione in Britannia, Cesare lo inviò a svernare nel territorio degli Esuvi con la tredicesima legione.[3]
Nel 49 a.C., egli viene menzionato dalle fonti con la carica di pretore.[1] E in questa veste sarebbe stato l'autore della legge portante il suo nome, che concedeva la cittadinanza romana agli abitanti della Gallia Cisalpina, dove in alcuni territori e nell'area occitana tra Liguria Piemonte ed Alpi Marittime Francesi le legioni Romane create dal nuovo pretore erano chiamate Rosciane o Roscianum.[senza fonte]
Cercò in tutti i modi di evitare lo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo. Ma una volta iniziata la guerra, si schierò con Cesare. Nel 43 a.C. morì nella battaglia di Modena, alla quale partecipò, sembra, nelle file dell'esercito senatorio contro Marco Antonio.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Cesare, De Bello civili, I, 8.
- ^ (DE) L. Roscius Fabatus, su gams.uni-graz.at. URL consultato il 2 aprile 2023.
- ^ Cesare, De Bello Gallico, V, 24.2 e 53.6.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti antiche
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά). (traduzione inglese Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive.).
- (LA) Cesare, Commentarii de bello Gallico. (testo latino e versione italiana del Progetto Ovidio oppure qui).
- (LA) Cesare, Commentarii de bello civili. (testo latino e versione italiana del Progetto Ovidio).
- (GRC) Plutarco, Vite parallele. (testo greco e traduzione inglese).
- Fonti storiografiche moderne
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Laterza, 1999, ISBN 88-420-5739-8.
- J. Carcopino, Giulio Cesare, traduzione di Anna Rosso Cattabiani, Rusconi Libri, 1981, ISBN 88-18-18195-5.
- Eberard Horst, Cesare, Milano, Rizzoli, 1982.
- Piganiol André, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 88-17-11574-6.
- Ronald Syme, The roman revolution, Oxford, Oxford Univ. Press, 2002, ISBN 0-19-280320-4.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 1331155832959933490009 · GND (DE) 1186416149 |
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