Kurt Eimann

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Kurt Eimann
NascitaGörlitz, 28 luglio 1899
MorteWolfsburg, 7 agosto 1980 (81 anni)
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania nazista
Forza armata Schutzstaffel
UnitàSS-Wachsturmbann Eimann
Anni di servizio19321945
GradoSS-Obersturmbannfuhrer
GuerreSeconda guerra mondiale
DecorazioniCroce di Ferro di II classe
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Kurt Erich Walter Eimann (Görlitz, 28 luglio 1899[1]Wolfsburg, 7 agosto 1980[1]) è stato un militare tedesco, SS-Obersturmbannfuhrer condannato per "omicidio collettivo" come criminale di guerra nel 1968.

Si unì all'NSDAP (numero 1.418.880), alle SA e poi entrò a far parte delle SS (numero 57.319) nel 1932. Il 20 aprile 1934 ricevette la promozione a SS-Sturmfuhrer e fu assegnato per la prima volta al 70° SS-Standarte a Liegnitz; il 15 settembre 1935 fu nominato Obersturmfuhrer;[2] ricevette la sua successiva promozione il 20 aprile 1936 nelle Allgemeine-SS, quando fu nominato SS-Hauptsturmfuhrer. Fu impiegato come Obersturmbannführer dall'11 settembre 1938 nello staff della Sezione XXVI delle SS.[3] Il 1º gennaio 1939, assunse la guida del 36° SS-Standarte a Danzica e ne fu il comandante fino al maggio 1945.[4]

Il 3 luglio 1939, il suo superiore, SS-Brigadefuhrer Johannes Schäfer, fondò un'unità speciale del servizio di sicurezza delle SS chiamata "SS-Wachsturmbann Eimann". Questa unità fu ufficialmente considerata la riserva armata delle SS di Danzica e fu anche nota come "riserva di polizia delle SS rinforzata per compiti speciali". Lo staff di questa nuova unità comprendeva anche l'SS-Sturmbannführer Max Pauly, poi comandante nei campi di Stutthof e di Neuengamme.

L'unità "SS-Wachsturmbann Eimann" dovette sostenere le forze di polizia esistenti nell'Operazione Tannenberg con lo scopo di liquidare la Città Libera di Danzica dagli "elementi polacchi".[5]

Seconda guerra mondiale

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Immediatamente dopo l'inizio dell'invasione della Polonia, fu allestito il campo di prigionia a Stutthof. Fu sorvegliato dalla "SS-Wachsturmbann Eimann", che dal novembre 1939 riferì al SS- und Polizeiführer Richard Hildebrandt. Mentre i preparativi per gli omicidi tramite eutanasia erano ancora in corso nel Reich tedesco, i membri della "SS-Wachsturmbann Eimann" uccisero circa 2.000 pazienti nell'ospedale psichiatrico polacco di Kocborowo tra settembre e dicembre 1939. Altri 1.400 pazienti tedeschi portatori di handicap furono trasportati dalle case di cura della Pomerania a Neustadt, nella Prussia occidentale, e poi fucilati in una zona boscosa nei pressi di Piasnitz. In seguito fu ucciso anche un intero gruppo di lavoro polacco, tutti prigionieri del campo di Stutthof, incaricati di seppellire i morti. Kurt Eimann prese parte attiva nell'omicidio sparando personalmente alla prima vittima, allo scopo - come ha poi affermato - "di essere un modello per i suoi uomini".[6][7]

Le persone disabili furono fucilate anche nelle case di cura polacche presenti nei neonati Reichsgau Wartheland e Reichsgau Danzig-Westpreußen. Oltre all'unità di Eimann, in questi omicidi furono coinvolti anche i membri del Volksdeutsche Selbstschutz e delle unità Einsatzkommando.[8]

Dal 1940 Kurt Eimann fu schierato sul fronte occidentale con la divisione SS-Totenkopfverbände delle Waffen-SS. Il 20 novembre 1941 Eimann fu distaccato presso il quartier generale delle SS a Lublino. Il 30 gennaio 1943 ricevette la promozione a SS-Obersturmbannführer nell'unità Allgemeine-SS.[4] Nelle Waffen-SS, invece, Kurt Eimann fu assegnato al II SS-Panzerkorps nel periodo 1943-1944 come SS-Sturmbannführer.[9]

Per le azioni compiute in Pomerania, fu insignito della Croce di Ferro di II classe.[10]

Periodo del dopoguerra

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Nel 1967 iniziò il processo contro Eimann, davanti alla Corte d'assise di Hannover. Si era stabilito a Misburg vicino ad Hannover dove lavorava come commerciante.[11] Le indagini furono dirette anche contro il suo ex diretto superiore George Ebrecht, che fu classificato come incapace di sostenere un processo. Il 20 dicembre 1968, Kurt Eimann fu condannato a quattro anni di carcere per l'omicidio collettivo di almeno 1.200 persone, fu rilasciato dal carcere due anni dopo.[12] Non si sa altro sulla vita di Eimann nel dopoguerra.

Croce di Ferro di II classe - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ a b Sterberegister des Standesamtes Wolfsburg Nr. 807/1980.
  2. ^ SS-Personalamt: Dienstaltersliste der Schutzstaffel der NSDAP. 1. Oktober 1934, laufende Nr. 2745
  3. ^ SS-Führungshauptamt: Dienstaltersliste der Schutzstaffel der NSDAP. Stand 1. Dezember 1938 mit Berichtigungsheft vom 15. Juni 1939. Berlin 1938/39, laufende Nr. 1681.
  4. ^ a b Mark Yerger, Allgemeine SS – The Commands, Units and Leaders of the General SS, p. 188, ISBN 0-7643-0145-4.
  5. ^ Marek Orski, Organisation und Ordnungsprinzipien des Lagers Stutthof, in Ulrich Herbert (a cura di), Die nationalsozialistischen Konzentrationslager, Frankfurt am Main, 2002, p. 286, ISBN 3-596-15516-9.
  6. ^ Klee, p. 97.
  7. ^ ns-eugenik.de, http://www.ns-eugenik.de/eugenik/sa4.htm.
  8. ^ Peter Longerich, Politik der Vernichtung, München, 1998, p. 236, ISBN 3-492-03755-0.
  9. ^ Brün Meyer (a cura di), Dienstaltersliste der Waffen-SS: SS-Obergruppenführer bis SS-Hauptsturmführer. Stand 1. Juli 1944, Osnabrück, BIBLIO Verlag, 1987, numero d'ordine 706.
  10. ^ a b Dieter Schenk, Albert Forster. Gdański namiestnik Hitlera, Danzica, Wydawnictwo Oskar, 2002, ISBN 83-86181-83-4.
  11. ^ Weser-Kurier, Prozeß um Massenmord (JPG), su verlag.weser-kurier.de, 29 novembre 1967, p. 12.
  12. ^ Klee, p. 131.
  • Ernst Klee, Das Personenlexikon zum Dritten Reich. Wer war was vor und nach 1945., 2ª ed., Fischer Taschenbuch Verlag, 2007, ISBN 978-3-596-16048-8.
  • Ernst Klee, „Euthanasie“ im NS-Staat, Frankfurt am Main, 1985, ISBN 3-596-24326-2.
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