Jebel Aqra
Jebel Aqra | |
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Stato | Turchia |
Altezza | 1 736 m s.l.m. e 1 717 m s.l.m. |
Coordinate | 35°57′09″N 35°58′09.5″E |
Altri nomi e significati | Monte Calvo (Kel Dağı) |
Mappa di localizzazione | |
Il Jebel Aqra (arabo: جبل الأقرع;Turco: Cebel-i Akra), noto anche come Monte Casius[1], è una montagna alta 1.717 m (5.633 piedi) calcarea situata sul confine tra la Siria e la Turchia in territorio turco vicino alla foce del fiume Oronte sul Mar Mediterraneo. Il suo lato turco è anche conosciuto come Monte Calvo (Kel Dağı). La montagna era un luogo di culto nell'antica religione cananea.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Gli Hurriani lo chiamavano Monte Hazzi e lo consideravano la dimora del loro dio della tempesta Teshub. Gli Ittiti continuarono il suo culto, celebrando la vittoria di Teshub sul mare nel Cantico di Kumarbi ritrovato nella loro capitale Hattusa. Su questo monte il dio Baal-Zephon era ampiamente adorato: il suo tempio di Ugarit conteneva un rilievo in arenaria a lui dedicato da uno scriba reale in Egitto e il re di Tiro lo chiamò come testimone divino in un trattato con l'imperatore d'Assiria nel 677 a. C.[3]
Sotto varie forme, il culto continuò per tutta l'antichità, quando fu chiamato Monte Casius (greco: Κασιος , Kasios; latino: Casius Mons).
ll culto del dio della montagna fu trasferito, per interpretatio graeca, a Zeus Kasios, o "Zeus del monte Kasios", simile a Ras Kouroun nel Sinai. Le tegole del santuario greco-romano del sito, con impresso il nome del dio, furono riutilizzate nel monastero cristiano che andò ad occupare le pendici orientali e verso terra di Kazios.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) William Burckhardt Barker, Lares and Penates, Or, Cilicia and Its Governors: Being a Short Historical Account of that Province from the Earliest Times to the Present Day : Together with a Description of Some Household Gods of the Ancient Cilicians, Broken Up by Them on Their Conversion to Christianity, First Discovered and Brought to this Country by the Author, Ingram, Cooke, and Company, 1853. URL consultato il 25 giugno 2022.
- ^ Zaphon, su Dictionary of Deities and Demons in the Bible Online. URL consultato il 25 giugno 2022.
- ^ Gregory Nagy, (R.) Lane Fox Travelling Heroes: Greeks and their Myths in the Epic Age of Homer. London and New York: Allen Lane, 2008. Pp. 517. £25. 9780713999808., in The Journal of Hellenic Studies, vol. 131, 2011-11, pp. 166–169, DOI:10.1017/s0075426911000127. URL consultato il 25 giugno 2022.
- ^ John Rosser, Archeological Investigations in the Region West of Antioch-on-the-Orontes. Wachtang Djobadze , M. Hendy , N. Lowick , C. Mango , D. M. Metcalf , H. Seyrig, in Speculum, vol. 64, n. 4, 1989-10, pp. 934–936, DOI:10.2307/2852882. URL consultato il 25 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Rutherford, Ian (2001), "The Song of the Sea", Studien zu den Boghaz-Köy-Texten, No. 45, pp. 598–609.